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Zoo di Basilea, soppressi due leoncini.
Uccisi due dei quattro cuccioli di leone nati da 43 giorni fa. La direzione: «Non c'è abbastanza spazio»
MILANO: non avevano nè virus nè malformazioni. Erano bellissimi, sembravano peluche. Ma per loro non c'era posto. Sabato lo zoo di Basilea ha annunciato di aver soppresso due dei quattro cuccioli di leone nati 42 giorni fa in quell'ambiente «in tutto simile a una savana », come scrive con orgoglio il sito zoobasel.ch. Il motivo: non c'era abbastanza spazio. Quel paradiso terrestre «a misura di leone» non poteva accogliere troppi nuovi ospiti. I due in eccesso, entrambi maschi, non sarebbero cresciuti «in condizioni naturali». E, appena diventati adulti, dicono gli esperti, avrebbero rischiato di morire brutalmente, uccisi dal capobranco. Così «sono morti dolcemente, senza soffrire». Non avevano nemmeno un nome. O almeno l'amministrazione dello zoo non l'ha comunicato, forse per non far affezionare troppo i visitatori.
Di certo l’11 giugno non si aspettavano così tanti cuccioli da un solo parto. È un fatto raro per una leonessa, almeno in un ambiente naturale. In cattività, invece, la fertilità delle leonesse sta crescendo in modo esponenziale: aumentano le gravidanze, e i parti plurigemellari sono sempre più frequenti. Per questo quando da Basilea hanno chiesto agli altri zoo se ci fosse posto per due cuccioli, si sono sentiti rispondere sempre di no: «Abbiamo lo stesso problema, non sappiamo dove mettere i nostri».
La gabbia dei leoni è uno dei fiori all’occhiello dello zoo svizzero.
Gli animali hanno spazio per correre, per socializzare, per accoppiarsi al riparo dallo sguardo dei visitatori. Anche se la privacy non è totale, visto che quello che succede nelle zone «private » è filmato da telecamere nascoste che trasmettono le immagini in diretta sugli schermi fuori dal recinto. Le ragioni della «terribile decisione di uccidere degli esemplari» è spiegata in un comunicato, anche questo sul sito dello zoo. È tutto un problema di Lebensraum, di «spazio vitale». In più, il comunicato aggiunge un dato statistico: «Anche nella savana i cuccioli di leone nei primi due anni di vita hanno una mortalità molto alta: attorno al 50 per cento».
Impossibile tenere tutti gli animali nello stesso spazio, costringendoli a vivere un po' più stretti. I leoni sono «poligini», in ogni branco c'è un solo maschio adulto. Nella savana, quando i cuccioli maschi diventano autosufficienti se ne vanno per la loro strada. Oppure uccidono il capobranco (o è lui a ucciderli), anche se è il loro stesso padre. Troppo difficile mandare i due cuccioli a crescere in Africa, dove peraltro la specie è in calo preoccupante: l'ambientamento sarebbe stato complesso, e l'operazione sarebbe costata molti soldi. Sbagliata — almeno per la filosofia dello zoo — anche la politica del controllo delle nascite: «L'istinto alla riproduzione non può essere deviato, sarebbe andare contro le leggi della natura». Qui però il problema diventa più complesso. «Non mi sembra che programmare a priori le nascite sia meno legittimo che sopprimere vite a posteriori — commenta l'etologo Danilo Mainardi —. In fondo, vale anche per la nostra specie».
Paolo Beltramin (Corriere della Sera)
23 luglio 2007
Liberazione palombelle ad Orvieto (maggio 07)
Messaggio anonimo ricevuto dalla rivista "La Nemesi":
Palombella libera - informazione in gabbia!
Clamorosa incompetenza giornalistica riguardo agli avvenimenti che hanno preceduto la tristemente nota festa della crudelta' sulla palombella di Orvieto.
Quest'anno nella notte del 24-05-07 il Fronte Liberazione Animale e' intervenuto con metodi illegali quanto efficaci a liberare e salvare alcune centinaia di palombelle dell'allevamento lager che ogni anno ne fornisce la vittima sacrificale.
La festa si e' svolta di conseguenza con minor clamore e palesemente sottotono vista anche la massiccia presenza di polizia e nessun giornale ha riportato la notizia dell'avvenuta liberazione.
Nonostante inutili leggi sul maltrattamento!
Nonostante crudeli tradizioni religiose!
Nonostante il silenzio di chi dovrebbe informare... le palombelle sono libere!
A.L.F.
Le informazioni qui riportate sono a solo scopo informativo e possono essere incomplete, non si intende incitare ne' azioni ne' comportamenti illegali.
CAMPO DI PROTEZIONE DEGLI UCCELLI MIGRATORI A CIPRO.
