RIFUGIO | Vieni? | Sostienici! | sabato 25 marzo 2023 # Utenti online n.98 # |
I tre istruttori della ValleVegan sono lieti di offrire gratuitamente, per chi volesse partecipare, lezioni di “aerobica su prato”. Si tratta di un nuovo tipo di ginnastica ideale per ritrovare l’ormai perduto contatto con la terra e con la natura. Non c’entra nulla con lo yoga e con lo zen, sia ben chiaro. Per farvi avere una piccola idea di ciò di cui sto parlando, vi basti sapere che non vi serviranno delle scarpe da ginnastica ma dei bei scarponi da lavoro, non vi servirà una semplice tuta, ma magari un paio di pantaloni che avete deciso di buttare tempo fa (mettete anche una magliettina estiva, chè dopo 5 minuti inizia a far caldo),non vi servirà un tappetino bensì una zappa o una vanga, se poi avete un trattore verrà eretta una statua in vostro onore nel mezzo del recinto di Bastian! A seguire...passeggiata anaerobica nei prati e nei boschi.
Insomma, se vi siete fatti, anche lontanamente, un’idea di ciò che vi stiamo offrendo, vi sarete di certo accorti che questa è una di quelle offerte che non si possono rifiutare!
ValleVegan, domenica 4 marzo, dalla mattina. Pranzo a offerta libera.
(articolo segnalato da Kalp, dal sito www.lalente.net)
Eleonora Palma – eleonorapalma@lalente.net
lunedì 26 febbraio 2007
Di solito si fa leva sull’etica, sulla “pietas”, sulle foto cruente con gli elettrodi in primo piano, conficcati nella carne. Ma non basta, non è mai bastato. Arriva veloce la contromossa: meglio salvare un topo o un bambino? “Entrambi”, è la risposta di un numero sempre più ampio di scienziati La vivisezione, o sperimentazione in vivo, consiste in qualsiasi esperimento eseguito su un animale: ne sono vittime circa un milione ogni anno in Italia. Tali prove vengono ripetute ad intervalli ben precisi, con altre forme e altri tempi, sui destinatari ultimi del prodotto: gli esseri umani, noi.
Al centro degli esperimenti ci sono le industrie chimico-farmaceutiche, quelle cosmetiche, le industrie belliche, gli istituti pubblici e le università. Per il 95% si utilizzano topi e ratti (animali poco costosi, piccoli, che si riproducono facilmente e non incontrano molto le simpatie del grande pubblico) ma anche gatti, cani, primati non umani, porcelline d’India, mucche, suini, cavalli, pecore, capre, piccioni, furetti, rettili, pesci ed uccelli. Vengono effettuati test di tossicità acuta e cronica, irritazione della pelle ed inalazione di sostanze, avvelenamenti, induzione di cancro, privazione dei genitori per esperimenti psicologici. Gli animali sono simili a noi nel percepire il dolore, l’apprensione, la paura, ma sono diversi per i meccanismi di assimilazione, per struttura fisica e biochimica.
La sperimentazione animale è prescritta per legge un po’ ovunque ma i risultati troppo spesso sono fuorvianti, tanto più che da decenni è obbligatorio un successivo ed indispensabile protocollo sugli esseri umani. Questo perché non è possibile a priori capire la specie che in quel caso specifico è più simile all’uomo. Animali di specie diversi, come pure di razze diverse – o addirittura di ceppi della stessa specie – rispondono in modo diverso ad un dato stimolo. Esistono differenze microscopiche dei processi metabolici e anche differenze macroscopiche fra uomini e animali. Alcune delle differenze macroscopiche più famose: a differenza dell’uomo, i roditori non sono in grado di vomitare le tossine, l’uomo può accumulare agenti nocivi dal naso e dalla bocca mentre i roditori respirano solo dal naso; ratti, topi e criceti sintetizzano la Vitamina C all’interno del loro corpo ottenendo così naturalmente un potente agente anticancerogeno mentre l’uomo non è in grado di farlo; i ratti hanno una elevata capacità enzimatica di non accumulare massa grassa (che in loro si accumula nel fegato) a differenza dell’uomo nel quale si accumula nelle arterie, diventando una potenziale causa di
patologie.
