RIFUGIO | Vieni? | Sostienici! | mercoledì 6 novembre 2024 # Utenti online n. # |
Riepilogo al 25 Ottobre: trappole rimosse 2300, reti rimosse 118.
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Grazie alla presenza sul territorio dei volontari di LAC e Komitee gegen de Vogelmord e degli agenti del Corpo Forestale specializzato contro il bracconaggio, sono stai presi con le mani sui pettirossi oltre una settantina di bracconieri. Centinaia gli archetti, le trappoline (sempre più in aumento) e le reti trovate nascoste tra capanni nei boschi o nelle immediate vicinanze delle case.Inoltre sono stati messi sotto sequestro roccoli abusivi.
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Decine gli animali trovati morti o feriti: i tanto ambiti frosoni visto la nuova legge sulla caccia in deroga agli animali protetti, codibugnoli,fringuelli, peppole, lucherini e persino uno zigolo mucciato. Gli immancabili pettirossi sono le vittime maggiormente catturate da questa spietata tradizione.
Tutti uccellini destinati allo spiedo, o ad essere utilizzati come richiami per la caccia dai capanni, pratica sempre più in aumento nelle valli bresciane.
A causa della scarsa migrazione dei primi giorni del campo il fenomeno sembrava in diminuzione, ma le valli bresciane non si smentiscono e ora la pratica del trappolaggio è più che mai attiva.
Il Corpo Forestale grazie anche alle nostre segnalazioni ha portato a termine fantastiche operazioni, ma a causa della forte diminuzione dei fondi stanziati dal ministero dell'agricoltura, purtroppo i pur bravi agenti del Nucleo Operativo Antibracconaggio sono costretti ad anticipare la chiusura della campagna "Operazione Pettirosso".
Impedimenti all'azione di controllo effettuata dalle guardie delle associazioni ambientaliste, e, ora, l'anticipato rientro delle pattuglie del Nucleo Operativo Antibracconaggio favoriranno un aumento della recrudescenza nei confronti della fauna selvatica.
Domenica I Novembre a Marino (RM).
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Vegan Riot in collaborazione dell'associazione vegetariana La Mucca Pazza ed il Csoa Ipò presentano:
pranzo vegan solidale maglianese con gli occupanti dell' 8 Marzo/Csoa Macchia Rossa.
ore 13.00 con una certa puntualità ed una mano al portafogli!
La Mucca Pazza, via Giardino Vecchio 2, Marino tel. 06/9367484
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A Fabio è stato diagnosticato un cancro, sta combattendo la sua personale battaglia contro la malattia e contro un sistema – che mai come di questi tempi- reprime l'individuo, dimenticandosi delle persone!
La malattia è ormai in stadio avanzato, quasi terminale, il sistema sanitario nazionale non è in grado di fornirgli l'ausilio necessario. Le uniche speranze per Fabio sono legate ad una cura a base di un farmaco denominato “sunitinib” un inibitore dei recettori del fattore i crescita endoteliale (Sutent http://www.medfocus.it/medicina/show.php?a=12009&l=s&w=sutent&r=Tumore%20a%20cellule%20renali).
Il farmaco può venire prescritto solo agli iscritti “arruolati” nel registro AIFA (= Agenzia Italiana del Farmaco); senza tale arruolamento il farmaco non viene consegnato a nessuno!
La domanda presentata al Comitato etico di Perugia è stata rifiutata, poiché viene data la possibilità della cura solo, ed esclusivamente, ai pazienti che presentano maggiori possibilità di vita... Tutto questo non è accettabile i recapiti del comitato (pseudo)etico qualora vogliate scrivergli per esprimere il vostro dissenso sono: E-mail: segreteria@ceasumbria.it Telefono: 0755170199 Indirizzo: via della Rivoluzione, 16 - Ellera di Corciano 06070 Perugia (PG).
Abbiamo provato a contattare i giornali locali, Corriere dell'Umbria, (Direttore: Anna Mossuto - anna.mossuto@edib.it) ma per il momento non abbiamo avuto riscontro, e il tempo in questo caso è davvero tiranno!
Un Amico ha fornito informazioni importanti riguardo All'Istituto Europeo di Oncologia di Milano dove lavora un oncologo svizzero molto bravo: Aron Goldhirsch. La visita costa 250 euro e occorrono mesi per ottenere una visita. Il prof. Goldhirsch esercita anche in Svizzera. Potrebbe aiutare Fabio nella prescrizione.
(http://www.ieo.it/areaclinica/cv_ita.asp?uo=DipMed_DipartimentoMedicina&CF=B8B3BBADB1BECBC9BBCDCAA5CECECEBB)
Come se non bastasse Fabio è caduto vittima del nuovo sistema di repressione messo in moto dal pacchetto sicurezza, per cui gli è stato presentato un foglio di via da Assisi che lo costringe all'obbligo di firma in questura!
Ognuno di noi può testimoniare solidarietà a:
Fabio Visetti,
Piazza San Giacomo, 11
06034 Foligno (PG)
Ogni aiuto, anche economico, è importantissimo, chi volesse può dare il proprio contributo tramite Post-Pay
n° 4023 6005 6495 8975 Intestata a Fabio Visetti
Il pediatra dott. Leonardo Pinelli, direttore UOC Diabetologia, Nutrizione, Obesità in età pediatrica (Centro Regionale Specializzato per la Diabetologia Pediatrica; Università e Ulss 20 – Verona) in collaborazione con l'UOC diabetologia pediatrica e nutrizione dell'ospedale di Borgo Roma (Verona) ha aperto un ambulatorio pubblico di nutrizione vegetariana per neonati, bambini, e le loro famiglie.
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La notizia è in "Le ultime 5 news"
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Oppure per leggere direttamente
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Lo staff di Società Vegetariana
Riceviamo e giriamo questa notizia esprimendo la massima solidarietà, la quale noi, antispecisti romani, per primi abbiamo sempre ricevuto tutte le volte che ci sono stati necessari degli spazi per eventi vegan, dagli occupanti degli spazi liberati della Magliana.
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APPELLO AGLI INTELLETTUALI, ALLA SOCIETA' CIVILE, AI GIORNALISTI LIBERI
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Il 14 settembre scorso nel quartiere Magliana, a Roma, si è consumato il tentativo di sgomberare l’occupazione a scopo abitativo dell’ex-scuola Otto Marzo. Nonostante il consistente spiegamento delle forze dell’ordine (circa 200 carabinieri guidati dal comandante provinciale dell’Arma) l’operazione non è riuscita. A fermarla è bastata la resistenza pacifica ma determinata delle 40 famiglie che abitano nell’ex edificio scolastico.
