RIFUGIO | Vieni? | Sostienici! | martedì 22 aprile 2025 # Utenti online n. # |
Manifestazione a Roma, venerdì 27 dalle 16 alle 19 davanti a Montecitorio per chiedere al Governo misure urgenti.
Manifestazione a Milano, domenica 29 marzo ore 13.30 piazza del Duomo angolo via Mercanti. Da li' partira' un corteo che arrivera' in piazza Castello.
In questo articolo intendiamo sostenere e diffondere le proteste per il massacro dei cani in Sicilia e in tutta Italia, apportando un contributo antispecista con la diffusione di un testo prelevato da antispecismo.net, progetto in cui collaboriamo pienamente. A seguire, il documento delle associazioni firmatarie e aderenti diffuso da A.C.L. e altre (vedere lista al link).
.
Secondo un copione ormai ben noto, la crisi economica e politica viene fatta pagare ai più deboli, individuando di volta in volta i colpevoli più adatti a distogliere l’attenzione dalle contraddizioni e dalle ingiustizie più gravi del sistema e ad indirizzare la rabbia verso obiettivi incapaci di difendere la propria vita e la propria dignità: un giorno gli immigrati reclusi nei lager di stato (CPT, CIE, …), poi i rom trattati “come cani”, e oggi i cani trattati come rom…
Nell’incontrollabile pogrom scatenato da politici senza scrupoli contro i cani siciliani e di tutto il meridione, non possiamo fare a meno di gridare a favore delle vittime di una lunga storia fatta di urbanizzazione “selvaggia”, di stravolgimento degli habitat di tante specie colpevoli solo di non essere umane, di randagismo e fame, di compravendita di animali “d’affezione” trattati come merci, di maltrattamenti e violenze inaudite, di disinteresse e complicità nelle sottrazioni di fondi per le sterilizzazioni e l’accoglienza da parte degli amministratori locali e nazionali, e infine di istigazione all’odio, alla violenza cieca su chi non può lamentarsi. Non è forse un caso che, insieme alle centinaia di vittime fra i cani siciliani, abbia fatto le spese di questa assurda situazione proprio un bambino…
.
Non possiamo tacere il fatto che, fra le cause della tragedia, ci sia un sistema che permette e incentiva la vendita degli animali, educando adulti e bambini a considerare un essere senziente come oggetto da comprare, ostentare e magari abbandonare quando “ci si stufa”; un sistema che incoraggia allevatori senza scrupoli a far riprodurre cani di razza per il proprio profitto mentre migliaia di esseri languono nei canili in attesa di essere adottati, accolti e considerati come soggetti unici, di instaurare una relazione all’insegna della cura, dell’amore reciproco e della gratuità.
.
Per comprendere meglio che cosa stia accadendo, riportiamo un recente comunicato redatto dal gruppo “Un Mondo Sbagliato”
In Italia sono 600.000 i cani abbandonati di cui solo un terzo si trova in un canile , di questo un terzo moltissimi sono rinchiusi in canili lager, strutture fatiscenti che violano ogni diritto degli animali. Ma questo e' un grosso affare per chi gestisce questi canili e per le amministrazioni compiacenti. Piu' cani ospita uno di questi lager piu' sono i finanziamenti che riceve che certamente non vanno agli animali , impossibile ovviamente che le amministrazioni e le ASL non vedano tutto questo. Tutti tacciono spartendosi il bottino perche´ gli interessi economici di questa forma di zoomafia sono veramente alti. Si stima che attorno al randagismo ci sia un giro d’affari intorno ai 500 milioni di euro in cui sono coinvolti privati che gestiscono le strutture, trafficanti, malavitosi e soprattutto politici corotti, senza i quali tutto questo non sarebbe possibile...
E' inevitabile che da queste violenze sugli animali e dal degrado scaturiscano degli incidenti piu' o meno gravi.
E allora scatta la tormenta mediatica: cani pericolosi, lutti cittadini, tutti pronti ad intervenire contro i cani, tutti si svegliano , proposte d’abbattimento, liste nere di cani, leggi approvate sull’onda della psicosi collettiva e ….
L’assurdita' e' che in questi casi la gente sembra riscoprire una paura atavica per gli animali, nessuno si indegna per le condizioni di quei poveri cani o attacca chi come le amministrazioni locali ha lucrato sulla pelle di questi animali, tutti chiedono provvedimenti speciali, tolleranza zero verso le uniche vere vittime, i cani.
A guidare questo teatrino ovviamente ci sono gli stessi politici ed amministratori che hanno lucrato o taciuto sul degrado in cui versavano questi animali.
Lo stesso avviene con gli animali nei circhi e negli zoo: appena si ribellano alle umiliazioni e ingiustizie che subiscono ogni giorno, uccidendo o ferendo i loro carnefici sono abbattuti con gran plauso della gente, nessuno attacca le condizioni innaturali e le torture che subiscono questi animali.
Solo durante questa stagione di caccia sono morte 39 persone e ne sono state ferite 76 ma nessuno si e’ scandalizzato o ha richiesto leggi piu’ severe per la caccia, anzi la nuova proposta di legge sulla caccia porta una totale deregolarizzazione dell’attivita' venatoria dando le armi anche ai minorenni. La caccia con le sue vittime di diverse specie non tocca la gente mentre per un bambino ucciso dagli interessi economi sul randagismo scoppia la la caccia alle streghe contro i cani.
