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Vaccinare un animale "domestico": è necessario?
 Sempre, bisogna pensare all'individuo di cui ci prendiamo cura
 Solo per i cuccioli, sono troppo deboli e senza intervento esterno rischiano di morire. Da adulti se la cavano
 Mai, i vaccini sono testati su molti altri animali e per salvarne uno se ne condannano molti altri
 No, non servono anche perchè la natura deve fare il suo corso
 Non so, non escludo la vaccinazione ma valuto di volta in volta

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Home/Storico/Notizie sparse
Articoli della sezione «Notizie sparse».
Ordine cronologico: ascendente (il più recente in coda).
[inverti l'ordine]
 
Pubblicato da Lidio il 13/02/2007 alle 06:16:04, in Notizie sparse, letto 1569 volte

Promiseland.it intervista i fondatori di Campagneperglianimali.org, un innovativo progetto di comunicazione etica. (da Promiseland)
 "Come network di Promiseland.it abbiamo scelto di supportare tutto l’operato di Campagneperglianimali.org che è caratterizzato dall’essere un innovativo progetto di comunicazione etica finalizzato alla diffusione di una maggiore consapevolezza in tema di convivenza nonviolenta con il mondo animale. Certi di rendere un servizio utile ed interessante a tutti i nostri visitatori abbiamo posto alcune domande proprio a chi tale progetto, l’ha ideato e supportato fin dall’inizio..."  [prosegui la lettura su promiseland]
Nota di redazione. Segnaliamo che sul nostro FORUM di VV, gli amici di ca hanno inserito un interessante avviso relativo alla nuova campagna per il 2007 di Campagne per gli Animali: vi preghiamo di leggerlo.

 
Pubblicato da monica il 15/02/2007 alle 11:38:42, in Notizie sparse, letto 1769 volte

Per chi legge l'inglese un articolo sulla Cina.
444 gatti sono stati salvati da un mercato dove sarebbero stati uccisi e scuoiati, probabilmente per carne e pelliccia. 100 attivisti sono entrati nel mercato e si sono scontrate con la polizia. Il Comune ha deciso di salvare i gatti per evitare altri casini! Al link in fondo c'è anche una foto.

Animal lovers win extra life for 400 Chinese cats Jonathan Watts in Beijing Monday February 12, 2007 Guardian Unlimited Some of the 400 cats that were rescued from a market in Tianjin Some of the 400 cats that were rescued from a market in Tianjin. Photograph: China Photos/Getty Images China's nascent animal rights movement claimed a rare and bloody victory today after rescuing more than 400 cats that were about to be slaughtered for their fur and meat. The felines were saved from a market in Tianjin after a standoff last week between 100 pet lovers and police that left one protester hospitalised. Until recent years, respect for animal rights was almost non-existent in China, where dogs, cats, birds, lizards and turtles are often displayed in cramped market cages, before being slaughtered - sometimes by being beaten to death. But the country's rising affluence has brought with it a pet-pampering middle class, many of whom think of dogs as man's best friend rather than a popular item on a restaurant menu. Activists are becoming bolder, posting video footage of cruel treatment on Youtube and staging protests. Last November, 500 pet lovers in Beijing staged a noisy demonstration against a police cull of dogs and new limits on pet ownership - both introduced to halt the spread of rabies. In the latest confrontation, 100 supporters of the "Love Kitty" group in Tianjin surrounded a market, where cats and dogs were being slaughtered. Many of the protesters were local people who had lost their pets and suspected the animals had been abducted by furriers. The police refused to support the animal protection group because there is no law in China against killing cats and dogs, and all the animal traders were licensed. Lu Di, director of the Small Animal Protection Association, described the confrontation that followed: "The demonstrators were afraid that the killings were continuing behind the closed doors so they made their way inside. They found cats crammed inside tiny wire cages about 10 cm high. About 80 police officers arrived and there were scuffles. One man suffered a head injury and is still in hospital." To avoid further clashes, the Hebei provincial government allowed the cats to be taken to Lu's shelter in Beijing. But it has been difficult for her small, non-profit organisation to cope with so many maltreated animals. Of the 444 cats that were initially saved, 19 have died. "We don't have enough money, food or medical care so we are calling for help," said Lu. Her fellow volunteers want the government to take steps to prevent a recurrence. "In China, there is no law to protect animals," said the association's vice-director Zhang Dan. "This is unacceptable. Even poor countries in Africa have such laws. We are petitioning the National People's Congress to make new legislation." Attitudes to other animals may also need to change. Less than a week before the start of the Chinese Year of the Pig, the local media reported the maltreatment of hundreds of swine that were not allowed to be tended because of a lease dispute. "Most pigs were so hungry and thirsty that they were not even able to stand and only huddled together, with some piglets lying lifeless," the Yangcheng Evening News said. Fonte: guardian

 
Pubblicato da Lidio il 17/02/2007 alle 18:31:30, in Notizie sparse, letto 1687 volte

Riportiamo una notizia lanciata dalla Reuters. (Leggere il nostro commento finale n.d.r.)


CANBERRA (Reuters) - Un pescatore ubriaco ha catturato con le sue mani uno squalo di 1,3 metri e lo ha trascinato sul molo di una piccola località sud occidentale dell'Australia, tutto questo in cambio di qualche graffio sui pantaloni, hanno riportato oggi i media locali.
Si chiama Philip Kerkhof e ha 41 anni l'uomo che lunedì ha cacciato a mani nude uno squalo che stava mangiando le sue esche per calamari vicino al molo della piccola località marina di Louth Bay nella parte meridionale dell'Australia.
"Mi sono appostato dietro di lui, ho atteso il momento giusto e alla fine l'ho afferrato e non l'ho mollato più", ha detto Kerkhof alla televisione australiana . La zona di Louth bay, vicino all'estremità meridionale della penisola australiana dell'Eyre, è nota per gli squali che la popolano, tanto che alcune scene del film "Lo squalo" del 1975 sono state girate proprio là.
Kerkhof, che ha ammesso di aver bevuto "un po' troppa vodka" prima di andare a pescare, ha detto di aver realizzato di aver rischiato la vita solo il giorno dopo.
"Non è qualcosa che consiglierei di fare", ha detto. "Quando mi sono ripreso dalla sbronza ci ho pensato e mi son detto '...sono un idiota' ".

 

Se lo dice da solo...