Autunno 2007
Nella primavera del 2006 nell’ambito della Rete Natura 2000 abbiamo proposto per Cipro l’istituzione di una zona di protezione intorno all’area di Capo Greco. Questa importante area di sosta per i migratori è da noi sorvegliata in primavera ed autunno, affinché gli uccelli di passo non vengano fatti oggetto di bracconaggio.
A Cipro ancora nel 2005 sono stati cacciati o bracconati più di 10 milioni di uccelli, nonostante dal 2002 l’Unione Europea faccia pressioni sul governo dell’isola perché una volta per tutte il bracconaggio venga eliminato.
E’ necessaria la nostra guardinga presenza, soprattutto nella zona di protezione proposta, perché le misure promesse dal Governo vengano mantenute. La popolazione dell’isola dà per scontato il bracconaggio e molti mangiano abitualmente gli uccelli; per questa ragione riusciamo a trovare ben pochi sostenitori delle nostre azioni fra i locali.
Con un gruppo di volontari svizzeri, italiani e tedeschi riusciamo invece a controllare che il divieto di caccia ai migratori venga rispettato nelle sovracitate aree anche per quest’anno.
Il governo cipriota riunisce squadre di guardia caccia ciprioti che sostengono il lavoro dei nostri gruppi; purtroppo queste guardie sono troppo poco attive e ci delegano una fin troppo grande parte del controllo del territorio. In ogni caso noi lavoriamo come isservatori. Ogni scontro, confronto o misura repressiva contro i bracconieri non fa parte delle nostre mansioni e viene lasciata alle guardie.
Ciononostante, la liberazione e cura degli uccelli è demandata a noi.
Durata del campo: 21 Settembre – 26 Ottobre 2007
PROGRAMMA DIARIO:
Sveglia presto. A letto circa alle 20-21 la sera.
Durante il giorno o di sera ricerca del vischio o di tracce di bracconaggio sul territorio.
I bracconieri cambiano spesso le loro tattiche a causa del divieto di caccia, che li rende a tutti gli effetti dei criminali. Di conseguenza anche noi dobbiamo adeguare i nostri tempi ai loro. Di notte un secondo gruppo di volontari esce per 2-3 ore alla ricerca dei richiami elettromagnetici.
Cibo ed alloggiamento sono messi a disposizione gratuitamente per i partecipanti.
Fare il bagno al mare e il birdwatching (portare i binocoli) saranno naturalmente un nostro piacere per i momenti di relax.
Una condizione fisica eccellente, maturità, senso di responsabilità e interesse per il mondo degli uccelli sono caldamente auspicati! La ricerca di siti di bracconaggi richiede giornalmente lunghe attese, spesso in aree pietrose o in zone impervie. I ritmi di marcia richiedono pertanto una condizione fisica buona e l’attitudine al trekking.
IL VOSTRO MATERIALE DI LAVORO
Un cellulare personale, che vi funzioni anche all’estero. Gli adattatori, macchine fotografiche e rullini si possono comprare in loco.
Uno zaino piccolo ed un cappello sono obbligatori. In più forbici, attrezzi personali, un coltellino, quaderno degli appunti e penna.
Gli stranieri normalmente non sono molto ben visti nell’area. Gli uccellatori comunque non sono armati. Mai in passato abbiamo subito incidenti o attacchi di qualsiasi tipo
ABITI
Costume da bagno e asciugsmsno (temperatura del mare 26 gradi), vestiti leggeri, una giacchetta a vento e dun maglioncino. In autunno può esserci sull’isola un vento fresco insistente.
Un cappello contro il sole, protezione solare, secondo la vostra sensibilità si possono trovare anche in loco.
I vestiti di lavoro sono pantaloni leggeri ma robusti ed una t-shirt scura (verde, marrone, blu, nera). Stesso colore anche la giacca. I vestiti chiari sono visibili da lontano e tradiscono la nostra presenza. Scarpe alte da trekking sono obbligatorie per camminare fra cespugli spinosi e terreni accidentati.
Il volo: destinazione Larnaca, arrivi giornalieri (4 ore dall’Italia). I partecipanti saranno ricevuti all’aereoporto in auto.
La moneta locale è la sterlina cipriota (CŁ). 1 CŁ è più o meno il doppio di un €.
Le carte di credito sono utilizzabili. Se dovete cambiare fatelo direttamente qui. E’ più conveniente.
Lingua franca: inglese
Prima di salire su un taxi stabilire il prezzo.