Nessuna teoria può essere approvata o respinta sulla base di un’analogia. Si sperimentano direttamente sull’uomo sostanze che non hanno subìto alcun reale vaglio preventivo e si corre il rischio di scartare sostanze che potrebbero essere invece di grande aiuto, per il solo fatto che su di una particolare specie sono risultate tossiche.
Qualche esempio significativo può aiutarci: una bella mangiata di amanita phalloides, uno dei funghi più velenosi
presente nei nostri boschi ammazzerebbe tutta la famiglia, dal nonno al nipote, ma non farebbe venire neanche un mal di pancia al gatto di casa. La mitica penicillina è letale per le cavie ma con enorme fortuna per l’umanità fu sperimentata sui topi, come dichiarò Florey, uno degli scopritori insieme a Pasteur. La diossina è innocua per il criceto, letale per il ratto
ma per quanto riguarda l’uomo, abbiamo ancora Seveso negli occhi. Se ci viene il mal di testa ci prendiamo un’aspirina, non i topi e i gatti però: per i primi è teratogeno (1), per i secondi nefrotossico (2).
Difficilmente (per non dire mai) una scoperta biomedica deriva dall’osservazione animale: il percorso inizia da uno studio epidemiologico (ossia un’osservazione scientifico-statistica di determinati gruppi di persone con lo scopo di studiare la frequenza e la distribuzione delle patologie nella popolazione) oppure da un’osservazione clinica casuale: solo in seguito si cerca di ottenere sugli animali lo stesso fenomeno, sperimentando su varie specie, fino a trovare la razza ed il ceppo che diano la risposta.
Questo perché la medicina ufficiale tende ad accreditare la scoperta solo quando l’esperimento sugli animali è positivo, esperimento tagliato e cucito su misura, che può dimostrare tutto e il contrario di tutto. La sperimentazione animale può (e ci è riuscita molto bene) persino rallentare la ricerca: gli effetti dannosi di alcool, fumo di sigaretta, amianto, metanolo, non sono stati considerati provati scientificamente per moltissimi anni.
Molti farmaci, testati regolarmente su cavie di varie specie, hanno avuto conseguenze nefaste: l’Opren, un farmaco contro l’artrite, ha ucciso 61 persone (3). Sono stati documentati più di 3500 casi di reazioni connesse, gravi e meno gravi. Il Talidomide, un tranquillante per le gestanti, si è dimostrato teratogeno, ovvero in grado di alterare il corredo genetico, dando luogo alla nascita di bimbi focomelici, privi di arti sviluppati. Gli scienziati cercavano negli animali la prova di ciò che già era tristemente noto nell’uomo, in base ad un semplice studio statistico. Nessuno degli animali da laboratorio trattati con il talidomide in un primo tempo ha causato feti focomelici e questo ritardò il suo ritiro dal mercato.
Soltanto aumentando la dose e la varietà degli animali si ottennero alcuni nati focomelici in una delle circa 150 razze di coniglio, il coniglio bianco neozelandese, a dosi comprese tra le 25 e le 300 volte superiori a quella normale per l’uomo. Il riscontro epidemiologico è stato ignorato per 5 anni, il farmaco ritirato solo nel 1962, dopo la nascita di migliaia di bambini gravemente malformati.
Dopo questi e molti altri episodi le case farmaceutiche sono corse ai ripari: basta dare un’occhiata ai foglietti illustrativi.
Su quello del Clopifogrel – testuali parole – c’è scritto: “studi di riproduzione condotti nel ratto e nel coniglio non hanno rilevato alcuna diminuzione della fertilità né danno fetale attribuibili a Clopidogrel. Non esistono però adeguati studi e controllati su donne gravide. Per la mancanza di dati non è consigliato durante la gravidanza”.
Non solo i foglietti, ma anche le riviste più autorevoli hanno preso coscienza del problema, oramai non è più una questione per anime candide ed animalisti irriducibili. Nel Febbraio 2006 i ricercatori del Diabetes Research Institute dell’Università di Miami e del dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Stoccolma hanno affermato che la struttura del tessuto umano responsabile della produzione di insulina è fortemente diversa da quello dei roditori, normalmente utilizzati per studi sul diabete. Insomma almeno 30 anni di studi falsati. “La nostra maggiore scoperta è che il tessuto pancreatico umano ha una struttura totalmente unica e ha una modalità di funzionamento diversa rispetto a quello di roditori. Non possiamo più continuare a basarci su studi condotti su topi e ratti. È imperativo ora focalizzarci sui tessuti umani perché alla fine, è l’unico modo che abbiamo per capire come funzionano”.