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Constatato l’insuccesso, i carabinieri hanno tratto in arresto alcuni occupanti: 5 lavoratori precari che non potendosi permettere un affitto a prezzi “romani” hanno avuto il merito di non rassegnarsi a sopravvivere ma di lottare insieme ad altri, spinti dalla necessità materiale di avere una casa e dal desiderio di un diverso abitare. È così che in 2 anni di occupazione gli arrestati insieme ad altri nuclei familiari hanno recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado restituendolo all’intero quartiere: oggi l’ampio giardino della ex- scuola è uno dei pochi spazi verdi di Magliana, mentre le sue mura ospitano una
scuola di teatro e una palestra popolare tirata su con le fatiche degli occupanti. Un auto-recupero che evidentemente nella capitale fa paura a molti: Roma vive, in effetti, da anni una condizione di emergenza abitativa, nonostante gli appartamenti sfitti sfiorino le 200.000 unità. Una città paradossale: la popolazione non cresce da circa vent’anni ma si continua a costruire senza sosta, mentre il bisogno di casa ha fatto sorgere diverse occupazioni, a scopo abitativo, di stabili pubblici abbandonati.
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Dopo la sentenza del riesame, che ha avuto luogo il 29 settembre scorso, 3
dei 5 arrestati sono ora agli domiciliari, uno di loro invece ha l’obbligo
di firma quotidiana presso il commissariato di P.S., mentre il quinto è
stato liberato dopo 10 giorni di detenzione. Per un sesto occupante, che
si trova all’estero per motivi di lavoro, pende una richiesta di arresto
presso il proprio domicilio.
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Le accuse a loro carico sono state formulate da un unico testimone: un
ex-occupante allontanato dallo stabile perché violento e sessista, che
oggi li accusa di estorsione, violenza privata, nonché di furto di rame e
di corrente elettrica. In particolare quest’uomo, sostiene che i sei
avrebbero preteso in cambio della permanenza nello stabile un “pizzo” di
150 euro mensili per ogni singolo abitante (compresi i minori).
Non è stato ancora possibile per gli avvocati della difesa ascoltare
quest’individuo, né far testimoniare gli altri abitanti della “8 Marzo”
che scagionerebbero gli accusati. Così prima che il riesame deliberasse la
scarcerazione, il Gip ha confermato gli arresti a scopo cautelare benché
non esistesse alcun pericolo di fuga e nonostante l’impianto accusatorio
sia a dir poco fantasioso: com’è possibile, per esempio, che famiglie
numerose come alcune di quelle della “8 marzo” possano pagare una cifra
che complessivamente supererebbe quella di un affitto? Com’è possibile non
tener conto dell’incompatibilità dell’accusa di estorsione con lo stile di
vita e i movimenti di denaro, ampiamente documentati dalla difesa, di 6
precari squattrinati?
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Per quanto riguarda poi il presunto furto di rame, l’accusa sostiene che
gli arrestati avrebbero sventrato l’intero palazzo per ricavarne il
prezioso materiale dall’impianto elettrico il quale però oggi risulta
perfettamente funzionante; ma, nel caso fosse reale tale assurda
imputazione, come sarebbe possibile accusarli anche di furto di
elettricità? Delle due l’una.
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Per quanto riguarda il furto di elettricità bisogna inoltre ricordare che
gli occupanti hanno fatto, più volte, richiesta di regolare allaccio per
poter pagare la corrente di cui usufruiscono. Tale regolarizzazione non
gli è stata però mai accordata.
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A rimarcare l’infondatezza delle accuse si aggiungono le numerose
attestazioni di solidarietà che i 6 hanno ricevuto da tutti i movimenti di
lotta per la casa, dai movimenti studenteschi e universitari, da numerosi
centri sociali e associazioni socio-culturali della città che hanno
organizzato varie iniziative politiche in loro sostegno.
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Per quanto concerne le vicende personali dei 6 occupanti accusati è
necessario evidenziare che uno di loro è in gravi condizioni di salute e
attende da tempo un intervento molto delicato. Nel corso dei 16 giorni di
detenzione gli è stata nei fatti negata la possibilità di una visita
specialistica da parte di un chirurgo oncologo.
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Siamo sgomenti di fronte a una tale sospensione dei diritti civili nel
nostro paese e chiediamo pertanto la fine di qualsiasi restrizione alla
libertà di tutti loro. Allo stesso tempo però, al di là delle decisioni
del Gip e del tribunale del riesame, non possiamo dirci sorpresi
dall’intera vicenda.
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Con questo appello vogliamo, difatti, portare all’attenzione generale
eventi che altrimenti rimarrebbero rubricati nella cronaca locale, per
riannodarli in un discorso politico più ampio che riguarda tanto il
disastro urbanistico della città di Roma quanto le ingiustizie sociali che
si consumano nel paese in cui
viviamo.
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La campagna d’autunno di Alemanno è cominciata, per chi non se ne fosse
accorto, il primo settembre scorso con lo sgombero dell'ex ospedale Regina
Elena.
L’edificio di proprietà dell’università (anch’esso abbandonato al degrado
da diversi anni) in cui dal 2007 avevano trovato una sistemazione circa
300 nuclei familiari. Ciò che è accaduto il 14 settembre, primo giorno di
scuola, a Magliana non è che la prosecuzione di tale campagna. Per i circa
30 bambini che vivono nella Otto Marzo l’anno scolastico è così iniziato
sul tetto dello stabile che li ospita insieme alle loro famiglie. Tema
dell’insolita lezione, il diritto all’abitare. Il metodo d’insegnamento
seguito, invece, è lo stesso degli operai della Insse. All’alba, bambini e
genitori sono stati infatti costretti a rifugiarsi sul tetto dell’edificio
in cui vivono per difendersi dall’operazione di sgombero.
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Nelle ore successive al blitz, il sindaco Gianni Alemanno ha fatto
riferimento, commentando l’operazione, all’esistenza di un “vero e proprio
racket delle occupazioni”, del quale sarebbero vittime “persone costrette
a pagare un affitto e a partecipare a manifestazioni” e altre addirittura
“aggredite e malmenate perché non pagavano questi veri e propri pizzi”.
