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Vaccinare un animale "domestico": è necessario?
 Sempre, bisogna pensare all'individuo di cui ci prendiamo cura
 Solo per i cuccioli, sono troppo deboli e senza intervento esterno rischiano di morire. Da adulti se la cavano
 Mai, i vaccini sono testati su molti altri animali e per salvarne uno se ne condannano molti altri
 No, non servono anche perchè la natura deve fare il suo corso
 Non so, non escludo la vaccinazione ma valuto di volta in volta

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Articoli della sezione «Notizie sparse».
Ordine cronologico: discendente (il più recente in testa).
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Pubblicato da monica il 19/10/2007 alle 11:38:43, in Notizie sparse, letto 1361 volte

Questa notte 2 conigli, 13 papere, 2 ratti, 10 topi, 9 tra galli e galline e circa 200 pulcini hanno cambiato vita, uscendo dalle gabbie di un laboratorio di vivisezione e sfuggendo agli esperimenti e alla morte a cui erano destinati. Per questi animali il sogno di poter vivere liberi, razzolando nell'erba o godendosi la luce del sole, si e' tramutato in realta'.

Il laboratorio da cui li abbiamo prelevati e' in un sotterraneo dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna, a Brescia. L'IZS e' un centro di ricerca pubblico, un'immensa area con molti edifici, magazzini, uffici, stalle e laboratori di ricerca.

Gli esperimenti a cui vengono sottoposti gli animali in questo centro sono al servizio degli allevatori e della zootecnia. Quest'ultimo settore privato di sfruttamento animale viene sostenuto e avvallato da centri di ricerca come gli IZS, in cui la tortura di migliaia di animali e' pagata con soldi pubblici.
Molti degli animali che abbiamo salvato erano utilizzati in test di vaccini; la malattia di Gumboro per i polli, la MEV per i conigli.
MALATTIE SPECIFICHE DI QUESTE SPECIE, SENZA RISCHIO PER LA SALUTE UMANA. Un'idea di cosa devono subire queste creature: i conigli ai quali viene inoculata la MEV muoiono per emorragia, i loro organi utilizzati per produrre il vaccino MEVAX, brevettato dallo stesso IZS di Brescia. Durante le sperimentazioni ancora in corso alcuni conigli sono morti per i prelievi direttamente dal cuore.
Ai topi hanno iniettato un virus influenzale, un ceppo non ad alto rischio, ma abbiamo comunque preso precauzioni nel toccarli e trasportarli, e vivranno isolati da altri animali.
Un allarme lanciato dall'IZS o dai soliti lacche' della vivisezione e' da vedersi solo come un patetico tentativo di coprire le oscure trame dei ricercatori e screditare le azioni di chi mette in pratica la compassione. Se c'e' qualcuno che mette a rischio la popolazione sono gli scienziati, incoscienti che lavorano sui virus, e gli allevatori, gestori di lager in cui si propagano malattie dovute alle condizioni intensive di prigionia.
Non e' un'esagerazione affermare che tutto questo accanimento su esseri senzienti ed indifesi e questa ridicola scienza fatta di prove ripetute mille volte e nessuna scoperta realmente utile, trova il suo unico motivo di esistere nella scusa di dover contrastare le malattie che nascono negli allevamenti, dovute ad infezioni causate da sovraffollamento, condizioni igieniche pessime, cure inesistenti e stress, che fanno trovare ai virus un terreno fertile. L'unica soluzione e' la fine di questi luoghi di concentramento.

Salvare questi disperati esseri viventi non e' stato cosi' difficile:
ci e' bastato osservare la routine dei due guardiani e trovare il punto migliore per accedere ad uno dei laboratori, in questo caso una finestrella sul retro, vicino alla ferrovia. Molte volte siamo entrati ad ispezionare queste stanze, trovando animali segregati, alcuni in condizioni asettiche dentro ad incubatori e con perenne luce artificiale. Abbiamo spulciato i documenti delle sperimentazioni e guardato nei frigoriferi pieni di organi, facendo un filmato che testimonia la triste vita di questi animali e l'agonia di decine di pulcini lasciati morire in gabbia.
Molti animali che abbiamo visto nelle scorse settimane adesso non ci sono piu'. Sono stati sacrificati e non abbiamo fatto in tempo a salvarli. A loro, e a tutti quelli che non siamo riusciti a raggiungere, dedichiamo questa notte in cui dalla finestra, scavalcando una rete, siamo usciti verso la ferrovia, verso il buio e l'aria fresca, verso la fine di questo incubo.

Dietro alle nostre spalle abbiamo lasciato un laboratorio vuoto e completamente devastato: incubatori danneggiati, vernice sulle gabbie, scritte sui muri, sacchi di mangime rotti, lavandini sigillati e locali allagati.
Fino a quando l'ultimo macello e l'ultimo laboratorio di vivisezione non saranno rasi al suolo.

A.L.F.

Altre foto qui (il filmato disponibile a breve):
http://www.veganlink.antifa.net/hp/index.php?
option=com_content&task=view&id=1107&Itemid=34


Le informazioni qui riportate sono a solo scopo informativo e possono essere incomplete, non si intende incitare ne' azioni ne' comportamenti illegali.
 
Pubblicato da monica il 18/10/2007 alle 11:30:11, in Notizie sparse, letto 1554 volte

 

TRENTO. L'orsa Jurka è stata sterilizzata: si spiega così l'anestesia totale e l'intervento organizzato sabato, di buon mattino, nel suo recinto di San Romedio. Le operazioni erano state documentate sul posto da Marcello Dell'Eva, del movimento No alla Caccia, con la fotografia che potete vedere in questa pagina. Eppure dalla Provincia non arriva nessuna conferma né smentita: «Jurka sta bene» si limitano a ripetere i vertici del servizio faunistico. E il consigliere provinciale Roberto Bombarda ha presentato un'interrogazione: «Diteci che succede e trovate una soluzione migliore per l'orsa».
Non è stato sufficiente chiudere l'orsa Jurka in un recinto, il servizio provinciale che si occupa dell'animale ha ritenuto necessaria anche la sua sterilizzazione. Il problema in questo caso non era quello di mettere al mondo altri cuccioli in cattività (Jurka era già madre di almeno due cucciolate, tra i suoi figli anche quel Bruno che venne ucciso in Germania nell'estate del 2006) ma di evitare quanto era già accaduto in passato presso il recinto di Spormaggiore, dove l'orso Joze era riuscito a superare tutte le protezioni nel tentativo di accoppiarsi con le orse recluse all'interno dell'area
Nel caso di Jurka non si è voluto correre questo rischio e così sabato mattina alle 7 e 30 - come era stato stabilito nei giorni precedenti - un medico veterinario ha eseguito la sterilizzazione dell'orsa.
La voce dell'intervento è circolata ieri con forte insistenza per tutta la giornata, dopo che il Trentino aveva pubblicato la notizia dell'intervento eseguito sabato (su cui però la Provincia non aveva voluto fornire alcun dettaglio). Dall'amministrazione non è giunta nessuna comunicazione ufficiale: il dottor Romano Masè - dirigente generale - ha detto di non essere informato sull'operazione, mentre il dottor Maurizio Zanin, raggiunto al telefono in serata durante una giornata di ferie, non è voluto entrare nel merito della questione. Da parte della giunta è arrivata solo la conferma di quanto la Provincia aveva voluto ribadire il giorno precedente: «Jurka sta bene e si è ben abituata alla sua nuova condizione».  
E' facile prevedere che la notizia della sterilizzazione di Jurka provocherà un polverone negli ambienti animalisti. Sabato in città era sfilato un corteo per chiedere la liberazione dell'orsa, con un pacchetto di 14 mila firme raccolte nelle settimane precedenti - in tutta Italia - a sostegno della richiesta. E proprio mentre gli animalisti si organizzavano con striscioni e cartelli il veterinario eseguiva l'ordine della Provincia nella cella ricavata all'interno del recinto di Jurka. Nel futuro dell'orsa ci dovrebbe essere un recinto più ampio, in località Casteller, alla periferia sud di Trento ma anche in questo caso dall'amministrazione non sono arrivate comunicazioni ufficiali, tanto che il consigliere provinciale dei Verdi Roberto Bombarda ha dovuto presentare un'interrogazione.
(18 ottobre 2007)
 http://trentinocorrierealpi.repubblica.it/dettaglio/Blitz-a-San-Romedio-sterilizzata-Jurka/1377985

 
Pubblicato da Piero il 17/10/2007 alle 13:35:57, in Notizie sparse, letto 1587 volte

Il 16 ottobre di ogni anno la FAO celebra la giornata mondiale dell'alimentazione (nient'altro che l'anniversario della fondazione della Food and Agriculture Organization da parte delle Nazioni Unite).
In verità a noi di questa giornata ce ne frega poco, avendo un concetto di "cibo" molto diverso da quello dominante, basato sullo sfruttamento e l'uccisione di esseri senzienti per sfamarne altri, che potrebbero benissimo farne a meno, e che la logica antispecista che sposiamo mette eticamente sullo stesso piano.
Alla fine del secolo scorso Greenpeace, l'organizzazione che difende alcuni diritti animali (per poi mangiarseli con la coscienza un pelo più bianca) ha indetto in concomitanza con la data della FAO una giornata mondiale di resistenza contro Mc Donald's, una delle multinazionali maggiormente responsabili della fame nel mondo.
Anche della logica farlocca di Greenpeace ce ne frega poco, perché più che una logica è una farsa (la logica è coerente; rispetta il principio di non contraddizione).