Sistemazione:
è in una casa affittata vicino al mare a Protaras/Connos bay, con stanze doppie. Sistemazione e spese sono tutte pagate. Il cuoco no: bisogna fare la spesa e cucinare. I negozi sono vicini alla casa
Durata minima richiesta ai partecipanti:
2 Settimane, è possibile prolungare. A chi si ferma almeno due settimane viene rimborsato il biglietto di viaggio.
Indirizzo a Cipro:
c/o Helen Panova
Protaras, Odos Pountou 21
Paralimni
Cipro
Tel 00357 23 833009
E-mail: flora.ch@gmx.net
Ulteriori informazioni:
Edith Loosli, Schorenstr 33, CH - 3645 Gwatt Tel 033/336 30 45
E-mail: flora.ch@gmx.net
E’DISPONIBILE LA VERSIONE IN INGLESE. PER PARTIRE DALL’ITALIA (DA ROMA) CI STIAMO ORGANIZZANDO SIA PER IL VIAGGIO INSIEME SIA PER EVENTUALI TRADUTTORI. CHI VOLESSE ADERIRE ME LO COMUNICASSE SU attivismo@vallevegan.org DANDOMI TUTTI I DATI.
Grazie,
Piero Liberati
FUR FREE, ovvero liberi dalle pellicce, una policy con la quale certe
aziende prendono le distanze da un capo di abbigliamento confezionato
con i lembi dei corpi di animali morti. Morti apposta per compiacere la
vanità di una moda assassina.
Una linea di condotta che gia' La Rinascente ha abbracciato nello scorso
mese di maggio, rendendo pubblico il cambio di politica aziendale in un
comunicato arrivato alla campagna AIP e poi attraverso la stampa.
Una politica che da adesso hanno adottato ufficialmente anche i grandi
magazzini UPIM, che hanno inviato un comunicato che potete leggere qui
sotto e che conferma quanto da loro preannunciato in giugno:
...............................................
POSIZIONE UFFICIALE DELL’AZIENDA
UPIM NON UTILIZZA PELLICCE DI ANIMALI
Milano, 18 luglio 2007 – UPIM nel 2006 ha dato mandato a tutti i propri
buyer di non utilizzare pellicce di animali di alcun tipo (siano esse di
coniglio, volpe, procione o altro). Una decisione che fa seguito al
cambiamento dei vertici aziendali e della compagine azionaria avvenuto
nel 2005.
Gli effetti di questa decisione strategica si concretizzano appieno nel
2007 con collezioni UPIM che utilizzano solo ed esclusivamente pellicce
ecologiche. Le uniche pelli di cui l’azienda continua a fare uso sono
pellami di vitello e maialino in alcune giacche.
Per ulteriori informazioni:
Stefania Lazzaroni
Ufficio Stampa UPIM
02 3313493
............................
Nota aggiuntiva della campagna AIP:
L’industria della pelle, indipendentemente che la si consideri collegata
o meno all’industria carnea, e' sostanzialmente diversa dall’industria
della pelliccia. L’unico comune denominatore e' nella sofferenza degli
animali.
Dopo questa dichiarazione UPIM rinuncia a vendere gli inserti che fino a
questo inverno erano esposti nei loro punti vendita, abbandona un mondo
fatto di gabbie piccolissime e schiavitu', di bastonate e scosse elettriche.
Un insieme di abomini che devono cessare per sempre. Non dimentichiamoci
mai quanto dolore e agonia provochi questo settore, uno dei tanti regni
dello sfruttamento animale.
Lottare contro di esso e' urgente e possibile, lo dimostra questa doppia
vittoria sul doppio obiettivo che la campagna AIP si era inizialmente
prefissata e che instaura in tutti noi entusiasmo e voglia di fare (e
che speriamo sproni chi legge e che ancora non si e' attivato a non
essere spettatore passivo e a cominciare ad aiutare gli animali).
UPIM in questi anni ha avuto a che fare con decine e decine di proteste
davanti ai suoi negozi in piu' di venti citta' diverse e anche agli
uffici direzionali, ha ricevuto migliaia di e-mail di protesta, continui
inviti al boicottaggio, per non parlare della fantasia che si e'
trasformata in un allucchettamento dentro una filiale o delle migliaia
di volantini distribuiti in tutta Italia.
Le campagne antipellicce funzionano e ottengono risultati tangibili,
diminuiscono le vendite e questo incide su tutto il settore, a
cominciare dagli allevatori e cacciatori che incrudeliranno su un numero
sempre minore di animali. E questo avviene in molti paesi: sono decine i
grandi magazzini stranieri o gli stilisti fur-free, tutti convinti a
suon di megafono e presidi.
Settembre sara' un mese importante per AIP, vogliamo continuare questo
percorso che, ci auguriamo, contribuira' ad estinguere per sempre questo
massacro.
Nuovi obiettivi conosceranno a breve la costanza e la passione che ci
spinge, perche' tanti altri animali necessitano di essere salvati.
Prendete parte alla lotta contro le pellicce!
CAMPAGNA AIP - Attacca l'Industria della Pelliccia
MBE 242/101, Via Muratori 55, 20135 Milano
Web: www.campagnaaip.net
Mail: info@campagnaaip.net
Fax: 02/36522062
Infoline: 340-6368139
Un'altra buona notizia!