Una tesi, quella sottoscritta dal primo cittadino capitolino, che fa eco a
quanto più volte sostenuto dal presidente della Commissione Sicurezza del
Comune, Fabrizio Santori. Il quale, del resto, nei giorni scorsi aveva
avuto modo di lanciare i suoi strali contro il blog del comitato
d’occupazione della “Otto Marzo”, definendolo “un canale d’informazione
deviato”.
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In effetti, la libertà d’informazione sembra essere l’altro nodo della
questione esplosa a Magliana.
“Ma nun c’avete ‘na famija pure voi?”, gridava un occupante a un carabiniere
prima che salisse la tensione. “Io sono come un muratore”, rispondeva
l’altro “se il costruttore mi dice che devo fare una casa a forma di
piramide, io la faccio”. Mai paragone fu più calzante: sono difatti Il
Messaggero e Il Tempo, quotidiani dei costruttori Caltagirone e Bonifaci,
ad aver dato risonanza negli ultimi giorni alla campagna dei “si dice” e
dei “pare che” contro l’occupazione. Senza che i giornalisti di queste
testate siano mai venuti a fare un’inchiesta nell’occupazione di questo
quartiere già preda decenni addietro del famigerato sacco di Roma. Gli
unici giornalisti main stream a essere venuti nell’ex scuola a fare
domande e riprese erano stati quelli di Report, (Il Male Comune, puntata
del 31 maggio 2009). Milena Gabanelli aveva spiegato cosa significasse
l’auto-recupero della “Otto Marzo” per le famiglie di Magliana, inserendo
quest’occupazione nella più generale situazione abitativa e urbanistica
romana (questa sì, veramente preoccupante).
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Quest’autunno la trasmissione di Rai Tre sembra abbia avuto non pochi
problemi a ripartire.
Proprio per il giorno degli arresti il comitato d’occupazione aveva
indetto una conferenza stampa per prendersi il diritto di replica alla
campagna diffamatoria del Messaggero e del Tempo. Qualche muratore ha però
costruito una piramide di troppo che ha costretto gli occupanti a
ridiscutere la loro agenda.
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La vicenda di Magliana e gli arresti dei 6 precari, spingono dunque a una
riflessione più ampia sul concetto di libertà di stampa.
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Chi oggi ritiene che la profonda crisi democratica che pervade il paese
riguardi esclusivamente la programmazione dei palinsesti Rai è destinato a
rimanere minoritario. Continuerà, cioè, a restare ostaggio di un populismo
che ha gioco facile nell’alimentare l’idea che esista un’élite
intellettuale e politica ossessionata a tal punto dalla persona del
premier da arrivare a preoccuparsi di quanto accade sotto le sue lenzuola.
Le preoccupazioni, destate da quello che si presenta come l’esito più
recente di una crisi democratica dalle profonde radici storiche, niente
hanno a che vedere con la ripugnanza estetica suscitata dal cattivo gusto
di Berlusconi. Se questo è vero, va in egual modo evidenziato che
l’inquietudine avvertita da molti non
può limitarsi al feroce attacco subito in questi giorni da alcuni quotidiani
nazionali, quali La Repubblica e L’Unità. Lo stretto controllo che il
potere esercita sulla propria rappresentazione è in effetti fortemente
connesso a ciò che si iscrive sulla pelle e nel quotidiano delle persone.
Appare evidente, in tal senso, che vi è da tempo un tentativo di far
sembrare naturali e ineluttabili processi economico -sociali che invece
appartengono alla dimensione dell’agire politico. L’intento è cioè quello
di ridurre questioni collettive come il disagio abitativo, la precarietà e
la riduzione del potere d’acquisto degli stipendi, a problemi che
riguardano il singolo e il suo personale fallimento sociale. Implicazione
non trascurabile di questo discorso, ormai egemone, è che coloro che
tentano di organizzare nei territori lotte su tali temi sono non solo
generici “farabutti”, ma addirittura criminali che attentano all’ordine e
alla sicurezza pubblica.
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Invitiamo perciò a sottoscrivere questo appello tramite il quale si chiede
che i 5 occupanti vengano immediatamente liberati poiché i fatti
contestati non sussistono, che le accuse, assurde ed infamanti, vengano
ritirate e pubblicamente smentite e, in ultimo, che si faccia piena
chiarezza su quella che è una lotta per il diritto all'abitare che non
può, e non deve, essere ricostruita come una questione di malavita.
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Per aderire a questo appello mandate una e mail con nome,
cognome e professione, all’indirizzo: occupa@inventati.org
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Comitato di Occupazione Magliana
CSOA Macchia Rossa
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Per visionare il video dell'arresto degli occupanti dell'8 Marzo
ecco i link e alcune fonti della notizia:
http://www.youtube.com/watch?v=idYqIAUsFO8
http://www.archive.org/details/MaglianaResiste (versione integrale)
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hello to everybody,
this is the announcement of a new event:
a VEGAN DJ SET
What is it?
It is a musical event. The DJs will play only music by veg bands.
The music will be supported by videos regarding the animals: suffering, joy, slavery, liberation, freedom, ....
Why a VEGAN DJ SET?
it is a way to attract more people and to make them think about the relationship between humans and other animals, through the instrument of art (music art and video art).
And it is a way to show again that there are humans who act in a different way...and that they are not freaks or nerds
This VEGAN DJ SET will be held during the VEGANIGHT.
And the flyers are in the attached file (english language and italian language)
I will be glad if you would spread the message to your contacts
Thanks very much
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Musica contro le nocività!
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Prende il via in questo weekend il tradizionale campo antibracconaggio autunnale nelle valli bresciane della LAC in collaborazione con il Komitee gegen den vogelmord.
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Alcune decine di volontari provenienti da tutta italia e da Germania, Polonia, Gran Bretagna e Stati uniti, per tutto il mese di ottobre percorreranno le valli bresciane in cerca delle trappole e delle reti che le infestano.
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I risultati degli ultimi anni sotto alcuni aspetti sono positivi, diminuzione notevole del numero di trappole rinvenute nonostante il maggior controllo del territorio grazie soprattutto all’intervento del Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato.
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Resta invece grave problematica la gestione della vigilanza venatoria volontaria soggetta a controlli capestro predisposti dalla provincia di Brescia.
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Il campo e’ aperto a tutti i volontari che intendono difendere gli animali selvatici.
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Caratteristiche fondamentali per partecipare sono la buona capacita’ di resistenza fisica (dato che si cammina per circa 6/8 ore al giorno) e capacita’ di autocontrollo nelle situazioni di contrasto con i cacciatori.