A fine 2006, il British Medical Journal ha pubblicato un articolo dal titolo: “Confronto degli effetti delle cure provate su animali e clinicamente: una revisione sistematica”. Il giudizio è chiaro: “La nostra revisione sistematica fornisce indicazioni sulla limitatezza dei modelli animali, e sulla loro incapacità di rappresentare le corrispondenti malattie negli umani”.
Ma quali sono le alternative (possibilmente più efficaci delle sofferenze animali)? Ha fatto passi da gigante
l’epidemiologia molecolare, una scienza che collega i fattori genetici, metabolici e biochimici a dati epidemiologici
sull’incidenza delle malattie. I risultati arrivano: il Lipid Research Clinics Trial ha dimostrato che abbassare l’1% il tasso di colesterolo ematico riduce di almeno il 2% il rischio di malattia cardiaca. Studi in vitro sui tessuti cellulari hanno permesso di studiare e perfezionare i più usati farmaci anti-HIV: l’AZT, il 3TC e gli inibitori della proteasi. Gli studi in vitro si sono rivelati utilissimi per i test di tossicità, per studiare specifiche parti del corpo. È entrata in campo anche la robotica, con modelli matematici computerizzati come il Derek, simulatori e manichini computerizzati. Dalle biopsie endoscopiche si possono ottenere informazioni durante i vari stadi della malattia. Ad esempio è stato dimostrato che il cancro al colon deriva da tumori benigni (adenomi), risultato del tutto in contrasto con il modello animale più usato, in cui la sequenza non c’è.
Gandhi ha definito la vivisezione il crimine più nero tra i neri crimini commessi dall’uomo, Kant ha scritto che la la crudeltà nei loro confronti predispone ad uguale comportamento verso i nostri simili. È giunta oramai l’ora di chiudere quei laboratori, con le gabbie tristi e mai a norma, ancora aperti solo per un’inerzia culturale, superata dalla dottrina scientifica maggioritaria ma non ancora dalla coscienza comune. Chi fa divulgazione ha un grande compito: sollevare il velo di ignoranza.
LIBRI CONSIGLIATI:
(1) Sulla vivisezione. Lettera aperta al signor Ernest von Weber, autore dello scritto «Le camere di tortura della scienza»,
Richard Wagner, Euro 10,00
Ordina da IBS Italia
(2) Gli animali e la ricerca. Viaggio nel mondo della vivisezione, Stefano Cagno, Euro 10,00
Ordina da IBS Italia
NOTE:
(1) Sono teratogeni quelle sostanze o quei farmaci che provocano malformazioni nel neonato.
(2) Sostanza nociva ai reni.
(3) Si veda il sito
laLente.net
Sono stato in banca. Ho revocato le disposizioni in base alle quali dal mio conto veniva prelevata la somma di 50 euro l'anno per il finanziamento di Greenpeace.
Questa è la conseguenza immediata di quanto ho letto stamane fra le notizie apparse su Agire Ora.
In breve: alcuni attivisti di GP hanno banchettato a base di carne di balena, accogliendo l'invito di alcuni giapponesi.
Motivazione: rispetto delle millenarie culture locali.
Non ho parole tanto sono schifato. Ho sotto i miei occhi l'ennesima dimostrazione di quanto dannosa sia la nostra specie, non appena iniziano a girare interessi economici di un certo livello.
L'esigua minoranza di umani "passabili", che pure, non lo nego, esiste, non soccombe grazie alla tenacia con la quale riesce a tenere silente l'istinto schifoso della voracità che alberga in ciascuno di noi.
La prostituzione peggiore, quella mentale, di organizzazioni che sbandierano nobili valori per poi agire meschinamente in nome di un discutibile, quanto inutile, rispetto. Ecco, in due parole, ciò che penso oggi di Greenpeace.
Mi sento tradito due volte.
Tra i commenti presenti sul sito di YouTube (dove è possibile vedere il filmato) ce n'è uno che vale per tutti: "I hope they won't decide to save the dogs and cats in China next" (Spero che non decidano di salvare cani e gatti in Cina come prossima iniziativa)...
Lidio Maresca
Riceviamo e giriamo con piacere e sollazzo.
Scopri chi c’è dietro effimeri gruppi pseudo animalisti neo-formatisi, al solo scopo di screditare chi veramente lotta per gli animali.