CAFT (Coalition to Abolish the Fur Trade) ci informa di un'altra vittoria contro l'industria della pelliccia.
L'azienda americana di abbigliamento GUESS diventera' completamente fur-free dalla fine della prossima stagione autunno-inverno, ovvero da aprile 2008.
La comunicazione dell'azienda e' un altro grande traguardo degli attivisti che negli scorsi mesi hanno tenuto proteste internazionali davanti ai suoi punti vendita in Inghilterra, America, Olanda, Svezia, Irlanda, Canada, Russia e Italia. La scelta di GUESS segue quella di molti marchi che trainano la moda internazionale.
La campagna AIP ha preso parte alla campagna contro GUESS organizzando due giornate di protesta a distanza di un mese, in cui i negozi di Torino, Milano e Bologna e gli uffici europei di GUESS a Firenze hanno visto molti manifestanti davanti alle proprie porte.
Purtroppo GUESS continuera' a vendere prodotti con inserti in pelliccia anche questo inverno.
Fermare l'industria della pelliccia che ogni anno tortura ed uccide milioni di animali in nome del lusso e dell'apparenza e' possibile, e dobbiamo farlo.
GUESS to go fur free -
Formed in 1997, CAFT-UK has helped regenerate the grass-roots campaign against the fur trade in Britain.
Through investigations, education, campaigns and demonstrations we have exposed the horror of the fur trade and helped establish and continue anti-fur actions across Britain. We have filmed undercover in fur farms, lobbied for a ban on fur farming and persuaded dozens of shops to stop selling real fur.
We also work with anti-fur groups across the world. The fur industry is a global one so our fight against it should work on an international level too.
For those of you who haven’t yet decided which side of the ‘fence’ you are on we hope that the materials contained on this website will help you come to the right decision, and that you will join the millions of other caring people who realise there is no excuse for murdering millions of animals each year for vanity.
For those of you firmly opposed to the fur trade we hope this site will inspire you to get more active and join us in ending this sickening trade. Wherever you live in the world there is always something you can do. Under Links you will find links to other anti-fur groups around the world. To find your nearest Animal Rights group in the UK or elsewhere see http://www.veggies.org.uk
Please join us in the struggle on behalf of fur-bearing animals worldwide. Get actively involved, support us financially, and educate others.
Thank you for your support.
Gi animali che non morivano negli incontri venivano soffocati o annegati
Michael Vick, quarterback degli Atlanta Falcons, davanti al giudice: è accusato di avere organizzato combattimenti clandestini tra cani.
RICHMOND (Virginia, Usa) - E' una star del footballl americano, tra i più acclamati portacolori degli Atlanta Falcons. Michael Vick, uno dei quarterback più in vista della National Football League (Nfl), si sta ora giocando la carriera e la reputazione in un processo che lo vede alla sbarra come membro di un'associazione a delinquere dedita allo smercio di pitbull e all'organizzazione di combattimenti tra cani. In una sua villa, lo scorso 25 aprile, la polizia che aveva fatto irruzione alla ricerca di droga aveva rinvenuto 66 cani e attrezzatura specialistica utilizzata per l'addestramento alla lotta degli animali, come catene, collari, bastoni e divaricatori per aprire forzatamente la bocca degli animali.
LE ACCUSE - Le accuse di cui deve rispondere assieme ad altre tre persone sono molto gravi. E oltre alla decisione del tribunale di Richmond, in Virginia, c'è attesa per i provvedimenti che saranno adottati dalla stessa Nfl e dalla sua società. Il patron dei Falcons, Arthur Blank, ha fatto sapere che il club era pronto a comminare al suo atleta quattro turni di sospensione, la massima penalità che un team può disporre nei confronti di un proprio tesserato. Ma la stessa Nfl avrebbe chiesto alla società di prendere tempo, in attesa delle decisioni della corte. Ora che il processo è stato definito - si svolgerà dal 26 novembre prossimo - le autorità sportive potranno prendere i propri provvedimenti.
IL GIRO D'AFFARI - La posizione di Vick è tutt'altro che semplice. Nella sua residenza di campagna di Smithfield, nella contea di Surry, secondo i capi di imputazione scaturiti dall'operazione «Bad Newz Kennels» e contenuti in una relazione di 18 pagine, era stata allestita una vera e propria centrale clandestina finalizzata all'organizzazione di combattimenti tra cani in diversi Stati americani. Un'attività attorno alla quale ruota un giro di affari altissimo, legato in particolare alle scommesse e alla compravndita dei cani. Difficile però pensare che Vick possa essere stato attratto da una motivazione puramente economica: nel 2004 ha infatti siglato un contratto da 130 milioni di dollari, il più ricco nella storia della Nfl.
