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 Mai, i vaccini sono testati su molti altri animali e per salvarne uno se ne condannano molti altri
 No, non servono anche perchè la natura deve fare il suo corso
 Non so, non escludo la vaccinazione ma valuto di volta in volta

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Home/Storico/Notizie sparse
Articoli della sezione «Notizie sparse».
Ordine cronologico: discendente (il più recente in testa).
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Pubblicato da monica il 07/05/2007 alle 12:49:02, in Notizie sparse, letto 1162 volte
Cacciati, rinchiusi, maltrattati. In Romania vive la metà di tutti gli orsi europei.
Ma questa ricchezza è poco tutelata.
Un'associazione rumena si batte per far cambiare le cose Il fatto che in Romania viva la metà degli orsi d’Europa dovrebbe rendere orgogliosi i romeni: le statistiche infatti dimostrano una ricchezza unica in tutto il continente dove questi animali sono sempre meno.
Purtroppo però anche nel paese dei Carpazi, dove “fare soldi” sembra a volte essere divenuta l'unica ragione di vita, la caccia all'orso è un business da non sottovalutare.
E anche uno straordinario divertimento per ospiti stranieri di spicco che arrivano da ogni parte del mondo. Oltre alla caccia però, che ogni anno causa la diminuzione degli orsi nell'ordine di centinaia di unità, esiste un'altra piaga: la tenuta in cattività e i maltrattamenti subiti da decine di orsi.
Molti esemplari vengono tenuti presso ristoranti dove gli avventori si divertono a guardarli e dar loro qualcosa da mangiare. Attualmente in Romania è in corso una campagna per la liberazione degli orsi tenuti in cattività. Le organizzazioni “Libearty” e “Hotnews.ro”, promotrici dell’iniziativa, si battono nel tentativo di convincere i “padroni” di orsi ma anche le autorità locali a liberare gli animali che verrebbero poi portati in una riserva appositamente costituita per loro vicino a Zarnesti-Brasov.
Venti orsi sono stati sino ad ora salvati e vivono nella riserva di Zarnesti mentre una trentina sono ancora prigionieri in piccole gabbie di ferro e cemento presso ristoranti e pensioni.
Senza poi considerare gli orsi dei circhi oppure quelli dei giardini zoologici, veri inferni per gli animali in Romania. Questi ultimi sono stati trasformati in oggetti comici, umiliati, venduti, tenuti in gabbie, condannati ad una vita da incubo. L’iniziativa promossa da “Libearty” e “Hotnews.ro” non ha purtroppo ancora raggiunto una rilevanza mediatica. I promotori denunciano un impegno delle istituzioni praticamente nullo, a partire dal far rispettare la legislazione vigente in materia. La Riserva Libearty occupa, nella località di Zarnesti-Brasov, sessanta ettari di foresta di quercia e fu inaugurata un anno fa, risultato di un progetto internazionale tra l’Associazione “Milioni di amici” di Brasov, il comune di Zarnesti che ha messo gratuitamente a disposizione il terreno, e la Società mondiale per la tutela degli animali (WSPA) che ha stanziato finora oltre un milione di euro. Qui gli orsi recuperati provano ad abituarsi con la vita in semilibertà .Hanno bacini di acqua, alberi attrezzati per arrampicarsi, cibo e alloggi individuali. Nel loro caso si tratta di un passaggio non facile dall’agonia all’estasi. Per sette anni, Cristina Lapis, la promotrice del progetto, ha raccolto fondi per la liberazione degli orsi. Soldi che però non vengono utilizzati per riscattare gli animali anche se qualche proprietario ha richiesto denaro per liberare il proprio orso, come ad esempio uno di Mandra, nella contea di Brasov, che per liberare un orso di cinque anni tenuto in una misera gabbia di dieci metri quadrati, nascosta tra macchinari agricoli in vendita in una società commerciale aveva chiesto 700 euro.
“Non gli darò alcun soldo perché incoraggerei questo tipo di pratica .
Ma le autorità devono intervenire per liberare questo animale tenuto in condizioni da incubo”, ha sottolineato Cristina. A loro modo, le autorità sono intervenute.
Considerando che “l’orso non rappresenta in questo caso un pericolo per l'uomo la Guardia dell’ambiente di Brasov ha rilasciato il diritto di affidamento per lo stesso proprietario che continuerà a tenerlo nella stessa gabbia da dieci metri quadrati.
La storia di Libearty comincia con la morte dell’orsa Maia, tenuta più di dieci anni in una gabbia di ferro e cemento .
Dopo una vita impossibile Maia si suicida, azzannandosi le zampe anteriori e morendo dissanguata.
Ad altri esemplari è andata meglio: tra gli orsi che sono arrivati a Zarnesti c’è anche Mura, l’orsa artista che per anni ha ballato la lambada al circo Globus .
C’è Odi che ha vissuto per 12 anni in una gabbia di 12 metri quadrati oppure Ionica un orso di 23 anni, tenuto tutta la vita in uno zoo della Moldova romena. Da 6 mesi, da quando è stato portato nella riserva, Ionica sta sempre attaccato al muro e sa solo muoversi due metri a sinistra e due a destra , ogni ora e ogni giorno. L'appello di liberare gli orsi non ha provocato reazioni da parte delle autorità ma sono state centinaia le reazioni della gente comune. Molti raccontano su internet i casi disperati di orsi incontrati vicino ai ristoranti, alle pensioni in montagna, nei giardini zoologici.
Doru scrive che si deve continuare a denunciare questo tipo di maltrattamenti e spera che le autorità della protezione dell’ambiente e degli animali non staranno con le mani in mano. Inoltre ricorda di aver visto a 5 km da Sebes nei pressi di un motel due orsi e un gatto selvatico tenuti in gabbie piccole e in condizioni precarie. Altri denunciano le condizioni degli zoo dove gli orsi sono affamati, tenuti in gabbie molto strette, umiliati e maltrattati dai visitatori.
Presto i giardini zoologici della Romania, paese membro dell’UE, dovranno adeguarsi alle norme dell’Unione.”Già ci stiamo confrontando con molte richieste di portare via questi orsi. Ma il nostro parco è adatto solo per una cinquantina di orsi. Se il loro numero si dovesse raddoppiare, significherebbe affollamento e cattive condizioni “, spiega Cristina Lapis. Un’emergenza, quindi, che necessita ovviamente di fondi che probabilmente potrebbero trovarsi con i finanziamenti dell’Ue se fossero presentati dei validi progetti. Intanto per uccidere gli orsi – dei quali poi viene venduta la pelliccia - si continua a impiegare un metodo atroce. Buste di plastica vengono unte con lardo di maiale. Gli orsi le mangiano e muoiono soffocati. La pelliccia viene poi venduta per qualche migliaio di euro ai cacciatori stranieri “meno fortunati”. Le autorità romene per permettere un alto numero di capi abbattutti spesso gonfiano le cifre artificialmente. Secondo le statistiche ufficiali il numero degli orsi sarebbe cresciuto lo scorso anno da 5700 a 7350 unità.
E quindi per la stagione di caccia 2007-2008 ne potranno essere abbattuti 350.
Secondo Libearty invece il numero totale degli orsi in Romania non supererebbe 3500-4000, ne verrebbero uccisi il 10% del totale nonostante la crescita naturale sia del 4%.
Il perché di questa mistificazione delle cifre è facile da comprendere. Per ogni orso abbattuto si paga una tassa di 10.000 euro, una cifra considerevole.
La romania è nei fatti l’unico paese dove si organizzano delle vere e proprie cacce all’orso: centinaia di esemplari ammazzati all’anno, non come in Bulgaria o nella Slovacchia dove è permesso, scrive la stampa di Bucarest, la caccia a 10-20 orsi.
Per le autorità tutto questo è giustificato dal fatto che gli orsi sarebbero troppi.
E non poche volte si invoca pure il fatto che gli orsi affamati scendono pericolosamente verso i villaggi.
Ma sarà la caccia sfrenata una soluzione adeguata a questi problemi?

tratto da : http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/7020/1/51/
 
Pubblicato da catia il 07/05/2007 alle 12:03:10, in Notizie sparse, letto 1619 volte

BRACCONAGGIO SULLE ISOLE PONTINE: 2007, L'anno della svolta.

