RIFUGIO Vieni? Sostienici!
sabato 12 ottobre 2024   # Utenti online n.1377 #

Mappa Vegana Italiana
Mappa Vegana Italiana: clicca e iscriviti
Le nostre NEWS
Per sezione:
Per mese:
india
Ultimi 15 commenti:
la «valle incantata»
gatto
la flora y la luna
Sondaggi
Vaccinare un animale "domestico": è necessario?
 Sempre, bisogna pensare all'individuo di cui ci prendiamo cura
 Solo per i cuccioli, sono troppo deboli e senza intervento esterno rischiano di morire. Da adulti se la cavano
 Mai, i vaccini sono testati su molti altri animali e per salvarne uno se ne condannano molti altri
 No, non servono anche perchè la natura deve fare il suo corso
 Non so, non escludo la vaccinazione ma valuto di volta in volta

Visualizza i risultati  o
 
NO all'inceneritore di Albano
Pubblicato da mukawama il 12/09/2009 alle 15:47:59, in Notizie sparse, letto 1883 volte
Notizie
di Enrico Cardinali dal sito http://www.ternimagazine.it inc Terni

E’ stato fissato per il 21 dicembre prossimo l’inizio dell’udienza preliminare davanti al gup di Terni a carico di 23 indagati per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio al termine dell’inchiesta, aperta nell’autunno 2006 dal magistrato Elisabetta Massini, in merito al funzionamento dell’inceneritore dell’Asm, Azienda municipalizzata, e alle condizioni di lavoro dei dipendenti. Nell’indagine sono stati ipotizzati a vario titolo anche reati quali disastro ambientale. L’udienza preliminare si terrà davanti al gup di Terni Pieluigi Panariello. Tra gli indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio anche l’ex sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, l’ex presidente della municipalizzata, Giacomo Porrazzini, e i componenti dell’ex consiglio di amministrazione, ma anche dirigenti della Provincia di Terni, tecnici di laboratorio e imprenditori privati. Tra le parti lese oltre ai lavoratori figurano anche lo stesso Comune di Terni, il ministero dell’Ambiente e l’Erario. Le indagini cominciarono a metà gennaio 2007 prendendo le mosse da un esposto dei lavoratori relativo al rispetto della legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, denunciando come fossero costretti a convivere da anni con polveri cancerogene, e dall’infaticabile passione civile di Giovanni Raggi, presidente provinciale dell’Unmil, l’unione nazionale mutilati invalidi del lavoro, che presentò alla procura della repubblica una dettagliata denuncia, con tanto di documentazione medica, sul caso di persone che lavorando nell’impianto di Maratta si erano ammalate di cancro. Nei mesi successivi ripetuti blitz del Corpo forestale portarono all’acquisizione di oltre duemila pagine di documenti e alla formulazione di gravi ipotesi di reato da parte del magistrato inquirente Elisabetta Massini. Sono 35 i reati ipotizzati (non tutti per le stesse persone) e l’ultimo parla di omicidio colposo, dopo la morte per un tumore al polmone di un operaio dell’impianto di Maratta. Ma c’è anche disastro ambientale, avvelenamento, truffa ai danni dello Stato e falsificazioni dei registri dei danni sull’inquinamento. Più lo scarico nel Nera di acque reflue piene di metalli pesanti, avvelenando le falde relative ai pozzi di emungimento dell’acquedotto di Terni, Narni e Acquasparta. Il sindaco uscente Paolo Raffaelli è coinvolto per essere il “proprietario” dell’Asm (azienda a capitale pubblico) e per essere la massima autorità sanitaria della città. Il reato più grave tra quelli ipotizzati nei confronti del sindaco e dei vertici dell’Asm (dal presidente Giacomo Porrazzini al direttore generale Moreno Onori, all’amministratore delegato Stefano Tirinzi, oggi presidente) riguarda la violazione dell’articolo 434 "per avere, agendo in concorso tra loro, con più azioni in esecuzione del medesimo disegno criminoso, immettendo inquinanti anche pericolosi nell’aria (diossine e acido cloridrico) e nell’acqua (selenio, rame, piombo, mercurio ed altri materiali pesanti nel fiume Nera), commesso un fatto diretto a cagionare un disastro ambientale". Per truffa aggravata ai danni dello Stato sono indagati sempre il sindaco Raffaelli, il presidente ed il consiglio di amministrazione dell’Ast "per avere bruciato per otto anni con artifici consistiti nell'utilizzare per la combustione e la produzione di energia elettrica, anziché frazione secca (cdr), rifiuti contenenti sostanze