L'unica cosa che ci interessa è danneggiare gli aguzzini ogni volta che se ne presenti l'occasione: Mc Merda è il re degli aguzzini; il suo business è basato sullo sterminio sistematico di milioni di animali.
Dunque oggi, martedì 16 ottobre 2007, abbiamo messo in atto una piccola azione di disturbo in stile "smart mob". In 3 attivisti (3 persone sono il massimo consentito dalla legge, senza richiedere l'autorizzazione per un presidio) ci siamo armati di fotografie di deretani sfatti, ce le siamo appese alle nostre natiche veg, e ci siamo piazzati davanti ad un paio di Merd Donald's nel centro di Roma.
La microprotesta ci è servita da rodaggio: alla prossima i culi saranno più americani e noi più avvelenati...

 

Per altre info sull'evento, cliccare qui:

http://www.vallevegan.org/dblog/articolo.asp?articolo=312

 

Fonte1: Testo, Foto su Altervista, Idea Smart Mob by dott.dulcamara alias bizio.

Fonte2: Furti fotografici, stampe post-erior of the GìniusUàn.

Fonte3: Passante per caso is afodio alias a-tanax or bubas in collaboration with Lithium and HummusFoodPonyExpress.

Fonte4: Siesta by bastiAno alias McCulo.

Fonte5: Grafica Logo W from Lorilò altrononèche Lori.

Fonte6: Idea Logo W de Carletto cioè the PiattolaDog.

 Fonte7: Censured because se vergogna annanzi a tutti.

 
Pubblicato da Lidio il 16/10/2007 alle 20:34:11, in Notizie sparse, letto 1567 volte
Queste immagini provengono da un allevamento di 145.200 galline ovaiole distribuite in due edifici. Dell'esterno, è difficile spiegare la dimensione degli edifici, solo i sili lasciano indovinare che ci sono animali dentro. Le finestre sono inesistenti.
Le gabbie sono impilate su file di molte decine di metri di lunghezza ed una decina di metri di altezza. Ci sono passerelle e scale per montare e vedere le gabbie che sono in cima all'allevamento. Tutto è automatizzato: il programma di luce, l'azionamento dei tappeti di escrementi, la fornitura d'acqua e dei prodotti alimentari. Sedici tonnellate di prodotti alimentari sono necessarie ogni giorno per nutrire queste 145.200 galline (circa 110g di grano per gallina).
All'età di 68 settimane circa, le galline sono trasportate verso i mattatoi, a volte su lunghe distanze (il "corso della gallina" varia, ma sono di rado comperate a più di 15 centesimi di euro dai mattatoi...). Là, sono sospese ad uncini, immerse in un bagno ad elettronarcosi, purgate, sviscerate quindi condizionate per il consumo.
(dal sito http://www.l214.com/poules, traduzione nostra).
Il filmato si può visionare su youtube
 
 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 16/10/2007 alle 20:28:01, in Notizie sparse, letto 1184 volte

alcuni dei cani gettati dal ponteMassacrati i pet delle case popolari
Polemiche per l'ordinanza di un sindaco portoricano. Cani e gatti uccisi e gettati da un ponte alto 15 metri
PORTORICO - Agivano su mandato delle autorità comunali, che hanno intimato agli inquilini delle case popolari di Barceloneta di non tenere animali nelle abitazioni. Ma gli accalappiacani della società privata incaricata di fare pulizia hanno provveduto in un modo che anche il sindaco della città portoricana, Luis Fontanez, non ha esitato - a posteriori - a definire «terribile»: hanno buttato gli animali dal ponte (50 non sono sopravvissuti) invece di portarli al canile.
L'INCHIESTA - Il proprietario della società che aveva avuto l’appalto nega ogni responsabilità, ma sarà un’inchiesta avviata dopo la notizia del massacro dei cani ad accertarlo. Da stabilire - è oggetto di polemiche - se davvero la legge impedisca di tenere animali nelle case popolari del territorio statunitense: secondo Doris Gaetan, responsabile del Dipartimento per le relazioni con Portorico, il divieto vige solo se gli animali sono potenzialmente pericolosi per altri inquilini.
LA PROTESTA - Intanto le associazioni ambientaliste e animaliste e gruppi spontanei di proprietari di cani hanno iniziato a bersagliare le autorità comunali di Barceloneta di telefonate e email di protesta, contestando non solo il modo con cui si è provveduto ad eliminare gli animali, ma anche la decisione stessa di non consentire la loro permanenza nelle abitazioni. Lunedì molti di loro si sono riuniti davanti al municipio e hanno cercato invano di parlare con il sindaco, che si è negato. Fontanez si è però limitato a spiegare ai media che «la mia amministrazione ha agito secondo la legge». Sia il sindaco sia il responsabile della società incaricata dell'eliminazione delle carcasse hanno poi messo le mani avanti spiegando che le accuse degli animalisti dovranno essere dimostrate in tribunale, in particolare dovrà essere provato che gli animali trovati sotto il ponte siano proprio quelli prelevati nelle case popolari.
I TESTIMONI - Secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa e blog internazionali, al momento del prelievo ai cani era stata iniettata una sostanza spacciata come sedativo ma che in realtà sarebbe stata letale. I quattrozampe, una volta accalappiati, sarebbero stati eliminati nel modo più brutale: gettandoli da un cavalcavia. Alcuni testimoni che abitano nelle vicinanze del ponte, recatisi sul posto per accertare quanto stesse succedendo, hanno riferito di cani ancora vivi, nonostante l'iniezione e il volo. E di come questi ultimi siano in alcuni casi anche riusciti a riguadagnare la strada, arrampicandosi sulla scarpata, salvo poi crollare esausti e malconci dopo poche centinaia di metri.

(CORRIERE DELLA SERA 16 ottobre 2007)

 
Pubblicato da monica il 15/10/2007 alle 11:36:07, in Notizie sparse, letto 2912 volte

Oggi nel mondo.



Un sito Internet coordina la protesta.
Gli Internauti non digeriscono gli hamburger; in contemporanea, la Giornata mondiale dell'alimentazione promossa dalla Fao.

Il popolo di Internet lancia un'altra azione di protesta: si svolgerà il 16 ottobre la Giornata mondiale anti McDonald's. Proprio mentre l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) celebrerà la Giornata mondiale dell'alimentazione, i contestatori organizzeranno manifestazioni e picchetti davanti ai fast-food e nei luoghi dove sorgeranno nuovi ristoranti.   E diffonderanno un libello "storico" intitolato "Cosa c'è di sbagliato in McDonald's? Tutto quello che non vogliono farti sapere". Il 16 ottobre dell'anno scorso sono stati realizzati picchetti in 345 città di 23 paesi del mondo. Per la mobilitazione di quest'anno sono state lanciate una decina di iniziative via Internet. Attraverso un forum di discussione, si individuano i punti dove saranno installate altre filiali di McD e si organizzano le manovre di protesta. E il passaparola comprende anche appelli alla sottoscrizione per il movimento.
La multinazionale della ristorazione rapida è accusata dagli attivisti di diffondere cibo poco salutare, di sfruttare i propri dipendenti, di contribuire alla deforestazione selvaggia del pianeta per fare spazio agli allevamenti di bestiame destinati a diventare hamburger. Il sito web che coordina la contestazione contro McDonald's si chiama McSpotlight e vanta un archivio di 21 mila file contente, oltre al materiale di propaganda, la documentazione relativa a tutti i procedimenti giudiziari in cui è coinvolto il colosso del fast-food. Il sito ruota intorno al McInformation Network, una rete indipendente di volontari operanti in 16 paesi che distribuiscono informazioni sul movimento attraverso una mailing list. Attivato nel febbraio 1996, McSpotlight riceve attualmente più di un milione di contatti ogni mese.

 

Ma perché sollevarsi contro gli hamburger proprio nel giorno dedicato dalle Nazioni Unite alla tragedia della fame nel mondo? E perché risparmiare le altre catene di ristoranti? Si potrebbe obiettare che in fondo i fast-food, con i loro prezzi popolari, contribuiscono in qualche modo a sfamare anche i meno abbienti. E che una fetta dei guadagni di McDonald's finanzia un'organizzazione di volontariato che aiuta i bambini in difficoltà, con 174 "case di carità" sparse in 32 paesi del mondo.

 

Per quel che concerne la data, si tratta di una scelta fortemente mediatica. Durante questa ricorrenza annuale - che commemora la fondazione della Fao il 16 ottobre 1945 - sono promosse varie iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla grave situazione delle persone che soffrono la fame nel mondo e per raccogliere fondi in loro soccorso. Un'ottima occasione per puntare l'indice contro una multinazionale del cibo che, a detta dei militanti, si arricchisce alle spalle dei paesi più poveri nascondendosi dietro una facciata politicamente corretta.