 

Finalmente dopo anni di attese cala il silenzio sull'isola di Ponza e sulle isole pontine, niente spari, quello che fino a poche settimane fa era il regno del bracconaggio ora è il regno degli uccelli migratori che sorvolano le isole in tutta sicurezza, e in stormi dai mille colori. Il preziosissimo intervento del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) del Corpo Forestale dello Stato sull'isola di Ponza, unito all'esperienza dei volontari della Lega per l'Abolizione della Caccia e di ValleVegan, ha permesso di reprimere il bracconaggio primaverile, uno delle forme più gravi di caccia di frodo nei confronti della fauna selvatica, perché colpisce individui riproduttori, che arrivano sfiniti dal lungo viaggio su una terra a loro nemica. Ma grazie alla collaborazione del NOA e delle associazioni ambientaliste- animaliste, i risultati si incominciano a vedere e tante sono state le sorprese, che hanno riempito di gioia tutti, soprattutto chi da anni vedeva infliggere profonde ferite al patrimonio faunistico europeo.

 

Dallo sbarco del NOA i colpi di fucile si contano su una mano, poche le trappole trovate innescate, 4 i bracconieri, presi con le mani nel sacco, tra questi anche il maresciallo della polizia locale, trovato con trappole e con un fucile non regolarmente denunciato, un gravissimo episodio che dimostra come a Ponza le leggi vengano ignorate anche da chi dovrebbe farle rispettare. Negli anni precedenti, e anche in questi giorni di presidio, sono stati diversi gli episodi di aggressione nei confronti dei pionieri della LAC che hanno cercato di contrastare il fenomeno, e sono tanti gli episodi che ora hanno una spiegazione, dagli spari alle aggressioni. Come la volta che una quindicina di bracconieri accerchiarono in modo aggressivo 8 volontari per la maggioranza donne, sventolando un comunicato spedito all'amministrazione via fax. Ci si domandò allora come potessero dei bracconieri possedere un documento spedito nella casa comunale.

 

Durante i presidi i volontari hanno potuto osservare sulla piana d'Incenso, regno dei bracconieri, centinaia di tortore quaglie e uccelli bellissimi, sorvolare un luogo a dir poco stupendo, un piccolo promontorio ricoperto da macchia mediterranea che stupisce ogni volta con il contrasto tra il blu del mare e il verde inteso della vegetazione. Qui incredibilmente, il passaggio viene interdetto anche ai turisti con cartelli di "proprietà privata - vietato l'accesso", posizionati su sentieri turistici riportati sulle cartine in vendita nelle edicole di Ponza. E' ovvio che quei cartelli non hanno nessuna legittimità. Ora tocca agli amministratori onesti far sentire la loro voce e far cessare tutti questi abusivismi, tra discariche, edilizia selvaggia e bracconaggio.

 

L'intervento del NOA denominato "Operazione isole pontine" ha segnato una svolta e siamo sicuri che da ora in poi le cose miglioreranno, e sarà possibile che l'anno prossimo la LAC si prenda una vacanza ma non a Ponza, perché abbiamo fiducia nel cambiamento.

 

Il totale delle trappole ammonta a meno di cento, gli uccelli trovati morti sono stati sterpazzolina, pigliamosche, stiaccino, balia dal collare. Consegnato alla Forestale un arsenale di 90 proiettili nascosti in una grotta (n.d.P.). Un sentito ringraziamento va al NOA e agli agenti impegnati in prima persona nel far rispettare le leggi. Molto importate sarà sempre la collaborazione tra le associazioni e il Corpo Forestale dello Stato per garantire la tutela del popolo migratore.

 

Per la LAC Catia Acquaviva Responsabile dei campi e consigliere nazionale.

 Per Informazione, Adesioni ed Iniziative: Lega Abolizione Caccia Sito Web: http://www.abolizionecaccia.it EMail: mailto:info@abolizionecaccia.it Tel/Fax: 0247711806

 
Pubblicato da monica il 07/05/2007 alle 10:49:40, in Notizie sparse, letto 1752 volte

 

Senza freno e senza alcuni limite etico lo sfruttamento dell'animale umano nei confronti dei più deboli: schiavizzati, sfruttati, torturati, uccisi e poi macinati per potervi ricavare biodiesel!
Usa, il gigante petrolifero ConocoPhillips e l'azienda alimentare Tyson Foods in due anni prevedono di produrre oltre 800 milioni di litri di carburante Diesel dal grasso di polli e maiali arriva un nuovo biocombustibile Protestano gli animalisti del Peta: "La risposta al riscaldamento globale del pianeta non è quella di riempire le auto con i resti di animali torturati e fatti a pezzi"

di GIOVANNI GAGLIARDI ROMA - Andare al distributore e fare il pieno di grasso animale. L'idea, forse un po' horror, di trasformare gli scarti della lavorazione della carne di maiali, galline e mucche, è del gigante petrolifero texano ConocoPhillips, che con la azienda alimentare del settore carne più grande al mondo, la Tyson Foods, conta di mettere in commercio questo 'animaldiesel' entro la fine dell'anno.   I due colossi affermano che la nuova fonte di energia rinnovabile sarà più pulita del carburante convenzionale.
"È chimicamente equivalente al diesel - ha spiegato Geoff Webster, della Tyson Foods, alla BBC - Ha meno anidride carbonica, zero zolfo e molti aspetti positivi per l'ambiente", ha aggiunto. In due anni, la ConocoPhillips, prevede di produrre 800 milioni di litri di questo tipo di diesel, che rappresenterà il 3% della sua produzione di carburante totale. Il grasso animale viene già usato nella produzione di sapone e cosmetici e non porterebbe all'aumento dei costi della materia prima da cui è realizzato, com'è invece accaduto col grano. L'azienda texana ha destinato al progetto circa 100 milione dollari, ma probabilmente godrà di un abbattimento delle imposta. Dal 2005, infatti, le compagnie petrolifere degli Stati Uniti possono beneficiare di un incentivo fiscale per la produzione di combustibile rinnovabile dalle carcasse animali e da altri scarti dell'industria alimentare. Ma i due gruppi interessati al progetto non nascondono che potrebbero esserci forti contrarietà di carattere etico alla produzione del combustibile. Geoff Webster dice di aver già incontrato gruppi vegetariani e religiosi e ha assicurato che verranno utilizzati solo gli scarti della lavorazione delle carni. Il nuovo diesel una volta prodotto sarà messo in commercio mescolato con altri tipi di diesel. Non sarà possibile dire alle stazioni di benzina se si desidera fare il pieno con il carburante tradizionale o con quello ricavato da grasso animale. In una comunicato gli animalisti della Peta hanno già espresso la propria costernazione, puntando il dito contro l'industria della carne, responsabile, "secondo un rapporto delle Nazioni Unite del riscaldamento globale più delle auto, dei camion e degli aerei messi insieme" e aggiungono che "la risposta al riscaldamento globale del pianeta non è quella di riempire le auto con i resti di animali torturati e fatti a pezzi". Il Peta, rilanciando la scelta vegetariana, aggiunge che "ogni persona può e dovrebbe fare per la loro propria salute, gli animali e l'ambiente". Negli ultimi tempi la ConocoPhillips si è aggiunta al coro di chi chiede provvedimenti federali per ridurre le emissioni nocive responsabili dell'effetto serra, stabilendo tetti massimi da non superare. "Crediamo che i cambiamenti climatici siano attribuiti alle attività dell'uomo e all'utilizzo di combustibili fossili", ha detto Jim Mulva, presidente e amministratore delegato del colosso energetico che ha deciso di unirsi a U.S. Climate Action Partnership, l'associazione di aziende nata all'inizio dell'anno, dopo che i democratici hanno preso il controllo del Congresso.
(25 aprile 2007)
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/ambiente/biocarburanti/diesel-da-animali/diesel-da-animali.html