La realta' e' che a politici locali e nazionali servono questi incidenti, serve la paura della gente, serve un capro espiatorio per nascondere i reali problemi e imposizioni che subiamo chini ogni giorno.
I telegiornali continuano a bombardarci con le immagini dei cani morsicatori mentre si tace sulle centrali nucleari, sulla devastazione ambientale, sugli interressi economici delle grandi opere del governo e di forti interessi economici. Noi continueremo a schierarci con i cani e con ogni animale sfruttato, unica vittima e capro espiatorio di questa vicenda.
--------------------------------------------------------------------------------------------------
DOCUMENTO
MANIFESTAZIONE 27 MARZO 2009 – ROMA
Clicca sulla LISTA ASSOCIAZIONI ADERENTI
- esprimono cordoglio per la morte del piccolo Giuseppe Brafa di Scicli (Ragusa) e partecipazione al dolore delle altre vittime di aggressione da parte di branchi di cani della zona;
- offrono il proprio sostegno alla linea di rispetto della legalità adottata dal Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini e a cui si sono richiamati anche altri esponenti di Governo;
- chiedono di porre fine al clima persecutorio nei confronti degli animali randagi - talvolta esteso anche ai volontari che cercano di sfamarli -, stimolato spesso dalle dichiarazioni di giornali ed esponenti politici che istigano alla violenza e alla soppressione indiscriminata.
Ricordano che la legislazione nazionale contiene già norme atte ad evitare fatti come quelli accaduti:
l’articolo 3 del D.P.R. 31 Marzo 1979 attribuisce ai Comuni la funzione dì vigilanza sull‘osservanza dei Regolamenti generali e locali relativi alla protezione degli animali e alla difesa del patrimonio zootecnico
il Decreto del Presidente della Repubblica n. 320/54 “Regolamento di Polizia Veterinaria” attribuisce al Sindaco, quale massima autorità sanitaria locale la responsabilità della vigilanza e della prevenzione igienico sanitaria sul territorio di propria competenza;
- la Legge nazionale n. 281/91 “Tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo” attribuisce al Comune competente, la responsabilità della gestione delle strutture di ricovero per animali pubbliche e degli animali randagi rinvenuti sul territorio;
- il combinato disposto dell’articolo 3 del D.P.R. del 1979, del D.P.R n. 320/54 e della L. 28/91, individua il Comune quale ente deputato alla vigilanza sul benessere degli animali e al mantenimento di tutti gli animali sequestrati sul territorio di propria competenza, risultando persona idonea anche ai sensi dell’articolo 120 c.p.p.;
VISTI:
- la Legge nazionale 281/91 ” legge quadro sul fenomeno del randagismo ”, le leggi sul benessere degli animali d’affezione, sul divieto del loro maltrattamento e in particolare la Legge n. 296/2006, l’art. 2 della Legge n. 244/2007 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, art. 1 comma 831, che individua nella diminuzione degli animali presenti sul territorio, il principale strumento di contenimento del randagismo e di tutti i fenomeni speculativi ad esso connessi, nonché l’articolo 42 della Costituzione Italiana che individua la proprietà privata quale bene giuridicamente protetto nei limiti e in funzione del superiore interesse sociale;
CONSIDERATO:
- che lo Stato ha erogato somme ingenti per il randagismo e ciononostante in molti Comuni, particolarmente del centro-sud, questo fenomeno continua ad essere difficilmente gestibile, con riflessi sulla sicurezza e l’igiene pubblica, mentre i volontari delle associazioni protezionistiche affrontano quotidianamente emergenze sul territorio con grande dispendio di risorse private;
- che nel solo canile municipale di Roma, viene censita una media annuale di cani in ingresso di 2.500 unità circa, a fronte delle uscite per adozioni annuali di 1.500 unità circa, situazione che negli anni ha comportato un esubero di circa 1.000 animali l’anno circa;
- che la pratica delle adozioni consapevoli promosse presso le strutture pubbliche, convenzionate e i rifugi privati favorisce la riduzione del problema degli abbandoni;
- che le adozioni presso le strutture convenzionate sono spesso ostacolate da difficoltà d’ingresso opposte alle associazioni di volontariato e da un ristretto orario di apertura al pubblico e che il numero delle adozioni di cani e gatti da parte dei privati nelle strutture in genere è comunque diminuito a causa della crisi economica;
- che le cucciolate di animali di proprietà e la vendita amatoriale e commerciale di cani o gatti, sono fenomeni praticati in maniera indiscriminata perseguendo finalità economiche e culturali individuali, senza alcuna considerazione per i principi prudenziali e di necessaria professionalità, individuati dalla normativa vigente per il contenimento del randagismo. Anche in considerazione del fatto che tali fenomeni sono considerati quali principali fonti di alimentazione del fenomeno del randagismo e della diminuzione delle adozioni presso i canili e rifugi;
- che risultano in forte crescita le richieste da parte dei privati cittadini di lasciare al canile, perché impossibilitati nelle spese veterinarie, cuccioli importati e comprati in negozi di animali della città, purtroppo affetti da malattie virali differenti da quelli presenti in Italia, ovvero fortemente invasive e particolarmente resistenti ai consueti medicinali;
RILEVATO:
- che il Comune di Roma e altri stanno esaurendo le risorse economiche e strutturali indispensabili ad assorbire tutti gli animali in previsione d’ingresso presso le strutture comunali e che l’amministrazione comunale competente per territorio, non può esimersi dalla ricezione di animali provenienti da sgomberi, sequestri, confische, incidenti, o cittadini impossibilitati dalla detenzione degli stessi per comprovata pericolosità;
- che molti Comuni – alla ricerca di tariffe sempre più economiche – stipulano convenzioni con canili fuori Regione dove ai cani non viene assicurata la necessaria assistenza sanitaria né livelli di benessere accettabili né opportunità di adozione, e che tali convenzioni sono del tutto illegali, dato che la Circolare 14 maggio 2001, n. 5 Ministero della Sanità (Attuazione della legge 14 agosto 1991, n. 281 ), prevede la vicinanza geografica al Comune appaltante delle strutture private convenzionate per il ricovero di cani o gatti, per favorire i controlli, le adozioni e l’assistenza sanitaria;
- che gli strumenti ordinari preposti dalla normativa vigente al contenimento del fenomeno del randagismo hanno trovato scarsa diffusione fra la cittadinanza, contribuendo ad un’esasperazione del numero di animali randagi presenti sul territorio e a una non corretta sensibilizzazione dei cittadini;
- che le Associazioni protezionistiche sono spesso interpellate dai privati cittadini che chiedono tariffe più accessibili per la sterilizzazione dei loro animali d’affezione;
Le scriventi Associazioni – da anni impegnate ad arginare il fenomeno del randagismo, e fronteggiare le emergenze segnalate o derivanti spesso da privati cittadini - si schierano a fianco del Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini nell’esigere il rispetto della legalità e chiedono che il Governo s’impegni ad adottare con urgenza le seguenti misure per una soluzione efficace dei problemi posti dal randagismo:
Avviare una campagna di sterilizzazione massiccia, con l’intervento di cliniche mobili nei territori a più elevato tasso di randagismo;
Prevedere tariffe agevolate per gli interventi di sterilizzazione effettuati dalle Asl o presso ambulatori privati convenzionati;
Vietare la riproduzione di animali d’affezione sul territorio nazionale, per cui - considerati i motivi esposti sopra - tutti gli animali d’affezione dei privati residenti in Italia e non riconosciuti come allevatori ai sensi di Legge, siano sterilizzati entro un anno, salvo problemi di salute dell’animale o età così avanzata tali da sconsigliare l’intervento. Chiunque, dopo tale termine sia rinvenuto in possesso di un cane o gatto fertile sia considerato allevatore e sottoposto al pagamento di un contributo comunale annuo da definirsi per ogni animale fertile cucciolo nato.
Vietare la vendita e la cessione a qualsiasi titolo di animali fra privati non autorizzati e comunque di cani o di gatti di età inferiore a due mesi e senza previa identificazione e registrazione all’anagrafe canina/felina. I cani provenienti da altri Paesi comunitari non possano essere detenuti o ceduti prima dei 120 giorni di vita, e comunque sprovvisti della necessaria documentazione di provenienza, sanitaria ed anagrafica, completa in ogni parte e regolarmente aggiornata. I cani possano essere ceduti a qualsiasi titolo sotto la responsabilità del cedente, solo dopo aver completato il protocollo vaccinale contro la Parvovirosi, il Cimurro, l’Epatite ed aver effettuato almeno la prima vaccinazione per la Leptospirosi.
Consentire la cessione a qualsiasi titolo di cani e gatti esclusivamente da parte di allevatori autorizzati dagli Uffici Tutela Animali Comunali e riconosciuti dalla Legge. L’esercizio dell’attività di allevamento sia autorizzabile solo previo preventiva verifica da parte del competente servizio veterinario pubblico delle condizioni strutturali e stabilite dalla Legge.
Vietare la riproduzione di cani e gatti da parte dei privati non autorizzati dagli Uffici tutela animali per motivi di tutela del benessere dell’animale coinvolto. I proprietari di cani e gatti debbano dimostrare la provenienza di ogni animale detenuto per tramite di apposita documentazione, certificato di adozione, denuncia di rinvenimento di un randagio o certificato d’acquisto dell’allevatore con relativo prezzo.
Vietare la detenzione di animali a chiunque sia stato sanzionato, condannato anche in applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale o tramite decreto penale di condanna ai sensi dell’art 459 e ss c.p.p., per i delitti previsti dagli articoli 544 bis, ter, quater, quinquies, 638 e 727 del Codice penale, così come modificati dalla Legge 189 del 2004, o abbia pendenti più di un procedimento penale in corso.
"IL PIANETA E' LA CASA DI TUTTI GLI ANIMALI, E' INTOLLERABILE BLOCCARLI ANCHE SOLO PER UN MINUTO. NON C'E' TURISMO CHE TENGA"
.
.
Lunedì 16 marzo, alle ore 19.30 si è svolta un'azione simbolica contro la costruzione dello zoo safari. Una persona contraria a questo progetto si è "allucchetata" al cancello principale di Palazzo Merlato, luogo in cui si riunisce il consiglio comunale, bloccandone l'accesso. Proprio quest'ultimo sarà responsabile di approvare o meno, con un'ultima votazione ancora non fissata, la sorte del progetto le Dune del Delta. Pur cercando di mascherarlo, lo zoo safari (bioparco, o qualsiasi nome gli si voglia dare) sarà un luogo in cui decine di animali saranno costretti ad una vita priva libertà; una vita in prigione, sottoposti a sfruttamento, a stress, alla noia, alla paura. Serve poca immaginazione per capire quali sono i reali interessi dell'amministrazione comunale, che si è messa a fare affari con la società Alfa3000: turismo e guadagni.