Chi volesse partecipare deve scrivere a info@abolizionecaccia.it.
A costoro verra’ inviato tramite email un vademecum contenente le regole basi predisposte al fine di ottimizzare in modo positivo le forze dei volontari nella ricerca e nella distruzione delle trappole.
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Mercoledì30 settembre riapertura del "Mercoledì Vegan"
Tutti i mercoledì dalle 20 cena BIOvegan
buona, nutriente, sana e sostenibile
presso l'associazione culturale Laboratorio Sociale Autogestito 100celle
Viale della Primavera 319B - Centocelle - Roma.
info e prenotazioni: Cinzia 3494646081
Il progetto “mercoledì vegan” nasce nel 2006 con l’intento di far conoscere le motivazioni della scelta vegan attraverso una cena biologica e sostenibile.
Abbiamo scelto di utilizzare solo prodotti biologici e a filiera corta (fin dove possibile), deciso di realizzare una cucina sostenibile attraverso l’uso di detersivi ecologici e l’uso di acqua NONimbottigliata nel rispetto della terra e di tutti i suoi residenti.
Da quest’anno l’esperienza pratica sui fornelli ci ha dato il coraggio di proporre oltre al tradizionale menu fisso, il menu alla lavagna con maggiore scelta tra piatti tradizionali delle diverse culture.
Cambiare i nostri consumi è cosa indispensabile.
GoVEGAN! Per il pianeta tutto, nei suoi aspetti salutistici,etici,ecologici,sociali,econimici e politici.
Allucchettamenti e proteste alla presentazione del profumo D&G
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Venerdì 25 settembre a La Rinascente di Piazza Duomo, Milano, era prevista la presenza di Naomi Campbell, Claudia Schiffer ed Eva Herzigova per la presentazione del nuovo produmo D&G, a cui avrebbero presenziato pure Dolce&Gabbana.
Vista l'inadempienza di Rinascente della politica fur-free e il rilancio di una campagna contro di loro, quale migliore momento per fare sapere a tutti che questa azienda non ha preso seriamente un impegno con AIP e non si sta impegnando a fermare la vendita di cadaveri di animali dentro ai suoi punti vendita?
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Anche se non invitati ci siamo presentati pieni di iniziativa e di buoni propositi, oltre che di buone ragioni e di rabbia, per cercare di rovinare la festa a Rinascente. Con un piano che prevedeva due azioni distaccate che però abbiamo dovuto rivedere sul momento, siamo riusciti alla fine ad avere ben tre azioni!
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Quando già presso l'entrata principale era stato srotolato un tappeto rosso e si accalcavano alle transenne decine di persone in attesa delle tre modelle, alcuni attivisti di AIP sono riusciti ad entrare nel negozio da un'altra entrata e, distraendo prima le numerose guardie all'ingresso con un diversivo fatto di slogan e cartelli, uno di loro è riuscito ad alluchettarsi ad una maniglia della porta principale, davanti al tappeto rosso. Peccato che i lucchetti tipo "bloster", i più adatti per legare il proprio collo in queste situazioni, necessitino della chiave per la chiusura. Il piano prevedeva la fuga di un altro con le chiavi in mano, ma prevedeva anche di poter fare questa azione all'esterno, con più
possibilità di "smarcare" eventuali ostacolatori. Con dieci guardie
addosso tra gli stand di un grande magazzino era impossibile fuggire più di due minuti o fare altro che lanciare via le chiavi. Così l'allucchettamento è durato solo pochi minuti, dopo di ché tutti gli attivisti che erano entrati sono stati portati fuori passando sul tappeto rosso, in mezzo alla folla e ai giornalisti, dove comunque hanno potuto dare visibilità all'azione.
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Pochi minuti dopo scatta la seconda azione: una attivista si incatena ad una delle porte della Rinascente, usando la stessa tecnica del lucchetto al collo (impossibile da segare se non con un flessibile e l'intervento dei pompieri). Questa volta essendo l'azione all'esterno è facile fuggire con le chiavi e "farle sparire"!
Arrivano subito gli altri e scatta il presidio con volantini lanciati,
cartelli, slogan e una ressa di persone che si gira a guardare e scattare foto, con le macchine e le telecamere che avevano preparato per le top-model. La sicurezza della Rinascente è lenta ad intervenire ed è presa alla sprovvista. La protesta riscuote anche una buona approvazione da parte della gente, che prende i volantini e applaude.
Questo allucchettamento è durato almeno 40 minuti, facendo ritardare l'evento, ed è finito quando ormai riuscito nella sua efficacia sono spuntate fuori le chiavi ed è stato aperto il lucchetto.
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Poi si alza la musica, arrivano le dive, scattano i flash, tutto sembra tornato alla normalità e all'allegria che dovrebbe contraddisstinguere questi eventi mondani. Ma proprio mentre le tre modelle e Dolce&Gabbana sono sotto i riflettori all'interno del negozio, da una balconata vengono lanciati mucchi di volantini e viene srotolato uno striscione con scritto "Basta Menzogne - Basta Pellicce - Rinascente assassini". Una mossa inaspettata, e ancora una volta la sicurezza viene presa alla sprovvista, mentre le facce si alzano a guardare l'ennesima contestazione alla scelta eticamente inaccettabile della Rinascente.
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L'amministratore delegato di Rinascente, Vittorio Radice, era visivamente nervoso e contrariato e ha continuato a cercare giustificazioni e scuse, tergiversando invece sulle nostre richieste concrete e i loro impegni presi pubblicamente.
La dirigenza di Rinascente sa bene quello che vogliamo e questa iniziativa è un modo concreto per far capire che chi non rispetta i patti e continua a lucrare sulla pelle degli animali è dalla parte del torto e non potrà ricevere che disprezzo e rabbia.
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Non è più il momento per le promesse e le scuse:
Basta menzogne - Basta pellicce dentro Rinascente!
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Per visionare un altro filmato dell'azione:
http://www.youtube.com/watch?v=aJ8sWC7hnbM
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Rassegna stampa:
CORRIERE.IT
TGTNEWS.IT
REPORTONLINE.IT
APCOM.NET
...ma non è ancora tutto a posto
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Da La Rinascente ci è stata spedita una comunicazione riguardo la loro politica fur-free e la presenza di capi con inserti in pelliccia all’interno dei loro punti vendita. Una lettera che ribadisce la loro volontà di mantenere con noi una comunicazione e in cui viene ribadito il loro impegno per applicare questa politica aziendale, che purtroppo rimane ancora piena di promesse e di belle parole ma priva di fatti concreti in tempi ben definiti.