ALL'ULTIMO SANGUE - Gli animali, secondo gli inquirenti, venivano tenuti in condizioni precarie, probabilmente per aumentarne l'aggressività. E secondo quanto risulta nei documenti processuali depositati nelle settimane scorse, i cani che non venivano uccisi durante i combattimenti - la cui regola era quella dell'«ultimo sangue», ovvero l'incontro doveva terminare con la morte di uno dei due animali in lotta - erano poi uccisi con colpi di arma da fuoco oppure venivano soffocati o annegati.
L'AUTODIFESA - Vick si è fino ad ora difeso sostenendo di non sapere nulla delle attività illegali che venivano svolte nella sua villa, una residenza secondaria dove, secondo quanto da lui stesso raccontato, il quarterback si recava raramente e dove invece viveva stabilmente un suo cugino. L'accusa però non è dello stesso parere e pensa che l'atleta abbia avuto un ruolo non secondario nell'organizzazione. Vick ha cercato di ribadire la propria innocenza anche nel corso dell'udienza preliminare, dichiarandosi non colpevole per alcuna delle accuse mosse nei suoi confronti. Attorno al suo caso l'interesse è grande: nell'attesa del rinvio a giudizio i contatti al suo sito Internet personale sono stati così tanti da causare al caduta del server per eccesso di visitatori.
SUPPORTER E ANIMALISTI - All'esterno del tribunale, nel giorno della prima udienza, si sono affollati sostenitori dell'innocenza di Vick ma anche gruppi animalisti - tra cui la Peta, che già aveva organizzato presidi all'esterno della sede dei Falcons e davanti al palazzo della Nike, uno dei principali sponsor di Vick - che hanno inscenato una proesta contro la pratica dei combattimenti tra cani. Ora c'è grande attesa per la sentenza: se condannati, l'atleta dei Falcons e gli altri imputati potrebbero dover scontare fino a sei anni di reclusione e pagare una sanzione pecuniaria di 350 mila dollari. I gruppi animalisti sperano che la vicenda accenda i riflettori sulla realtà dei combattimenti clandestini e che serva da monito per il futuro. «Che sia giudicato innocente o colpevole - si legge in una dichiarazione della Peta a margine di una petizione contro i combattimenti tra cani - , Michael Vick è solo una persona in un grande mucchio. La vera linea del fronte nella guerra al dogfighting è nelle comunità locali ed è una guerra combattuta ogni giorno da gruppi animalisti e forze dell'ordine. Una battaglia per questi animali innocenti che non hanno né voce né scelta».
Alessandro Sala (Corriere della Sera)
26 luglio 2007
Fonte: Endlesslove
Dopo numerose peripezie siamo riusciti a fermare al commerciante la mula cieca. Mercoledi sarebbe andata al macello invece giovedi è arrivata presso la nostra struttura (http://www.endlesslove.it).
Servono 800 euro. Per il momento abbiamo raccolto 170 euro ma se tutte le persone che ci hanno cantattate mandassero anche solo 10 euro la mula sarebbe riscattata.
Vi prego continuate a far girare questo appello. Grazie a tutti da parte della piccola CAROLA (questo è il nome che abbiamo scelto per lei non ci piace chiamarla Mula).
Siamo tanti in rete e tante piccole gocce formano un mare. Aiutateci a salvare la piccola Mula. Per offerte in denaro contattare via email <info@endlesslove.it> o chiamare al 3333289717, comunque sul sito sono presenti tutte le informazioni utili (coordinate bancarie, ecc.)
Da sempre il latte animale è ritenuto un alimento sano, nutriente, fortificante e rimineralizzante grazie al calcio che contiene.
In realtà, diverse ricerche hanno portato medici e ricercatori a considerarlo nocivo per l’uomo e responsabile di numerose patologie – fra cui demineralizzazione, decalcificazione, problemi digestivi, intestinali, ormonali – oltre che di formazioni cistiche e tumorali.
In questo libro, Anne Laroche de Rosa espone, con rigore e chiarezza, le molteplici ragioni che consigliano di eliminare dalla nostra dieta il latte animale e i suoi derivati.
L’autrice sottolinea le differenze esistenti fra il latte materno, molto salutare per il bambino, e quello di vacca, perfettamente adatto al vitello ma non al bebè.
Il libro contiene inoltre i pareri e le esperienze in materia di numerosi medici, e le testimonianze di tante persone che hanno avuto grande giovamento dall’abolizione dei latticini dalla loro dieta.
L'AUTORE :Anne Laroche de Rosa è iridologa, nutrizionista del CEHMN (Collège Européen d’Hygiène et de Médecine Naturelles) ed è autrice di numerosi articoli e libri sul vivere sano.
Ex allevatrice di capre riconvertita, conosce a fondo la questione dei vari tipi di latte.
da Agire Ora.