.
Può la sofferenza avere un prezzo? Un gesto simbolico di un individuo che in prima persona si è attivato, che non ha delegato a nessun altro il proprio dissenso, stanco di essere imbrogliato da un Sindaco democratico, che in realtà non tiene in considerazione tutte le proteste, osservazioni, diffide, petizioni, interpellanze che numerose associazioni e singoli individui di Ravenna e non hanno realizzato in questi ultimi anni. Un coraggioso atto che squarcia il pattume e fa tremare chi crede che il popolino se ne stia chino, zitto, sottomesso e rassegnato ai ranghi di suddito. Il blocco del palazzo comunale come stimolo a bloccare lo zoo!
.
Ma purtroppo ai politici di Ravenna non piace prendersi le proprie responsabilità, ed impassibili si sono riuniti (usando l'entrata sul retro) come se niente fosse. Neppure quando è stata avanzata una richiesta, in cambio della quale il blocco sarebbe finito, non si sono degnati di dare ascolto. Una richiesta semplice: che il primo cittadino Fabrizio Matteucci leggesse un documento all' interno del consiglio comunale.
Ma siccome al sindaco piace solo ricevere onori e gloria non si prestato ad alzarsi dalla propria poltrona, e si è limitato, dall'alto del suo trono, a dare l'ordine di far intervenire la cavalleria. I vigili del fuoco e servitù varia hanno cosi svolto il lavoro sporco, in cui l'uso della forza fisica, le provocazioni, la violenza non sono da considerarsi abusi ma semplice prassi, normale svolgimento dei compiti. E' scandaloso che il sindaco non sia intervenuto, dimostrando vigliaccheria e poca sensibilità innanzi ad una situazione eclatante ma al tempo stesso delicata. Se è vero che il comune è la casa di tutti i cittadini è altrettanto vero che il non intervento del padrone di casa è un mix di indifferenza e paura.
.
Convinti una volta ancora che solo la partecipazione diretta, nelle strade, alle iniziative, possa fare qualcosa di concreto per impedire la costruzione dello Zoo a Ravenna invitiamo tutti a partecipare:
SABATO 21 MARZO
alle ore 10.30 in piazza del Popolo a Ravenna, in cui si terrà un presidio informativo, un momento per dare voce a chi voce non ha.
CAMPAGNA CONTRO LA COSTRUZIONE DELLO ZOO DI RAVENNA
Affinché qualunque specie possa vivere nel proprio habitat naturale senza restrizioni o imposizioni da parte degli esseri umani. Contro la reclusione degli animali. Contro lo specismo.
.
Testato sugli animali, il vaccino non è innocuo
Papilloma virus, decine di casi di reazioni gravi. L'appello dei ricercatori
Il papilloma virus umano è molto diffuso: ne esistono oltre cento sierotipi, ma di questi solo alcuni sono capaci di provocare alterazioni della mucosa dell'utero che possono portare al tumore.
Cercare una cura per eliminare il papilloma virus, e quindi per evitare che molte donne contraggano un tumore all'utero, è sicuramente un'iniziativa condivisibile.
La strada per il momento percorsa è stata la creazione di un vaccino che naturalmente, come tutti gli altri, è stato sperimentato sugli animali, giudicato efficace e sicuro e quindi commercializzato e somministrato, soprattutto alle ragazze di 12 anni.
Se andiamo a visitare i siti dove si parla della vaccinazione, possiamo leggere come sia sicura e in grado di provocare rarissimi effetti collaterali di scarsa importanza.
.
Tuttavia, nonostante questo idillico quadro che ci testimonierebbe dell'eccellente risultato ottenuto anche grazie agli animali vivisezionati, nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che in Spagna, in base ai dati del Sistema di Farmacovigilanza, dall'inizio della campagna di vaccinazioni contro il papilloma virus umano fino allo scorso 10 febbraio, sono stati almeno 120 i casi di adolescenti con possibili reazioni avverse al vaccino, dei quali 45 considerate gravi.
Sette delle giovani in questione sono state ricoverate, cinque con convulsioni, mentre un terzo del totale ha riportato problemi neurologici come nausea, sincopi o perdita di conoscenza. Curiosamente, fonti del Ministero della Sanità assicurano, invece, che si sono registrati solo cinque casi di possibili effetti avversi al vaccino.
.
Se però abbiamo la pazienza di cercare in giro per il mondo quelle informazioni, che i cultori della vivisezione non amano sentire, possiamo trovare che negli Usa il Washington Time riporta 20 Stati nei quali si sono verificate reazioni avverse che vanno dalla perdita di coscienza al collasso e 13 casi di Guillame-Barré; il National Vaccine Information Center segnala 5 casi di morte, 51 di invalidità e 1358 ricoverate d'urgenza, L'Emea (European Medicines Agency) ha comunicato che due giovani donne sono morte improvvisamente dopo aver ricevuto la vaccinazione contro il papilloma virus. Una delle morti è avvenuta in Austria e l'altra in Germania. La causa dei decessi non è stata identificata, ma queste due morti fanno seguito al decesso di altre tre ragazze di 12, 19 e 22 anni, avvenute negli Stati Uniti, alcuni giorni dopo la somministrazione del vaccino.