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Se da una parte temevamo un ripensamento totale da parte dell’azienda e quindi un loro trincerarsi dietro al silenzio, dall’altra questa apertura al dialogo non può nemmeno frenare la nostra rabbia per un impegno che Rinascente non sta seguendo. Rimaniamo quindi aperti al dialogo con l’azienda ma fermi sul punto già ribadito nel nostro primo comunicato, in cui si dice che questa nuova mobilitazione si fermerà solamente nel momento in cui non si troveranno più inserti di pelliccia all’interno dei punti vendita Rinascente.
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Secondo quanto scritto dalla dirigenza dell’azienda dopo la nostra segnalazione si sono accorti di capi acquistati e che erano sfuggiti ad una verifica, che sarebbero stati già ritirati dai negozi e rimandati indietro ai fornitori. Questo però per pochissimi capi da loro direttamente acquistati.
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Tutto il resto degli inserti presenti nei loro magazzini si trovano nei corner, in cui le varie aziende si gestiscono da sole gli acquisti. A questi corner sarebbero stati chiesti chiarimenti e a quanto pare “si stanno adeguando” alla politica fur-free. Ma su questo punto solamente parole vaghe, senza un impegno o una scadenza precisa, che poi dovrebbe semplicemente essere immediata. I corner si dovevano infatti adeguare già dal 31 gennaio e di tempo ne hanno avuto già a sufficienza.
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Noi non vogliamo aspettare più. Vogliamo che vengano rispettati gli accordi e che tutti i punti vendita Rinascente in Italia diventino veramente fur-free!
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Clicca qui per visionare la comunicazione de La Rinascente
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Invitiamo quindi ad una forte presenza per le proteste.
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Fonte: Campagna AIP
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Come ricorderete dopo tre anni di intensa campagna i grandi magazzini La Rinascente avevano chiamato a colloquio alcuni attivisti di AIP e in seguito firmato un impegno per una politica aziendale fur-free. L’impegno da parte di Rinascente era quello di arrivare ad una piena attuazione di tale politica alla fine dei saldi autunno-inverno 2008/09, con data ultima del 31 gennaio 2009.
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Nelle loro stesse parole tale impegno era quello di “eliminare totalmente dai propri magazzini i prodotti derivanti dall’industria della pelliccia” (dalla dichiarazione pubblica datata 11 maggio 2007) e di “estendere tale regola anche ai nostri partners commerciali che operano direttamente nei 14 negozi Rinascente in Italia (...) ed arrivare, come già indicato, entro la fine dei saldi autunno/ inverno 2008/2009, ad eliminare dai propri magazzini i prodotti che non rispettino i principi etici adottati” (da una lettera speditaci in data 9 ottobre 2008).
Attenti e malfidati verso aziende che per principio si basano sul profitto e lo antepongono a tutto, abbiamo ispezionato molti dei loro punti vendita, riscontrando purtroppo che con l’inizio della stagione autunno-inverno 2009/10 sono ancora in vendita capi con inserti di vero pelo, con una totale noncuranza degli impegni presi. Sono infatti presenti nei negozi La Rinascente di diverse città prodotti in coniglio, volpe e procione, sotto forma di colletti, cappelli, sciarpe e cappotti, riscontrati all’interno dei corner di svariati marchi.
Di fronte a questa inadempienza degli accordi presi e dichiarati anche a mezzo stampa, vogliamo rendere pubblica la mancanza di serietà di questa azienda, ennesima riprova della sua vera natura, e lanciamo una nuova mobilitazione di carattere nazionale a partire dal 26 settembre 2009.
Tale mobilitazione, lo rendiamo chiaro, cesserà solo nel momento in cui all’interno dei punti vendita La Rinascente di tutta Italia non si troveranno più prodotti derivanti dall’industria della pelliccia, come d’altronde previsto dagli accordi presi due anni fa.
Se un’azienda come La Rinascente crede di poter prendere in giro gli attivisti, la campagna e non ultimi gli animali uccisi dall’industria della pelliccia, è il caso di far capire loro che questo non lo tolleriamo e che a false promesse e mosse sporche rispondiamo con determinazione.
Invitiamo dunque tutti e tutte per un presidio di protesta davanti al punto vendita Rinascente di Milano Piazza Duomo, sabato 26 settembre – dalle ore 15.00 alle 18.00.
Contattate La Rinascente e fate sapere che cosa pensate delle loro menzogne e delle loro mani che continuano a sporcarsi di sangue:
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La Rinascente
Via Washington 70
20146 Milano (MI)
Tel: 02-46771
Fax: 02-46771392
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mail:
centralino.sede@rinascente.it
comunicazione@rinascente.it
Sul sito www.rinascente.it alla pagina “Contact” potete scrivere direttamente al servizio clienti dell’azienda.
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FONTE: Campagna AIP
In adesione alla settimana internazionale contro il Max Mara Fashion
Group, a Roma si terranno due manifestazioni:
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GIOVEDI' 17 SETTEMBRE dalle ore 16.30
e
SABATO 19 SETTEMBRE dalle ore 16.00
in
via COLA DI RIENZO angolo via PAOLO EMILIO
(altezza del num. civico 173 - metro A Ottaviano)
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di seguito il comunicato della campagna AIP - Attacca l'Industria
della Pelliccia:
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Con la fine dell'estate i negozi del Max Mara Fashion Group si
riempiranno nuovamente di cadaveri animali trasformati in colli e
giacche. Comincia il periodo in cui la carneficina di animali
brutalmente sfruttati e massacrati dall'industria della pelliccia è
visibile nelle vetrine e nelle strade, in cui la vanità e l'ignoranza
portano milioni di persone ad indossare i loro resti sui propri
vestiti. La moda è questa e i più si adeguano, senza sapere o senza
pensare.
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Proprio per far sapere e per spingere alla riflessione da anni il
movimento per la liberazione animale si batte e si impegna, con
iniziative informative e proteste.
La speranza è sempre quella che la realtà agghiacciante di questa
industria possa far aprire gli occhi alle persone e generare un
cambiamento nella loro coscienza e nella loro quotidianità.
Un passo fondamentale, certo, ma noi vogliamo anche di più.
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Vogliamo unire la comunicazione con le persone a risultati concreti.