Questa non è la solita guerra tra animalisti, perché in questo caso la parte ripudiata è stata sempre scoperta e allontanata, in qualunque gruppo abbia provato ad infiltrarsi. Nonostante ciò, stavolta il nemico è grande, nonostante abbia scelto come braccio il più fantozziano tra i propri stipendiati.
Il personaggio in questione è già noto alle cronache animaliste per aver dato questi “contributi” alla causa:
- Manifestazione di varie ore davanti all’ambasciata del Canada, o meglio davanti alla EX ambasciata del Canada ormai traslocata, quindi CHIUSA e ABBANDONATA. La manifestazione, che avrebbe dovuto essere contro le pellicce di foca, si è poi trasformata in cori anti vecchiette col cane al guinzaglio.
- Scritte notturne sulle mura della ASL di FR, di “invito” alla chiusura del lager di SAN Giuliano. Degno di nota è sapere che GIULIANO è un PAESE della provincia di Frosinone e non un SANTO!!! Dopo di ciò i gestori del canile hanno riso di cuore perchè la ASL ha rotto il già sottile legame con le associazioni animaliste che permetteva di salvare cani moribondi da quel lager.
- Insulti col megafono ad una passante perché colpevole di indossare un collo di pelliccia, FINTA. La passante ha poi obiettato sul perché il megafonante avesse sulle spalle uno zaino di marca Prada in pura pelle. Ilarità generale in via del Corso a Roma.
- Acquisti vari di tartarughe e ratti in vari negozi…per salvarli!
Anche questa notizia è effimera, comparirà e scomparirà, come il soggetto qui rappresentato.
Ancora una volta: NO AI VIVISETTORI! Per saperne di più, metti sul motore di ricerca “Nome Cognome” del personaggio in questione, e vedi da chi è pagato.
Riportiamo una notizia lanciata dalla Reuters. (Leggere il nostro commento finale n.d.r.)
CANBERRA (Reuters) - Un pescatore ubriaco ha catturato con le sue mani uno squalo di 1,3 metri e lo ha trascinato sul molo di una piccola località sud occidentale dell'Australia, tutto questo in cambio di qualche graffio sui pantaloni, hanno riportato oggi i media locali.
Si chiama Philip Kerkhof e ha 41 anni l'uomo che lunedì ha cacciato a mani nude uno squalo che stava mangiando le sue esche per calamari vicino al molo della piccola località marina di Louth Bay nella parte meridionale dell'Australia.
"Mi sono appostato dietro di lui, ho atteso il momento giusto e alla fine l'ho afferrato e non l'ho mollato più", ha detto Kerkhof alla televisione australiana . La zona di Louth bay, vicino all'estremità meridionale della penisola australiana dell'Eyre, è nota per gli squali che la popolano, tanto che alcune scene del film "Lo squalo" del 1975 sono state girate proprio là.
Kerkhof, che ha ammesso di aver bevuto "un po' troppa vodka" prima di andare a pescare, ha detto di aver realizzato di aver rischiato la vita solo il giorno dopo.
"Non è qualcosa che consiglierei di fare", ha detto. "Quando mi sono ripreso dalla sbronza ci ho pensato e mi son detto '...sono un idiota' ".
Se lo dice da solo...
Per chi legge l'inglese un articolo sulla Cina.
444 gatti sono stati salvati da un mercato dove sarebbero stati uccisi e scuoiati, probabilmente per carne e pelliccia. 100 attivisti sono entrati nel mercato e si sono scontrate con la polizia. Il Comune ha deciso di salvare i gatti per evitare altri casini! Al link in fondo c'è anche una foto.