.
Per questo motivo è stato lanciato nel mondo un appello da parte di oltre 4mila ricercatori spagnoli, di cui il primo firmatario è Alvarez-Dardet, direttore del Journal of Epidemiology and Community Health , per una moratoria delle vaccinazioni contro il papilloma virus, sicurissime negli animali, ma evidentemente non negli esseri umani.
L'opinione pubblica è da sempre sottoposta ad una costante cattiva informazione riguardante gli esperimenti sugli animali. Quanti sono favorevoli a questo tipo di ricerche condizionano sistematicamente le persone a ritenere gli animali da laboratorio indispensabili per il progresso scientifico.
.
Il campo dove è impiegato il maggior numero di animali è proprio quello dei test per i farmaci e i vaccini. Gli studi sugli animali dovrebbero stabilire se le sostanze in fase sperimentale sono terapeutiche, ossia in grado di guarire la malattia per la quale saranno impiegate e innocue, ossia non provocheranno gravi effetti collaterali. Così periodicamente i mezzi di comunicazione di massa sparano in prima pagina gli eccezionali risultati ottenuti nei laboratori di vivisezione, ma sistematicamente tralasciano di informare la gente tutte quelle volte, e sono l'assoluta maggioranza, nelle quali la somministrazione di queste sostanze innocue per gli animali si dimostrano poi tossiche o, nel migliore dei casi, inutili negli esseri umani.
.
Intervista di Stefano Cagno su Liberazione Animale
.
Ritorna a Firenze la mostra VIVERE VEGAN. Dal 27 febbraio al 1 marzo 2009, orario 10 – 18, alla Sala delle Vetrate in Piazza Madonna della Neve, ex Murate. Un evento all’interno del ciclo di attività “Se non ora quando".
.
Appuntamenti con la sostenibilita’” promosse dallo Sportello EcoEquo del Comune di Firenze. Il 27 febbraio 2009 ore 18, inaugurazione con aperitivo.
.
Ideata e realizzata da Progetto Vivere Vegan Onlus (www.viverevegan.org), la mostra, attraverso immagini fotografiche in grande formato, testi, video, e istallazioni multimediali ci porta nel mondo del veganismo per capire le motivazioni di questa scelta etica, e per conoscere più da vicino questo stile di vita cosi attuale e sempre più necessario per rispettare non solo gli animali, ma anche l’ambiente e le persone. Ma cosa vuol dire essere vegan? Chi segue questo stile di vita considera gli animali esseri sensibili con un loro
valore intrinseco e non semplici oggetti. I vegan non mangiano prodotti di origine animale come carne, uova e latticini, non indossano pelle o lana, non usano prodotti sperimentati sugli animali. Non comprano animali e non li tengono in gabbia, non visitano zoo e acquari, non vanno al circo e agli spettacoli con l’impiego di animali. Evitano insomma tutto quello che comporta la morte e la sofferenza per gli animali.
.
Così leggiamo in un primo testo introduttivo:
“Con questa mostra vogliamo illustrare, nel modo più delicato possibile, le sofferenze che infliggiamo agli animali ogni giorno, in ogni parte del mondo. Ma vogliamo sopratutto dare le informazioni giuste per poter intraprendere la scelta vegan, così semplice quanto efficace nell’ottenere risultati concreti per gli animali, ma non solo. Tutto è collegato. Il rispetto degli animali non può prescindere da quello per l’ambiente, per la propria salute e per i popoli che hanno bisogno di aiuto. Perchè c’è solo un modo per rispettare il mondo
dove viviamo ed è quello di rispettare tutti, senza distinzione di sesso, razza o specie".
.
Ci emozioneremo vedendo i filmati e rifletteremo sui testi che accompagnano lo spettatore passo passo verso la conoscenza di questo stile di vita stimolante e sorprendente.
.
Avremo poi modo di apprezzare le immagini delle campagne di Campagne Per Gli Animali (www.campagneperglianimali.org) e leggeremo citazioni di personaggi della storia che, ancora attuali, ci porteranno a scoprire un nuovo modo di vedere il nostro rapporto con gli animali. Per tutta la durata della mostra sarà visibile il film Earthilings (Terrestri) diretto da Shaun Monson, narrato da Joaquin Phoenix, con le musiche originali di Moby. Il film è nella versione originale con sottotitoli in italiano. Una testimonianza forte che invitiamo tutti a vedere. Perché come ha detto Gandhi: “La verità non danneggia mai una causa giusta”.
.
Scarica la cartolina
.
Contatti:
Sportello EcoEquo tel 055 587706
sportelloecoequo@comune.fi.it
http://sportelloecoequo.comune.firenze.it
.
Roberto Politi 055 620262 – 335 6177997
Progetto Vivere Vegan Onlus
info@viverevegan.org
www.viverevegan.org
NORME BIPARTISAN - E' la deputata del Pdl Gabriella Giammanco la capofila di questa mobilitazione di parlamentari che, provenienti da tutti gli schieramenti, stanno lavorando ad un progetto di legge che metta la parola fine alla presenza di bestie più o meno feroci nelle piste e nelle gabbie dei circhi italiani. A sostegno dell'iniziativa ci sono anche la Lega Antivivisezione e l'Ente nazionale per la protezione animali, che da tempo si battono per una evoluzione dell'arte circense che come già avviene in molti casi, l'esempio più eclatante è quello del Cirque du Soleil, riesce a ottenere un grande successo anche facendo a meno degli animali. Non a caso i presidenti delle due associazioni erano presenti alla Camera alla presentazione ufficiale delle nuove norme. E con loro anche due personaggi conosciuti al grande pubblico e da tempo impegnati sul fronte della tutela degli animali: Licia Colò e Giorgio Panariello.