Vogliamo infatti che una delle più grandi aziende di moda del mondo,
uno dei nomi più noti dello stile italiano, cessi di uccidere
centinaia di migliaia di animali ogni anno per le sue collezioni.
Da un momento all'altro 2300 negozi nel mondo potrebbero essere privi
di pellicce ed inserti di pellicce, potrebbero smettere di colare
sangue e sofferenza, così come è già accaduto per le migliaia di
negozi di tantissimi altri marchi contro cui sono state fatte campagne
di pressione
e boicottaggio.
Da un momento all'altro per l'industria della pelliccia ci sarebbe un
colpo durissimo, sia in termini di introiti che di immagine.
Questo momento arriverà. Quando dipende anche da tutti noi.
Dopo 10 mesi di campagna ed una pausa estiva siamo pronti a dare il
massimo contro l'industria della pelliccia e il Max Mara Fashion
Group. Dopo 300 proteste in tutta Italia non siamo certo stanchi di
ripetere ai passanti cosa si nasconde dietro alle vetrine
dei negozi Max Mara o Max&Co, non siamo stanchi di urlare la nostra
rabbia, di passare giornate al caldo o al freddo per dare voce a
quegli animali reclusi così lontano dalle nostre città, così lontano
dai nostri occhi, ma così vicino al nostro cuore.
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UNISCITI ALLA SETTIMANA MONDIALE CONTRO IL MAXMARA FASHION GROUP!
Nella settimana dal 14 al 20 settembre si terranno proteste davanti ai
negozi del MMFG in almeno 20 diversi paesi del mondo e in tante città
italiane. Saremo la voce degli animali in Inghilterra, Germania,
Olanda, Danimarca, Belgio, Stati Uniti, Austria, Estonia, Finlandia,
Lussemburgo, Spagna, Russia, Svezia, Canada, Norvegia, Repubblica
Ceca, Polonia, Cile, Colombia Perù, Argentina.
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Per il MMFG si preannuncia una settimana difficile!
Gli animali come esseri sensibili e consapevoli, dotati di un mondo interiore e di sentimento. Sono i protagonisti delle immagini di Alessia Cerqua, fotografa romana, che da tempo studia le condizioni degli animali in cattività. Ecco alcuni sui scatti in bianco e nero fatti nel Bioparco di Roma e negli zoo di Berlino e Londra: malinconia, sofferenza e dignità [15 settembre 2009] Repubblica
per Le altre foto visitate www.alessiacerqua.com
APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE CONTRO L'ENTRATA DEGLI OGM IN EUROPA
Un organo europeo EFSA con sede in Italia ha assunto un ruolo centrale per decidere il via libera ad ogni tipo di nocività tra cui gli ogm Le biotecnologie, assicurano tecnici ed esperti di ogni sorta, penseranno ad ogni cosa: nutriranno la popolazione mondiale, allungheranno la vita, guariranno qualsiasi tipo di malattia, risolveranno i disastri della società industriale. Quello che stanno creando è un'esistenza in cui spariscono i confini tra specie e corpi ancora più reificati e atomizzati, un'esistenza sterile e vuota da ogni pulsione, in cui ogni essere vivente viene manipolato e ricombinato in ogni sua parte. L'uomo sembra essersi rassegnato all'ineluttabilità delle nocività e ad aver perso la propria integrità: saturo del vuoto che lo circonda, bombardato da una massa di non informazioni e da un perenne stato di emergenza. Gli scenari che le biotecnologie stanno aprendo con la loro diffusione e distruzione di biodiversità si perdono tra gli inquietanti scenari planetari di una natura inquinata, di uno stravolgimento climatico... tutto questo tende ancora di più a scoraggiare la riflessione, impedendo qualsiasi presa di coscienza critica e opposizione all'avanzamento di ulteriori tecnologie con cui il dominio vuole chiudere il proprio cerchio. L’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare istituita nel 2002, è l’organismo europeo riconosciuto a livello internazionale a cui la Commis-sione Europea fa riferimento in materia di “valutazione dei rischi per la sicurezza di alimenti e mangimi, salute degli animali, nutrizione, protezione e salute delle piante.” E' l'anello di congiunzione tra le multina-zionali, i vari produttori di nocività e la Commissione Europea, le sue relazioni scientifiche sono il passaggio obbligato per ottenere l'autorizzazione per la commercializzazione e la diffusione delle nocività. Ha vari gruppi di ricercatori che lavorano, tra altre cose, su: additivi, aromi, integratori alimentari, pesticidi, BSE, influenza aviaria, mangimi, clonazione, ogm, nanotecnologie. Comitati scientifici che collaborano con il Codex Alimentarius, l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), l’Organiz-zazione mondiale della sanità (OMS) e altri organismi internazionali. Dal 2006 l'EFSA è chiamata ad espri-mersi sulle nanotecnologie: sulla diffu-sione di nanoparticelle e sui nanoma-teriali inseriti nei prodotti, alimenti, mangimi. Il 5 marzo 2009 sotto richiesta della Commissione Europea l’EFSA ha emesso l'ultima valutazione su “Nanoscienza e nanotecnologie in rapporto alla sicurez-za di alimenti e mangimi”: sulla presen-za dei nanomateriali nella catena alimentare e nei mangimi. Vista la diffidenza diffusa nei confronti degli ogm, prima ancora che potessero invadere completamente la nostra esistenza, con le nanotecnologie non si vuole ripetere lo stesso errore. L'EFSA mantiene per ora una forma di pruden-za, alcune sue valutazioni attendono il momento migliore per uscire regolariz-zando un sistema che non potrà più fare a meno delle nanotecnologie. Queste tecnologie rientrano tra le valutazioni dell'EFSA dal momento in cui possono consentire la manipolazione degli ingredienti alimentari a livello molecolare. Esse portano un'enorme trasformazione in ogni settore, aziende e istituti di tutto il mondo da tempo stanno investendo in queste tecnologie. Le applicazioni che interessano soprattutto il lavoro dell'EFSA sono quelle nel settore dell’alimentazione umana e animale: nel trattamento delle proprietà e confezionamento degli alimenti. Il ruolo principale dell’EFSA relativa-mente agli organismi geneticamente modificati (ogm) è di “valutare ogni rischio per la salute umana e animale e per l’ambiente”. Può autorizzare la commercializzazione di prodotti alimen-tari ogm, anche inseriti come ingredienti e nei mangimi, la semina in campo aperto a scopo sperimentale e la coltivazione commerciale per uso alimentare umano e animale. L'agenda di questa autorità europea è piena di richieste da parte di multinazionali agro-biotecnologiche che premono per vedere diffusi i propri prodotti ogm, in