Animal lovers win extra life for 400 Chinese cats Jonathan Watts in Beijing Monday February 12, 2007 Guardian Unlimited Some of the 400 cats that were rescued from a market in Tianjin Some of the 400 cats that were rescued from a market in Tianjin. Photograph: China Photos/Getty Images China's nascent animal rights movement claimed a rare and bloody victory today after rescuing more than 400 cats that were about to be slaughtered for their fur and meat. The felines were saved from a market in Tianjin after a standoff last week between 100 pet lovers and police that left one protester hospitalised. Until recent years, respect for animal rights was almost non-existent in China, where dogs, cats, birds, lizards and turtles are often displayed in cramped market cages, before being slaughtered - sometimes by being beaten to death. But the country's rising affluence has brought with it a pet-pampering middle class, many of whom think of dogs as man's best friend rather than a popular item on a restaurant menu. Activists are becoming bolder, posting video footage of cruel treatment on Youtube and staging protests. Last November, 500 pet lovers in Beijing staged a noisy demonstration against a police cull of dogs and new limits on pet ownership - both introduced to halt the spread of rabies. In the latest confrontation, 100 supporters of the "Love Kitty" group in Tianjin surrounded a market, where cats and dogs were being slaughtered. Many of the protesters were local people who had lost their pets and suspected the animals had been abducted by furriers. The police refused to support the animal protection group because there is no law in China against killing cats and dogs, and all the animal traders were licensed. Lu Di, director of the Small Animal Protection Association, described the confrontation that followed: "The demonstrators were afraid that the killings were continuing behind the closed doors so they made their way inside. They found cats crammed inside tiny wire cages about 10 cm high. About 80 police officers arrived and there were scuffles. One man suffered a head injury and is still in hospital." To avoid further clashes, the Hebei provincial government allowed the cats to be taken to Lu's shelter in Beijing. But it has been difficult for her small, non-profit organisation to cope with so many maltreated animals. Of the 444 cats that were initially saved, 19 have died. "We don't have enough money, food or medical care so we are calling for help," said Lu. Her fellow volunteers want the government to take steps to prevent a recurrence. "In China, there is no law to protect animals," said the association's vice-director Zhang Dan. "This is unacceptable. Even poor countries in Africa have such laws. We are petitioning the National People's Congress to make new legislation." Attitudes to other animals may also need to change. Less than a week before the start of the Chinese Year of the Pig, the local media reported the maltreatment of hundreds of swine that were not allowed to be tended because of a lease dispute. "Most pigs were so hungry and thirsty that they were not even able to stand and only huddled together, with some piglets lying lifeless," the Yangcheng Evening News said. Fonte: guardian
Promiseland.it intervista i fondatori di Campagneperglianimali.org, un innovativo progetto di comunicazione etica. (da Promiseland) "Come network di Promiseland.it abbiamo scelto di supportare tutto l’operato di Campagneperglianimali.org che è caratterizzato dall’essere un innovativo progetto di comunicazione etica finalizzato alla diffusione di una maggiore consapevolezza in tema di convivenza nonviolenta con il mondo animale. Certi di rendere un servizio utile ed interessante a tutti i nostri visitatori abbiamo posto alcune domande proprio a chi tale progetto, l’ha ideato e supportato fin dall’inizio..." [prosegui la lettura su promiseland]
Nota di redazione. Segnaliamo che sul nostro FORUM di VV, gli amici di ca hanno inserito un interessante avviso relativo alla nuova campagna per il 2007 di Campagne per gli Animali: vi preghiamo di leggerlo.
Paul McCartney, durante il tour in Norvegia, ha messo al bando la carne anche nell'alimentazione della sua troupe. Non tutti pero' sembrano felici della decisione presa dall'ex Beatles. Uno dei collaboratori di Oslo pare abbia dichiarato: "Roba da impazzire. Dobbiamo lavorare dalle otto di mattina alle otto di sera ogni giorno, e non ci viene dato da mangiare nient'altro che insalate e cibo vegetariano. Non posso vivere senza carne se faccio questo tipo di lavoro, e domani sfidero' il divieto portandomi un pranzo a sacco con carne". La notizia e' stata confermata dal portavoce degli organizzatori del concerto: "Non possiamo controllare quello che fanno nel loro tempo libero. Ma finche' si trovano all' interno dell'area dello stadio e' giusto che rispettino il divieto di mangiare la carne".
McCartney, vegetariano convinto, ha anche ordinato alla sua troupe di non indossare cinture e scarpe di cuoio.
(fonte: www.greenplanet.net)
A metà tra lo squallore più nero e il non-sense modello Helzapoppin, ecco un commovente ritratto degli allevatori di visoni, onesti padri di famiglia e integerrimi cittadini che si immolano sull'altare di "una vita piena di sacrifici" per assicurare all'animale "il massimo del benessere", consapevoli che si tratta di un "patrimonio di tutta l'umanità".
http://www.aiav.it/visone/allevamento.asp
Parimenti istruttivo è il seguente link, con l'incantevole e fiabesca descrizione del visone che "si addormenta senza svegliarsi più".
http://www.aiav.it/visone/exitus.asp
“LA CACCIA E’ UNA FORMA SECONDARIA DI MALATTIA MENTALE UMANA “ (Theodor Heuss)
(tratto dal sito www.no-alla-caccia.org)
I cacciatori non uccidono sparando soltanto a milioni di animali selvatici innocenti ogni anno ma anche a centinaia di migliaia di gatti domestici e a migliaia di cani che capitano sulla loro strada e, a volte, persino al loro collega di caccia o a un passante.