 
Pubblicato da Lidio il 02/05/2007 alle 12:54:54, in Notizie sparse, letto 1349 volte

Roma. SABATO 5 MAGGIO Il CANILE della MURATELLA (via della Magliana 856) aprirà alle adozioni dalle ore 10 alle ore 19. E' un'iniziativa "IoLibero" - Associazione Volontari Canile di Porta Portese.

Dalle ore 17.30 sarà possibile prendere visione dell'installazione multimediale "Movimenti n.1" del Progetto Dogs Make Crop Circles.

Dalle ore 19 Buffet Biovegano a cura di Valle Vegan e del progetto "Mercoledì Vegan". (Sottoscrizione al 3298069093 - 10 €)

Il Programma:

h. 10-19 Apertura al pubblico per le adozioni

h. 10-19 Stand:
LIPU
AVA -ASSOCIAZIONE VEGETARIANA ANIMALISTA
FIORI DI BACH con consulenze ai cittadini
LAV
6 ZAMPE ONLUS con speciali polizze assicurative (sia responsabilità civile che copertura sanitaria) per cani
AAE Conigli per adozioni conigli sottratti a maltrattamenti
AMBULANZA VETERINARIA PET SOCCORSO
ADOZIONI A DISTANZA con speciali sorprese per chi ha un cane adottato a distanza
STAND EDUCATORI AVCPP per consulenze ai cittadini
TAVOLO VENDITA GADGET
TAVOLO CANILI AVCPP CON ALBUM FOTOGRAFICI

h. 17.30 inizio installazione multimediale "Movimenti n.1" a cura del collettivo Dogs make crop circles

h. 18 corso di YOGA all'interno della sala biblioteca al primo piano: è preferibile portare il proprio tappetino da ginnastica ed avere un abbigliamento comodo. Terrà la lezione una maestra qualificata. A seconda del numero dei partecipanti, potranno essere anche più di una lezione

h. 20 inizio cena vegana (su prenotazione telefonando al 329 8069093)

h. 20 musica selezionata da Claudio

     
 
Pubblicato da Piero il 27/04/2007 alle 15:31:49, in Notizie sparse, letto 1577 volte

Notizia di questa mattina all'alba: terzo bracconiere preso!  Piazzava schiacciate artigianali per uccelli e piccoli mammiferi.  Il Bracco (che per disprezzo chiameremo Mariniello), è stato bloccato dai volontari e dal NOA.

Per festeggiare questo evento e ringraziare i volontari dei primi due turni  (Marco, Andrea A., Andrea R., Betta, Alessia, Piero, Angela, Lorenza, Roberto, Maurizio, Renato, Catia, Veronica, Gabriele, Anna, Sandro, Francesco),  abbiamo pubblicato le prime foto del campo.

Guardate nella sezione FOTO.

Ai prossimi turni la cattura degli altri Marinielli e la liberazione degli uccelli.

 

ValleVegan, AgireOra Roma, Lega Abolizione Caccia

 
Pubblicato da catia il 26/04/2007 alle 10:20:16, in Notizie sparse, letto 1278 volte

Il primo gruppo, capitanato da Piero Liberati e Andrea Rutigliano ha dato ottimi risultati. Supportato finalmente, dopo tanti anni di attese, dal NOA nucleo operativo antibracconaggio della forestale sbarcati sull'isola per contrastare il fenomeno.

 

L'esperienza degli attivisti di Vallevegan e della LAC e la professionalità del NOA ha regalato i sui primi frutti, con soddisfazione sono stati presi i primi due bracconieri trappolatori nella storia di Ponza, per un totale di trappole superiori alla cinquantina. La soddisfazione sta nel fatto che finalmente si è potuto punire, gli impunibili, cioè chi crede di poterla fare franca, ormai da anni, grazie all'utilizzo di trappoline, le famose sep, utilizzate solitamente per la catturare i topi, ma che sulle isole infliggono la morte a stiaccini, balie, averle capirossa, luì verdi.

 

In questi giorni la pace e il silenzio regnano sovrani e sono veramente pochissimi gli spari contati dai volontari attivi dalla metà di aprile, i bracconieri sparatori sembrano spariti, il secondo gruppo è arrivato ieri. I cacciatori hanno dato segno di sofferenza insultando due volontari in presidio sulla piana d'incenso.

 

Tutte le isole sono presidiate dalle varie associazioni che operano per la salvaguardia del popolo alato, e ai bracconieri- cacciatori incominciano a prudere le mani. Non sanno più dove andare? Lo vedremo nei prossimi giorni.

 

Specie osservate gruccioni, rigogoli, rondini, falchi di palude, gheppi, falchi pecchiaioli.

Vi ricordo che fare osservazione sulle isole da molta soddisfazione perché gli animali arrivano stremati e stanchi e si lasciano osservare in tutta la loro bellezza, per questi motivi è sempre più importante responsabilizzare la popolazione e il mondo ambientalista.

 

Prima salvaguardalo e poi osservalo perché è meglio salvaguardato che sparato.

Buon bird watching a tutti !

 

Se volete avere notizie fresche mandatemi un sms 3388713534.

 

Catia Acquaviva Responsabile campi Lac

 
Pubblicato da monica il 24/04/2007 alle 11:25:46, in Notizie sparse, letto 1298 volte

Lunedì 7 maggio saremo alla sapienza, nel pomeriggio per promuovere l'iniziativa "adotta un' università" (ottimamente descritta qui: http://www.agireora.org/progetti/adotta.html).
La nostra attività sarà quella di far conoscere la possibilità della scelta vegana distribuendo un pieghevole ad hoc, argomentandone le motivazioni, e rispondendo razionalmente alle domande che ci verranno poste.
la nostra "mission" è favorire il cambiamento antispecista in cui crediamo e l'iniziativa è aperta a chiunque voglia testimoniare con la sua presenza la propria scelta (anche provando a premere il tasto giusto sul suo interlocutore).  l'appuntamento è alle 15.30 in piazzale aldo moro,   poco dopo ci sposteremo all'interno alla ricerca dei punti più strategici (abbiamo un asso nella manica che giocheremo nel viale antistante :il buffet), gli attivisti interessati avranno comunque un paio di numeri di cellulare per raggiungerci.
ps: è auspicabile che chi intenda partecipare conosca bene il materiale che distribuiremo: si trova qui in versione pdf http://www.agireoraedizioni.org/materiali/pieghevoleWhyVEGAN.pdf

per altre informazioni contattare
dott.dulcamara@tiscali.it
monicalugini@yahoo.it

 

 
Pubblicato da Piero il 20/04/2007 alle 06:11:12, in Notizie sparse, letto 1443 volte

 