particolare la diffusione di sementi ogm permetterebbe a queste multinazionali una rapida presa sul mercato agricolo, che tradotto non vuol dire altro che una contaminazione totale e irreversibile di ogni specie e la distruzione della biodiversità. L'EFSA non autorizza direttamente il passaggio di un ogm, ma la sua valutazione non è da considerarsi un semplice parere, una posizione positiva è necessaria per l'autorizzazione della Commissione Europea. Su questioni spinose come un organismo genetica-mente modificato la Commissione Europea rimanda all'EFSA, essa rappre-senta quindi il fulcro del sistema europeo di decisioni. Ogni valutazione di una richiesta viene esaminata in base alla documentazione scientifica realizzata e presentata dalle stesse multinazionali che chiedono l'autorizzazione. BASF Plant Science, Syngenta Seeds, KWS, Bayer CropScience, Pioneer Hi-Breede, Monsanto.... queste sono solo alcune delle multinazionali clienti dell'EFSA che da anni cercano di rompere con ogni mezzo le resistenze europee. Come è successo con la Pioneer Hi-Breede, Monsanto e Bayer che più volte hanno inquinato le filiere tradizionali con le loro sementi ogm, cercando di arrivare come negli Stati Uniti ad un livello tale di contaminazione da rendere di fatto difficile ogni distinzione e praticamente superflua ogni ulteriore autorizzazione. Verso la metà degli anni '80, quando fuoriuscirono documenti relativi ad un “piano strategico della Monsanto”, vennero allo scoperto alcuni metodi con cui la multinazionale intendeva diffondere gli ogm nel mondo. Per cominciare era necessario “un attivo coinvolgimento per incoraggiare il pubblico, i consumatori e i gruppi ambientalisti a sviluppare posizioni in sostegno delle biotecnologie”. Il piano strategico prevedeva di arrivare a influire su personalità del mondo politico e degli organismi di regolamentazione di tutto il mondo, promuovendo l'appoggio alle biotecnologie fino ai più alti livelli della politica statunitense. Un sistema che funzionò bene considerato che ogni richiesta che la Monsanto, e in generale tutta l'industria biotech, poneva a Washington veniva ottenuta, dettando la propria politica al Dipartimento per l'Agricoltura (USDA), all'Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) e infine alla Food and Drug Administration (FDA). Su quest'ultima Agenzia è bene soffermarsi perchè rappresenta il corrispettivo dell'EFSA in America. Nel 1992 l'FDA decretò che gli ogm erano sostanzialmente equivalenti agli alimenti tradizionali, esonerandoli da ulteriori eventuali test di sicurezza ed etichettatura invece richiesti per prodotti particolari, lasciando che fossero le compagnie biotech ad eseguire i test di sicurezza in forma volontaria stabilendo loro stesse la classificazione del prodotto. Uno dei funzionari chiave che preparò la stesura di regolamentazione pro bio-tech era un uomo della Monsanto divenuto vicedirettore dell'FDA il tempo necessario a farla approvare con rapidità e facilità. Una volta redatta la normativa per l'FDA tornò a lavorare per la Monsanto. La pioggia di soldi di Monsanto ebbe l'apice con il suo ex presidente R. Shapiro, che aggiunse una forte dose di arroganza diventando la regola per la compagnia. Sapeva di avere in pugno tutto il mondo politico, attaccando con minacce, avvocati e infiltrati qualsiasi situazione critica al suo operato. Ancora una volta tra i numerosi casi in cui è stata coinvolta l'FDA, rimane significativo quello dell'ormone della crescita (rBGH) nel latte, ormone creato da Monsanto. I tentativi di imporlo negli Stati Uniti facendolo passare con l'aiuto dell'FDA come un alimento tradizionale in quel caso è fallito, con una popola-zione dichiaratamente contraria. L'EFSA e l'FDA dimostrano già una certa sintonia, praticamente esponendo le stesse tesi anche per quanto riguarda gli animali clonati, recentemente appro-vati anche in Europa per favorire lo sfruttamento dell'industria zootecnica e per fare da apripista a nuove sperimen-tazioni che ambiscono di uscire dai laboratori. In Europa e in particolare in Italia ben pochi vogliono saperne di manipolazioni genetiche. Il metodo Monsanto di una sfacciata imposizione degli ogm se in principio ha dato i suoi frutti nocivi, in un secondo tempo la situazione è notevolmente cambiata, essendo cambiata la percezione nei confronti degli ogm. Ovviamente da quel lontano '86, data della realizzazione della “relazione strategica” della Monsanto, le multinazionali non sono certo rimaste con le mani in mano e i loro analisti si sono dati un gran da fare per trovare il modo di invadere con i propri prodotti ogm l'Europa. Se buttare giù la porta non sembra possibile allora si stanno muovendo in modo molto più subdolo. Abbiamo visto i tentativi di contami-nazione nei carichi delle navi provenienti dall'America, sementi poi stoccate in varie parti d'Italia, altre contaminazioni “accidentali” in vari campi come ad esempio nel Piemonte (mais ogm Pioneer) e nel vercellese (riso ogm Bayer) e le tante altre che non hanno avuto risalto. Il fatto che in Italia sia consentita l'importazione di semente ogm destinata all'alimentazione zootecnica, rappresenta già una gravissima conta-minazione in atto. Inoltre molte piccole aziende a condizione familiare acquistano mais di bassa qualità per seminarlo su piccole estensioni e per alimentare i propri animali. Questo mais spesso è risultato ogm, contribuendo per vie traverse alla contaminazione in atto. Le altre vie con le quali gli ogm si diffondono in Europa, sono i laboratori dell'EFSA di Parma, dove una specie dopo l'altra sta ottenendo il via libera per la coltivazione e per la commercializzazione in alimenti e mangimi. Sulla falsa riga dell'FDA americana l'Europa si è dotata di un organo chiamato a “garantire la sicurezza” di ogni nocività. Ad essere tutelato, oltre gli interessi delle multinazionali biotech- chimico-farmaceutiche, è un sistema economico, politico e sociale che si aggrappa alla nuova rivoluzione biotec-nologica per non dover affrontare i precedenti disastri ambientali e sociali che stanno alla base dello sviluppo tecno-industriale, di cui le manipolazioni del vivente sono l'apice mortifero. In Italia sono state autorizzate nove sperimentazioni in campo aperto (ulivo, vite, pomodoro, melanzana, fragola, ciliegio, kiwi, agrumi e mais), a breve le regioni interessate dovranno stabilire i siti dove verranno effettuate. Dal gennaio 2009 è