CIRCHI SENZA ANIMALI - «Questa proposta non è contro gli spettacoli circensi - ha detto l'on. Giammanco -, ma oggi il circo sopravvive grazie allo Stato che lo finanzia e penso che proprio quest questa ragione etica debba rispettare gli animali e la loro natura». «Il circo senza animali - secondo la parlamentare - non solo è possibile ma è necessario per recuperare un rapporto tra uomo e natura, tra bambini e animali».. In base alla nuova normativa, il cui iter è al momento alle fasi iniziali (il testo è all'esame della commissione Cultura che sta provvedendo a recepire le norme analoghe contenute in altre proposte di legge già giacenti in Parlamento), le risorse del Fondo unico per lo spettacolo andranno solo ai circhi e agli spettacoli viaggianti che non utilizzano animali. Non solo: si prevede di vietare l'ingresso in Italia ai circhi stranieri che contemplano l'utilizzo di animali e si annuncia l'istituzione di una commissione presso il ministero dell'Ambiente, che si occupi di gestire la dismissione graduale degli animali già attualmente «in servizio» nei circhi, occupandosi di individuare le migliori sistemazioni alternative.
PANARIELLO E COLO' - «Finalmente si fa qualcosa - ha detto Panariello - e questo non sighificherà perdere lo spettacolo, basta appunto guardare al successo del Cirque du Soleil, che dimostra come si possa vivere di circo anche senza animali». «Ho avuto la fortuna di vedere gli animali in natura - ha detto invece Licia Colò - e anche se alcuni grandi circhi dicono che gli animali sono un bene prezioso, il fatto stesso di averli privati della libertà è sufficiente a farmi sostenere che non debbano essere impiegati».
LA POSIZIONE DEI CIRCENSI - E l'idea non sarebeb poi così lontana dal tradursi in realtà: «Il mondo del circo ha già compiuto il 90% del cammino in questa direzione» ha detto Antonio Buccioni, vicepresidente Agis. Tuttavia l'ente circhi continua a sostenere la bontà della presenza degli animali negli spettacoli e nel proprio sito Internet dedica un'apposita sezione alla questione, spiegando come le moderne tecniche di addestramento e le condizioni di vita degli animali utilizzati negli show siano orientate al loro benessere psico-fisico. Una tesi opposta a quella che ha ispirato la legge, richiamata anche nella premessa del provvedimento, dove si legge tra l'altro che l'uso di animali ha confinato i circhi «nel vicolo dell’anacronismo»: «Per la loro intera esistenza - è scritto nella pdl 1564 presentata alla Camera lo scorso 30 luglio - gli animali sono obbligati in angusti spazi, in molti casi con l’ausilio di mezzi coercitivi, quali le catene, tipici dei peggiori orrori della tortura. Da tale deplorevole situazione gli animali sono svincolati solo per eseguire a comando, spesso sotto il giogo della frusta, esercizi contrari alla loro natura. La violenza perpetrata nei confronti degli animali è continua, dalle condizioni di detenzione al trasporto in container per finire con l’addestramento finalizzato a soggiogare l’animale alla volontà dell’uomo». E ancora: «Per imparare gli esercizi dello spettacolo gli animali subiscono addestramenti basati su violenze fisiche e psichiche che mortificano la loro natura». Di qui la decisione di mettere in atto un forte deterrente, forse l'unico realmente efficace, alla continuazione di tali pratiche: il taglio dei contributi statali.
Il 3 febbraio '09 ho potuto constatare personalmente la situazione del canile di Cicerale (SA), da tempo denunciato dagli animalisti di zona. Mi trovavo con gli avvocati Cristina Salvucci, Eleonora Piraino e altre volontarie dell'ACL, il NAS Nucleo Anti Sofisticazioni, il Ministero della Salute. Intervenuti direttamente.
.
Iniziamo a coordinarci per chiudere definitivamente le gabbie! Nessuna gestione, solo chiusura e soluzioni alternative. Ora occorre supporto volontario, anche da chi ruota intorno a Vallevegan, per le associazioni che monitorano i trasferimenti. A breve aggiornamenti.
Notizia riportata anche dal Corriere del Mezzogiorno.
Il sopralluogo: La delegata del sottosegretario Martini in visita alla struttura sequestrata dal Nas.
Ministero ordina: Cicerale è un lager, via i cani
CICERALE — «Il canile di Cicerale è una di quelle situazioni che, in un paese civile come l'Italia, non si possono assolutamente tollerare». La delegata del Ministero della Salute, Gaetana Ferri, non ha dubbi: «I cani - dice all'assemblea di sindaci, veterinari e comandanti di polizia municipale dei comuni convenzionati con il canile cilentano - non possono stare lì un minuto di più. Bisogna trovare una soluzione di emergenza, perché questa è un'emergenza». E quando parla, sottolinea di farlo a nome del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini.