ROMA, MANIFESTAZIONE SVOLTASI SABATO 4, PIAZZA SANTA MARIA IN TRASTEVERE, DALLE 19.30 ALLE 21.00
Un paio di mesi fa abbiamo segnalato l'iniziativa della campagna inglese Speak, "Lottiamo per Felix": Felix e' un macaco imprigionato nei laboratori di vivisezione della Oxford University, che dovra' subire per almeno due anni esperimenti invasivi e cruenti. L'iniziativa "Lottiamo per Felix", ha lo scopo di far liberare l'animale per potergli ridare una vita degna di essere vissuta.
Qui il video che mostra la sofferenza di Felix:
http://www.speakcampaigns.org/felix/fighting_for_felix_video.php
Liberiamo Felix!
Ora gli attivisti inglesi di Speak han chiesto a tutti gli attivisti del mondo di partecipare alla "Giornata di solidarieta' per Felix", che si terra' sabato 4 agosto: in tutto il mondo si terranno presidi, tavoli informativi o altro per far conoscere alle persone la situazione di Felix, che e' poi la stessa di milioni di animali nei laboratori di tutto il mondo.
E' stata preparata la traduzione in italiano del volantino da distribuire, del poster da attaccare ai cartelloni, e della petizione per la raccolta di firme per Felix. Questi file sono disponibili qui, e anche sul sito di Speak:
Scarica la petizione
Scarica il poster a colori (da fotocopiare ingrandito in A3 per attaccarlo sui cartelloni)
Scarica il volantino A5 (e' un A4 da stampare fronte/retro e poi tagliare a meta')
Scarica il volantino A4 (da usare magari da attaccare a qualche bacheca)
Invitiamo tutti a usare questi materiali per organizzare un presidio il 4 agosto!
Non pensate che ad agosto sia inutile fare un presidio, non lo e' affatto: innanzitutto, mica tutti sono in ferie, in secondo luogo, dato che agosto e' un mese un po' morto per le notizie e' probabile che la stampa si interessera' di piu' all'evento. Bastano poche ore per organizzare l'evento, , vi diamo qui tutte le istruzioni e materiali necessari, aiutiamo gli attivisti inglesi a far liberare Felix, e facciamo conoscere a tutti gli orrori della vivisezione!
Consigli e linee guida su come procedere per essere piu' efficaci
Individuate un posto in centro che sia frequentato e possibilmente lontano dal traffico;
Consigliamo di fare il presidio in questo modo:
preparando centinaia di fotocopie del volantino A5;
allestendo un piccolo tavolo informativo (molto piccolo, cosi' rientra nel permesso per il presidio e non serve la richiesta del suolo pubblico, per la quale non c'e' comunque il tempo!) dove tenere 2 petizioni: quella per Felix sopra indicata e quella per chiedere la sostituzione dei test su animali a livello europeo, scaricabile da qui: Petizione europea
Se avete altro materiale informativo sulla vivisezione, mettetelo sul tavolo;
Se avete un megafono, portatelo;
Portare cartelloni e striscioni contro la vivisezione.
Una volta deciso il posto, inviate una notifica di presidio via fax alla Questura e pubblicizzate l'iniziativa tra i vostri contatti locali. Anche se al presidio ci sono solo 7-8 persone va bene lo stesso, non servono le folle (se c'e' la folla, tanto meglio, ma anche in pochi si puo' essere efficaci!). Il fac-simile di notifica potete trovarlo qui: Come notificare un presidio. Specificate nella richiesta che ci sara' anche un piccolo tavolo informativo per la raccolta firme, che farete volantinaggio ai passanti e che avrete il megafono (se ce l'avete).
Avvertite la campagna Speak del vostro presidio, indicando luogo, orario e un vostro contatto email, scrivendo a: felixsolidarity@speakcampaigns.org
Questo per quanto riguarda l'allestimento del presidio. E' poi importante pubblicizzarlo, quindi avvertite tutti i vostri contatti, ma anche, e soprattutto, i giornali e altri mezzi di comunicazione, perche' questa deve essere anche l'occasione per far parlare del problema vivisezione. Inviate i comunicati stampa ai giornali locali subito, appena decisa la data e il posto, e poi di nuovo 3 giorni prima dell'evento.
Qui sotto riportiamo un testo per il comunicato stampa, che potete usare cosi' come sta cambiando solo luogo e orario e inserendo i vostri recapiti, oppure che potete personalizzare, come preferite.
Ricordiamo che maggiori informazioni sull'iniziativa si trovano sul sito della campagna Speak: http://www.speakcampaigns.org/felix/felix_solidarity.php. Ricordiamo anche che l'1 settembre c'e' una grossa manifestazione a Oxford. Dall'Italia, con i voli low-cost e' del tutto fattibile andarci, quindi vi invitiamo a farci un pensierino, le informazioni sono sempre sul sito di Speak. C'e' gia' un rifugio pronto ad adottare Felix... se si riesce a liberarlo!
Diffondete e partecipate numerosi!