 
Pubblicato da Piero il 22/02/2007 alle 15:22:20, in Notizie sparse, letto 3723 volte

 

Riceviamo e giriamo con piacere e sollazzo.

 

 

 

Scopri chi c’è dietro effimeri gruppi pseudo animalisti neo-formatisi, al solo scopo di screditare chi veramente lotta per gli animali.

Questa non è la solita guerra tra animalisti, perché in questo caso la parte ripudiata è stata sempre scoperta e allontanata, in qualunque gruppo abbia provato ad infiltrarsi. Nonostante ciò, stavolta il nemico è grande, nonostante abbia scelto come braccio il più fantozziano tra i propri stipendiati.  

Il personaggio in questione è già noto alle cronache animaliste per aver dato questi “contributi” alla causa:

-          Manifestazione di varie ore davanti all’ambasciata del Canada, o meglio davanti alla EX ambasciata del Canada ormai traslocata, quindi CHIUSA e ABBANDONATA. La manifestazione, che avrebbe dovuto essere contro le pellicce di foca, si è poi trasformata in cori anti vecchiette col cane al guinzaglio.

-          Scritte notturne sulle mura della ASL di FR, di “invito” alla chiusura del lager di SAN Giuliano. Degno di nota è sapere che GIULIANO è un PAESE della provincia di Frosinone e non un SANTO!!! Dopo di ciò i gestori del canile hanno riso di cuore perchè la ASL ha rotto il già sottile legame con le associazioni animaliste che permetteva di salvare cani moribondi da quel lager.

-          Insulti col megafono ad una passante perché colpevole di indossare un collo di pelliccia, FINTA. La passante ha poi obiettato sul perché il megafonante avesse sulle spalle uno zaino di marca Prada in pura pelle. Ilarità generale in via del Corso a Roma.

-          Acquisti vari di tartarughe e ratti in vari negozi…per salvarli!

 

 

 

Anche questa notizia è effimera, comparirà e scomparirà, come il soggetto qui rappresentato.

Ancora una volta: NO AI VIVISETTORI! Per saperne di più, metti sul motore di ricerca “Nome Cognome” del personaggio in questione, e vedi da chi è pagato.

 

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 23/02/2007 alle 14:29:30, in Notizie sparse, letto 1597 volte
(dal corriere della sera) Ma solo le femmine ne farebbero uso a partire da rami d'albero e appuntite con i denti. Per utilizzarle nella cattura dei galago .
New York. Alcuni scimpanzè si procurano il cibo servendosi di strumenti da caccia che sembrano lance rudimentali. Ma sarebbero solo le femmine a farne uso a partire da rami d'albero e appuntite con i denti. I ricercatori Jill Pruetz e Paco Bertolani dell'università dell'Iowa hanno osservato gli scimpanzè che vivono nella savana del Senegal sud-orientale. Un habitat inusuale per questo genere di scimmie, che sembravano per questo aver escogitato nuove strategie per procurarsi il cibo come, appunto, servirsi di armi.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica «Current Biology», mostra che le lance vengono utilizzate per agitarle nelle tane dei galago, un piccolo animale dell'ordine dei primati, nella speranza di infilzarne qualcuno. «Non si può dire sia una tecnica di caccia efficace», ha dichiarato Pruetz, «ma è un modo innovativo di adattarsi a un ambiente ostile. Gli scimpanzè devono scendere dagli alberi per raccogliere il cibo e ripararsi nelle caverne durante la stagione calda. Come riteniamo facessero i primi ominidi, che vissero circa 6 milioni di anni fa». Prima d'ora, studi analoghi avevano dimostrato che alcuni tipi di scimmie - tra cui scimpanzè, gorilla e orangutang - si servono di utensili per rompere noci e per catturare le termiti di cui si nutrono. Ma l'uso di uno strumento tanto «evoluto» per cacciare non era mai stato osservato prima d'ora.
23 febbraio 2007
 
Pubblicato da Lidio il 27/02/2007 alle 14:01:30, in Notizie sparse, letto 6316 volte

Sono stato in banca. Ho revocato le disposizioni in base alle quali dal mio conto veniva prelevata la somma di 50 euro l'anno per il finanziamento di Greenpeace.
Questa è la conseguenza immediata di quanto ho letto stamane fra  le notizie apparse su Agire Ora.
In breve: alcuni attivisti di GP hanno banchettato a base di carne di balena, accogliendo l'invito di alcuni giapponesi.
Motivazione: rispetto delle millenarie culture locali.

Non ho parole tanto sono schifato. Ho sotto i miei occhi l'ennesima dimostrazione di quanto dannosa sia la nostra specie, non appena iniziano a girare interessi economici di un certo livello.
L'esigua minoranza di umani "passabili", che pure, non lo nego, esiste, non soccombe grazie alla tenacia con la quale riesce a tenere silente l'istinto schifoso della voracità che alberga in ciascuno di noi.

La prostituzione peggiore, quella mentale, di organizzazioni che sbandierano nobili valori per poi agire meschinamente in nome di un discutibile, quanto inutile, rispetto. Ecco, in due parole, ciò che penso oggi di Greenpeace.

Mi sento tradito due volte.
Tra i commenti presenti sul sito di YouTube (dove è possibile vedere il filmato) ce n'è uno che vale per tutti: "I hope they won't decide to save the dogs and cats in China next" (Spero che non decidano di salvare cani e gatti in Cina come prossima iniziativa)...

Lidio Maresca

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 27/02/2007 alle 19:14:28, in Notizie sparse, letto 2328 volte

(articolo segnalato da Kalp, dal sito www.lalente.net)

Eleonora Palma – eleonorapalma@lalente.net
lunedì 26 febbraio 2007

Di solito si fa leva sull’etica, sulla “pietas”, sulle foto cruente con gli elettrodi in primo piano, conficcati nella carne. Ma non basta, non è mai bastato. Arriva veloce la contromossa: meglio salvare un topo o un bambino? “Entrambi”, è la risposta di un numero sempre più ampio di scienziati La vivisezione, o sperimentazione in vivo, consiste in qualsiasi esperimento eseguito su un animale: ne sono vittime circa un milione ogni anno in Italia. Tali prove vengono ripetute ad intervalli ben precisi, con altre forme e altri tempi, sui destinatari ultimi del prodotto: gli esseri umani, noi.
Al centro degli esperimenti ci sono le industrie chimico-farmaceutiche, quelle cosmetiche, le industrie belliche, gli istituti pubblici e le università. Per il 95% si utilizzano topi e ratti (animali poco costosi, piccoli, che si riproducono facilmente e non incontrano molto le simpatie del grande pubblico) ma anche gatti, cani, primati non umani, porcelline d’India, mucche, suini, cavalli, pecore, capre, piccioni, furetti, rettili, pesci ed uccelli. Vengono effettuati test di tossicità acuta e cronica, irritazione della pelle ed inalazione di sostanze, avvelenamenti, induzione di cancro, privazione dei genitori per esperimenti psicologici. Gli animali sono simili a noi nel percepire il dolore, l’apprensione, la paura, ma sono diversi per i meccanismi di assimilazione, per struttura fisica e biochimica.



