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VIETATI ALLA CACCIA 14 VALICHI MONTANI
COMUNICATO STAMPA
Milano - Brescia 9 luglio 2007
Con una importantissima decisione il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia ha accolto un ricorso presentato dalla Lega per l'Abolizione della Caccia contro l'Amministrazione Provinciale di Brescia per ottenere l'annullamento del silenzio creatosi dopo che l'associazione aveva richiesto l'inserimento di alcuni valichi montani tra le zone vietate alla caccia (in poche parole, la Provincia non aveva risposto adeguatamente).
La LAC aveva infatti rilevato che le zone protette dalla Provincia non corrispondevano a quelle piu' importanti per i flussi migratori, che devono essere tutelate secondo il dettame della legge nazionale sulla caccia e della Direttiva comunitaria sulla protezione degli uccelli selvatici.
Gli ambientalisti, difesi dagli Avvocati Claudio Linzola del Foro di Milano e Luisella Savoldi del Foro di Brescia, hanno convinto i giudici che le norme a difesa della fauna e dell'ambiente possono e devono essere interpretate in modo dinamico, e adattate alle situazioni che si creano
dopo l'emergere di nuovi dati scientfici.
In questo caso, dichiara Graziella Zavalloni, delegata regionale LAC, il TAR ha riconosciuto la titolarita' della LAC, in quanto associazione riconosciuta dal Governo e portatrice di interessi diffusi, a proporre
la revisione delle zone di particolare importanza per le rotte migratorie
alla luce di dati e studi recenti e adeguatamente prodotti.
La Provincia invece si e' celata dietro retrive considerazioni
legali, spazzate via dal Tribunale, sull'impossiblita' a rivedere norme
ormai codificate, e dichiarazioni "svianti" come la preoccupazione
di una eccessiva riduzione delle zone di caccia in montagna, il che non e'
certo nell'interesse generale, ma solo in quello della particolare
minoranza, i cacciatori, a cui l'assessorato Caccia locale si rivolge
preferibilmente, in un'ottica clientelare e demagogica.
Invece, recita la sentenza: "Sulla base degli elementi forniti
dalla LAC la Provincia era tenuta a iniziare il procedimento di revisione del piano
faunistico venatorio provinciale. Questo atteggiamento negativo deve
essere qualificato come silenzio rispetto a un'istanza qualificata e
dunque appare corretta la proposizione di un ricorso".
Di conseguenza, il TAR ha dato alla Provincia un mese di tempo per
iniziare un itinerario normativo che dovra' comunque concludersi entro
l'inizio della stagione di caccia (16 settembre) con la inequivoca messa al bando
dell'attivita' venatoria dalle zone montane particolarmente
interessate dai flussi migratori.
La sentenza puo' essere richiesta alla
LAC - Via Solari 40
20144 Milano
tel. 0247711806
www.abolizionecaccia.it