Grande partecipazione di volontari per il campo antibracconaggio del 2007 a Ponza. 40 attivisti da tutta Italia. Oggi primo giorno. Ecco un altro comunicato ufficiale, ripreso dalla stampa :

 

VOLONTARI IN VIGILANZA CONTRO BRACCONIERI SU ISOLA DI PONZA

 

Consigliere regionale li sostiene. Sostegno del Corpo Forestale dello Stato. 19 aprile 2007 -

 

"E' partito a Ponza il quarto campo antibracconaggio organizzato della Lac (Lega abolizione caccia) e dalla Fondazione ValleVegan, che quest'anno vedra' la presenza stabile del Corpo Forestale dello Stato per vigilare e prevenire le azioni di bracconaggio in un'isola considerata nodo strategico per l'avifauna migratoria". Lo annuncia in una nota Enrico Fontana, capogruppo dei Verdi al consiglio regionale del Lazio. "Ogni anno a Ponza durante le migrazioni- dice Fontana- il patrimonio faunistico rischia il massacro per colpa di un fenomeno illegale come il bracconaggio. Durante l'ultimo campo degli amici della Lac, in 40 giorni sono state recuperate 150 tagliole, 25 reti, sono stati denunciati 2 bracconieri e liberati 12 uccelli". "L'impegno dei volontari della Lac che ogni anno contrastano l'attivita' dei bracconieri e' fondamentale- ricorda Fontana- perche' nelle isole Pontine la pratica criminale della caccia di frodo e' purtroppo diffusa. E' per questo che, avevo sollecitato l'impegno delle istituzioni. Un appello che e' stato raccolto dal Corpo forestale dello Stato, che assicurera' infatti durante la stagione migratoria la vigilanza antibracconaggio sull'isola di Ponza e piu' in generale su tutto l'arcipelago Pontino". "Non possiamo dimenticare- conclude Fontana- che le isole Pontine sono luoghi delicatissimi perche' qui gli uccelli riposano dopo lunghi periodi di volo e sono quindi maggiormente vulnerabili. Si tratta di difendere questo importantissimo patrimonio di biodiversita' e di stroncare definitivamente un fenomeno illegale e incivile".

 

(Com/Rel/ Dire)

 
Pubblicato da catia il 18/04/2007 alle 12:52:18, in Notizie sparse, letto 1828 volte

 Ponza; trappole e spari sulla rotta dei migratori.

 

 

Al nastro, il decimo campo per la tutela e l’osservazione degli uccelli migratori sull'isola di Ponza nella località “piana d'incenso” e “monte guardia” Organizzato dalla Lega per l’Abolizione della Caccia in collaborazione con la fondazione Valle Vegan e Agire Ora.

 

 Il campo si svolgerà in 5 turni, dove, a rotazione i volontari si adopereranno per sorvegliare gli uccelli migratori minacciati dalla caccia di frodo . Le località scelte per l’osservazione degli uccelli sono i luoghi preferibilmente frequentati da bracconieri, che praticano attività di sparo con l’ausilo di richiami elettronici. Il campo sarà segnalato alle forze preposte, ai quali i volontari denunceranno atti d'illecito nelle modalità a loro più consone; tramite cellulari e segnalazioni. I turni si divideranno in 5 tempi, dal 15 aprile al 20 maggio i volontari avranno il compito di presidiare i luoghi prescelti e censire ogni uccello che avvisteranno in un turno di 5 ore dalle 6.00 della mattina fino alle 11.00. Durante il resto delle giornata andranno alla ricerca di trappole e di reti.  In presenza di atti illeciti, effettueranno segnalazioni alle forze di polizia preposte che opereranno sull'isola o nelle immediate vicinanze.

 

I volontari alloggeranno in un appartamento sull'isola e si muoveranno principalmente a piedi, saranno muniti di binocolo e cartelletta con scheda per la descrizione degli uccelli avvistati. Sono richiesti senso di responsabilità sia per tutelare la propria incolumità sia per tutelare quella degli altri partecipanti al campo, gli scopi sono 2 quello di sorvegliare i bracconieri e denunciarli, grazie al supporto di alcune guardie della LAC e quello di rimuovere il maggior numero di trappole e reti, per questo tipo di attività sarà necessario una buona resistenza perchè le giornate saranno lunghe e un buon senso di responsabilità.

 

 Una parte delle spese sono a carico del partecipante, le spese dell’alloggio saranno molto modeste e verranno rimborsate le spese del traghetto, il vitto sarà esclusivamente vegano.

 

 Ogni anno la situazione migliora e questo grazie all’ottimo lavoro svolto da oltre 10 anni sull’isola, che in primavere si presenta stupenda e solare, ricoperta da grossi cespugli di ginestre, ponza, è un piccolo gioiello del mediterraneo che ha il diritto di essere tutelato insieme a procida ventotene, zanone, ischia, e raggiungere l’obbiettivo di salvaguardare le specie che le visitano. Si potranno osservare tanti amici alati tipo averla capirossa, rigogolo, luì verde, quaglie tortore. Questo è il decimo anno del progetto "isole del mediterraneo tutela del popolo migratore un patrimonio europeo" la lac cercherà di tenersi in contatto con tutte le altre associazioni che presidieranno le altre isole pontine, con lo scopo di raccogliere il maggior numero di dati sul bracconaggio.

 

 per la Lac Milano

 

 Catia Acquaviva

 

 per Vallevegan e Lac Lazio

 

 Daniela Fattorini

 

 per Vallevegan e Agire Ora Roma

 

 Piero Liberati

 

 

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 18/04/2007 alle 11:02:08, in Notizie sparse, letto 1323 volte

 

Il designer milanese protagonista anche di una sigla di Animal Channel
Artista multimediale e body painter, trasforma le mani in animali. Le sue opere, famose nel mondo, sono spot a favore della natura.

continua a leggere

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 17/04/2007 alle 11:44:06, in Notizie sparse, letto 2348 volte

(dal Corriere della Sera)

La nostra passione per la telefonia mobile potrebbe essere la causa della misteriosa scomparsa delle api impollinatici.

REGNO UNITO – Tutta colpa delle emissioni elettromagnetiche. Proprio così: è colpa delle radiazioni dei cellulari e degli altri gadget hi-tech se le api perdono l’orientamento e non sanno più dove devono andare per svolgere il loro compito di impollinatici.
ISTINTO IN TILT – Perlomeno questo è quanto sostenuto da un gruppo di scienziati dalla Landau University, secondo i quali l’inspiegabile scomparsa da molte regioni americane di intere colonie di api che impollinano i raccolti potrebbe essere attribuita proprio alle onde elettromagnetiche, che interferiscono con il «sistema di navigazione» degli insetti facendo loro perdere l'orientamento. In pratica le api non riescono a tornare alle arnie, dove rimangono solo la regina, le uova e le api operaie, e quindi muoiono.
PERICOLO CARESTIA - Il fenomeno – chiamato Colony Collapse Disorder (CCD) – si è verificato inizialmente negli Usa, lo scorso autunno, estendendosi poi anche all'Europa, dove recentemente è stato segnalato da numerosi apicoltori. Si stima che il versante occidentale degli Stati Uniti abbia già perso il 60 per cento delle api impollinatrici, mentre la perdita negli stati orientali sarebbe del 70 per cento. Il CCD interessa inoltre Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Grecia, Italia, Scozia, Galles e Inghilterra, anche se in alcuni casi le autorità negano l’emergenza. Come riferisce l’Independent, la questione preoccupa molto gli esperti, i quali temono che l’amore incondizionato della gente verso i telefonini e compagni finisca per interrompere il ciclo biologico di molti raccolti, causandone la scomparsa in tutto il mondo e portando alla conseguente carenza di approvvigionamenti alimentari, poiché – come sosteneva Albert Einstein – se le api dovessero scomparire, «alla specie umana resterebbero solo quattro anni di vita».
Alessandra Carboni
16 aprile 2007