La sperimentazione animale è prescritta per legge un po’ ovunque ma i risultati troppo spesso sono fuorvianti, tanto più che da decenni è obbligatorio un successivo ed indispensabile protocollo sugli esseri umani. Questo perché non è possibile a priori capire la specie che in quel caso specifico è più simile all’uomo. Animali di specie diversi, come pure di razze diverse – o addirittura di ceppi della stessa specie – rispondono in modo diverso ad un dato stimolo. Esistono differenze microscopiche dei processi metabolici e anche differenze macroscopiche fra uomini e animali. Alcune delle differenze macroscopiche più famose: a differenza dell’uomo, i roditori non sono in grado di vomitare le tossine, l’uomo può accumulare agenti nocivi dal naso e dalla bocca mentre i roditori respirano solo dal naso; ratti, topi e criceti sintetizzano la Vitamina C all’interno del loro corpo ottenendo così naturalmente un potente agente anticancerogeno mentre l’uomo non è in grado di farlo; i ratti hanno una elevata capacità enzimatica di non accumulare massa grassa (che in loro si accumula nel fegato) a differenza dell’uomo nel quale si accumula nelle arterie, diventando una potenziale causa di
patologie.
Nessuna teoria può essere approvata o respinta sulla base di un’analogia. Si sperimentano direttamente sull’uomo sostanze che non hanno subìto alcun reale vaglio preventivo e si corre il rischio di scartare sostanze che potrebbero essere invece di grande aiuto, per il solo fatto che su di una particolare specie sono risultate tossiche.
Qualche esempio significativo può aiutarci: una bella mangiata di amanita phalloides, uno dei funghi più velenosi
presente nei nostri boschi ammazzerebbe tutta la famiglia, dal nonno al nipote, ma non farebbe venire neanche un mal di pancia al gatto di casa. La mitica penicillina è letale per le cavie ma con enorme fortuna per l’umanità fu sperimentata sui topi, come dichiarò Florey, uno degli scopritori insieme a Pasteur. La diossina è innocua per il criceto, letale per il ratto 
ma  per quanto riguarda l’uomo, abbiamo ancora Seveso negli occhi. Se ci viene il mal di testa ci prendiamo un’aspirina, non i topi e i gatti però: per i primi è teratogeno (1), per i secondi nefrotossico (2).
Difficilmente (per non dire mai) una scoperta biomedica deriva dall’osservazione animale: il percorso inizia da uno studio epidemiologico (ossia un’osservazione scientifico-statistica di determinati gruppi di persone con lo scopo di studiare la frequenza e la distribuzione delle patologie nella popolazione) oppure da un’osservazione clinica casuale: solo in seguito si cerca di ottenere sugli animali lo stesso fenomeno, sperimentando su varie specie, fino a trovare la razza ed il ceppo che diano la risposta.



Questo perché la medicina ufficiale tende ad accreditare la scoperta solo quando l’esperimento sugli animali è positivo, esperimento tagliato e cucito su misura, che può dimostrare tutto e il contrario di tutto. La sperimentazione animale può (e ci è riuscita molto bene) persino rallentare la ricerca: gli effetti dannosi di alcool, fumo di sigaretta, amianto, metanolo, non sono stati considerati provati scientificamente per moltissimi anni.
Molti farmaci, testati regolarmente su cavie di varie specie, hanno avuto conseguenze nefaste: l’Opren, un farmaco contro l’artrite, ha ucciso 61 persone (3). Sono stati documentati più di 3500 casi di reazioni connesse, gravi e meno gravi. Il Talidomide, un tranquillante per le gestanti, si è dimostrato teratogeno, ovvero in grado di alterare il corredo genetico, dando luogo alla nascita di bimbi focomelici, privi di arti sviluppati. Gli scienziati cercavano negli animali la prova di ciò che già era tristemente noto nell’uomo, in base ad un semplice studio statistico. Nessuno degli animali da laboratorio trattati con il talidomide in un primo tempo ha causato feti focomelici e questo ritardò il suo ritiro dal mercato.
Soltanto aumentando la dose e la varietà degli animali si ottennero alcuni nati focomelici in una delle circa 150 razze di coniglio, il coniglio bianco neozelandese, a dosi comprese tra le 25 e le 300 volte superiori a quella normale per l’uomo. Il riscontro epidemiologico è stato ignorato per 5 anni, il farmaco ritirato solo nel 1962, dopo la nascita di migliaia di bambini gravemente malformati.
Dopo questi e molti altri episodi le case farmaceutiche sono corse ai ripari: basta dare un’occhiata ai foglietti illustrativi.
Su quello del Clopifogrel – testuali parole – c’è scritto: “studi di riproduzione condotti nel ratto e nel coniglio non hanno rilevato alcuna diminuzione della fertilità né danno fetale attribuibili a Clopidogrel. Non esistono però adeguati studi e controllati su donne gravide. Per la mancanza di dati non è consigliato durante la gravidanza”.
Non solo i foglietti, ma anche le riviste più autorevoli hanno preso coscienza del problema, oramai non è più una questione per anime candide ed animalisti irriducibili. Nel Febbraio 2006 i ricercatori del Diabetes Research Institute dell’Università di Miami e del dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Stoccolma hanno affermato che la struttura del tessuto umano responsabile della produzione di insulina è fortemente diversa da quello dei roditori, normalmente utilizzati per studi sul diabete. Insomma almeno 30 anni di studi falsati. “La nostra maggiore scoperta è che il tessuto pancreatico umano ha una struttura totalmente unica e ha una modalità di funzionamento diversa rispetto a quello di roditori. Non possiamo più continuare a basarci su studi condotti su topi e ratti. È imperativo ora focalizzarci sui tessuti umani perché alla fine, è l’unico modo che abbiamo per capire come funzionano”.
A fine 2006, il British Medical Journal ha pubblicato un articolo dal titolo: “Confronto degli effetti delle cure provate su animali e clinicamente: una revisione sistematica”. Il giudizio è chiaro: “La nostra revisione sistematica fornisce indicazioni sulla limitatezza dei modelli animali, e sulla loro incapacità di rappresentare le corrispondenti malattie negli umani”.
Ma quali sono le alternative (possibilmente più efficaci delle sofferenze animali)? Ha fatto passi da gigante
l’epidemiologia molecolare, una scienza che collega i fattori genetici, metabolici e biochimici a dati epidemiologici
sull’incidenza delle malattie. I risultati arrivano: il Lipid Research Clinics Trial ha dimostrato che abbassare l’1% il tasso di colesterolo ematico riduce di almeno il 2% il rischio di malattia cardiaca. Studi in vitro sui tessuti cellulari hanno permesso di studiare e perfezionare i più usati farmaci anti-HIV: l’AZT, il 3TC e gli inibitori della proteasi. Gli studi in vitro si sono rivelati utilissimi per i test di tossicità, per studiare specifiche parti del corpo. È entrata in campo anche la robotica, con modelli matematici computerizzati come il Derek, simulatori e manichini computerizzati. Dalle biopsie endoscopiche si possono ottenere informazioni durante i vari stadi della malattia. Ad esempio è stato dimostrato che il cancro al colon deriva da tumori benigni (adenomi), risultato del tutto in contrasto con il modello animale più usato, in cui la sequenza non c’è.
Gandhi ha definito la vivisezione il crimine più nero tra i neri crimini commessi dall’uomo, Kant ha scritto che la la crudeltà nei loro confronti predispone ad uguale comportamento verso i nostri simili. È giunta oramai l’ora di chiudere quei laboratori, con le gabbie tristi e mai a norma, ancora aperti solo per un’inerzia culturale, superata dalla dottrina scientifica maggioritaria ma non ancora dalla coscienza comune. Chi fa divulgazione ha un grande compito: sollevare il velo di ignoranza.