Una parte della popolazione sorprendentemente grande, e per di più in crescita, è critica di fronte all’uccisione degli animali selvatici e chiede addirittura di porre fine alla caccia. I sondaggi degli ultimi 3 anni parlano del 70-80 % degli italiani.
Non c’è da meravigliarsi: gli animali selvatici nei boschi e nei campi vengono perseguitati praticamente durante tutto l’anno. Ogni anno, più di 150 milioni di uccelli e milioni di altri animali vengono colpiti e uccisi con pallottole, bastoni e presi in trappole da 800.000 cacciatori (= 1 % della popolazione)…In molti casi si tratta di una morte estremamente atroce: i cacciatori onesti ammettono che all’incirca la metà degli animali non muore subito. Caprioli e cinghiali feriti fuggono in preda a grandi dolori, con gli intestini che fuoriescono o con le ossa frantumate fino a quando, ore o giorni più tardi, il cane da caccia trova le tracce di sangue ….Le volpi vengono fatte uscire dalla tana con il fumo oppure spinte dal cane davanti al fucile del cacciatore, i volpacchiotti si uccidono a bastonate. Molti animali soffrono nelle trappole per ore e giorni pene strazianti fino a quando muoiono di sete oppure vengono bastonati a morte dal cacciatore.
I cacciatori cacciano, malgrado che ecologi e biologi moderni dimostrino che la natura e gli animali mantengono i loro equilibri attraverso meccanismi naturali di autocontrollo.
In certe regioni d’Europa dove non esiste la caccia non c’é sovrappopolazione e il bosco cresce.
Siccome sempre più persone comprendono che sono solo le scuse dei cacciatori che parlano della necessità di dover “regolarizzare” la selvaggina con il fucile, anche i cacciatori, nelle loro riviste di caccia, lo ammettono apertamente: " la vera motivazione sono la gioia di catturare la preda”, “il piacere di uccidere”, e un apparentemente innato “istinto alla caccia “.
In Italia ogni metro quadro del paese si trova soggetto al diritto di caccia. L’uomo ha tolto agli animali gran parte del loro spazio vitale. Se ora un animale cerca cibo su un campo, è naturale per il coltivatore di chiamare subito il cacciatore e di chiedergli di sparare all’intruso che si trova nella sua proprietà con il risultato di avere un intruso molto più dannoso. (18.000 tonnellate di piombo in un anno vengono disperse nell'ambiente, solo in Italia)
L’uomo ha tolto lo spazio vitale agli animali.
Gli uomini hanno suddiviso tra di loro la terra in proprietà e contestano agli animali che si vengono a trovare sulle loro terre persino il loro diritto di vita, provvedendo a farli uccidere.
Chi è che sconvolge l’equilibrio della natura e della terra? Non sono gli animali, è l’uomo! E se l’uomo crede di dover intervenire nell’equilibrio della natura, come fa per giustificare la caccia, allora provoca ancora più caos, ancora più sofferenza e morte. Già il prof. Dr. Theodor Heuss, il primo presidente della Repubblica Federale della Germania, ha descritto la caccia in modo univoco, e nessuno lo ha mai denunciato per questo.
Theodor Heuss: “La caccia è soltanto un vile giro di parole con il quale si vuol definire un assassinio particolarmente vile perpetrato nei confronti di un essere nostro compagno della creazione, che non ha la minima possibilità di salvarsi. La caccia è una forma secondaria di malattia mentale umana.
Secondo ciò che Paul Parin, neurologo, pluripremiato psicoanalista e lui stesso cacciatore, scrive nel suo ultimo libro “La passione del cacciatore”, nella caccia si tratta di “sesso e crimine”. “La vera caccia non può esistere senza uccisione premeditata. Chi ha la passione della caccia, vuole uccidere. Caccia senza assassinio è un concetto che si annulla da sé (una contraddizione).”