organiche, non conformi all'autorizzazione e non idonei alla termovalorizzazione, con caratteristiche da provocare il disastro ambientale e procurando a sé un ingiusto profitto pari a circa tredici milioni di euro. Un fatto che ha provocato allo Stato un danno patrimoniale di elevata entità". Altro delicato capitolo riguarda la falsificazione dei dati sulle emissioni nell'atmosfera e nelle acque di scarico. Tecnici compiacenti della ditta privata Ecosil avrebbero diviso in molti casi perfino per dieci i referti analitici, che poi venivano trasmessi alla Provincia, i cui funzionari non effettuavano alcun controllo e prendevano per oro colato quanto riferito. Una falsificazione che permetteva all'Asm un notevole risparmio, ma a discapito di normative ben precise e della salute dei lavoratori e dei cittadini. L'accusa nei confronti di due funzionari della Provincia, Anna Rita Amadei (funzionario settore acque) e Giovanni Vaccari (dirigente settore ambiente) riguarda il "non aver attivato, con più omissioni in esecuzione del medesimo disegno criminoso, il procedimento di diffida a fronte delle reiterate violazioni da parte dell’Asm", mentre Paolo Grigioni (responsabile monitoraggio atmosferico), insieme allo stesso Vaccari, è accusato di "non aver provveduto alla revoca dell'autorizzazione all'impianto di termovalorizzazione né alla diffida, pur in presenza di reiterate violazioni alla prescrizione contenute nell'autorizzazione". Ma venivano falsificati anche i registri per smaltire rifiuti pericolosi. Per la Procura i laboratori di analisi nominati dall'Asm avrebbero consentito con analisi false lo smaltimento di rifiuti pericolosi e quelli da sottoporre a trattamento prima del trasferimento nella discarica di Valle, di proprietà dell'Ast, e in altre discariche, non autorizzate, consentendo così un notevole risparmio all'Asm nei costi di smaltimento, questo fino al 2007. Particolarmente interessante è il fatto che alla direzione dell'inceneritore di Maratta si siano susseguiti negli ultimi anni ben sei dirigenti (Latini, Ciaralla, Motzu, Monaco, Camiciola e l'ultimo in ordine di tempo, Carloni). Sostituiti soprattutto, secondo quanto emerso dalle indagini, perché non in sintonia con i vertici aziendali. Alcuni avrebbero chiesto all'azienda di mettere in atto misure adeguate per la sicurezza dei lavoratori, ma non sarebbero stati ascoltati, anzi allontanati. C'è anche il capitolo dei rifiuti sanitari. Per l'accusa ne venivano smaltiti abusivamente ingenti quantitativi senza autorizzazione, visto che a Terni potevano essere bruciati solo quelli umbri, ma arrivavano da tutta Italia. Sugli indagati pesano poi la morte di Giorgio Moretti, l'ex capo turno stroncato da un cancro al polmone, e le patologie tumorali che hanno colpito altri tre lavoratori dell'inceneritore. Si ipotizza dunque l'omicidio colposo. Per anni si sarebbe nascosta a tutti i dipendenti la pericolosità delle sostanze cui erano esposti. E per chi esprimeva preoccupazione c'era il mobbing. "Costrittività lavorative", emarginazione, ordini di servizio punitivi, demansionamenti avrebbero caratterizzato la vita quotidiana dei lavoratori che avrebbero fatto resistenza alle direttive. C'è stato anche il caso di lavoratori, oggetto di provvedimenti disciplinari annullati dall'ufficio del lavoro, trascinati dall'azienda in tribunale per ottenere la conferma del provvedimento dal giudice del lavoro. La propensione a umiliarli è proseguita anche dopo la chiusura dell'inceneritore. Rodolfo Staffieri, 65 anni, coordinatore elettrico strumentale dell'impianto di Maratta, che aveva rifiutato la nuova collocazione di spazzino, adducendo la propria professionalità e anzianità di servizio, ha ricevuto infatti immediatamente una lettera dell'azienda che gli comunicava "la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione". Per trentadue anni l'inceneritore ha ruminato e bruciato oltre il 50 per cento dei rifiuti urbani della città e dell'intera provincia producendo, sin quando è economicamente convenuto, energia elettrica (5 megawatt l'ora). Ma in uno scambio diabolico, a leggere le pagine con cui il pubblico ministero Elisabetta Massini avvisa gli indagati dello scempio di cui li ritiene responsabili, in cui il rispetto per la sicurezza e la salute dei lavoratori e di tutta la popolazione è stato sistematicamente trascurato.