LIBRI CONSIGLIATI:
(1) Sulla vivisezione. Lettera aperta al signor Ernest von Weber, autore dello scritto «Le camere di tortura della scienza»,
Richard Wagner, Euro 10,00
Ordina da IBS Italia
(2) Gli animali e la ricerca. Viaggio nel mondo della vivisezione, Stefano Cagno, Euro 10,00
Ordina da IBS Italia


NOTE:
(1) Sono teratogeni quelle sostanze o quei farmaci che provocano malformazioni nel neonato.
(2) Sostanza nociva ai reni.
(3) Si veda il sito
laLente.net

 
Pubblicato da monica il 28/02/2007 alle 09:59:00, in Notizie sparse, letto 1499 volte
3 marzo 2007 ore 16 davanti alla RinascenteSabato 3 Marzo alle ore 16 tutti in piazza contro le pellicce. Ancora una volta ci ritroveremo sotto la Rinascente di piazza Fiume a Roma per protestare contro l'uccisione di piu' di un miliardo di esseri viventi che ogni anno vengono massacrati dall'industria della pelliccia per poi essere venduti in grandi magazzini come La Rinascente e L' Upim. Facciamoci sentire, portate fischietti, cartelloni, foto e quanto vi suggerisce la vostra fantasia. La strage di animali da pelliccia deve finire la Rinascente deve smettere di vendere pelli di animali morti. Ancora una volta, fino alla fine, SABATO 3 MARZO PIAZZA FIUME ore 16.00. Rinascente vende morte, fino alla fine davanti alle sue porte. Info: iniziative_vegan@yahoo.it, www.campagnaaip.net
 
Pubblicato da Lidio il 28/02/2007 alle 10:00:00, in Notizie sparse, letto 1595 volte
La conduttrice del programma, Monica Leofreddi(Fonte: Agire Ora) Certo che la RAI deve avere proprio tanta paura dei vegani e vegetariani... ma tanta-tanta, se impegna tempo e risorse al solo scopo di costruire delle situazioni atte a ridicolizzarli, in modo da creare confuszione nelle testa della gente... un comportamento cosi' meschino e umiliante (quello di cercare di "intrappolare" il vegan di turno) puo' solo spiegarsi con tanta paura da parte della raitivvu', perche' che altre ragioni ci possono essere?
La storia e' questa: circa una settimana fa alcuni collaboraboratori della trasmissione settimanale "Donne" (un talk show che ha per protagoniste varie donne ospiti, che raccontano "di desideri irrealizzabili o a portata di mano, di paure e ambizioni, di progetti e sconfitte") si scatenano alla ricerca di una donna vegan che vada in trasmissione venerdi' 23 febbraio per parlare della sua scelta, dato che la puntata e' dedicata all'alimentazione. Pero', che carini, vien da pensare, ci danno la possibilita' di parlare della nostra scelta. "Dato che l'argomento non e' molto conosciuto", dicono pure questi gentili signori alle vegane contattate.  Ma gia' nel corso della giornata si sente puzza di bruciato: gli intervistatori parlano con diverse donne e ragazze vegan, ma non gli vanno bene, sono persone troppo convinte, che han fatto una scelta etica e la sanno spiegare, e persone troppo "normali". No, loro cercano "qualcuno di alternativo", che magari vada li' "vestito un po' strano". Mh. E perche'? Se intervistando 10 persone vedi che sono "persone normali" che han fatto questa scelta e la sanno spiegare, perche' devi cercare la "persona strana" che non abbia motivazioni etiche, visto che la realta' dei vegan non e' quella? Sara' mica che invece di mostrare la realta' vuoi tendere una trappola?

Detto-fatto: hanno invitato alla fine una persona che NON ha detto una parola delle ragioni etiche e che ha affermato di aver fatto questa scelta per ragioni salutistiche, il che e' sempre un autogol, perche' poi ci mettono il nutrizionista da TV (che ovviamente c'era) che fa il professorone cui non si puo' replicare (anche se dice cose non dimostrate scientificamente e non sa o non cita le posizioni scientifiche ufficiali pro-scelta vegetariana e vegana) e sei bell'e che a posto...

Poi in questo caso particolare e' stato un vero massacro, anche volendo difendersi sarebbe stato impossibile, tutti contro uno, con reginetta della puntata una casalinga che cucinava “code alla vaccinara” strappando, fra l'ilarità generale, applausi e consensi del pubblico e degli ospiti.