Testo del comunicato stampa proposto
[COMUNICATO STAMPA]
A XXXCITTA', 4 AGOSTO, PRESIDIO ANTIVIVISEZIONE
PER L'INIZIATIVA INTERNAZIONALE
"GIORNATA DI SOLIDARIETA' PER FELIX"
IL MACACO PRIGIONIERO NEI LABORATORI
DELLA OXFORD UNIVERSITY
XXXdata di invio del comunicato
A XXXCitta', sabato 4 agosto 2007, alle ore XXX, in piazza XXX, e' stato organizzato un presidio informativo, con raccolta firme contro la vivisezione nell'ambito dell'iniziativa internazionale "Giornata di solidarieta' per Felix", il macaco prigioniero nei laboratori della Oxford University, promossa dalla Campagna inglese "Speak - la Voce per gli Animali".
Felix è la scimmia apparsa di recente nel documentario "Le scimmie, i ratti ed io", trasmesso dalla BBC2 inglese il 27 novembre 2006, in cui si mostra il volto accettabile della vivisezione che i ricercatori vogliono presentare al pubblico.
Il filmato ha mostrato Felix tenuto su una sedia di contenzione, pronto a essere condizionato dai vivisettori della Oxford University per la sua futura vita di tortura. Nel documentario si vuole far intendere che il "condizionamento" di Felix avviene "volontariamente", che i ricercatori non hanno forzato Felix nella sedia di contenzione ne' a uscire dalla sua gabbia. Chi e' stato testimone della dura realtà della vita in laboratorio, come infiltrato, e ha pubblicato la sua storia e mostrato le prove al pubblico, direbbe che questa è solo una rappresentazione mistificata di ciò che succede nei laboratori, e che la presentazione ai media e' palesemente di parte.
Non dimentichiamo che nessuna scimmia, cane, gatto o altro animale, noi compresi, si presterebbe mai volontariamente a essere mutilato o macellato o avvelenato. Si tratta, in sostanza, di andare contro l'istinto di sopravvivenza, che serve in generale ad evitare il dolore, la sofferenza e ovviamente la morte. Per poter esercitare il controllo, l'oppressore deve disporre di una vittima collaborativa. Il potere di un vivisettore o di un tecnico di laboratorio sta nella paura che riesce a infondere nelle sue vittime. La realta' della vita di Felix e' che non gli verranno mai concesse gentilezze, mai avra' dignita', ne' ricevera' rispetto da parte dei suoi torturatori. Gli verra' insegnato ad avere paura.
La lotta per Felix è una iniziativa concreta con uno scopo pratico ben preciso, ma simboleggia anche la lotta per tutti gli animali imprigionati nella università di tutto il mondo, Italia compresa, per esperimenti del tutto INUTILI scientificamente, quando non dannosi (come spesso accade).
Affermano gli attivisti contro la vivisezione: "Ai presidi del 4 agosto che si terranno in tutto il mondo, comprese varie città in Italia, verranno distribuiti volantini alle persone e verrà chiesto a tutti di firmare due petizioni: una contro il laboratorio di vivisezione della Oxford University e una a livello europeo per la sostituzione degli esperimenti su animali con metodi davvero scientifici senza animali. Invitiamo tutte le persone sensibili al problema a partecipare e a venire a firmare la petizione".
Comunicato di:
XXX vostri recapiti
Note:
Per maggiori informazioni sulla campagna Speak:
http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=197
http://www.speakcampaigns.org/
Il filmato di Felix prigioniero:
http://www.speakcampaigns.org/felix/fighting_for_felix_video.php
PERCHE' QUESTO SITO |
Vegan è possibile. E qua lo si vuole dimostrare. Non che ce ne sia bisogno lo si sa, i vegan sono parecchi e tutti molto presenti in rete. Tuttavia, almeno per ora manca un sito in cui è possibile toccare con mano o meglio, guardare con occhio la tavola di un vegan e capire che non crepa di fame. Certo, manca la coda alla vaccinara e la trippa gagliarda noterete voi. Credo che se ne possa fare a meno, o perlomeno c’è chi campa assai bene senza, e non ha alcuna mancanza del mondo animale nei piatti. Anzi. Qui canteremo le lodi di padelle e tegami, partendo dalle basi e sputeremo sull’hamburger preconfezionato, malgrado il suo essere vegan, comodamente in vendita in tutti i supermercati, migliori e non… CONTROCULTURA CUCINA |
Da Paolo et Alessandra
...
Cina, un panda attacca il custode dello zoo.
Aggredito alle braccia, l'inserviente ha avuto bisogno di 100 punti di sutura. Non la prima volta che l'animale si scaglia contro l'uomo.