stata autorizzata la “soglia di tolleranza” dello 0,9% di ogm nei prodotti alimentari. Qualsiasi soglia, anche uno 0,1% purtroppo a suo tempo meno contestato, è l'equivalente di una contaminazione. L'etichettatura dei prodotti con ogm non può essere considerata tra le possibilità da percorrere. Chi ha trasformato le persone in “consumatori” ha pensato bene di dargli una parvenza di scelta, questa però non è possibile in quanto è già stato tutto deciso nel momento in cui sono state aperte le porte dei laboratori fino ai vari processi industriali e commerciali, rendendo certa col tempo una contaminazione totale. Ci opponiamo a qualsiasi tipo di manipolazione genetica su umani, animali e piante, sotto ogni forma questa si presenti: dall'alimentazione alle applicazioni mediche. Respingiamo ogni pratica di confinamento della nocività in attesa di “sicurezze” da parte della ricerca scientifica, come vorrebbe invece il metodo precauzionale. Non c'è bisogno di aspettare le conclusioni di esperti di ogni genere per sapere di quali disastri sono gravide le innovazioni biotecnologiche quando, sotto forma di avvelenamento chimico-nucleare del pianeta, le conseguenze e i risultati cumulativi di tecnologie meno ambiziose sono comunque degeneranti e irreversibili, oggi e per i secoli a venire. La scienza prodotta dalla società industriale ha contribuito a reificare la natura e a estraniare l'uomo da sè stesso e dal mondo che lo circonda. Rifiutiamo la coesistenza tra ogm e specie tradizionali, come ovvia impostura di chi vorrebbe farci credere che sia possibile convivere con le nocività mantenendo allo stesso tempo un ambiente naturale integro. L'unico reale “metodo precauzionale”che riconosciamo nei confronti dell'ingegneria genetica e di ogni nocività è la tolleranza zero. Invitiamo tutti gli individui e ogni situazione che intende iniziare un percorso di lotta contro le nocività e nello specifico delle biotecnologie a mobilitarsi per impedire la loro diffusione dai campi agricoli alla nostra esistenza. Tra le tante possibilità che abbiamo di fronte in questa difficile lotta, abbiamo individuato nell'EFSA un nodo importante nel sistema che sta portando all'apertura degli ogm in Europa. Stiamo parlando di un organismo che non solo dà dei via libera, ma ha la funzione di mantenere l'inquietudine diffusa nella percezione generale in tema di nocività, questo con lo scopo di gestirla e di rendere permanente una domanda sociale di protezione. A dimostrare che il “rischio” è la condizione, se non il motore della sopravvivenza in una società industriale, la sola cosa che attribuisce valore alle merci “rese sicure”. Non vogliamo far pressione per un'EFSA più sicura, indipendente o magari più democratica e decentralizzata. Nel mentre ci mobilitiamo per impedire nuove autorizzazioni è fondamentale e imprescindibile svelare i meccanismi che regolano tali organismi per il tipo di società che preparano. Oltre ai metodi anche quello che esprimiamo ha un'importanza enorme. Una mobilitazione di questo tipo per forza di cose deve avere sicuramente un respiro per cominciare europeo, abbiamo intenzione di portare avanti un'attività di controinformazione in vista di mettere in piedi iniziative come un presidio o una manifestazione nazionale davanti all'EFSA. In vista di un forte e più ampio movimento di lotta pensiamo sia importante creare una rete di individui e situazioni che intendono incominciare a muoversi seriamente e con continuità in un progetto di lotta contro l'ingegneria genetica, contro tutto ciò che rappresenta e contro l'intero sistema di dominio che la rende possibile.
E.F.S.A. Largo N. Palli 5/A (lungo Viale Mentana) 43100 Parma ……………………………………………………….
SABATO 31 OTTOBRE 09 CORTEO PER LE VIE DI PARMA CONTRO L'EFSA A SEGUIRE DISCUSSIONE PUBBLICA SUL RUOLO DI QUESTO ORGANO EUROPEO E SULLE PROSPETTIVE DI LOTTA AGLI OGM ……………………………………………………..…
COALIZIONE CONTRO LE NOCIVITA' MBE 222 c.so Diaz 51 47100 Forlì Sito: www.inventati.org/contronocivita Email: nonanobio@inventati.org
PANDEMIA DI LUCRO
2000 persone contraggono l’influenza suina e ci si mette la mascherina… 25 milioni di persone con AIDS e non ci si mette il preservativo…Che interessi economici si muovono dietro l’influenza suina? Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria.. I notiziari di questo non parlano… Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi.. I notiziari di questo non parlano… Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici, provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno. I notiziari di questo non parlano… Ma quando comparve la famosa influenza dei polli… i notiziari mondiali si inondarono di notizie… un’epidemia e più pericolosa di tutte, una pandemia! Non si parlava d’altro, nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni… 25 morti l’anno!! L’influenza comune, uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo. … Mezzo milione contro 25. E quindi perché un così grande scandalo con l’influenza dei polli? Perché dietro questi polli c’era un “grande gallo”. La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famoso Tamiflu, vendette milioni di dosi ai paesi asiatici. Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione. Con questa influenza, Roche e Relenza, ottennero milioni di dollari di lucro. Prima con i polli, adesso con i suini: e così adesso è iniziata la psicosi dell’inflluenza suina. E tutti i notiziari del mondo parlano di questo. E allora viene da chiedersi: se dietro l’influenza dei polli c’era un grande gallo, non sarà che dietro l’influenza suina ci sia un “grande porco?”. L’impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu. Il principale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge Bush, artefice della guerra contro l’Iraq… Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani… felici per la nuova vendita milionaria. La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute… Se l’influenza suina è così terribile come dicono i mezzi di informazione, se l’Organizzazione Mondiale della Salute (diretta dalla cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata, perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e autorizza la produzione farmaci generici per combatterla? DIFFONDI QUESTO MESSAGGIO COME SE SI TRATTASSE DI UN VACCINO, PERCHE’ TUTTI CONOSCANO LA REALTA’ DI QUESTA “PANDEMIA”.
Dr. Carlos Alberto Morales Paita Children’s Hospital pediatra – Lima, Peru