Dato che una persona proprio "strana" non sono riusciti a trovarla, hanno pensato di sopperire intervistando la figlia che diceva che sua madre era una disadattata e mostrando la signora mentre faceva l'"om" durante la sua meditazione - come se questa pratica c'entrasse qalcosa col veganismo, o come se quelli che praticano meditazione fossero tutti vegan (ma quando mai) o che i vegan praticassero tutti meditazione (ma ancora meno...). Pero' almeno una cosa "diversa dalla normalita'" dovevano mostrarla, di meglio non han trovato.

Come mai tutto questo dispendio di energie e tempo e persone per scovare una persona vegan piu' "incastrabile" della altre? E come mai cosi' tanto accanimento? Signori della RAI, avete cosi' tanta paura che la gente sappia che le persone vegan sono esattamente come tutte le altre solo che, come le altre non vogliono ammazzare i cani per sfizio, cosi' i vegan non vogliono ammazzare i vitelli per sfizio?

Non c'e' nemmeno da essere offesi per il trattamento (certo, la signora portata in trasmissione ha di che essere offesa, ci mancherebbe!), quanto divertiti, sapendo tutto il teatrino che c'e' stato dietro.
Divertiti per la paura che facciamo. Se andiamo li' e gli facciamo "Bu'!" cosa fanno, svengono?!

Allora, l'invito e' duplice: da un lato, scriviamo al direttore di RAI2 e all'ufficio stampa della RAI, non per fare gli offesi, no, ma per prenderli un po' in giro, siate leggeri nei vostri messaggi, un po' di sarcarsmo e disprezzo per la loro meschinita' penso funzioni meglio dell'esprimere "dignita' offesa".
Dall'altro, fate attenzione se vi capita di essere invitati "a parlare della scelta vegan" in TV,  molto spesso e' una trappola come questa.
Purtroppo, non c'e' molta possibilita' di difendersi, perche' se voi li mandate a quel paese di certo troveranno qualcuno piu' sprovveduto di voi da massacrare. Non c'e' difesa. Ma tenete la guardia alzata.  Mal che vada, fategli "Bu'" che gli viene un coccolone... ; - )

Scriviamo a:
a.marano@rai.it
ufficiostampa@rai.it


Grazie a tutti per la partecipazione!
Marina Berati

 
Pubblicato da chiara il 28/02/2007 alle 10:09:44, in Notizie sparse, letto 1611 volte

I tre istruttori della ValleVegan sono lieti di offrire gratuitamente, per chi volesse partecipare, lezioni di “aerobica su prato”. Si tratta di un nuovo tipo di ginnastica ideale per ritrovare l’ormai perduto contatto con la terra e con la natura. Non c’entra nulla con lo yoga e con lo zen, sia ben chiaro. Per farvi avere una piccola idea di ciò di cui sto parlando, vi basti sapere  che non vi serviranno delle scarpe da ginnastica ma dei bei scarponi da lavoro, non vi servirà una semplice tuta, ma magari un paio di pantaloni che avete deciso di buttare tempo fa (mettete anche una magliettina estiva, chè dopo 5 minuti inizia a far caldo),non vi servirà un tappetino bensì una zappa o una vanga, se poi avete un trattore verrà eretta una statua in vostro onore nel mezzo del recinto di Bastian! A seguire...passeggiata anaerobica nei prati e nei boschi.

Insomma, se vi siete fatti, anche lontanamente, un’idea di ciò che vi stiamo offrendo, vi sarete di certo accorti che questa è una di quelle offerte che non si possono rifiutare!

 

ValleVegan, domenica 4 marzo, dalla mattina. Pranzo a offerta libera.

 
Pubblicato da Piero il 28/02/2007 alle 22:49:50, in Notizie sparse, letto 1664 volte

Escursione al Monte Tolfaccia (m.580), domenica 11 Marzo.

Monte TolfacciaSarà un itinerario di 5 ore e 30 di cammino (ad una andatura normale ed escluse le soste), con 500 metri di dislivello. Attraverseremo una zona di pascoli e boschi tipicamente maremmana che dal medioevo viene utilizzata dalla gente del paese per lasciare allo stato brado gli animali. Risaliremo la valle di uno dei ruscelli che dalla Tolfa scendono verso il mare ed arriveremo ai ruderi di un abitato medievale dove vivevano i minatori che lavoravano alle cave di allume. Nella zona nidifica il rarissimo NIBBIO REALE. Questa volta avremo un solo piccolo guado da affrontare al ritorno. Il percorso è ad anello, in buona parte su strade sterrate e con dislivello molto graduale. Ci risentiamo il giovedì prima dell’escursione quando sapremo meglio le previsioni del tempo. Anche con il tempo nuvoloso nei luoghi dove dovremmo andare si va benissimo, non staremo in alta montagna, per cui il clima è sempre più mite, l’importante è che non piova. Quando vado in Maremma ed il tempo è incerto mi porto sempre un ombrello che, quando non si è in alta montagna, è una cosa molto buona per ripararsi dalla pioggia( i pastori portano sempre con sé un ombrello).

Appuntamento ore 9.00 all’autogrill Arrone-Est, è uno dei primi autogrill lungo l’autostrada Roma-Civitavecchia. Dall’autogrill procederemo insieme fino all’uscita di Santa Severa e dopo pochi chilometri da Santa Severa incontreremo la partenza del nostro itinerario. Prego chi vuole venire di contattarmi nei giorni precedenti e di darmi un recapito, perché a seconda delle condizioni del tempo potremmo fare dei cambiamenti di appuntamento.

Consigli per le cose da portare: 1) Innanzi tutto si consiglia l’utilizzo di scarponcini da trekking. Sono comodi, si fatica di meno perché fanno più presa nel terreno, proteggono dalle storte. 2) Uno zainetto da portare a spalla dove vanno messe le varie cose. 3) Almeno un litro d’acqua a persona. 4) Pranzo al sacco. Non esistono rifugi gestiti come sulle Alpi, per cui per il pranzo bisogna essere autosufficienti. Invito caldamente tutti i partecipanti (vegan, vegetariani,e simpatizzanti in transizione) a portarsi per questa escursione un pasto vegan (senza animali e derivati). 5) Abbigliamento: durante le escursioni ci si veste a strati, perché si può passare dal molto caldo al molto freddo nel giro di poco tempo. Come calzoni vanno bene un paio di blue jeans comodi o i pantaloni di una tuta. Consiglio poi una camicia a maniche lunghe, un pile o un maglione, un giubbotto di sicurezza per la pioggia e da mettere comunque se fa freddo, un berretto, dei guanti. 6) in macchina lascio un paio di scarpe da ginnastica e un paio di calzettoni di ricambio da mettere al ritorno. Dopo avere camminato è buona norma cambiarsi i calzettoni e gli scarponcini (questi ultimi possono essere infangati, fanno traspirare poco il piede, rendono difficile la guida della macchina). 7) in macchina lascio anche una t-shirt di riserva per cambiarmi al ritorno dell’escursione e mettermi un indumento pulito.