 
Pubblicato da chiara il 12/04/2007 alle 15:17:37, in Notizie sparse, letto 2379 volte
Segnalazione di Sonni - sonnihamoltosonno@hotmail.it
In merito alla notizia data ieri del circo con sfruttamento di animali attendato a Monterotondo, sono stati organizzati due presidi con volantinaggio, sabato 14 dalle ore 16 alle ore 17:30 e dalle ore 20 alle ore 21:30.
Il circo e' attendato nella zona industriale di Monterotondo Scalo, l'appuntamento per il presidio e' nei pressi dell'ingresso.
Portate striscioni, cartelli, e qualche volantino, se qualcuno puo' stampare i volantini e fotocopiarli ci da' una grossa mano perchè piu' volantini abbiamo e piu' possiamo distribuirne.
Potete usare questo:
http://www.agireoraedizioni.org/prodotto.php?id=181
nell opzione di stampa si riescono a metterne anche due nello stesso foglio)
Stampatelo in bianco e nero ovviamente!
Per favore, partecipate!
Mandate la vostra adesione a sonnihamoltosonno@hotmail.it o chiamate il 3478976933 (Sonny).
Inoltre, dato che i circensi stanno facendo girare gli animali per le strade del paese (un cammello, una giraffa), se qualcuno sa dare dei consigli su come far intervenire l'ASL per creare loro dei problemi, contatti i recapiti sopra indicati, grazie!
 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 11/04/2007 alle 10:53:47, in Notizie sparse, letto 3010 volte

(ansa: di Cristiano Del Riccio)
WASHINGTON - I trucchi sono infiniti. C'e' chi ha nascosto decine di rettili in una gamba artificiale. Chi ha chiuso due cuccioli di leopardo nello zaino. E c'e' chi si e' infilato due scimmie pigmee sotto gli indumenti intimi. Il traffico di animali esotici, dopo quello di droga, e' il piu' lucroso per i contrabbandieri. E l'aeroporto internazionale di Los Angeles, dove arrivano ogni giorno numerosi voli dall'Asia, e' in prima linea sul fronte della importazione illegale di animali rari e piante esotiche, un mercato nero da dieci miliardi di dollari l'anno, secondo le stime delle autorita' giudiziarie della metropoli californiana. ''I trafficanti di animali tentano ogni anno di far passare un numero incredibile di esemplari rari attraverso i nostri controlli di sicurezza'', afferma Roy Torres, un agente speciale esperto nella caccia a Los Angeles ai contrabbandieri di specie esotiche. L'anno scorso un giapponese venne arrestato per aver tentato di importare illegalmente negli Stati Uniti due farfalle giganti, le Queen Alexandra, tra le piu' grandi del pianeta che aveva gia' venduto per 8500 dollari.

Molto richiesti sono anche i cuccioli di animali come i leopardi o le tigri. Tempo fa un californiano venne arrestato all'aeroporto di Los Angeles con due cuccioli di leopardo asiatico nello zainetto che portava a tracolla. La sua compagna di viaggio aveva a sua volta nascosto degli uccelli neri nel suo bagaglio a mano. Un controllo a tutti i bagagli della coppia porto' alla scoperta di altri tipi di uccelli rari nascosti nelle valige, insieme ad alcuni bulbi di orchidea. Ma la scena piu' sorprendente si era verificata quando l'uomo era stato fatto spogliare dalle guardie di frontiera. Nei suoi indumenti intimi erano state trovate due scimmie pigmee, rimaste nello scomodo nascondiglio per le intere 18 ore del volo da una citta' asiatica. Un film uscito pochi mesi fa nei cinema americani, 'Snakes on a plane', raccontava la vicenda da incubo di centinaia di rettili lasciati liberi su un volo di linea da un malvivente che voleva liberarsi di un passeggero scomodo, destinato a testimoniare contro di lui in un processo per omicidio. La storia inverosimile del film avrebbe potuto diventare realta' quando un trafficante di animali esotici aveva riempito di rettili la cavita' interna della sua gamba artificiale durante un volo dal sud-est asiatico alla California. Tra gli animali importati illegalmente negli Usa ci sono anche pesci che, se liberati nei fiumi, potrebbero provocare disastrose conseguenze ambientali.

Tra gli obiettivi dei trafficanti ci sono anche animali come i baby squali che vengono pescati illegalmente e poi venduti al mercato nero. Una organizzazione specializzata in questo traffico e' stata smascherata dalla polizia nella Baia di San Francisco. Tra gli organizzatori c'era anche il pastore di una Chiesa locale che utilizzava i proventi del traffico illegale di animali per finanziare le attivita' spirituali della Chiesa. Nel mirino dei trafficanti ci sono anche zanne di elefante e altre parti animali considerate importanti nella preparazione di sostanze afrodisiache. Quando gli animali sono individuati e sequestrati ai trafficanti vengono abitualmente trasferiti a istituzioni come Zoo e centri di protezione per gli animali ma spesso le probabilita' di sopravvivenza degli esemplari strappati al loro ambiente naturale sono molto

 
Pubblicato da monica il 10/04/2007 alle 23:44:42, in Notizie sparse, letto 3325 volte
OGNI SETTIMANA VERRA' AGGIUNTO L'INDIRIZZO DI UN' ASSOCIAZIONE DA CONTATTARE è un gesto che costa poco, ci impegna niente ma è un potente mezzo per far sentire la nostra voce 
Parte da oggi una iniziativa sistematica di protesta contro le associazioni per la ricerca medica che finanziano la ricerca su animali (vivisezione). Scopo della protesta e' tenere sotto pressione queste cosiddette "associazioni per la ricerca medica", in modo da far sentire sempre la nostra voce, far capire che noi ci siamo sempre, che NON vogliamo la ricerca sugli animali, che ci sono metodi non cruenti di ricerca (SENZA animali appunto), che hanno una valenza scientifica ben maggiore dei test su animali.
Ogni settimana viene segnalata un'associazione a cui scrivere, con i relativi indirizzi email.
1) AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro); potete vedere alcune ricerche da loro finanziate al link: http://www.ricercasenzaanimali.org/ric_airc.htm  tra le quali segnaliamo in fondo quella di maggio 2003, come esempio.
scriviamo a: ufficiostampa@airc.it
2) AISM - (Associazione Italiana Sclerosi Multipla); potete vedere alcune ricerche da loro finanziate al link: http://www.ricercasenzaanimali.org/ric_aism.htm tra le quali segnaliamo in fondo una del 2003, come esempio.
Scriviamo a: aism@aism.it
3)ANLAIDS onlus Associazione Nazionale per la lotta contro l'AIDS; potete vedere alcune ricerche da loro finanziate al link: http://www.ricercasenzaanimali.org/ric_anlaids.htm tra le quali segnaliamo in fondo un articolo sull'uso delle scimmie
Scriviamo a: anlaids@anlaids.it
4)*ASID Associazione per lo Studio e l'Intervento sulle Tossicodipendenze*; potete vedere alcune ricerche da loro finanziate al link: http://www.ricercasenzaanimali.org/ric_asid.htm tra le quali segnaliamo in fondo un estratto, come esempio.
Scriviamo a: asid@medicinatossicodipendenze.it
5) telethon potete vedere alcune ricerche da loro finanziate al link: http://www.ricercasenzaanimali.org/ric_asid.htm tra le quali segnaliamo in fondo un estratto, come esempio. Scriviamo a: info@telethon.it

E' importante scrivere un messaggio personale, magari prendendo spunto dal sito Ricerca senza Animali.
Il messaggio-tipo proposto e' molto breve:
Mi unisco alla protesta contro i metodi di ricerca utilizzati dalla Vostra Associazione, i quali prevedono l'utilizzo di animali. Non sosterro' finanziariamente nessuna delle Vostre attivita' finche' non dichiarerete per iscritto che non userete piu' animali nelle Vostre ricerche, e invitero' conoscenti ed amici a fare lo stesso. Distinti saluti, . Nome Cognoma. Citta'.. 