 

Riguardo al "capro espiatorio", poi, i contestatori adducono motivazioni di carattere dietetico ed ideologico. Prima di tutto, il consumo massiccio di prodotti a base di carne, oltre ad essere nocivo per la salute, porterebbe alla lunga ad uno squilibrio gravissimo dell'alimentazione mondiale. Grandi aree di terra nei paesi poveri vengono deforestate per ospitare allevamenti di bestiame o per coltivare foraggi per nutrire gli animali che verranno mangiati dai più ricchi. Tutto questo viene fatto a danno delle risorse alimentari di quei paesi: 7 milioni di tonnellate di cereali producono solo 1 milione di tonnellate di carne e derivati. Con una dieta basata sui vegetali e con un razionale utilizzo delle terre, ogni regione potrebbe sfamarsi in modo autosufficiente. Inoltre McDonald's è il marchio più conosciuto nel mondo dei fast-food ed è l'unica società che innesca tante azioni legali contro chi muove delle critiche. Per questo è diventata il simbolo delle multinazionali che perseguono i loro profitti schiacciando tutto quello che incontrano sulla propria strada. Ed è stata scelta come bersaglio dell'azione di protesta. Tutto è cominciato con il cosiddetto processo McLibel (dove "libel" significa "diffamazione, querela"). Verso la metà degli anni 80 il gruppo anarchico London Greenpeace (che non ha niente a che vedere con Greenpeace International) inizia a concentrare la sua protesta contro la multinazionale dell'hamburger e nel 1985 lancia La Giornata internazionale di lotta contro McDonald's, da tenersi ogni anno il 16 ottobre. L'anno successivo la pubblicazione del già citato libello "Cosa c'è di sbagliato in McDonald's? Tutto quello che non vogliono farti sapere", provoca le ire dell'azienda. Dopo anni di schermaglie, finalmente McD riesce a coinvolgere i militanti in un processo per diffamazione, che si è rivelato il più lungo della storia della giustizia civile inglese. Il verdetto, emesso il 19 giugno 1997 dopo due anni e mezzo di udienze, pur dando ragione alla corporation americana, ha riconosciuto la fondatezza delle critiche su: sfruttamento dei bambini tramite la pubblicità, sfruttamento dei lavoratori con paghe bassissime ed avversione verso i sindacati, sofferenza e torture per gli animali. Alla fine gli avvocati della multinazionale lamentano una vittoria insignificante, viste le conferme date anche in corte agli attivisti ed alla loro campagna oramai irrefrenabile. In Gran Bretagna, ogni volta che un nuovo fast-food si appresta ad aprire, si costituiscono immediatamente comitati di cittadini che organizzano assemblee e manifestazioni. In molte occasioni questi hanno ottenuto che fosse revocata l'autorizzazione all'apertura o obbligato McDonlad's ad abbandonare i propri piani. Nel giugno scorso, dopo un'incredibile occupazione di 552 giorni dell'area in cui doveva sorgere l'ennesimo ristorante (ad Hinchley Wood, nei pressi del quartiere londinese di Kingston) , McDonald ha finito per dichiarare disfatta e fare marcia indietro.

 

di Eleonora Giordani
http://www.mediamente.rai.it/docs/approfondimenti/290900.asp

 

 
Pubblicato da Piero il 12/10/2007 alle 18:51:57, in Notizie sparse, letto 1674 volte

---Riceviamo e pubblichiamo, con grosso dispiacere e con tutta la solidarietà---

COMUNICATO STAMPA PROGETTO PORCIKOMODI: - Furto di animali salvati dal macello in occasione della festa di fine Ramadan.-

PorciKomodi è un progetto dell'assoziazione VitadaCani ONLUS che a Nave (provincia di Brescia) si occupa da 2 anni del recupero e della tutela di più di un centinaio di animali, tra cui maiali, pecore, galline, oche e capre (tutti regolarmente registrati presso le autorità sanitarie competenti e perfettamente in regola): animali destinati al macello e a una morte orribile che hanno ottenuto - pochi fra i molti condannati a morire - dal destino la possibilità di proseguire presso il nostro centro la loro esistenza nel benessere e in fondamentale armonia con le loro esigenze etologiche.

Questa speranza tuttavia la notte fra giovedì 11 e venerdì 12 Ottobre ha subito un grave colpo: nella notte infatti sono state rubate undici pecore, otto oche e oltre una ventina di gallline. Il furto è avvenuto in coincidenza della fine del Ramadan islamico che, secondo tradizione, si conclude con una lunga cena notturna il cui alimento base è proprio la pecora. Allertati, i volontari che con enorme passione e a costo di grandi sacrifici gestiscono PorciKomodi, hanno presentato regolare denuncia ai Carabinieri e fatto un rapido giro di telefonate ad amici e conoscenti nella vana speranza di recuperare informazioni utili al ritrovamento.

Temiamo che gli animali rubati siano già stati sgozzati nella mattinata di venerdì. Alla violenza e all'illegalità di chi la notte s'introduce nelle proprietà altrui, viola le norme basilari della convivenza civile e ruba animali indifesi e innocenti per poterli poi uccidere nel corso di cerimonie la cui legittimità è quanto meno dubbia, PorciKomodi risponde invocando una presa di coscienza da parte delle autorità pubbliche, dei cittadini e delle strutture sociali perché non si ripetano più fatti del genere, che negli ultimi tempi sono purtroppo in esponenziale aumento. Al momento i volontari di PorciKomodi hanno pochissime speranze di ritrovare vivi gli animali a cui hanno dedicato amore e passione; sperano però che quest'ennesimo gesto criminale, l'ennesimo di una lunga serie che sta avvelenando la vita sociale nella provincia bresciana, riesca a favorire una presa di coscienza da parte delle istituzioni, delle forze dell'ordine e della cittadinanza, con tutte le sue comunità religiose ed etniche.

Nella giornata di domani (Sabato 13 Ottobre) saremo a disposizione presso il nostro centro per ricevervi e spiegarvi l'atroce perdita che abbiamo subito, animali che avevamo con la fatica strappato al loro triste destino sono finiti proprio laddove mai avremmo voluto. In ultimo vogliamo chiarire che la nostra convinzione che dietro alla sparizione dei nostri animali vi sia la mano tradizionalista islamica non nasce da nessun pregiudizio ma dalla semplice constatazione che solo a un musulmano potevano interessare pecore adulte (ormai scomparse dall'alimentazione occidentale) e che i soli animali del nostro centro a non essere stati toccati o ad aver subito perdite siano stati proprio i maiali.


Per ulteriori informazioni i contatti sono: porcikomodi@gmail.com o 392.2195903 (Piercarlo)

 
Pubblicato da monica il 11/10/2007 alle 11:54:25, in Notizie sparse, letto 1282 volte

La rete universitaria pubblica e privata si estende su tutto il territorio nazionale attraverso centinaia di sedi dove si svolge l'insegnamento e l'apprendimento di materie scientifiche e umanistiche. Tale organizzazione trova inoltre collaborazione nella società in vari settori, riuscendo addirittura ad avere luogo negli ospedali. Molti non sanno che milioni di animali di tutte le specie sono imprigionati e vivisezionati all'interno di laboratori e aule degli atenei di facoltà e in appositi spazi riservati negli edifici della sanità. Tutto, o meglio non certamente tutto, legale, ma ben protetto dallo sguardo delle persone. Meglio che l'opinione pubblica non sappia che nella stanza a fianco alla quale ci si erudisce o ci si cura ci sono esseri viventi strazianti in camere asettiche e insonorizzate atte a sopprimere le lancinanti urla di dolore. E' necessario proteggere la gente dal richiamo della sofferenza altrui affinchè possano continuare a lavorare per il progresso, puntando con ambizione alla conquista del futuro, alla ricerca della perfezione. E' alla portata dell'umanità il conseguimento dell'immortalità, l'avvicinamento della specie regina alla dimensione del Dio supremo creatore. Nonostante gli sforzi delle istituzioni di celare l'industria della vivisezione però, continue testimonianze escono dai luoghi segreti delle torture e periodicamente riportano alla ribalta la terribile questione. In particolare numerosi studenti narrano di crudeltà inflitte agli animali da docenti senza scrupoli, che in più ricattano gli obiettori di coscenza distribuendo subdole punizione a discapito delle carriere universitarie. La Coalizione contro la vivisezione nelle Università nasce per fornire appoggio a coloro i quali si ribellano al regime della sadica scienza: non solo i giovani che frequentano i corsi, ma anche tecnici e docenti a loro volta sotto ricatto per mezzo dello stipendio e di una posizione da difendere. Ciò può avvenire esclusivamente ricoprendo con costanza il ruolo di punto di riferimento esterno, costruendosi una visibilità e supportando con la forza della ragione antivisezionista. Motivazioni etiche e sociali stanno alla base della concezione del mondo espressa dalla C.c.v.U., impegnata a diffondere e sostenere il messaggio antispecista avverso ad ogni discriminazione, sessuale, razziale e quant'altro. Come minoranza essa stessa si schiera in difesa dei più deboli costretti a subire per il semplice fatto che non appartengono alla schiera dei ricchi e dei facoltosi. Gli animali sono gli ultimi della catena dello sfruttamento e per questo vogliamo che siano in cima ai nostri pensieri che aspirano alla realizzazione di una esistenza migliore. Per ottenere ciò siamo consapevoli che la strada è molto lunga e che si debba crescere qualitativamente e numericamente. A proposito il progetto principale della CcvU è la creazione di gruppi locali autonomi che si muovano in ogni dove, stretti da una collaborazione tra di loro di tipo orizzontale, votata al confronto e alla relazione il più possibile diretta. Il movimento di liberazione animale al quale sentiamo di appartenere organizza occasioni per incontrarsi e collaborare in merito alle svariate forme di opposizione allo sfruttamento degli aniamali. Noi confidiamo di dare il nostro contributo per quanto riguarda la vivisezione appunto nelle università. Di conseguenza promuoviamo e incentiviamo a promuovere: -presidi di protesta e volantinaggi davanti alle sedi delle facoltà per distribuire il materiale, comprese le obiezioni di coscenza -presidi di protesta e volantinaggi in occasione di feste, incontri, meeting organizzati dalle giunte comunali, tutte implicate nel finanziamento delle facoltà -iniziative di azione diretta simbolica per sensibilizzare attraverso una controinformazione d'impatto l'opinione pubblica e per ostacolare lo svolgimento indisturbato delle sevizie agli animali -banchetti, cene, proiezioni video e presentazioni della C.c.v.U. per raccogliere fondi diffondendo il progetto -proteste via mail, fax, telefoniche agli indirizzi riportati nell'elenco 'obiettivi' delle campagna locali
http://www.bastavivisezione.net/home.php

 
Pubblicato da Piero il 10/10/2007 alle 11:43:01, in Notizie sparse, letto 1355 volte

 

 

 

Invitiamo tutti gli amici di JURKA e degli animali a manifestare la nostra disapprovazione per la sua cattura.
Punti d'incontro: PALAZZO DELLA REGIONE, piazza DANTE (di fronte alla stazione delle Ferrovie) a Trento
Ritrovo ore 10.30, partenza ore 11.00
Jurka non è soltanto un animale che soffre, ma è anche un simbolo di come l'uomo tratta gli animali: li usa, li sfrutta, e quando non servono più li getta via.