La mia mail è titoferretti@libero.it chi è interessato a venire è pregato a contattarmi nei prossimi giorni. La gita è gratuita!

ciao Tito

 
Pubblicato da Piero il 28/02/2007 alle 23:15:44, in Notizie sparse, letto 1938 volte

Logo Valle VeganDal 17 febbraio sono operative due nuove sedi periferiche della Vallevegan, allo scopo di divulgare e promuovere i principi della cultura vegana, dell’antispecismo e della liberazione animale, intese come condizioni imprescindibili per la ricerca della ri-naturalizzazione di qualunque essere senziente, in quanto nasce libero e vive libero da ogni forma di sfruttamento da parte dell’uomo.

La prima sede è anche il luogo redazionale del sito internet e si trova a Roma nel quartiere di S.Lorenzo, in via dei Campani 14.

La seconda a Fiuggi (FR), in via Arcinazzo s.n.c., già sede operativa locale della Lega Abolizione Caccia.

Per ogni informazione e richiesta va fatto comunque riferimento alla sede centrale in loc. Maranese a Rocca S.Stefano (RM), tel 06/9565565, e-mail attivismo@vallevegan.org.  

 
Pubblicato da monica il 01/03/2007 alle 14:55:10, in Notizie sparse, letto 1452 volte
Aism (associazione italiana sclerosi multipla) torna in piazza questo fine settimana il 3 e il 4 marzo a vendere fiori; fiori per la morte di tanti animali massacrati con la vivisezione.
Tornano a venderci buonismo celando la brutalità del loro scopo
Tornano a venderci gardenie bianche in occasione della festa della donna con lo slogan “ perchè non sia la sclerosi a farci la festa”.
Una festa con più di 260.000 piante di gardenia in cambio di una donazione di 13 euro.
Il 70% del ricavato andrà alla ricerca scientifica. La festa l’andranno a fare a milioni di innocenti.
Scriviamogli che non compreremo mai i lori fiori sporchi di sangue, non finanzieremo mai nessuna delle loro iniziative finchè non dichiareranno di non usare più animali per le loro ricerche.
Scriviamo a: aism@aism.it
Per maggiori info consultate www.ricercasenzaanimali.org

Non vendetemi un fiore per la vita, penserò inevitabilmente alla morte,
alla morte di tanti animali innocenti vittime involontarie della vivisezione.
Quante sono le alternative per le quali
nessuna sofferenza verrebbe inflitta alla vita,
nessun orrore perpretato!
non diteci che ci sono bambini che muoiono perchè lo sappiamo,
potrebbero essere anche i nostri;
ma non è la morte che sconfigge la morte.
Vogliamo una medicina più umana
ed allora accetteremo di buon grado
e compreremo il vostro fiore
e sarà anche la nostra bandiera
a questo prezzo non possiamo;
e per noi questo sarà un giorno di grave lutto
nel quale i fiori appassiranno
per ammazzare degli "esseri viventi".
(autore ignoto)
 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 05/03/2007 alle 21:58:28, in Notizie sparse, letto 1435 volte

 

(dal Corriere della Sera) Croazia: cacciatore italiano salta su una mina In compagnia di altre tre persone stava addestrando i cani. L'incidente è avvenuto domenica non lontano da Zara.

ZAGABRIA - Un cacciatore italiano di 34 anni è morto nell'esplosione di una mina anti-uomo durante una battuta di caccia in Croazia. Lo riferisce l'agenzia di stampa croata Hina che cita fonti locali di polizia. L'incidente è avvenuto domenica non lontano da Zara, in un campo vicino al villaggio di Donji Biljani. Nella regione si era combattuto durante la guerra, ma il luogo preciso della deflagrazione non era stato segnalato come zona minata.

L'uomo, di cui non è stata precisata l'identità, secondo una prima ricostruzione della polizia era in compagnia di altre tre persone, due cacciatori italiani e un croato, per addestrare dei cani. Gli amici hanno dato l'allarme dopo che l'uomo non si era presentato a un luogo di ritrovo concordato. Il cadavere è stato trovato alcune ore dopo, al termine di una prolungata ricerca. La polizia ha aperto un'inchiesta, a cui partecipano esperti militari di sminamento. Il corpo del cacciatore nelle prossime ore sarà sottoposto ad autopsia.

MINE - L'ordigno era probabilmente un residuato bellico della guerra serbo-croata-bosniaca tra il 1991 e il 1995. Oltre 1.100 chilometri quadri di territorio croato sono infestati da circa 500 mila mine, circa il 2% della superficie del Paese. Secondo le statistiche ufficiali, dalla fine della guerra, oltre 440 persone sono state uccise dalle esplosioni di mine e altre 1.400 sono rimaste ferite.
05 marzo 2007

 
Pubblicato da monica il 06/03/2007 alle 13:29:02, in Notizie sparse, letto 1423 volte
Giovedì 8 marzo alle ore 16.30 saremo di nuovo davanti ai grandi magazzini della Rinascente a Roma.
Il presidio è molto importante per la campagna e la nostra presenza è indispensabile, come la partecipazione attiva al presidio.
Non facciamo gli prendere aria, la nostra pressione affinché la Rinascente smetta di far ammazzare animali è fondamentale in questa campagna.
Ci vediamo giovedì, portate fischietti megafoni e tutto quello che vi viene in mente per farci sentire.
Senza tregua
 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 07/03/2007 alle 17:08:31, in Notizie sparse, letto 1523 volte

Siamo quasi arrivati, la Pasqua è alle porte! Miei teneri cuccioli l'essere umano con la sua maledetta ingordigia, ignoranza, superficialità, cattiveria, vi metterà di nuovo le mani addosso, sporche di sangue per saziare il suo stomaco, vostra tomba vivente. Come ogni anno, più si avvicina il fatidico giorno più mi addoloro alla sola idea della vostra uccisione, esseri innocenti. Mi sento così impotente, sento le vostre urla, il vostro dolore è il mio, scusate fratelli miei, mi vergogno di far parte della razza umana... E come ogni anno andrò in giro ad attaccare manifesti nella speranza di sensibilizzare qualche persona...