Poter sparare regolarmente e legalmente abbassa la barriera psicologica di poter un giorno sparare forse anche alle persone.
L'azione dei volontari è stata compiuta nella zona del Basso Slucis.
Servivano per la cattura di tordi e pettirossi. Individuate e rimosse anche 91 reti lunghe 400 metri.
Operazione Lipu anti-uccellagione CAGLIARI - Oltre 14 mila trappole usate per la cattura di tordi e pettirossi e 91 reti lunghe 400 metri sono state rimosse in cinque giorni nel Basso Sulcis, in Sardegna. È il bilancio della nuova azione anti bracconaggio condotta dai volontari della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) per combattere il fenomeno dell'uccellagione. I volontari dell'associazione erano intervenuti nella stessa zona il mese scorso e avevano rimosso circa 10 mila trappole. Per arginare il grave fenomeno, la Lipu chiede l'intervento del nucleo operativo antibracconaggio del Corpo forestale dello stato sottolineando - è scritto in una nota - l'assenza dei corpi di polizia locali nella repressione del fenomeno.
19 gennaio 2007 (corriere della sera)
(ANSA) - BARCELLONA, 22 GEN - Attivisti animalisti hanno inscenato oggi a Barcellona una insolita protesta contro l'uccisione degli animali da pelliccia. Si sono dati appuntamento questa mattina davanti all' Exibition Center della città catalana dove si teneva l'annuale fiera 'Spagna-pelle' (dal 21 al 25 gennaio) in cui 102 espositori presentano i loro prodotti: abiti in pelle e pellicce. Gli animalisti, a un certo punto, si sono spogliati a decine e si sono sdraiati, completamente nudi, sulla scalinata d'accesso al palazzo d'esposizioni. Alcuni di loro avevano dei cartelli con scritto, in spagnolo e in inglese, "quante vite per per un abito?".
Il camion che trasportava questa mucca fu scaricato al Walton Stockyards nel Kentucky una mattina di un giorno di settembre. Dopo che gli altri animali furono fatti scendere dal camion, lei era rimasta indietro, incapace di muoversi. I lavoratori del mattatoio le applicarono come d'abitudine il pungolo elettrico sulle orecchie per spronarla ad uscire dal camion, poi la picchiarono e le tirarono calci sul muso, nelle costole, sulla schiena, ma lei non si mosse. Allora le strinsero una corda attorno al suo collo, legarono l'altro capo ad un bastone piantato nel terreno, e fecero avanzare il camion. La mucca fu trascinata sul pavimento del camion e cadde a terra, rompendosi entrambe le zampe posteriori ed il bacino. Rimase lì fino alle sette e mezza del pomeriggio. Per le prime tre ore, rimase lì, urlando sotto il sole cocente. Ogni tanto, dopo aver urinato o defecato, si trascinava con le zampe anteriori sul sentiero di ghiaia per spostarsi in un posto pulito. Provò anche a spostarsi verso una zona ombreggiata, ma non riuscì ad arrivare così lontano. Dopotutto, poteva muoversi solo per una decina di metri. Gli operai del mattatoio non le diedero bere, e l'unica acqua che la mucca ricevette le fu data da Jessie Pierce, un'attivista locale. Era arrivata verso mezzogiorno, dopo essere stata avvisata da una testimone che aveva assistito all'accaduto. Dato che i lavoratori non si dimostrarono disposti a collaborare con lei, chiamò la polizia della contea di Kenton. Il poliziotto che arrivò era stato avvisato dai suoi superiori di non fare nulla; se ne andò verso l'una del pomeriggio. Un operaio del mattatoio avvisò l'attivista che aveva ricevuto dalla compagnia di assicurazioni l'autorizzazione per abbattere la mucca, ma che non l'avrebbe fatto finché lei non se ne fosse andata. Jessie era dubbiosa sul fatto che l'operaio avrebbe mantenuto la parola, ma se ne andò verso le 15. Quando tornò, verso le 16:30, trovò il mattatoio deserto. Tre cani stavano attaccando la mucca, che era ancora viva. Aveva subito numerose ferite, e l'acqua da bere le era stata portata via. Jessie contattò allora la polizia di stato. Quattro ufficiali arrivarono alle 17:30. L'agente Jan Wuchner avrebbe voluto sparare alla mucca, ma gli fu detto che sarebbe arrivato un veterinario ad ucciderla. I due veterinari dello stabilimento si rifiutarono di praticarle