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Fonte: http://www.no-alla-caccia.org

 
Pubblicato da Piero il 08/10/2007 alle 21:55:50, in Notizie sparse, letto 1427 volte

 

CAMPAGNA ESCADA

Annunciamo la nascita del "GLOBAL NETWORK AGAINST THE FUR INDUSTRY", di cui la campagna AIP è felice di fare parte.
Questa è una nuova campagna globale contro l'industria della pelliccia e in particolare contro il marchio ESCADA.
Molti gruppi per la liberazione animale e attivisti si sono mobilitati per partecipare a questa campagna.
L' obiettivo della campagna è abolire il commercio di pellicce in tutte le sue forme.
Ci inspiriamo ad idee emancipatorie e cerchiamo di svilupparle ulteriormente, idee che si oppongono ad una società basata sullo sfruttamento e promuoviamo solidarietà con animali ed umani, vittime della violenza e dell'oppressione, perciò anche con le vittime dell'industria della pelliccia e le vittime di ESCADA.
La campagna non finirà fino a quando ESCADA non rimuoverà ogni articolo in pelliccia o con inserti di vero pelo dalle proprie collezioni.



ESCADA E I SUOI LEGAMI CON L'INDUSTRIA DELLA PELLICCIA

Il nome ESCADA si riferisce ad un bellissimo cavallo irlandese che la stessa compagnia sfoggia nel loro sito web; un cavallo che non vuole essere domato ne dominato.
Il network globale contro l'industria della pelliccia si chiede come ESCADA, che dimostra di essere affascinata da un animale cosi libero e selvaggio, possa essere coinvolta in qualcosa di cosi brutale come l'uso violento e la distruzione di migliaia di individui: i così detti "animali da pelliccia" che ESCADA indirettamente deruba della loro libertà forzandoli in gabbia e rendendoli parte dell industria della pelliccia.



ESCADA si autoproclama compagnia internazionale di alta moda, con sede ad Aschheim/Munich, Germania.
La gamma di prodotti varia da design per donna (abiti da sera, abbigliamento sportivo e da ufficio), abbigliamento per bambini, accessori e profumi. Il gruppo ESCADA è proprietario di una compagnia sussidiaria chiamata PRIMERA che a sua volta è proprietaria dei marchi APRIORI, BIBA, CAVITA E LAUREL. Tutti questi marchi utilizzano pelliaccia nelle loro collezioni.

IL RUOLO DI ESCADA NELL'INDUSTRIA DELLA PELLICCIA
Il settore della vendita al pubblico gioca un ruolo vitale per quest'industria ed è la vendita del prodotto finito che decide se il buisiness è lucrativo.
ESCADA è implicata in svariati stadi dei processi di produzioni: disegna le proprie collezioni, le produce nei propri stabilimenti e le vende nei propri negozi o in concessioni nei grandi magazzini. Per queste ragioni ESCADA è da considerarsi responsabile per l'imprigionamento e l'uccisione dei cosidetti animali da pelliccia. Se ESCADA smettesse di vendere pellicce sarebbe un chiaro segnale per tutte le casa di moda; chiarirebbe che gli abiti in pelliccia non sono ne chic ne glamour, la violenza non lo è mai stata.

VIOLENZA SUGLI ANIMALI DA PELLICCIA E STRATEGIE DI DISSIMULAZIONE

Migliaia di visoni, procioni, chinchillà, conigli, ed altri animali sono tenuti in gabbia per mesi per poi essere gassati o uccisi tramite elettrocuzione.
Altri animali vengono catturati e uccisi nel loro habitat naturale tramite delle trappole.
Negare la capacità di questi animali di provare paura, sofferenza e negare la violenza perpetuata nei loro confronti è da tempo la strategia usata da allevatori, pellicciai e venditori per nascondere le brutalità di questo mercato.
L'industria della moda inventa sempre nuovi metodi per nascondere la vera indentità della pelliccia: riducendo la pelle degli animali in pezzi, tingendola, rasandola, distoglie l'attenzione da quello che la pelliccia realmente è, facendola sembrare sempre più come il tessuto con il quale viene combinata. Cucita su giacche, guanti, sciarpe e giubbotti tendiamo a dimenticare che quella pelliccia apparteneva ad un animale, un' individuo cosciente con la capacità di provare gioia e tristezza, con interessi e desideri.
Dire che la pelliccia è un prodotto naturale è un altro tentativo di ingannare la gente. Le pelli industrialmente prodotte attraversano una moltitudine di processi chimici e meccanici con un altissimo consumo di energia e una grande produzione di rifiuti chimici. È patetico che l'industria della pelliccia si aggrappi ancora al mito della naturalezza.
Lo sfruttamento animale ed il totale dominio sui loro corpi è un prodotto della nostra cultura. È il simbolo del potere socialmente organizzato sulla natura e sugli animali. Lo sfruttamento animale è da definirsi perciò una catastrofe e assolutamente non naturale.


MOSTRA AL GRUPPO ESCADA CHE ANCHE TU NON SUPPORTI QUESTO MERCATO!

Cosa puoi fare:

- non comprare nessun prodotto ESCADA (incluso APRIORI, BIBA, PRIMERA, CAVITA, LAUREL) fino a che non faranno la scelta etica di non vendere più pellicce.


-supporta anche tu il network contro l'industria della pelliccia, partecipa alle proteste o inviaci informazioni e fonti.


- contattate il gruppo ESCADA e fate sapere loro che anche voi siete contro l'uso di pellicce. ricorda che del gruppo ESCADA fanno parte PRIMERA, BIBA, APRIPRI, CAVITA e LAUREL:

ESCADA AG
Margaretha-Ley-Ring 1
D-85609 Aschheim-München
email: info@de.esada.com
telefono: 0049 89/9944-0
fax: 0049 89/99 44-1111

CONTATTI PER INDIRIZZARE LE PROTESTE IN ITALIA:

ESCADA SHOP Via Strozzi 32 R
50123 Firenze
Tel: 055 290404 Fax: 055 280508

ESCADA SHOP Corso Matteotti 22
20121 Milano
Tel: 02 76000753 Fax: 02 76022615

ESCADA Shop Piazza di Spagna 7/8
00187 Roma
Tel: 06 6786995 Fax: 06 6783404

ESCADA Shop Via Nicola Nisco, 14
80121 Naples
Tel: 081 19733808 Fax: 081 19733808

Escada è inoltre proprietaria di due Showroom, messi a disposizione per sfilate, eventi, conferenze stampa.

Questi sono gli indirizzi e i contatti:

Via degli Scialoja 19,
00196 ROMA
Tel: 06.32297942 Fax: 06.3223661

Via Solferino 19,
20121 MILANO
Tel: 06.32297942 Fax: 06.3223661

Per organizzazione eventi:


Sig. Daniele Cerchierini: 335.402652

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Pubblicato da Piero il 08/10/2007 alle 15:59:26, in Notizie sparse, letto 1501 volte

A Cipro è in pieno svolgimento un campo antibracconaggio internazionale a cui stanno partecipando anche volontari italiani. La situazione sull’isola è tragica, come potete leggere di seguito. Facciamo sapere al Ministero dell’Ambiente cipriota, all’Ambasciata e all’ente turistico che siamo in tanti a sapere quel che accade sulla loro isola e che non lo tolleriamo!



TESTO DA INVIARE:
The Italian volunteers who carry out their engagement against poaching in the national park of Greek Cape in Cyprus in these weeks have been testifying the tragic situation: the area is infested with poachers who kill and give pain and suffering to the animals without any control, thousands of animals - caught with glue – agonizing under the sun, electromagnetic traps (which are prohibited) and traps of every kind. The police do not effectively intervene.
We think this situation is of the maximum gravity and we are scandalized that Cyprus wildlife is under such devastation.
We ask the urgent intervention of the environment agency and a greater police engagement. Until Cyprus it is hell for the animals, we will boycott the tourism in the island and involve as many people as possible.

Nome cognome
città

TRADUZIONE:
I volontari antibracconaggio italiani impegnati in queste settimane nel parco nazionale di Capo Greco stanno riportando testimonianze drammatiche: zona infestata dai bracconieri che agiscono indisturbati, migliaia di uccelli migratori e altri animali da terra intrappolati con la colla e lasciati agonizzare al sole, richiami elettromagnetici (vietati) e trappole di ogni tipo. Le forze dell'ordine non intervengono in maniera efficace.
Riteniamo questa situazione della massima gravità e siamo indignati dal fatto che a Cipro flora e fauna subiscano una tale devastazione.
Chiediamo l'intervento urgente degli enti preposti alla tutela dell'ambiente e un maggior impegno delle forze dell'ordine presenti sul territorio.
Finché Cipro sarà l'inferno per gli animali, boicotteremo il turismo sull'isola e sensibilizzeremo a questo proposito quante più persone possibili.