 
Pubblicato da monica il 12/03/2007 alle 12:23:35, in Notizie sparse, letto 5554 volte

tratto da www.tradizioniviolente.org
per vedere il video collegarsi al sito

Ogni anno migliaia di merli, cesene, allodole, tordi bottacci, tordi sasselli, mentre stanno migrando verso i paesi caldi: Vengono catturati nelle reti, da persone pagate dalle Province, dopo essere stati attirati da altri uccelli, che, chiusi nelle loro gabbiette, poste in prossimità delle reti di cattura, hanno il compito di cantare per intrappolare i loro simili.
Vengono tolti dalle reti e in preda al panico, vengono messi in minuscoli contenitori per essere trasportati ai centri di distribuzione dove i cacciatori stanno aspettando.
Ai centri di distribuzione vengono regalati ai cacciatori che li useranno per effettuare la caccia da appostamento. Sempre piu' terrorizzati, gli uccelli catturati vengono messi in sacchettini o in gabbiette e vengono portati a casa del cacciatore che é diventato il loro padrone.
Durante tutti questi viaggi gli uccelli sbattono in continuazione contro le pareti delle gabbie ferendosi. Le allodole sono gli uccelli più stressabili e sbattono in continuazione la testa contro il soffitto della gabbia.
A casa del cacciatore vengono messi, fino alla fine dei loro giorni, in gabbie grandi al massimo 30 centimetri, disposti su scaffali, all'interno di scantinati o sottoterra, in box, nelle cantine.
Spesso questi locali sono semibui, sporchi, umidi e malsani. Lo sterco degli uccelli, ognuno nella sua gabbietta, rimane depositato a blocchi sugli scaffali, e viene rimosso molto raramente; moltissimi degli uccelli appena arrivati muoiono perché non sopportano la vita in cattività, molti rifiutano di mangiare, altri non riescono a digerire quel nuovo mangime, così diverso dal cibo naturale, altri continuano a sbattere e si feriscono fino alla morte, altri si lasciano andare fino a morire. Ma alcuni sopravvivono, senza sapere quale terribile sorte li aspetta, accettano quella nuova vita e verranno nutriti finché canteranno bene, poi non serviranno più a nessuno e anche la natura li rifiuterà perché non li riconoscerà più.
Apre la stagione di caccia (da settembre a gennaio) tutti i giorni, con qualunque tempo atmosferico, il cacciatore si reca al suo capanno di caccia, trasportando i suoi uccelli da richiamo, contenuti ognuno nella propria gabbietta. Qui verranno appesi agli alberi e, contro natura, canteranno per attirare e far cadere in trappola altri sventurati uccelli, che verranno uccisi dal cacciatore nascosto nel capanno.
Finisce la caccia e gli uccelli, sempre rinchiusi nelle loro minuscole gabbiette, vengono disposti sugli scaffali, in freddi e umidi locali, con pochissima aria, con pochissima luce, con scarsa igiene. In queste condizioni passeranno lunghi mesi finché, senza piu' accorgersi che é arrivata primavera, si troveranno in estate.
Siamo nel mese di giugno: i cacciatori prendono i loro uccelli, gli strappano un po' di penne, li mettono in locali completamente bui, e in questa terribile condizione li lasciano, soli a sé stessi, per due lunghi, interminabili mesi.
Questa è la MUTA ARTIFICIALE tutti i cacciatori torturano così i loro uccelli per fargli subire la muta delle penne, cosa che in natura avviene spontaneamente all'approssimarsi della primavera; é in questa meravigliosa stagione che gli uccelli, ricoperti dal nuovo piumaggio, cominciano a cantare perché siamo nella stagione degli amori. Ma la caccia é aperta in autunno e ai cacciatori serve che gli uccelli cantino, come se fosse primavera, in autunno, quindi strappano loro delle penne e li tengono al buio completo per indurli a credere che sia inverno (in realtà siamo in piena estate: giugno e luglio) e che, invece, l'autunno reale sia per loro primavera (hanno cambiato le piume e hanno rivisto la luce: credono che dall'inverno si sia passati alla primavera. In realtà dall'estate si é passati all'autunno).
Oltre alle sevizie gli uccelli subiscono uno scompenso del metabolismo, non sanno più distinguere il giorno dalla notte, l'inverno dall'estate, ecc., il sistema ormonale é completamente sconvolto. Così trascorre la loro misera vita, quei pochi uccelli che riescono a sopravvivere subiscono tutte le estati la muta artificiale. Man mano che il tempo passa i loro muscoli si atrofizzano; non sono più capaci di volare, non sanno più cosa significa trovare un compagno e accoppiarsi. La coda si é rotta e non esiste più a furia di sbattere contro le pareti della gabbia. Le zampe, a furia di stare nello sporco e a furia di stare fermi in uno spazio così ridotto, si riempiono di croste, di piaghe, molti uccelli perdono gli arti. Le penne spariscono in molte parti del corpo lasciandoli nudi a sopportare le intemperie (se piove, se c’è vento, in qualunque condizione gli uccelli da richiamo, appesi ai loro alberi devono cantare).

"La mia vita con bambi" di Cristina Rovelli, Ed. Cosmopolis
I cacciatori dovrebbero riconsegnare i richiami vivi, una volta deceduti, ai centri di raccolta per riceverne altri gratuitamente. Questo significa che ogni cacciatore dovrebbe mantenere in vita i suoi richiami anche quando smettono di cantare. Considerando il fatto che ogni cacciatore riceve fino a 40 richiami vivi possiamo facilmente dedurre quanti uccelli, ogni cacciatore dovrebbe continuare a mantenere “inutilmente” fino alla morte: un richiamo che smette di svolgere la sua funzione non serve più a nulla al cacciatore, diventa unicamente un costo e un fardello che non gli permette di continuare l’attività venatoria a pieno ritmo. E’ noto infatti da diverse testimonianze di guardie venatorie di come in realtà spesso i cacciatori abbandonino i propri richiami una volta che smettono di cantare, in modo che possano riceverne subito altri. Il problema è che questi uccelli abbandonati non sono più in grado di volare, non sanno più procurarsi il cibo da soli, non sanno più migrare e scappare dai predatori: non sono più degli uccelli. E’ facile quindi immaginare quale sia la loro sorte. Il fatto che questa pratica inizi ad essere vietata anche a livello locale in Italia, ci indica chiaramente la sua natura violenta e crudele.
Contatti: info@tradizioniviolente.org
 