l'eutanasia; dissero che per preservare il valore della carne, la mucca non avrebbe dovuto essere uccisa. Un macellaio finalmente arrivò alle 19:30 e sparò alla mucca. Il suo corpo fu venduto per 307 dollari. Quando un operaio del macello fu intervistato da un reporter del Kentucky Post, disse: "Non le abbiamo fatto nulla, dannazione!", e definì le attenzioni rivolte alla mucca dagli altri operai e dalla polizia come "stronzate". Rise durante tutta l'intervista, dicendo che non c'era nulla di male nel modo in cui la mucca era stata trattata. Ogni anno, milioni di polli, tacchini, maiali e mucche arrivano nello stabilimento o già morti oppure troppo malati o feriti per camminare. Questo non è un caso isolato. È molto comune che arrivino animali in questo stato, tanto che è esiste un termine ben preciso per definirli, "downer", cioè animali feriti, che non sono in grado di alzarsi e camminare (NdT in italiano si possono definire animali "a terra"). Secondo le statistiche rese disponibili dalla stessa industria della carne, ogni anno milioni di polli, tacchini, maiali e mucche arrivano nei macelli o morti o troppo malati o troppo feriti per camminare. Gli animali spesso si azzoppano o si ammalano dopo una vita di sfruttamento negli allevamenti intensivi, e dopo un viaggio in condizioni disumane verso il mattatoio, viaggio che spesso avviene in qualsiasi condizione climatica e senza cibo né acqua. Gli allevamenti non forniscono cure mediche individuali o eutanasia agli animali malati: è molto più economico lasciar soffrire, ed infine morire, gli animali. La sofferenza causata dai metodi di allevamento, che hanno lo scopo di contenere i costi della carne, delle uova e dei latticini, è enorme. L'industria delle uova, per esempio, confina tra cinque ed undici galline in piccole gabbie in batteria, senza curarsi del fatto che le condizioni di affollamento causano malattie e morte a molti dei volatili. L'esperto di industria aviaria Bernard Rolling riassume il semplice e freddo ragionamento degli operatori di queste industrie con la frase "i polli sono economici, le gabbie costose". Fonte: GoVeg.com, "Downed Cow: This Story Will Change Your Life" http://www.goveg.com/downedcow.asp
Fonte: AgireOra.
Sostegno. Articolo de L'Espresso: Rivoluzione vegetariana
Sul numero de L'Espresso in edicola questa settimana (n. 3 - 25 gennaio 2007, n.d.r.), a pagina 38 compare un bell'articolo di Jeremy Rifkin intitolato "Rivoluzione vegetariana".
L'articolo affronta la questione dell'impatto sull'ambiente delle nostre scelte alimentari, anche rifacendosi al recente report della FAO che mostrava gli enormi danni all'ambiente causati dagli allevamenti. (Riguardo al report della FAO potete trovare qui un articolo: http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=86).
E' un gran bell'articolo, anche perche' e' stato scritto da Rifkin, e L'Espresso si e' limitato a tradurlo e pubblicarlo cosi' come sta, ed e' quindi imprtante che sia stato pubblicato tra gli altri articoli che parlavano dell'impatto sull'ambiente causato dal nostro modo di vivere, perche' spesso questo aspetto (quello dell'alimentazione) viene trascurato, mentre e' uno dei piu' importanti, che ha conseguenze piu' pesanti di molti altri piu' conosciuti, ed e' ovviamente un motivo in piu' per far capire l'opportunita' della scelta vegetariana.
L'articolo termina cosi': "Le implicazioni del rapporto della Fao sono chiare. Stabilito che l'allevamento di bestiame e' responsabile dell'effetto serra assai piu' dei trasporti, perche' allora i mass media e i governi non lanciano campagne per ridurre il nostro superconsumo di carne come gia' si sta cercando di ridurre la nostra tendenza all'uso di automobili che sperperano benzina?"
Nell'articolo non viene affrontato solo il problema dell'effetto serra, ma anche gli altri tipi di impatto sull'ambiente. E' opportuno scrivere al direttore della rivista per esprimere il nostro apprezzamento per la pubblicazione di questo articolo, bastano anche poche righe, basta che siano parole vostre.
Scriviamo a: letterealdirettore@espressoedit.it
Grazie a tutti.
Marina Berati