CINA - Il panda ha gli occhi dolci e suscita tenerezze in bambini e adulti, ma quando si arrabbia è meglio stargli lontano. Ne sa qualcosa un custode di uno zoo cinese. Un panda di tre anni, Lan Zai, ha attaccato l'inserviente dello zoo di Lanzhou nella provincia nord ovest di Gansu, in Cina, lo riferisce il Lanzou Morning Post. Zhang, l’addetto dello zoo, per dare da mangiare al mammifero ha introdotto le braccia attraverso nella gabbia attraverso le sbarre, quando l’animale lo ha afferrato e ha cominciato a morderlo e graffiarlo. L’uomo ha avuto bisogno di 100 punti di sutura, ma la sua vita non è in pericolo. L'incidente è stato probabilmente provocato dal nervosismo dell'animale che non si è ancora ambientato nel nuovo zoo. Il panda era stato trasferito da una settimana da Chengdu, un’altra provincia cinese nel sudovest, e non era riuscito ad abituarsi al clima secco del nuovo habitat, per giorni aveva rifiutato di mangiare. Secondo il giornale, il panda non si trovava nemmeno bene con l’inserviente ferito.
ALTRI CASI - Ma non è la prima volta che questa specie attacca l'uomo: il mese scorso allo zoo di Pechino un panda aveva aggredito un turista cinese ubriaco che voleva abbracciarlo, mentre ad ottobre un altro panda aveva morso il pollice di un visitatore americano che gli stava dando da mangiare in una riserva nel sudovest della Cina.
06 agosto 2007 (dal Corriere della Sera)
Il TG1 delle ore 20.00 di questa sera (v. data) ha mandato in onda il servizio relativo al torero portoghese, "costretto" a pagare 100 mila euro di multa per aver ammazzato un toro nell'arena.
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BISTURI SPEZZATI
MOSTRA FOTOGRAFICA SULLA VIVISEZIONE
Progetto ideato e realizzato nella primavera del 2005 da Antasophia, AgireOraRoma, Emergenzanimale.
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Pannelli tematici:
1 SCIENZA E DOMINIO
2 IL METODO SPERIMENTALE
3 L'ETICA DELLA SPERIMENTAZIONE
4 LA PSICOLOGIA SPERIMENTALE
5 LA SPERIMENTAZIONE MILITARE
6 LE FRODI FARMACEUTICHE
7 LE FRODI ACCADEMICHE
Sia la vita umana che quella animale vengono disciplinate e razionalizzate all’interno di un nesso che non prevede un fuori possibile: il sapere è l’altra faccia del potere. La vivisezione è, in questo orizzonte, l’istanza del puro dominio sulla nuda vita. Agisce come un dispositivo, in modo razionale, crudele e spregiudicato, sulla vita ancora incolume, sul corpo immobile, provocando lo strazio della tortura, la beffa dell’utilità scientifica e la morte. Ora basta, le scuse, o spiegazioni scientifiche che dir si voglia, non reggono più.
Allestire e organizzare una mostra sulla vivisezione vuol dire per noi, studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici, o semplicemente uomini e donne: singolarità qualunque, porre un problema la cui risoluzione è una necessita immediata. Abbiamo scelto come sede Villa Mirafiori, che ospita la facoltà di filosofia e il corso di laurea in lingue, perché riteniamo l’università un luogo ultrasensibile a tematiche politiche, come questa, che vengono di solito marginalizzate.
Nell’era della biopolitica ciò che viene messo in questione non è più, o non soltanto, il controllo del territorio, ma il controllo della vita, come vita dell’essere vivente. È per questo che la fine delle pratiche vivisettive, riguarda ognuno di noi, tanto quanto il corpo di colui il quale sta per essere trafitto da un bisturi.
Visita il sito e allestisci una mostra simile:
http://www.bisturispezzati.org/
Attenzione! Immagini e testi forti!
Sito incompleto ma eventi perfettamente riusciti.
Da L'Espresso n. 32, del 16 agosto 2007 pag. 155:
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I figli di donne americane che in gravidanza hanno mangiato carne bovina almeno una volta al giorno rischiano di produrre da aduliti meno spermatozoi dei figli di donne meno carnivore, con una conta spermatica che più di frequente (17,7 contro 5,7 per cento) raggiunge il limite della subfertilità.
Lo suggeriscono i dati raccolti da Shanna Swan e colleghi dell'Università di Rochester per 387 uomini nati negli Stati Uniti fra il 1949 e il 1983.
L'associazione sarebbe da attribuire agli ormoni anabolizzanti steroidei somministrati agli animali per favorirne la crescita: sembra infatti che l'esposizione a queste sostanze, in utero o durante la prima infanzia, possa promuovere alterazioni del sistema riproduttivo. Altri fattori, come lo stile di vita materno o la contaminazione con pesticidi, potrebbero però essere coinvolti: "ecco perchè bisognerebbe programmare uno studio analogo in Europa, dove gli ormoni steroidei sono vietati dal 1988", suggerisce Swan.
Anche se potrebbero esserci sorprese: la somministrazione illecita potrebbe infatti essere più difusa di quanto si crede.
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