Pubblicato da monica il 12/03/2007 alle 12:27:41, in Notizie sparse, letto 1490 volte
Il quotidiano australiano Herald Sun riporta una interessante campagna portata avanti da alcuni attivisti della citta' di Victoria per liberare gli animali prigionieri degli allevamenti, in particolare gli allevamenti di galline per la produzione di uova.
Si tratta degli stessi attivisti che qualche settimana fa si sono introdotti nel piu' grande allevamento di galline ovaiole di Victoria e hanno portato via 18 galline.
Mercoledi' 21 febbraio gli attivisti hanno superato un gigantesco recinto elettrificato, cani da guardia e fari di sorveglianza presso l'allevamento "Happy Hens" (Galline Felici) nella citta' di Meredith.
Sostengono di aver visto un sovraffollamento illegale, sporcizia estrema, galline che si mangivano altre galline morte, altre finite dentro la fossa del letame.
Gli attivisti erano soprattutto studenti universitari, ma tra loro c'era anche Patty Mark, di 57 anni, che ha gia' a suo carico 8 accuse penali. "Le galline gridavano, c'erano corpi che marcivano nelle gabbie, i contenitori con i corpi degli animali morti venivano lasciati nei capannoni e gli animali malati e sfiniti venivano abbandonati a loro stessi in minuscole gabbie" ha dichiaro Patty Mark, fondatrice di Animal Liberation Victoria.
Patty Mark sostiene che i capannoni contengono 80.000 galline allevate in batteria, in uno spazio che una volta conteneva un quarto degli animali. Gli allevatori invece affermano di trattare bene gli animali, per farli rendere al massimo, e minacciano di denunciare gli attivisti.
La signora Mark pero' invita tutti a unirsi in questa lotta. Il loro piano e' di liberare gli animali senza nascondersi e celare la propria identita'. Questo li espone alle denunce, ma dicono di essere disposti a finire in prigione per la causa.
Noah Hannibal, laureato in filosofia, ha dichiarato di aver passato qualche notte in prigione per violazione di proprieta' privata, furto, o disturbo della quiete pubblica, ma che le accuse sono sempre state ritirate. "Specialmente quando si fanno liberazioni alla luce del sole" ha detto "abbiamo in pratica la licenza di fare quel che vogliamo.
Anziche' arrestarci, la polizia ci ha aiutato a portar fuori gli animali malati".
Gli attivisti organizzano riunioni per mettere a punto le proprie strategie e usano tecniche elaborate per entrare negli allevamenti super-protetti. Ogni membro di una squadra ha un ruolo specifico - dal disabilitare recinti elettrificati, a documentare le condizioni degli animali nei capannoni, a guidare il furgone.
Callum Bryant, una studentessa 20enne che studia arte all'universita' dichiara "Mi piacerebbe che tutti diventassero vegetariani, o, piu' specificamente, vegani.
Vorrei fermare la crudelta' sugli animali" e dichiara di non aver paura di andare in prigione per difenderli. Le galline liberate sono gia' state adottate da famiglie nei dintorni di Melbourne.
La Reale Societa' per la Prevenzione delle Crudelta' sugli Animali (RSPCA) sta esaminando le segnalazioni degli attivisti sulle irregolarita' nell'allevamento Happy Hens.
Fonte: Herald Sun, "In the name of animal liberation", 25 febbraio 2007 http://www.news.com.au/heraldsun/story/0,,21283415-2862,00.html
 
Pubblicato da Piero il 13/03/2007 alle 11:27:18, in Notizie sparse, letto 1795 volte

Luoghi di emergenza: Valmontone (RM), Pratoni del Vivaro (RM), Arcinazzo Romano (FR).

 

In primavera inizia la MIGRAZIONE DEI ROSPI. Gli anfibi percorrono anche grandi distanze per raggiungere laghi, fiumi e zone umide in cui accoppiarsi e riprodursi. Nella loro lunga marcia, però, si imbattono in ostacoli di ogni genere, in particolare le STRADE. A causa della loro lentezza ne vengono schiacciati a milioni in questo periodo in tutta Italia.

 

Per evitare questo massacro, in provincia di Roma organizziamo da anni un monitoraggio e un aiuto concreto. Muniti di torce, guanti, secchi li raccogliamo ai bordi delle strade e li portiamo alla loro meta finale. Inoltre, in un sito con un passaggio cospicuo, i pochi rospi che riescono a superare le macchine, muoiono in vasche di cemento di un allevamento di trote, costruite in una conca nella quale prima si trovava una zona umida naturale per la riproduzione.

 

Serve una presenza costante quotidiana, perché anche una sola autovettura può ucciderne o mutilarne a decine, ed evitare che finiscano nelle vasche. Bisogna dividersi in turni di poche persone a sera, circa dalle ore 20 alle ore 23.

 

Per chi crede che l’attivismo sia la prima forma di lotta e che anche salvare un solo individuo sia un passo concreto, ci scriva.

attivismo@vallevegan.org

 
Pubblicato da Claudia (Nefertari77) il 14/03/2007 alle 09:52:11, in Notizie sparse, letto 3676 volte

 

14 mar 08:44
SYDNEY (Australia) - La siccita' che ha colpito l'Australia costringera' le autorita' a fare abbattere centinaia di migliaia di dromedari selvatici resi folli dalla sete. Lo riferiscono oggi gli esperti del Desert Knowledge Cooperative Research Centre. "Si ritiene che un milione di dromedari selvatici, il cui numero raddoppia ogni otto anni, siano in competizione con gli animali originari della zona e il bestiame di allevamento, minacciando le coltivazioni, distruggendo recinzioni, scavi e serbatoi e invadendo i siti aborigeni", ha detto Glen Edwards, ecologo del Centro. "E' da un decennio che i dromedari sono diventati un problema, ma l'ultima siccita', la peggiore da cento anni a questa parte, li ha spinti a concentrarsi su determinate zone, ponendoli in stretto contatto con la popolazione e le attivita' umane". (Agr)

(Corriere della Sera)

 
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