Ministry of Agriculture, Natural Resources and Environment: registry@moa.gov.cy
Ente Nazionale per il Turismo: info@turismocipro.it
Ambasciata della Repubblica di Cipro:
emb.rome@flashnet.it
Cyprus Game Fund Service: wildlife.thira@cytanet.com.cy

BLOCCO INDIRIZZI SEPARATO DAL ;
wildlife.thira@cytanet.com.cy; registry@moa.gov.cy; info@turismocipro.it; emb.rome@flashnet.it
BLOCCO INDIRIZZI SEPARATO DA ,
wildlife.thira@cytanet.com.cy, registry@moa.gov.cy, info@turismocipro.it, emb.rome@flashnet.it

 

 
Pubblicato da Piero il 07/10/2007 alle 10:13:47, in Notizie sparse, letto 1664 volte

Dal 20 settembre 2007, non e' piu' possibile a San Marino compiere alcun tipo di esperimento sugli animali: San Marino è il primo stato al mondo in cui la vivisezione è vietata per legge!

 

L'Associazione Sammarinese Protezione Animali (APAS), esprime grande soddisfazione per l'approvazione avvenuta il 20 settembre da parte del Consiglio Grande e Generale della Proposta di Legge di iniziativa popolare "Disposizioni sul divieto di sperimentazione animale nella Repubblica di San Marino".

Come riporta l'associazione nel suo comunicato, le istituzioni sanmarinesi hanno saputo capire "quanto la sperimentazione animale sia eticamente inaccettabile a causa delle atroci sofferenze cui sono sottoposti gli animali da laboratorio, considerati come 'oggetti viventi', quanto sia inutile e dannosa per l'uomo, poiché come erroneamente si crede, non è l'antitesi alla sperimentazione sull'uomo, ma l'anticamera, dal momento che ogni sostanza o farmaco sperimentato sull'animale dovrà sempre e comunque essere testato sull'uomo per poter essere commercializzato. Inoltre, come si basi su un presupposto del tutto sbagliato, cioè quello di applicare all'uomo i risultati ottenuti sull'animale, che però variano da specie a specie."

Riportiamo qui di seguito il testo completo della legge, pubblicata ufficialmente il 3 ottobre 2007, che è stata elaborata nel 2006 e poi presentata al pubblico e alle istituzioni nel corso del 2007, ed ora è diventata realtà!  

 

 

 

 

"Siamo molto felici di questo esito così positivo e così veloce" dichiarano Marina Berati di NoVivisezione.org e Massimo Tettamanti, responsabile per l'Europa di I-CARE (Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica), che hanno partecipato alle varie fasi dell'iniziativa come consulenti e collaboratori "e possiamo dire che i volontari dell'associaziona APAS sono stati davvero molto bravi e tenaci nel portare avanti il proprio lavoro, infine coronato da successo. D'ora in poi San Marino sarà zona off-limits per le industrie chimico-farmaceutiche che conducono test su animali e anche per tutti quegli istituti di ricerca pubblici e privati, spesso finanziati da cittadini inconsapevoli, che basano le loro ricerche sulla vivisezione".

"D'altra parte", continuano "i tempi sono maturi per una evoluzione o forse rivoluzione della cultura, scientifica ed etica, sull'argomento. Sono sempre più numerosi gli articoli, pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali, di seria critica alla sperimentazione animale".

Alla conclusione dell'associazione APAS si associano certamente anche I-CARE e il portale italiano antivivisezionista NoVivisezione.org: "La scelta di San Marino di non accettare la vivisezione sarà di grande esempio per tutto il mondo, esempio che si auspica venga seguito ben presto da altri paesi, affinché si possano salvare da atroci sofferenze milioni di animali e perché ci si avvii verso una ricerca al passo con i tempi e più attenta alla salute dell'uomo."

 

 

 

Fonte:
Associazione Sammarinese Protezione Animali, http://www.apasrsm.org

 

 

 


LEGGE 3 ottobre 2007 n.108

disposizioni sul divieto di sperimentazione animale nella repubblica di San Marino.

(Premessa)

 

 

L'art. 282 bis del Codice Penale introdotto dalla Legge 25 luglio 2003 n. 101, punisce il maltrattamento e l'abbandono di animali prevedendo la pena dell'arresto di secondo grado o la multa per "chiunque sottopone gli animali a strazio o sevizie o a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche anche etologiche, ovvero senza necessità li uccide, o li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura o particolarmente disagiate, omette di custodirli oppure li abbandona".

 

 

 

Dato che:

§ Tutta la sperimentazione animale è di fatto una condizione di maltrattamento, in quanto gli animali sono tenuti in condizioni di prigionia e costrizione, sono spesso sottoposti a procedure che causano loro sofferenza anche estrema e sono alla fine uccisi;

§ Ad oggi sul territorio di San Marino non sono presenti aziende o facoltà universitarie in cui si effettuino esperimenti sugli animali;

§ La validità scientifica della sperimentazione animale è argomento controverso e sono sempre di più gli scienziati che si oppongono a questa pratica e preferiscono i metodi scientifici senza animali per i test di tossicità e gli studi in vitro, gli studi clinici ed epidemiologici per la ricerca di base e sulle malattie umane;

Crediamo che la Repubblica di San Marino possa proporsi come nazione all'avanguardia in Europa e in tutto il mondo, dichiarandosi nazione "senza vivisezione", grazie alla presente legge che vieta ogni forma di sperimentazione sugli animali.

Art.1
(Definizioni)

1. Ai sensi della presente legge si intende per "animale", non altrimenti specificato, qualsiasi vertebrato o invertebrato non umano inclusi quelli geneticamente modificati, le forme larvali autonome e/o capaci di riprodursi e le forme fetali.

2. Si intende con "utilizzo degli animali a fini scientifici o tecnologici" l'uso di animali, vivi o uccisi appositamente, per uno o più dei seguenti campi di applicazione:

a) ricerca biomedica di base e applicata, inclusi le tesi di laurea sperimentali e i dottorati di ricerca inseriti all'interno dei progetti;

b) sviluppo e messa a punto di tecniche e di metodologie medico-chirurgiche o dispositivi medici, formazione del personale preposto alla profilassi, diagnosi o cura di malattie , anomalie o altri cattivi stati di salute nell'uomo e negli animali;

c) prelievo di organi, tessuti o altri materiali biologici per lo svolgimento di procedure in vitro o in vivo, o che siano rivolte alla profilassi, diagnosi o cura di malattie, anomalie o altri cattivi stati di salute nell'uomo e negli animali;

d) saggi biologici per la tutela dell'ecosistema nell'interesse dell'uomo, degli animali e delle piante;

e) prove didattico-dimostrative in università e scuole di ogni ordine e grado che sottopongano gli animali a strazio e sevizie o a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche;

f) sviluppo, produzione e controllo di prodotti finiti o dei loro singoli ingredienti o miscele di ingredienti finalizzati ad uso cosmetico;

g) produzione e controllo di prodotti finiti per uso domestico;

h) produzione e controllo di materiale bellico;

i) ogni altro utilizzo degli animali compresa l'etologia sperimentale avente lo scopo di acquisire informazioni, di ottenere o testare prodotti che arrechino sofferenza all'animale.

3. Ai sensi del presente articolo, non sono da intendersi "fini scientifici o tecnologici" tutti gli interventi compiuti nell'interesse dell'animale stesso con finalità diagnostica, terapeutica, epidemiologica o di igiene pubblica.

Art.2 (Divieti)

1. In tutto il territorio della Repubblica di San Marino è vietato l'utilizzo di animali a fini scientifici o tecnologici.

2. E' inoltre vietato l'allevamento di animali diretto all'utilizzo e al commercio degli stessi a fini scientifici o tecnologici.

Art. 3 (Sanzioni)

1. La violazione di quanto previsto dal primo e dal secondo comma dell'articolo 2, salvo che il fatto non costituisca altro reato, è punita con la prigionia di secondo grado e con la multa, nonché con l'interdizione di primo grado dall'esercizio dell'attività di commercio, di trasporto, di allevamento, di mattazione o di spettacolo di animali.

2. In caso di recidiva le pene sono aumentate di un grado ed è disposta la pubblicazione, a spese del condannato, della sentenza di condanna su un giornale sammarinese e su un quotidiano di Stato estero diffuso nel territorio della Repubblica di San Marino e nelle regioni finitime.

3. E' disposta la confisca preventiva degli animali utilizzati, salvo che appartengano a persone estranee al reato.

Art.4

1. Per ogni pratica consentita dalla presente legge, resta fermo il divieto di sottoporre a sofferenza gli animali oggetto di sperimentazione.

Art.5
(Entrata in vigore)

1.La presente legge entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua legale pubblicazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data dalla Nostra Residenza, addì 3 ottobre 2007/1707 d.F.R.

I Capitani Reggenti
Mirco Tomassoni – Alberto Selva

Il Segretario Di Stato
Per Gli Affari Interni
Valeria Ciavatta

 

 

 

 

 

 

 
Pubblicato da chiara il 04/10/2007 alle 16:05:09, in Notizie sparse, letto 1310 volte

Domenica 7 altra giornata

di azione sul campo!


Come al solito la zona da presidiare sarà decisa all'ultimo momento, dopo averne valutata l'opportunità in base al numero di persone, alla
pericolosità del luogo e alla disponibilità degli organi di controllo del
territorio.

Ricordo a tutti che il disturbo venatorio è molto efficace, poichè ci permette di salvare DIRETTAMENTE delle vite. Inoltre è legale. Che volete di più?

Per adesioni e info scrivete a chitty@libero.it .

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 04/10/2007 alle 09:41:51, in Notizie sparse, letto 12937 volte

 

DIBATTITO APERTO: UCCISIONI MIRATE O STERILIZZAZIONE DI MASSA?
Sono portatori di una patologia che minaccia la sopravvivenza di quelli rossi. E creano danni all'ambiente.