----------------------------------------------------
PARTECIPA!!!

L'unico modo per fermare uno scempio ed un ingiustizia come la costruzione di un inceneritore nella zona di Roncigliano (Albano) è quello di mobilitarsi tutti e tutte, unitamente ed in maniera coordinata. C'è bisogno anche della tua partecipazione !!!

Non delegare agli altri le decisioni, decidi direttamente del tuo futuro !!!

 

Le riunioni del coordinamento contro l' inceneritore

La riunione del coordinamento è ogni martedì sera alle 21.30 a via indipendenza 23 ad Ariccia. Vieni e partecipa!

Altri modi di partecipazione

Se non hai tempo e modo per partecipare alle riunioni ogni martedì, puoi dare una mano al coordinamento in altre forme. Per esempio ti puoi rendere disponibile per andare a fare volantinaggi, attacchinaggi di manifesti per pubblicizzare eventi oppure puoi partecipare ad iniziative pubbliche che vengono organizzate dando il tuo contributo. Spesso anche un aiuto saltuario diventa fondamentale. Se vuoi dare la tua disponibilità a questo tipo di attività scrivi e mettiti in contatto con il coordinamento coordinamento Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. .

La mailing list del coordinamento

Se vuoi partecipare in maniera attiva anche tramite l'utilizzo della rete internet, puoi mandare una mail per iscriverti alla mailing list del coordinamento a rifiuti-albano@googlegroups.com rifiuti-albano@googlegroups.com

 
Nessun commento trovato.

Testo (max 5000 caratteri)
Nome
e-Mail / Link
 
no spam! Inserite le 4 cifre che trovate qui a sinistra nell'immagine (procedura antispam)
 
Disclaimer
Le eventuali discussioni degli utenti sono soggette alle regole della Netiquette.
I gestori del blog si riservano il diritto di rimuovere i messaggi non ritenuti idonei alle finalità del sito, senza tuttavia assumersi alcun obbligo di verifica in merito.
Unici responsabili della veridicità e correttezza dei dati inviati nonché delle opinioni espresse sono esclusivamente gli autori dei messaggi.
La Fondazione ValleVegan non può in nessun caso essere ritenuta responsabile di ciò che viene pubblicato da estranei.
Cerca per parola chiave
vita beata: click per l'immagine ingrandita
GEAPRESS:
Can not load XML: Required white space was missing. Error has occured while trying to process http://www.geapress.org/feed
Please contact web-master
buffalo Laverabestia.org - Animal Video Community La guida prodotta dal sito www.tutelafauna.it: tutte le specie di uccelli, i loro habitat...
News AL da informa-azione:
Error has occured while trying to process http://www.informa-azione.info/node/42/feed
Please contact web-master
nebbia a ValleVegan: click per l'immagine ingrandita
Siti amici

Comune di Rocca S.Stefano (RM), località Maranese, n.1   CAP 00030
tel 329/4955244   e-mail attivismo@vallevegan.org
www.vallevegan.org © 2006. On line dal 1° ottobre 2006. Sito pubblicato su server Aruba.it - Internet service provider. Technorail Srl Piazza Garibaldi 8 - 52010 Soci (AR). Autorizzazione min. Comunicazioni n° 473. Gli scritti presenti sul sito non sono pubblicati con cadenza periodica (si vedano le date pubblicate sui singoli articoli).
powered by dBlog CMS ® Open Source