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Dall'AssociazioneCaniliLazioonlus.
Sono passati 40 giorni dal sequestro delle strutture di Giuliano di Roma e di Sgurgola, seguito all’ispezione del NIRDA (Nucleo Investigativo Reati in Danno agli Animali del Corpo Forestale dello Stato) su ordine della Procura di Frosinone, e – com’era prevedibile - si registra un calo vertiginoso delle morti. Sono solo quattro, infatti, i cani deceduti complessivamente in entrambe le strutture, di cui due per patologie tumorali in fase terminale e un cucciolo nato il 15 novembre da una mamma talmente magra da non lasciar sospettare lo stato di gravidanza. Un unico decesso per aggressione si è verificato lo stesso giorno ed in assenza dei volontari. Le motivazioni del brusco calo della mortalità sono presto spiegabili: dal giorno successivo al sequestro, estromessi alcuni noti personaggi dai canili e tolta la gestione sanitaria alla Asl veterinaria di Frosinone, i volontari hanno cominciato un’opera instancabile volta non solo alla schedatura dei cani, ma soprattutto all’individuazione dei soggetti più deboli e bisognosi di cure e all’adeguata alimentazione di tutti i cani presenti nei box. Semplicemente cambiando il metodo di somministrazione del cibo - che prima veniva gettato in terra senza alcuna attenzione ai soggetti che riuscivano ad alimentarsi ed ora viene invece versato in ciotole controllando che tutti i cani accedano alla giusta razione giornaliera - si è ottenuto un evidente miglioramento del benessere fisico e un calo sensibile del livello di aggressività.
E’ scesa in campo una vera e propria task force di volontari garantiti non solo dalla nostra Associazione, ma dalla Fondazione Vallevegan che ha organizzato i turni coinvolgendo anche membri di Legambiente, della Sezione Enpa di Frosinone e dell’Associazione Volontari Canili di Porta Portese. Continui ed incisivi gli appelli della LAV che mantengono alta l’attenzione nazionale sul caso “Giuliano di Roma” che - lo ricordiamo - è stato definito il canile con il record delle morti in Italia dal noto articolo di Panorama del marzo 2005. I legali della LAV seguiranno attentamente tutte le fasi dell’indagine.
La nostra Associazione, oltre a prelevare e ricoverare in clinica i casi più urgenti (nelle foto, Sandokan, ricoverato per un’importante ferita da morso), ha favorito l’adozione di oltre 50 cani, provenienti soprattutto dal canile di Giuliano di Roma, facendo in modo che i box più sovraffollati e più a rischio si decongestionassero almeno in parte. Si segnala in questo senso l’impegno di associazioni nazionali quali la sezione Enpa di Finale Ligure, il canile di Trento, volontari di Prato che hanno accolto immediatamente alcuni cani, molti dei quali hanno già trovato casa.
Ma l’emergenza non è finita e lo sforzo fatto finora potrebbe essere vanificato dalla totale mancanza di collaborazione dei Comuni che – malgrado l’impegno e la sensibilità dimostrata dal Custode Giudiziario nonché Sindaco di Sgurgola dott.ssa Luciana Perfetti che ha cercato di sensibilizzarli coinvolgendoli in una conferenza di servizi e spiegando loro la situazione - rifiutano di pagare il mantenimento di oltre 700 animali!
Una gestione milionaria invece quella della Cooperativa Percorso Sicuro a cui venivano garantite le rette di mantenimento - malgrado l’incredibile tasso di mortalità - e casse assolutamente vuote ora che i cani non muoiono più. Impossibile per il momento, quindi, l’assunzione di personale esperto e qualificato, mentre le cure sanitarie necessarie agli animali vengono fornite grazie ai contributi dei volontari, di tanti sostenitori e alle prestazioni veterinarie garantite gratuitamente da veterinari liberi professionisti.
In questo quadro registriamo un paradosso: la Direzione Generale della Asl di Frosinone ha chiesto formalmente alla Procura e al Custode Giudiziario di poter rientrare a svolgere funzioni di gestione sanitaria dei canili, con estromissione dei veterinari liberi professionisti. I risultati della gestione Asl degli anni passati sono testimoniati dagli oltre 5.000 cani morti in meno di 10 anni, dalle condizioni fisiche e psicologiche dei cani al momento del sequestro, dalle migliaia di firme raccolte nei mesi scorsi dalla nostra Associazione contro comportamenti dei veterinari addetti al canile che causavano la morte diretta di centinaia di animali.
Tutti ci aspettavamo dalla Direzione Sanitaria le scuse e l’apertura quantomeno di un’indagine interna.