LONDRA (Gran Bretagna) - Gli scienziati stanno lavorando a un programma di sterilizzazione di massa per gli scoiattoli grigi che nel Regno Unito hanno raggiunto la preoccupante cifra di 5 milioni e ora minacciano gli esemplari rossi della specie, più piccoli e meno forti, che rischiano di sparire nel giro di vent’anni, se non verranno adottate misure drastiche e, soprattutto, urgenti. Ecco perché esperti inglesi e americani stanno lottando contro il tempo per mettere a punto un metodo che consenta di rendere sterili questi autentici flagelli dei boschi, ricorrendo ad esche speciali, appositamente trattate.
MINACCIA PER L'AMBIENTE - Oltre a rappresentare una minaccia per gli scoiattoli rossi (che ormai si trovano solo in alcune zone a nord dell’Inghilterra, sull’Isola di Wight, nel Galles occidentale e in Scozia), quelli grigi sono un pericolo per tutto l’ecosistema, visto che distruggono gli alberi, strappando via la corteccia, e portano via le uova dai nidi degli uccelli. Non bastasse, rubano il cibo dalle gabbiette in giardino e infestano le soffitte. E’ stato ancora una volta il Daily Telegrpah a lanciare l’allarme sulla crescita esponenziale di questi roditori, dopo le reazioni suscitate dall’articolo pubblicato dallo stesso giornale una settimana fa, nel quale si invitava a praticare il «culling», ovvero la selezione sistematica mediante uccisione, per fermare lo scempio delle campagne e liberarsi degli insopportabili animaletti.
STERILIZZAZIONE DI MASSA - La soluzione alternativa alla carneficina è quella che stanno, invece, cercando gli scienziati a cui il “Department for Environment, Food and Rural Affaire” (Defra) ha commissionato una ricerca biennale, allo scopo di trovare un’efficace sistema contraccettivo orale che blocchi la riproduzione degli scoiattoli «cattivi», senza però colpire anche quelli «buoni». Se le ricerche daranno l’esito sperato, la cura potrebbe essere adottata nel giro di 5-10 anni.
CONTRACCETTIVO ORALE - La pratica della sterilizzazione di massa non è certo una novità ed è già stata usata con successo in America per cavalli e cervi, solo che in quel caso si ricorse alle iniezioni, mentre qui si parla di un trattamento orale e, come ha spiegato la dottoressa Brenda Mayle, a capo della Forest Research che sta conducendo gli studi per la sterilizzazione nel Surrey, in questo caso le difficoltà aumentano. «Se gli scoiattoli mangiano solo una parte dell’esca e lasciano il resto, questo potrebbe rappresentare un rischio per gli altri animali. Ecco perchè stiamo cercando una “confezione” che lo scoiattolo mangi interamente e non porti nel suo nascondiglio, come fa con le ghiande». Stando alle intenzioni, il contraccettivo dovrebbe agire attaccando il sistema immunitario degli scoiattoli, sopprimendo la loro capacità riproduttiva.
ALLARME «SQUIRRELPOX» -Non resta, però, molto tempo, soprattutto dopo che si è scoperto che i roditori grigi sono portatori di una malattia chiamata “squirrelpox” (Sqpv) o «sifilide degli scoiattoli» che a loro non reca danno, ma che causa invece la morte degli esemplari rossi. A quanto dicono stime recenti, il virus si starebbe spargendo su tutto il suo britannico e avrebbe raggiunto ora la Scozia. «Il governo è fermamente intenzionato a prevenire la diffusione di questi deleteri roditori – ha sottolineato il portavoce della Defra – ma il “culling” è considerato un sistema impraticabile a livello nazionale, oltre che costoso e senza garanzia di successo. Attualmente, sono, però, in corso alcuni programmi di controllo locali, soprattutto in quelle aree dove gli scoiattoli grigi minacciano quelli rossi o per proteggere i boschi».
Simona Marchetti (corriere della sera)
03 ottobre 2007

 
Pubblicato da Lidio il 03/10/2007 alle 13:00:25, in Notizie sparse, letto 1380 volte
AgireOraNetworkMetodi, passi avanti e passi indietro, moderazione e compromessi
editoriale di Marina Berati
 
Vorrei chiarire in questo editoriale qual'è la nostra visione dell'attivismo e dei possibili metodi che, come AgireOra Network, riteniamo giusto, utile, plausibile utilizzare.
L'unico risultato che a noi interessa è quello di salvare animali. O anche, in subordine, arrecare danno a chi li sfrutta e uccide - ma sempre nell'ottica di disincentivare la sua attività, e quindi salvare animali. Niente altro.
 
Diversità di metodi
Non esiste un unico modo per farlo, molto dipende dal settore di cui parliamo - vivisezione, allevamenti e macelli, pellicce... sono tutte situazioni molto diverse tra loro, che necessitano di strategie e comportamenti diversi. E' estremamente ingenuo e pericoloso pensare che esista un unico metodo che vada bene sempre.
Pericoloso perché ci si precludono delle possibilità che potrebbero essere efficaci. In sostanza, dunque, noi siamo per la varietà dei metodi, sia perché ciascuna situazione richiede atteggiamenti diversi, sia perché è giusto rispettare l'attivismo di tutti, di qualsiasi tipo sia, purché sia sincero e portato avanti bene. Per questo
sul nostro sito proponiamo progetti e attività molto diversificati tra loro.
 
La protesta
Potessi scegliere io - e ora parlo a livello personale - vorrei occuparmi solo di campagne di pressione costante, stile SPEAK (la campagna contro l'università di Oxford che ci ha fatto conoscere Felix, la povera bestiola torturata e uccisa dai vivisettori). Ma la pressione costante si può anche trasformare in protesta, magari meno costante e con un numero maggiore di obiettivi: risulta così realizzabile, ed è sempre utile, se condotta nel modo giusto.
Troppo spesso si trascurano i presidi di protesta, perché magari si ritiene che siano qualcosa di troppo "aggressivo" e un po' si è intimiditi dall'andare in mezzo alla gente con un megafono, cartelloni e volantini a dire la nostra. Ma invece ne andrebbero organizzati di più: a megafonare ci si abitua, e tutto sommato per un
presidio basta decidere la data un paio di settimane prima e si organizza in poco tempo. Non serve essere in tanti, l'importante è esserci.
In un certo senso i presidi sono aggressivi, sì, perché si va a spiattellare in faccia alla gente - anche a chi non vuole ascoltare e non vuole sapere - verità scomode, ma un po' di faccia tosta ci va... usiamola : - )


L'informazione
Ma non c'è solo la protesta, e bisogna guardare in faccia la realtà: anche se magari ci piace di più una manifestazione, bisogna rimboccarsi le maniche e fare cose più noiose ma utili, come le varie attività di diffusione di informazioni. Queste sono particolarmente utili in quei settori in cui il singolo può fare davvero la differenza: scelta vegan/vegetariana, scelta di non dare soldi alle associazioni per la ricerca medica che fanno vivisezione, scelta di acquistare o meno capi in pelliccia, scelta di andare al circo, allo zoo, ecc.
Spesso si possono combinare i due metodi: un presidio di protesta è anche informativo, se alle persone si danno dei volantini e col megafono si spiegano delle cose. E' protesta pura solo in pochi casi.
L'informazione più soft (di gran lunga preferibile se l'argomento è quello della scelta veg) si può fare invece con tavoli informativi, conferenze, volantinaggi, distribuzione di materiali informativi in negozi e luoghi pubblici, con articoli su giornali e riviste, con affissione di locandine o manifesti.
Questo lo possono fare tutti, basta decidere di dedicarci del tempo.
 
I contatti con le istituzioni
L'altro aspetto è quello dei contatti con le istituzioni a vari livelli (locale, nazionale), per far cambiare le norme, le leggi, per far emettere ordinanze, per far applicare le leggi che già esistono e vengono disattese.
Per questa attività, doverosa, anche se pesante e spesso scoraggiante, gli altri due tipi di attività sono essenziali: senza le proteste, e senza un'opinione pubblica sempre più dalla nostra parte grazie  all'informazione, non si smuoverebbe nulla a livello istituzionale, permarrebbe lo status quo!
 
Passi nella giusta direzione
Spesso si parla di "politica dei piccoli passi" e chi afferma di essere a favore passa per uno che si accontenta di poco, o viceversa, chi dice di non essere a favore passa per un esagitato.
Ma, anche qui, lasciamo da parte i cliché e andiamo a guardare la sostanza: il "piccolo passo" è nella giusta direzione? Ben venga! Se non preclude un passo più grande (ma quasi mai è così), vuol dire che comunque salva animali, e quindi va bene.
Il problema è quando questo passo sembra nella direzione giusta, ma invece è nella direziona sbagliata! Allora non va bene no.
Per esempio: non è una vittoria quella di ottenere che le "mucche a terra" (animali resi così deboli dallo sfruttamento per la produzione di latte da non essere più in grado di stare in piedi al momento in cui devono essere portate al macello) siano macellate sul posto anziché trascinate sul camion che le porta al macello. Non che questo sia stato ottenuto, ma chiedere questo come obiettivo non è un "piccolo passo" positivo, è un passo indietro.
Perché? Perché se è vero che così le mucche soffrono meno nelle ore finali della loro vita, è anche vero che nessuna di loro viene salvata da una iniziativa del genere, e che, anzi, si mette la coscienza a posto ai consumatori, che così consumeranno latticini senza remore. Viceversa, un piccolo passo che pone un divieto, per esempio, sulla sperimentazione didattica su animali, è piccolo sì, perché solo una minima
percentuale degli animali usati nella vivisezione vengono usati per questo, però quel divieto SALVA animali, quindi è un piccolo passo che va più che bene accettare.
Stiamoci attenti, e ragioniamo bene per capire se le varie iniziative vanno nella direzione giusta o sbagliata, al di là del fatto che il passo sia piccolo o grande...!
 