PER MAGGIORI INFO www.ricercasenzanaimali.org

Ecco un esempio di uso di animali da parte dell'AIRC: TORINO, LA SCOPERTA DELL'IRCC, PUBBLICATA DALLA RIVISTA "NATURE" Il gene intelligente uccide il tumore COMBATTERE il tumore privandolo dei vasi sanguigni che lo alimentano: nei topi funziona, con una terapia genica tutta made in Italy. L'hanno messa a punto all'Ircc, l'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, nei pressi di Torino, grazie a un finanziamento dell'Airc. Coordinatore è Luigi Naldini, a cui - a sottolineare l'eccezionalità della scoperta - "Nature Medicine" dedica un articolo on-line e un altro nell'edizione cartacea di giugno. Suoi collaboratori Michele De Palma e Mary Venneri, dottorandi di ricerca dell'Università di Torino. "E' ancora presto per pensare a una sperimentazione sull'uomo, ma la capacità di questa tecnica di colpire esclusivamente il tessuto-bersaglio, senza intaccarne altri, promette applicazioni molto ampie", osserva Naldini, da gennaio 2003 codirettore dell'Istituto Telethon per la terapia genica presso l'Istituto San Raffaele di Milano.
Ecco un esempio di uso di animali da parte dell'AISM: Anno: 2003 Le cellule nervose staminali adulte, iniettate per via endovenosa, possono ricostruire la mielina distrutta dalla sclerosi. La scoperta effettuata all'Istituto San Raffaele di Milano è opera di due ricercatori, Gianvito Martino e Angelo Vescovi. I due scienziati hanno condotto studi su topi malati di encefalite allergica sperimentale. I risultati della ricerca, finanziati dalla Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism) in collaborazione con Myelin project, Unione Europea, Fondazione Agarini e Bmw italia Group, pubblicati su Nature di aprile, sono di una enorme portata scientifica perché aprono la strada al potenziale trattamento della sclerosi multipla e di altre malattie neurologiche.
Fonte: Il Centro, 17-5-2003
Ecco un esempio di uso di animali da parte dell'ANLAIDS: La sfida all'Hiv continua. E questa volta e' la ricerca italiana a segnare un punto a suo favore: nei laboratori dell'Istituto Superiore di Sanita', a Roma, e' nato infatti il primo vaccino anti-Aids efficace sulle scimmie. A metterlo a punto, dopo due anni e mezzo di lavoro, e' stata l'equipe guidata da Barbara Ensoli, del Laboratorio di virologia diretto da Paola Verani. I risultati, ottenuti per ora solo sui macachi, sono incoraggianti. E apriranno la strada, tra un anno, alla sperimentazione sull'uomo. Fonte: http://www.galileonet.it/archiviop/magazine.asp?id=467
Ecco un esempio di uso di animali da parte dell'ASID: *Modelli animali di dipendenza psicologica* Gli animali di laboratorio possono essere indotti a preferire l'alcol all'acqua attraverso differenti accorgimenti, come quello di sostituire tutta l'acqua da bere con la soluzione alcolica, o quello di correggerne il sapore (il gusto dell'alcol in generale non piace all'animale) miscelandola con soluzioni dolcificate. L'animale preferirà l'alcol all'acqua quando ne avrà provato gli effetti centrali. Come si è detto, la scimmia puo' essere facilmente indotta ad iniettarsi l'alcol in vena o direttamente nello stomaco attraverso un catetere. Tra i roditori, una piccola percentuale preferisce spontaneamente l'alcol (al 10%) all'acqua. Facendo accoppiare selettivamente questi animali, ` possibile ottenere linee di ratti geneticamente "bevitori". Nel nostro laboratorio sono state selezionate due linee di ratti, definite rispettivamente Sardinian alcohol-preferring (sP) e -non preferring (sNP). I primi, quando siano messi a scegliere tra l'acqua ed una soluzione di alcol al 10%, preferiscono quest'ultima e assumono più di 6 grammi di alcol per chilogrammo di peso corporeo al giorno. L'animale che si autoinietta volontariamente l'alcol in vena, quello che se lo somministra direttamente nello stomaco o lo assume per os, superando la naturale avversione per le sue caratteristiche organolettiche, ci hanno offerto importanti informazioni sul substrato biologico della cosiddetta dipendenza psicologica.
Ecco un esempio di ricerca finanziato da Telethon che fa uso di animali. *Ottobre 2003 NUOVO STUDIO SULLA DISTROFIA DI DUCHENNE* Anche una proteina difettosa può bastare per far funzionare il muscolo Anche la versione alterata della distrofina, la proteina responsabile della distrofia muscolare di Duchenne (DMD), può contribuire al funzionamento della fibra muscolare ed evitare i danni provocati dalla sua totale assenza. E' la conclusione di uno studio che ha sperimentato un farmaco sul modello animale della DMD, cioè topini cosiddetti mdx in cui manca la distrofina. *Fonte: Comunicato stampa Telethon *
 
Pubblicato da Piero il 07/04/2007 alle 12:21:30, in Notizie sparse, letto 2660 volte

Logo Valle Vegan(ANSA) - ROMA, 7 APR -

 A prima vista sembra una fattoria come tutte le altre: ci sono le pecore, i conigli, le galline, persino un maiale. In realta' pero' a Vallevegan gli animali anche a Pasqua non vengono mangiati, ma salvati.

 Ognuno di loro ha una storia particolare da raccontare, e molti sono arrivati in questo piccolo paradiso in provincia di Roma dopo essere stati usati negli esperimenti dei laboratori di ricerca. Il progetto, e' nato circa un anno fa, intorno a una tenuta di 11 ettari a Bellegra in provincia di Roma che e' diventata subito il centro di riferimento per il centro-sud Italia dell'iniziativa internazionale I-Care, che si propone di recuperare e riabilitare gli animali utilizzati dai centri di ricerca. A costituire la fondazione con lo stesso nome che la gestisce sono stati tre volontari animalisti, ma il centro e' il punto di riferimento per centinaia di volontari che arrivano da tutta Italia. Attualmente Vallevegan ospita cavie, ratti, conigli e gerbilli, e si sta preparando a ricevere anche i cani.

''Gli animali che arrivano hanno grossi problemi psicologici, - spiega Pietro Liberati, uno dei responsabili del centro - hanno cosi' paura degli spazi larghi che se vengono semplicemente liberati muoiono d'infarto. Inoltre non riconoscono i predatori, e non sono in grado di interagire con i propri simili''. Quelli che arrivano a Vallevegan sono animali che non sono stati usati in esperimenti su malattie: vengono da test comportamentali, o da laboratori chiusi per irregolarita', o sono cavie comprate ma non usate. Nonostante questo, la riabilitazione e' complessa: ''Il recupero passa attraverso diverse fasi - spiega ancora Liberati - per i primi giorni li si mette in mezzo agli altri, ma sempre in una gabbia, perche' si sentano al sicuro. Quando l'olfatto e la vista si sono abituati li si libera, prima da soli in spazi piccoli e poi insieme agli altri in ambienti via via piu' grandi. Quando sono recuperati pero' non li si puo' lasciare liberi, perche' non sanno difendersi dai predatori. Li teniamo qui o li diamo in adozione''. A fare compagnia alle cavie da laboratorio ci sono decine di altri animali arrivati a Vallevegan nei modi piu' disparati.