Il sopralluogo alla struttura sequestrata un mese fa dai Nas di Salerno e affidata in custodia giudiziale al servizio veterinario dell'Asl Sa3 è cominciato ieri di buon mattino. «Le condizioni igienico-sanitarie del canile non sono affatto buone. Ci sono cani non identificati e cani non sterilizzati. Gli animali non sono in condizione di restare lì, anche perché i comuni spendono soldi pubblici». E il suo appello è rivolto proprio ai sindaci dei 96 comuni convenzionati con la struttura definita dagli animalisti «un lager». «Mi rivolgo principalmente ai sindaci - incalza la dottoressa Ferri - perché sono loro i principali responsabili dei cani randagi presenti sui rispettivi territori: quando stipulate convenzioni con i canili assicuratevi che la struttura sia degna di mantenere gli animali in buone condizioni. Per quanto riguarda il Ministero, noi faremo ulteriori accertamenti sulla vicenda ». C'era anche il colonnello dei Nas Campania, Ernesto Di Gregorio, che, insieme al comando provinciale di Salerno, sta portando avanti le indagini sul canile. Il Comune di Campagna ha già offerto la propria disponibilità ad accogliere qualche centinaia di cani. Così come il Comune di Albanella, dove è disponibile una struttura ad hoc che, per entrare in funzione, ha bisogno solo del collaudo dell'Asl Sa3. Non è mancato qualche sindaco che ha storto il naso. Come il primo cittadino di Trentinara e il comandante dei vigili urbani di Vallo della Lucania che ha proposto la messa in sicurezza del canile con fondi regionali. A quel punto le associazioni animaliste sono insorte.
Angela Cappetta
Gaetana Ferri
Piero
Non sono ancora state accertate le cause della caduta di Birillo, il cavallo di una botticella che questa mattina è stato colto da un malore, nei pressi del Colosseo. I simpatici vetturini hanno dichiarato che un camion gli è passato molto vicino a tutta velocità e che il cavallo, per lo spavento, abbia poggiato male le zampe sui sampietrini per poi accasciarsi a terra. Il veterinario accorso sul posto ha deciso l'abbattimento dell'animale tramite un'iniezione letale, dopo aver constatato diverse fratture, tra cui quella della tibia.
Queste sono le parole del sottosegretario alla salute Francesca Martini: «Sono costernata dalla gravità dell'accaduto e confermo la mia grande preoccupazione per una situazione che, sotto gli occhi di tutti e quotidianamente, evidenzia un inaccettabile fattore di rischio per i cavalli che trainano le botticelle in un traffico caotico e convulso come quello di Roma. Questo episodio è un'ulteriore testimonianza di incompatibilità tra norme di tutela della salute e dell'incolumità dei cavalli e il traffico urbano del centro di Roma. Convocherò immediatamente il Tavolo ministeriale sul tema già istituito concordemente con il competente Assessore del Comune», ha concluso il sottosegretario.
Questa è invece la dichiarazione del sindaco: «È stato un incidente. È stato necessario abbattere l'animale. Purtroppo una normale procedura veterinaria. Mi auguro che non si speculi su un doloroso incidente. Non è il sottosegretario che decide che cosa succede a Roma. Le botticelle sono in regola».
«È stata una tragica fatalità. Una grave perdita. Spero che non ci sia speculazione sul caso», ha aggiunto l'assessore all'ambiente Fabio De Lillo. Il cavallo «stava agonizzando. Quando è stato constatato che sarebbe morto ugualmente, è stato prima addormentato e poi abbattuto».
Birillo (sembra quasi che il nome abbia segnato il suo destino) non è la prima vittima di questa tradizione romana, e credo che non sarà nemmeno l'ultima. Siamo sempre dell'idea che nessun animale debba subire alcuna imposizione da parte dell'uomo, tantomeno se l'unico guadagno di cui esso possa beneficiare è la morte, la fine cioè di ogni sofferenza, tortura, stress e frustrazione.
Che maledizione invece per il vetturino, ora senza cavallo e senza lavoro! Speriamo solo che con questo sporco mestiere non abbia guadagnato abbastanza soldi da poterne comprare un altro. Ma ci sono sempre le file di collocamento...
Metà dicembre 2008, soggiorno di un appartamento signorile nel centro di una grande città del nord Italia. Pomeriggio.
La bambina saltella e ride felice, non sta più nella pelle. Conterà i giorni, da adesso. Il padre la guarda sorridendo, e la gioia per quello che vede gli fa dimenticare i dubbi e le preoccupazioni. Certo, sarà un impegno che coinvolgerà tutta la famiglia, pensa. E gli sembra già di sentire le lamentele della moglie, per il pelo sui tappeti, per qualche cosa di rosicchiato. Ma piacerà a tutti, ne è sicuro, e comunque basta guardare il modo in cui brillano gli occhi della piccola, per capire che ne vale la pena. Tra l’altro, ha concluso un ottimo affare: a quel bel negozio di animali sotto casa, quello dove tanti bambini spiaccicano il naso sulle vetrine per vedere meglio, arriveranno i cuccioli giusto per Natale. Quella razza così carina, non gli viene in mente il nome, quei batuffoli che si vedono anche nella pubblicità. Ne ha prenotato uno a quasi metà prezzo rispetto a quello dell’allevamento dove aveva telefonato prima, e che oltre che caro era pure scomodo da raggiungere perché ci voleva un’ora e mezza di macchina. Meglio di così.
22 dicembre 2008, zona dell’ex confine Italo-Sloveno, sull’altipiano del Carso, sopra Trieste. Prime luci dell’alba.