I compromessi
Un altro argomento di cui spesso si parla per frasi fatte, anziché guardando la vera sostanza delle cose, è quello dei "compromessi", come se chi non accetta compromessi fosse un duro e puro da ammirare e chi li accetta fosse da disprezzare...
ma, ragazzi miei, non possiamo permetterci questo lusso, siamo qui per salvare animali, non per mettere in mostra quanto siamo bravi!
Se un compromesso salva animali, certo che è da accettare.
Se, per esempio, lavorando su un progetto di educazione ambientale o alla salute si pone come obiettivo quello di dimezzare il consumo di carne, dovremmo disprezzarlo schifati? Certo che no. Meglio 10 persone che dimezzano il consumo di carne che una sola che diventa vegetariana. Si salvano più animali. Ed è questo quel che conta.
Chiaro che poi si devono anche portare avanti - e lo facciamo ogni giorno, ogni ora, ogni minuto - iniziative che spieghino che la scelta vegan è quella migliore, e che da un punto di vista etico è l'unica coerente, però ogni diminuzione di consumi di alimenti animali sono animali salvati, altro che compromesso...
 
Moderazione: cosa significa questa parola?
E infine: cosa significa essere "moderati" o meno? Che significato ha questa parola nell'attivismo? Quasi nullo. Perché non si tratta di moderazione o meno, ma di onestà, di efficacia e di voler davvero salvare animali o essere invece più interessati alla visibilità, al portafoglio o a una piccola dose di "potere".
Inoltre, spesso si confonde l'essere moderati col voler essere efficaci. Fare una cosa inutile o dannosa solo perché questa ci fa apparire coraggiosi non vuol affatto dire che chi fa così è bravo e ha il coraggio di esporsi e che invece chi gli dice che non serve a nulla e fa solo danno è un moderato. Proprio no. E' solo questione di capire cosa serve di più e cosa serve di meno in una data situazione, e agire di conseguenza.
Noi crediamo che non vadano posti limiti in alcuna direzione, ma che si debba tenere conto solo dell'efficacia.
Questo è per certi versi un discorso difficile, perché coinvolge anche un giudizio sull'opportunità o meno di effettuare azioni illegali. E quindi non è molto saggio discuterne pubblicamente.
Quel che possiamo dire, è che "legale" non significa "giusto" e illegale non significa "sbagliato" perché la legge non rispecchia certo l'etica, e sicuramente non l'etica animalista.
Per esempio, nel nostro Manuale per l'attivista, in riferimento alle azioni dell'ALF abbiamo scritto:
Sicuramente questo è il genere più Attivista e più Animalista che ci sia. Però, è illegale, e chi lo fa deve sapere bene a cosa va incontro, non farlo per "romanticismo" o per sentirsi un eroe.
E tanto basti.
 
Conclusioni
Per concludere, l'invito è quello ad andare oltre i cliché, le parole vuote, e andare a guardare sempre e solo la sostanza, giudicando ciascuna iniziativa dalla sua efficacia nell'avanzare sulla strada della salvezza degli animali.
L'invito è anche quello di darsi da fare usando tutti i mezzi che riteniamo giusti ed efficaci, senza autolimitarsi, scegliendo quelli che più si confanno al nostro carattere, sì, ma ricordando anche che si può "osare" un po' di più - attraverso i presidi di protesta, per esempio.
Variando i metodi, diversi risultati sono GIA' stati ottenuti.
Ogni metodo è utile, e che se anche i risultati non sempre sono immediati oppure non sono facilmente quantificabili, quando le iniziative sono portate avanti bene i risultati ci saranno, magari sul medio termine. Ed è chi non li vede e non sa capirli che è miope.
 
3 ottobre 2007
Marina Berati
per AgireOra Network
 
Pubblicato da monica il 02/10/2007 alle 17:40:23, in Notizie sparse, letto 1510 volte

Roma 20-21 ottobre 2007.

Corso  Corso per volontari addetti al recupero degli animali da laboratorio. Partecipazione gratuita.
Descrizione del corso 
Il corso intende presentare tutti gli aspetti legati al protocollo di riabilitazione
(trasporto, riabilitazione, affidamento legislazione) in modo da favorire la formazione di attivisti, volontari e professionisti in grado di appoggiare e supportare la creazione di centri specializzati in animali salvati alla vivisezione. Saranno affrontate tutte le fasi del processo di riabilitazione, in particolare:

• Come prelevare una animale da uno stabulario
• Come trasportalo minimizzandone lo stress
• Le condizioni di inizio riabilitazione
• Il protocollo di riabilitazione basato sull’aggiunta progressiva di stimoli
• Il contatto e le informazioni necessarie per gli adottanti
• Le fasi post adozione di monitoraggio.

Verranno inoltre presentate e discusse le possibilità future di modifiche legislative, un prospetto sulle validazioni in corso di metodologie sostitutive delle prove con animali, l’organizzazione a livello nazionale ed internazionale dei progetti di riabilitazione e le modalità di supporto ai vari progetti da parte di attivisti e specialisti.
Date previste 20-21 ottobre 2007.
Sede 
Roma, canile della Muratella, via della Magliana n.856. Il canile è facilmente raggiungibile con il treno metropolitano Fara Sabina-Fiumicino aeroporto (fermata “Muratella”).
Durata del corso  Tot ore: 10
Certificato/Titolo  Attestato di partecipazione rilasciato.  Frequenza richiesta per l’attestato: 4 moduli su 4.  Firme di presenza.
Relatori  Dott. Massimo Tettamanti,  dott.ssa Elena Baistrocchi.
Intervengono  Linda Bartalucci,  Anna Maria Gavacciuto.
Moduli 
Modulo 1: Introduzione alla riabilitazione. (Dott. Massimo Tettamanti).
Modulo 2: Riabilitazione di Conigli e Roditori. (Dott. Massimo Tettamanti. Interviene Anna Mario Gavacciuoli).
Modulo 3: Riabilitazione di Cani e Gatti. (Dott. Massimo Tettamanti. Interviene Linda  Bartalucci).
Modulo 4: Riabilitazione di Primati  (Dott.ssa Elena Baistrocchi).
Orario 
Sabato 20 ottobre 2007.

ore 14.00  Modulo 1
ore 16.00  Domande e coffee breack
ore 16.30  Modulo 2
ore 18.30  Domande finali 
Domenica 21 ottobre 2007.

ore 14.00  Modulo 3
ore 16.00  Domande e coffee breack
ore 16.30  Modulo 4
ore 18.30  Domande finali 
Modalità di iscrizione  
Inviare una mail di conferma all’indirizzo: fiammetta@micso.net  oppure un SMS al numero: 349-5201848 (Valentina)  specificando il numero di partecipanti.
Ente organizzatore 
I-care  (International Center fo Alternative in Research and Education, 33 Atthivakam Village, Red Hills, Chennai
600052 –India). Iinfo@icare-worldwide.org

Evento abbinato al corso 
Esposizione e vendita di acquarelli dell’artista Maria Grazia Luffarelli.  Una parte del ricavato servirà per finanziare un progetto di  recupero di primati che verrà realizzato presso il Parco Faunistico di Piano dell’Abatino, via Capo Farfa, 50 Poggio San Lorenzo, Rieti (Roma). www.parcoabatino.org
Sono gradite libere offerte da parte dei partecipanti. 

 


 
Pubblicato da monica il 01/10/2007 alle 17:17:51, in Notizie sparse, letto 1268 volte

Ancora testimonianze dall'industria della vivisezione..

Per diverse settimane Suzanne Verbeek (38) ha lavorato nell'allevamento di animali per la vivisezione Harlan, ad Horst, in Olanda. Ha iniziato il suo lavoro nella sezione dove vengono allevati porcellini d'India e conigli.  Alle sette del mattino era davanti al cancello di Harlan, pronta per la sua prima giornata di lavoro.

Come sei finita ad Harlan?
Ho trovato l'impiego da Harlan attraverso un'agenzia di lavoro interinale.
Mi chiesero se volevo lavorare con gli animali.
Mi sembro' una splendida opportunita' visto che amo gli animali.
Ma poi, quando ti trovi li dentro vedi tutti quegli scompartimenti allineati contro il muro, che sostengono gabbie bianche in plastica.
Ero stata mandata nel settore dei porcellini d'India, e li' li potevi vedere, migliaia di queste piccole creature.

Ma in quel momento, sapevi gia' dove ti trovavi? Sapevi che Harlan e' un allevamento di animali per l'industria della vivisezione?
No. L'unica cosa che mi era stata detta dall'agenzia era che avrei dovuto prendermi cura degli animali in un allevamento. Chiesi ai miei colleghi cosa avrebbero fatto con i porcellini d'India ed e' cosi' che scoprii che erano destinati ai laboratori. Le scatole misuravano solo 60X40 centimetri ma erano letteralmente piene zeppe di porcellini d'India. In una piccola scatola c'erano 60 piccoli porcellini d'India oppure 30 esemplari piu' grandi. Io dovevo pulire le scatole e spostare gli animali da una scatola all'altra. Prendevo le madri incinta con due mani e le mettevo dolcemente nell'altra scatola. Ma questo non andava bene perche' cosi' ero troppo lenta. I miei colleghi mi dissero di maneggiare gli animali il piu' in fretta possibile. Prendevano tre porcellini d'India in ogni mano e li lanciavano nelle scatole. Gli animali strillavano.