Uno degli ultimi ospiti e' un capretto giunto a fine dicembre in circostanze 'esoteriche'. ''Mi hanno chiamato nel cuore della notte il 21 dicembre - racconta Liberati - alcune persone che avevano salvato un capretto che era stato comprato per essere sacrificato in un rito celtico per il solstizio d'inverno. Cosi' e' arrivato Geppo''. Il migliore amico di Geppo e' un maiale che e' gia' assurto agli onori delle cronache. Trovato mentre vagava in una piazza di Brescia, non e' stato mai reclamato, e attraverso diversi passaggi e' 'sbarcato' a Vallevegan: ''All'inizio lo tenevamo da solo, perche' era irrequieto. Una notte e' riuscito a sfondare la porta della gabbia, ma lo abbiamo trovato che dormiva tranquillo in mezzo alle galline. Voleva solo un po' di compagnia, tant'e' vero che da allora sta in mezzo agli altri animali senza nessun problema, a dispetto di quello che si dice sull'aggressivita' di questa specie''.

Ironia della sorte, il casale dove sorge Vallevegan in passato era abitato da bracconieri e allevatori, i cui 'ferri del mestiere', sono stati conservati dai volontari in una stanza. ''Adesso invece e' un posto dove si cerca di far tornare gli animali per quanto possibile ad uno stato naturale - spiega Liberati - adesso stiamo cercando di aprire altri centri simili a questo, e di coordinare altre iniziative animaliste. Una di queste, che va avanti gia' da qualche anno, sono i campi antibracconaggio sull'isola di Ponza, che e' un punto di passaggio fondamentale per decine di specie di migratori. Al prossimo, che partira' il 20 aprile, partecipera' anche il Noa (nucleo operativo antibracconaggio) del Corpo Forestale''.

(ANSA). ANIMALI: I-CARE, OLTRE 3MILA SALVATI DA LABORATORI  - ROMA, 7 APR -

Solo in Italia, il progetto I-Care (International Centre for Alternative in Research and Education) ha gia' recuperato dai laboratori di ricerca piu' di 3 mila animali, fra cani, gatti e roditori. Nato nel 2005 in India, si e' esteso a diversi paesi soprattutto europei. Due gli obiettivi principali del progetto: diffondere i metodi alternativi alla vivisezione sfruttando le esperienze dei singoli paesi (in Italia, ad esempio, abbiamo sostituito molti esperimenti sugli animali con altri che non li prevedono, mentre all'estero no), e una volta riusciti a evitare l'utilizzo degli animali da parte dei laboratori, recuperarli e reinserirli in una vita normale.

Gli animali da riabilitare, che devono essere tassativamente non infetti da alcuna malattia, sono ceduti dal laboratorio secondo i seguenti criteri: animali ceduti dal laboratorio al rifugio al termine di un progetto specifico oppure nel caso di chiusura del laboratorio; animali salvati dal laboratorio a causa di irregolarita' riscontrate nel laboratorio stesso; animali coinvolti in studi non terminali (cioe' che non prevedono la soppressione finale dell'animale); animali usati per studi comportamentali; animali non piu' necessari perche' il laboratorio adotta dei metodi alternativi; animali in sovrappiu', comprati ma mai usati; cuccioli provenienti da studi di teratogenicita' (cioe' test in gravidanza per studiare l'effetto delle sostanze sotto test sulla prole) che sopravvivono al parto. ''La legge attuale lascia a completa discrezione dei centri di ricerca la fine di questi animali - spiega Massimo Tettamanti - e spesso dobbiamo lottare per farceli affidare, sempre sotto garanzia di anonimato dei laboratori. Attualmente c'e' una proposta di legge alla Camera per rendere obbligatoria la cessione a strutture specializzate, ma sull'iter sono pessimista''.

In Italia finora i centri che accolgono gli animali sono a Milano, Monza, Torino, Genova, Parma e Trieste, oltre a quello di Roma che fa da punto di riferimento per il centro-sud. Sono gestiti da volontari, e si finanziano prevalentemente con donazioni private. La riabilitazione puo' durare fino a sei mesi, soprattutto nel caso di cani e gatti che hanno psicologie piu' complesse.

 
Pubblicato da monica il 28/03/2007 alle 17:43:22, in Notizie sparse, letto 1420 volte


Giovedi' 29 Marzo e Domenica 1 Aprile alle ore 17,00 saremo sotto la Rinascente di Piazza Fiume a Roma, per protestare contro lo sterminio degli animali che vengono torturati e massacrati dall'industria della pelliccia per poi finire nei luminosi scaffali dei grandi magazzini come Rinascente e Upim.
Questo orrore deve finire!
Rinascente deve smetterla di vendere capi con inserti in pelliccia, fin quando non lo fara' non gli daremo pace!
Portate manifesti, megafoni, fischietti.
Diamo voce agli animali !!!
*GIOVEDI 29 MARZO * DOMENICA 1 APRILE PIAZZA FIUME ore 17,00
Rinascente vende morte, fino alla fine davanti alle sue porte.
www.campagnaaip. net
iniziative_vegan@ yahoo.com

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 28/03/2007 alle 15:04:11, in Notizie sparse, letto 1517 volte

 

(corriere della sera) Pecora-uomo: per i futuri trapianti.
Nasce in laboratorio la nuova chimera: un ovino con il 15 per cento del patrimonio genetico umano
NEVADA, (Stati Uniti) - E' stato creato un ovino che ha nel suo DNA un 15 per cento di geni umani: ne dà notizia il quotidiano inglese The Mail on Sunday , riportando tutte le implicazioni dell'esperimento da laboratorio. In gergo scientifico lo chiamano chimera, vale a dire un essere vivente che contiene nel suo patrimonio geni non omogenei. Il «papà» dell'ovino particolare si chiama Esmai Zanjani ed è il ricercatore che ha coordinato il pool di scienziati dell'Università del Nevada.
LA TECNICA - Lui difende strenuamente questa creatura con il corpo da pecora e gli organi parzialmente umani. Gli ci sono voluti sette anni e già nel 2003 era riuscito a creare una pecora con un fegato costituito al 7 per cento di materiale umano. L'obiettivo principale è quello di trapiantare organi per vite umane e il procedimento consiste nell'iniettare cellule umane prelevate dal midollo di un donatore nel peritoneo di un feto ovino. L'agnello dovrebbe avere tessuti di tipo umano e questo consentirebbe un giorno di creare fegati, cuori e polmoni pronti per essere trapiantati, soddisfacendo la domanda altissima di pazienti in attesa di un organo. Solo in Gran Bretagna si calcola che siano 7.168 le persone bisognose di trapianto. La scoperta scientifica ha acceso una vera e propria corsa a questo tipo di esperimenti e gli scienziati del King's College di Londra hanno già chiesto autorizzazione all'HFEA (l'autorità britannica competente) per iniziare a lavorare sugli animali-chimera.
I DUBBI - Ancora una volta si apre il sipario dei dubbi sul tema degli xenotrapianti. Le perplessità riguardano soprattutto la sicurezza, il loro funzionamento e la loro eticità. Ad esprimerle è il dottor Patrik Dixon, autore del saggio «La rivoluzione genetica», che sottolinea il pericolo di virus silenziosi che negli animali non hanno alcuna influenza, ma che possono mutare nel corpo umano causando patologie gravissime. Possono emergere dopo il trapianto, come ci insegna la triste storia dell'evoluzione dell'Hiv, e l'impatto è incalcolabile e imprevedibile. E poi c'è la grande paura che queste tecnologie possano essere utilizzate per creare l'uomo. Nella maggior parte dei paesi è proibita la clonazione dell'essere umano, ma ci sono paesi dove non esiste una regolamentazione e questo è uno dei classici scenari che, al di là della ragionevolezza dei dubbi,inquieta non poco.
Emanuela Di Pasqua
28 marzo 2007

 
Pubblicato da monica il 27/03/2007 alle 16:28:13, in Notizie sparse, letto 1637 volte


Ricordiamo a tutti che e' importantissimo continuare la raccolta di firma per la petizione a livello europeo contro la vivisezione  "Sostituzione degli esperimenti su animali in Europa", portata avanti da varie associazioni antivivisezioniste in Europa.