L’autostrada è semideserta, e l’autotreno corre veloce. L’uomo al volante, che quel viaggio lo ha fatto molte volte, pensa che è incredibile essere già in Italia. Poche ore ancora, e farà la consegna. Passare per Maribor e Ljubljana, in modo da evitare la Croazia, allunga un po’ il giro, in effetti. Ma la ricompensa per il tempo perso è l’assenza di frontiere, e di controlli doganali. Visto il carico che trasporta, è decisamente meglio così. Certo, le carte sanitarie e i documenti, a prima vista, potrebbero passare per buoni, ma una verifica approfondita farebbe venire fuori problemi seri. Soprattutto perché, durante l’ultima sosta, ha dato un’occhiata dentro il cassone, e si è reso conto che i guaiti e i lamenti sono molto calati di intensità. I tranquillanti hanno fatto effetto, sicuramente, però tra i mucchi pulsanti di esserini pelosi, ammassati in gabbie che riempiono fino al soffitto il gelido vano merci, tanti sono troppo immobili per essere semplicemente addormentati. Spiegare il motivo per cui sta trasportando decine di piccoli cadaveri sarebbe difficile. Scuotendo la testa, spera solamente che non siano più della metà come l’ultima volta. La sua percentuale calerebbe parecchio.
Vigilia di Natale, magazzino sul retro di un pet-shop, centro di una grande città del nord Italia. Mattina.
I due uomini sorridono soddisfatti. Uno indossa un camice, e ha appena finito di fare numerose iniezioni. Dosi massicce di gammaglobuline e cortisone, per lo più. E’ un veterinario, e procurarsi i farmaci per lui non è un problema. Guarda l’altro, che sta sistemando i cuccioli in vetrina. Ha fatto un buon lavoro, sono vispi e saltellano giocando tra loro. Saranno irresistibili, e per qualche giorno reggeranno tranquillamente. Peccato per quello, già pagato al trasportatore, che ha avuto la crisi di convulsioni e diarrea emorragica proprio l’ultima notte. D’altronde, a poco più di trenta giorni di vita, il sistema immunitario è quello che è. Ma pazienza, erano poche decine di euro, e comunque meglio che sia morto nella sua gabbietta sul retro. Fosse stato male mentre era in vetrina, avrebbe spruzzato sangue dappertutto. Con quelli che verranno venduti sarà comunque realizzato un guadagno esponenzialmente maggiore della spesa. Si congeda dall’altro uomo, che ha molto da fare. Oggi ne consegnerà parecchi, e incasserà tanto denaro. Tra gli altri, nel pomeriggio, ha appuntamento con un signore molto simpatico che ha una meravigliosa bambina bionda, e che vive lì vicino.
Fine dicembre 2008, una cameretta colorata di un appartamento signorile nel centro di una grande città del nord Italia. Sera.
La bambina sta gridando. Grida con tutte le sue forze, uno strillo lacerante interrotto solo a tratti dai singhiozzi. E’ sporca di sangue, come gran parte del pavimento vicino alla cuccia. I genitori cercano di calmarla, abbracciandola, ma sono molto scossi anche loro. Il cucciolo ha smesso da poco di contorcersi dal dolore, e di guaire forte. Adesso è fermo, e non respira più. Le violente scariche di vomito, e l’emorragia, almeno sono finite. Nei giorni precedenti, quando aveva cominciato a stare male, il veterinario del negozio di animali era irreperibile, così come il gestore. Chiuso per ferie. Nella clinica dove si erano precipitati erano stati effettuati esami, e somministrati farmaci. Stavano per portarcelo nuovamente la mattina dopo, per tentare un’ultima disperata terapia, ma ormai è troppo tardi. Sotto choc, la bambina passa lo sguardo, gli occhi sbarrati e spenti, dal corpicino ai suoi piedi alle luci intermittenti dell’albero di Natale nella stanza accanto. Il suo pianto si fa più debole, senza smettere, e assomiglia sempre di più al tenue lamento di una cagnolina sfinita, magra e tremante che sta in una scatola di cartone, mille chilometri più a est. Dove fa freddo. Tanto freddo.
Oggi.
Che cosa è l’orrore? Difficile dare una risposta. In un tempo come quello che stiamo attraversando, probabilmente ce n’è troppo, intorno a noi, perché sia possibile attribuirgli dei connotati definiti. L’orrore ha mille facce, mille volti spesso rassicuranti dietro i quali nasconde bassezze e abiezioni inimmaginabili. Per quello che può valere, cercheremo di svelarne almeno uno, di renderlo il più evidente possibile, nella speranza che la consapevolezza possa divenire uno strumento di difesa per coloro che potrebbero rischiare di incontrarlo.
Non si vede come sia possibile definire senza utilizzare termini come “orrore” e “crudeltà” un traffico di esseri viventi, nati da pochissimo, indifesi e deboli, la cui convenienza viene freddamente e vigliaccamente calcolata sui sentimenti e sulle emozioni della gente. Traffico che in gran parte dei casi vede come conclusione malattie terribili e morti atroci, di cuccioli troppo piccoli, e traumi psicologici pesanti, spesso subiti da bambini.
Storie spaventose, come quella che abbiamo raccontato, sono già successe, succedono, e succederanno, tante volte. Proviamo almeno a informare, a spiegare, a far conoscere. Se grazie a questo se ne potrà evitare anche una sola, ne sarà valsa la pena.