Ma ce la facevi comunque ad andare avanti. Qual'e' stata l'esperienza piu' terribile?
Nel weekend non c'era quasi nessun dipendente. Davano da mangiare una o due volte e controllavano se c'era abbastanza acqua. Quando arrivavo il lunedi' mattina c'era un nauseante puzzo di ammoniaca. Le gabbie erano piene di urina e escrementi. E gli animali erano sporchi. Dovevo tirar fuori gli animali dalle gabbie; tra di loro c'erano anche madri incinta e i cuccioli appena nati.
Ogni giorno morivano molti animali. Specialmente durante i weekend. Era la parte peggiore. Dovevo pulire. Non riuscivo a smettere di piangere quando dovevo buttare gli animali morti nella spazzatura. E' terribile.
Mi venivano degli incubi a causa di cio' che vedevo li' dentro.
Gli animali si mutilavano tra di loro, le madri mordevano i loro cuccioli fino a farli morire. Alcuni staccavano la testa ad un altro animale a morsi, a volte trovavi delle zampe amputate, o persino animali che erano completamente sbudellati. E' la condizione perpetua di stress che porta questi animali a mangiare i propri cuccioli.

Quanti porcellini d'India sono rinchiusi ad Harlan Horst?
I porcellini d'India sono tenuti in gabbie di plastica piazzate su grossi ripiani, con sei file una sopra l'altra. Ci sono almeno 10.000 animali.

Hai lavorato anche con altri animali?
Ho lavorato per poco tempo nella sezione conigli. Dove c'erano 400 conigli. Gli animali erano tenuti in gabbie di acciaio senza nessuna lettiera. Le gabbie erano incastrate una sopra l'altra. Le feci cadevano sugli animali delle gabbie piu' in basso. Qui vidi una donna che stava lavorando con alcuni conigli. Le chiesi cosa stava facendo. Rispose che stava facendo dei prelievi di sangue. Prese una grossa siringa e la infilzo' direttamente nel cuore di uno dei conigli. Senza anestesia, direttamente nel suo piccolo corpo, nel cuore. "Perche'?", le chiesi. "Non puo' essere fatto usando una delle arterie?". La mia collega rispose che "il sangue deve venire direttamente dal cuore".
Queste persone non si ponevano nessun problema, erano diventate fredde e insensibili.

La salute degli animali era buona?
No. C'erano anche animali malati. I conigli malati venivano separati dagli altri. Dovevo preparare delle scatole, riempirle di paglia e dare agli animali del cibo e un liquido simile a gel da bere. I conigli malati venivano spediti in Inghilterra. I porcellini d'India malati venivano lasciati morire e poi buttati in sacchi della spazzatura.

Perche' hai lasciato questo lavoro?
Ho lavorato li' per 4-5 settimane. Non potevo piu' sopportare quella situazione. Mentalmente mi stava distruggendo. Non riuscivo a dormire la notte. A casa continuavo piangere. Mio marito mi consiglio' di prendere una decisione dicendomi: "Sei troppo umana per fare questo genere di lavoro". Il modo in cui trattano gli animali; il modo in cui prendono i conigli per le orecchie e li mettono in scatole per trasportarli nei laboratori di vivisezione e' inaccettabile. Ancora oggi mi sento in colpa per ogni giorno che ho lavorato in quel posto.

Intervista tratta da: www.shac.net 

 
Pubblicato da monica il 01/10/2007 alle 14:48:36, in Notizie sparse, letto 1550 volte

 E' strage di orsi nel parco nazionale degli Abruzzi. Una terza carcassa è stata ritrovata oggi più o meno nella stessa zona (nei pressi di Gioia dei Marsi) dove ieri erano stati trovati i cadaveri di "Bernardo" e della sua compagna.
A questo punto, diventa praticamente certo che gli animali sono stati uccisi, con tutta probabilità da bocconi avvelenati destinati a "fermare" le loro scorribande in zone agricole che avevano già suscitato forti proteste. In particolare, nella zona frequentata dagli orsi sarebbero state gettate delle carcasse di capra avvelenate che avrebbero causato la morte dei golosi plantigradi.
"Bernardo" e la femmina erano stati trovati ieri dopo che gli agenti del parco ne avevano cominciato le ricerche insospettiti dal fatto che, da qualche tempo, il plantigrado non si era più visto in giro. Grazie al radiocollare satellitare, non è stato difficile rintracciarlo. I due orsi sarebbero deceduti in due momenti diversi. Uno degli animali, infatti, era ancora in buono stato di conservazione, l'altro no. Viste le circostanze la direzione del parco ha disposto "immediati accertamenti ed indagini di polizia giudiziaria poichè non si escludono cause di natura dolosa".
Bernardo era diventato famoso per le sue incursioni nei paesi del Parco. La sua fama aveva fatto il giro del mondo ed era diventato una vera attrattiva non solo per i più piccoli.
Una donatrice americana, la miliardaria Jenny, aveva destinato lo scorso anno un milione di euro al parco, al Corpo forestale e alla Sapienza di Roma proprio per la ricerca e la conservazione dell'orso marsicano. Non si sa con esattezza quanti esemplari di orso vivano ancora nel parco anche se secondo una stima potrebbero essere tra i 30 ed i 50.
"E una grave perdita - ha dichiarato il direttore del parco, Aldo Di Benedetto - in quanto incide sul potenziale riproduttivo della popolazione dei plantigradi già numericamente esigua. Per di più viene a mancare l'orso Bernardo che, negli ultimi anni, tanto ha fatto parlare di se per gli incontri ravvicinati nei centri abitati e che ha 'battezzato' una delle tante associazioni costituitesi per la tutela della specie".

www.repubblica.it

 
Pubblicato da chiara il 01/10/2007 alle 13:48:24, in Notizie sparse, letto 1211 volte

Vegan Riot - domenica 7 ottobre ore 20.30

Non c'è bisogno della prenotazione.

Sottoscrizione suggerita di 10€, dieci portate ed altre, dolci, acqua, chinotto, spuma, vino...


 
Pubblicato da chiara il 27/09/2007 alle 12:22:58, in Notizie sparse, letto 1689 volte

Che cos'è Harlan?

Harlan e' tra le principali aziende coinvolte nella vivisezione. Con decine di allevamenti sparsi per il mondo, in cui producono come fossero in fabbrica centinaia di migliaia di animali tra cani, gatti, primati, roditori di ogni tipo e anche manipolati geneticamente, Harlan risulta il maggiore fornitore dei vivisettori. Ma la sua attivita' non si limita a questo, visto che Harlan possiede dei laboratori propri e ha recentemente acquisito la svizzera RCC, azienda di sperimentazione per conto terzi con laboratori a Basilea e uffici in molte parti del mondo.

 

In Italia Harlan ha due allevamenti, uno a San Pietro al Natisone (UD) e l'altro a Correzzana (MI), oltre ad un laboratorio a Bresso (MI) all'interno degli stabili della farmaceutica Zambon.

Una incursione del Fronte Liberazione Animale nel mese di novembre 2006 all'interno dell'allevamento di Correzzana, che poi risulta essere anche un laboratorio, ha portato alla luce realta' sconosciute e agghiaccianti: migliaia di roditori in pile e pile di gabbie di plexiglass, decine di cadaveri fotografati nei frigoriferi del laboratorio, alcuni dei quali impalati con stuzzicadenti, ma soprattutto decine di macachi provenienti da qualche paese esotico e tenuti in condizioni squallide prima di finire tra le mani dei loro aguzzini.

 

In una recente intervista una donna che ha lavorato per Harlan per poco tempo ha dichiarato che negli allevamenti erano presenti almeno 10.000 porcellini d'india e non meno di 400 conigli. Infinite pile di gabbie sovraffollate, una sopra l'altra, nelle quali gli animali, stressati, arrivavano a mutilarsi ed uccidersi tra loro, mentre le femmine mordevano i propri cuccioli fino ad ucciderli. Rivela che i porcellini d'india malati venivano lasciati morire e poi buttati nel secchio della spazzatura, mentre i conigli in cattivo stato di salute venivano spediti in Inghilterra.

 

Settimana Internazionale di azione:

 

Ora Harlan vuole costruire un nuovo laboratorio a Venray, Olanda. Le autorita' locali hanno infatti pensato di costruire un parco scientifico chiamato "ScienceLink", in cui dovrebbero insediarsi aziende agro-chimico-farmaceutiche e laboratori di ricerca. Per ora al progetto ha aderito solamente un'azienda, proprio Harlan, che offrirebbe in loco servizi di sperimentazione animale. Solo a pochi chilometri di distanza Harlan ha un allevamento.
Nessun'altra azienda per ora ha dimostrato interesse, ma siamo solamente all'inizio della promozione del progetto.

 

Attivisti olandesi hanno lanciato una campagna per bloccare questo progetto, che dovrebbe costare 60 milioni di euro e vuole essere un fiore all'occhiello per le autorita' locali. Gli attivisti faranno in modo che diventi solamente un grosso problema!
Gia' 10.000 volantini e 1.000 poster sono stati diffusi nella zona, ottenendo un grosso sostegno da parte della popolazione locale, mentre e' in programma per dicembre un corteo nel paese, che arrivera' nel luogo in cui ScienceLink dovrebbe sorgere.
Per chi vuole aderire al progetto il messaggio e' questo: le proteste si sposteranno verso di voi! Per rendere ancora piu' chiaro il messaggio e mostrare che non e' una minaccia senza fondamento dal 1 al 7 ottobre si terra' una settimana internazionale di proteste davanti a sedi e allevamenti di Harlan.
Aderiamo con piacere a questa nuova campagna e prendiamo l'occasione per visitare uno dei maggiori fornitori dei laboratori di vivisezione italiani!

 

L'appuntamento e' il seguente:

 

Venerdi' 5 ottobre - ore 15.30
Presidio davanti ad Harlan, Via Fermi 8, Correzzana (Milano)

 

 
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