Potete:
- firmare on-line qui: http://www.endeuanimaltests.org/languages/italian/sign.php
- ma e' importante non limitarsi a quello, e scaricare il modulo cartaceo da far firmare a parenti, amici, conoscenti, colleghi, ecc.: http://www.endeuanimaltests.org/languages/italian/ItalianPDF.pdf
- diffondetela usando il banner che trovate qui: http://www.agireora.org/progetti/endeutest.html

Maggiori informazioni sempre alla pagina di cui sopra.

 
Pubblicato da monica il 27/03/2007 alle 16:09:24, in Notizie sparse, letto 1468 volte


Un’usanza barbarica Il foie gras (letteralmente “fegato grasso”) è il fegato malato di un’oca o di un’anatra che è stata sovralimentata forzatamente, più volte al giorno, per mezzo di un tubo metallico, lungo 20-30 cm, infilato in gola e spinto giù fino al raggiungimento dello stomaco. Per costringere il suo organismo a produrre il foie gras, l’animale deve ingerire un’enorme quantità di mais in pochi secondi. Questo comporta l’aumento delle dimensioni del fegato quasi di dieci volte superiore rispetto a quelle normali e lo sviluppo di una malattia nell’animale: la steatosi epatica. Se l’animale cerca di divincolarsi quando il tubo gli viene inserito in gola, o se il suo esofago si contrae per conati di vomito, rischia il soffocamento e la perforazione del collo che gli sarà fatale. L’inserimento del tubo comporta lesioni con conseguenti infezioni e dolorose infiammazioni. La squilibrata e forzata sovralimentazione causa frequentemente malattie dell’apparato digestivo, potenzialmente fatali. Subito dopo ogni sessione di alimentazione forzata, l’animale soffre di attacchi di dispnea e diarrea. L’allargamento del fegato comporta difficoltà respiratorie e rende doloroso qualsiasi movimento. Il ripetersi di questo trattamento porta alla morte dell’animale alimentato forzatamente. Questi volatili vengono macellati prima che muoiano per queste conseguenze. In ogni caso, gli animali più deboli sono già moribondi al momento dell’arrivo nella stanza da macello, mentre molti altri non arriveranno neanche a quel momento: nel periodo di alimentazione forzata, il tasso di mortalità delle anatre è da dieci a venti volte superiore al normale. Sofferenza concentrata La violenza insita nella produzione del foie gras basterebbe a giustificarne l’abolizione. Comunque, per la maggior parte di questi animali il calvario non si limita alla brutalità dell’alimentazione forzata. A molti viene amputata parte del becco, senza anestesia, con pinze o forbici. La natura delle anatre è di trascorrere gran parte della loro esistenza in acqua. In questi “allevamenti”, molti volatili vengono tenuti prima in capannoni, poi in gabbie dove si feriscono le zampe che appoggiano su una serie di fili metallici. Le gabbie sono così piccole che gli animali non possono nemmeno girarsi su loro stessi, tantomeno assumere una posizione eretta o battere le ali. A molti di quelli che sopravvivono fino al macello si spezzano le ossa durante il trasporto e mentre vengono maneggiati. Quindi vengono appesi a testa in giù per essere fulminati con l’energia elettrica, per poi essere sgozzati. Le anatre femmine vengono macellate vive o asfissiate brevemente con il gas dopo la covatura, perché i loro fegati hanno più vene di quelli dei maschi. Piacere per alcuni, sofferenza per altri Come può il banale piacere di mangiare il suo fegato giustificare l’imposizione di un’esistenza così orribile ad un essere senziente che, come noi, prova dolore e angoscia? Solo il fatto che appartiene ad un’altra specie ci dà il diritto di rimanere sordi nei confronti della sua sofferenza e muti di fronte a questa schiavitù immorale? Esistono delle leggi che proteggono gli animali dalle torture e dalle crudeltà. Queste leggi vengono deliberatamente ignorate quando ogni anno 30 milioni di animali vengono utilizzati per il foie gras, soprattutto in Francia. Si dice che la “sofferenza necessaria” è accettabile. In realtà, il consumo di questo prodotto è assolutamente non necessario. Nessuno, nemmeno chi trae profitto da questo commercio, oserebbe affermare il contrario. Mentre per il consumatore il prezzo al chilo del foie gras continua ad abbassarsi, gli animali, i cui corpi vengono straziati deliberatamente, pagano a caro prezzo. Anche la Francia sta pagando a caro prezzo il foie gras, dal momento che è vista come una nazione reazionaria a confronto di quei Paesi che ne hanno bandito la produzione. Non è incredibile che un’usanza barbarica come conficcare un imbuto o una pompa pneumatica nella gola di un animale in gabbia sia considerata una tradizione d’elevata cultura? Bandire il foie gras: verso una produzione alimentare etica In qualità di cittadini di un Paese civilizzato, riconoscendo che la realizzazione del foie gras si basa su una totale negazione dei diritti degli animali utilizzati per la sua produzione: Chiediamo a coloro che alimentano forzatamente oche e anatre di fermare questa pratica abusiva. Il fatto che non intendano fare del male a questi animali non riduce la sofferenza che comunque provocano loro. Chiediamo a chiunque tragga profitto dal foie gras, senza nessuna considerazione etica, di cessare la sua partecipazione a questo business malato. Chiediamo a chiunque tragga profitto dal foie gras, senza nessuna considerazione etica, di cessare la sua partecipazione a questo business malato. Chiediamo alle autorità scientifiche e veterinarie a cui sta genuinamente a cuore il benessere degli animali di denunciare coraggiosamente, nonostante la pressione politica ed economica, gli attuali metodi di produzione del foie gras. Chiediamo ai nostri giudici di ricordare che esistono delle leggi finalizzate a limitare la sofferenza che può essere inflitta ad un essere senziente, e che, di conseguenza, la produzione del foie gras è illegale. Chiediamo ai nostri politici di legiferare al fine di bandire questa pratica arcaica dall’Europa per sempre. In qualità di consumatori determinati a “servire l’etica” a tavola, e coscienti del fatto che questa sofferenza esiste unicamente per soddisfare le nostre papille gustative, ci rifiutiamo di comprare e consumare questi fegati malati di animali torturati.
Firma il manifesto: http://www.stopgavage.com/it/firma.php

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 23/03/2007 alle 11:29:08, in Notizie sparse, letto 6011 volte

 

(ansa 23/03) GRANCHIO PER CENA: LO PUNGE E UCCIDE!

Singapore. Pizzicato da un granchio che si accingeva a cucinare per cena, dopo poco più di due giorni è morto per una rara infezione batterica. La vittima dell'incidente, 83 anni, aveva coperto la piccola ferita con una benda ma non è bastato.

 
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