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Notizie sparse».
Ordine cronologico: ascendente (il più recente in coda).
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inverti l'ordine]
Dopo la liberazione di conigli in provincia di Padova di un paio di mesi fa [
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3], altre due azioni ALF hanno avuto luogo in questi giorni in Veneto. L'obiettivo in entrambi i casi è stato rappresentato da allevamenti di visoni: ne sono stati liberati circa
9.000 in provincia di Vicenza e altri
3.000 in provincia di Verona.
Come già accaduto in passato, questi avvenimenti forniscono agli allevatori - forti dell'appoggio degli inquirenti - l'occasione per fare sfoggio della più becera ipocrisia: è davvero curioso come la sorte di questi poveri animali, che una volta
liberi potrebbero morire di stenti, di freddo (sic!... ma non dovevano farci delle
calde e confortevoli pellicce?) o travolti dalle automobili, desti tante preoccupazioni in chi quotidianamente
li uccide per mestiere...
In occasione della Settimana Vegetariana Mondiale, sabato 4 ottobre dalle 16.00 alle 18.30, a ROMA, in Piazza di Porta San Giovanni (statua di San Francesco) ci sara' un presidio a favore dell'iniziativa "stop susssidi agli allevatori".
Siete tutti invitati a partecipare !!
Iniziativa nazionale "Firma per Stop sussidi ad allevatori e pescatori" 27/08/2008
Una iniziativa contro gli allevamenti all'interno della Settimana Vegetariana Mondiale.
Una giornata nazionale per raccogliere firme sulla petizione "Stop sussidi ad allevatori e pescatori" e per informare le persone sui danni degli allevamente intensivi e su come siamo costretti a pagare con la nostre tasse un'industria dannosa per tutti - ambiente, animali, esseri umani. L'evento si colloca all'interno della Settimana Vegetariana Mondiale promossa da vari gruppi europei per la prima settimana di ottobre, quindi le date fissate per questa giornata sono quelle del finesettimana 4-5 ottobre 2008.
Maggiori informazioni sulla settimana vegetariana mondiale: www.vegetarianweek.org
Perché partecipare
La Settimana Vegetariana Mondiale è stata indetta quest'anno nella prima settimana di ottobre e vede eventi organizzati in tutto il mondo per la diffusione di una cultura vegetariana in quanto rispettosa per l'ambiente, gli animali e la nostra salute. Il primo ottobre è la Giornata Internazionale Vegetariana, il 2 ottobre è la Giornata Mondiale per gli Animali d'allevamento, in corrispondenza al giorno di nascita di Gandhi, il 4 ottobre, giorno di San Francesco, è la Giornata Mondiale degli Animali. Una settimana dunque ricca di eventi veg-animalisti, e l'iniziativa proposta per l'Italia per partecipare a questo grande evento mondiale è perfettamente in tema, perché ha lo scopo di ostacolare la diffusione di allevamenti e macelli e di far sentire la nostra voce per gli animali, non solo quella di allevatori, pescatori e macellai.
Gli allevatori e pescatori si lamentano continuamente, fanno scioperi, proteste, spesso coinvolgendo anche gli animali, portando le mucche o i maiali in piazza.
E' bene che ci facciamo allora sentire anche noi, per dire che invece tutta l'industria degli allevamenti e della pesca vive grazie ai sussidi che l'UE e i singoli Stati forniscono, pagandoli coi soldi delle tasse dei cittadini.
Allora diciamo chiaramente che non vogliamo che i nostri soldi siano usati per sostenere un'industria che ammazza animali, devasta l'ambiente, nuoce alla salute umana, è fonte di sprechi che pesano molto sul problema della fame del mondo. Chi vuole comprare in gran quantità alimenti di origine animale - carne, pesce, latte, uova - li paghi, in toto, paghi la coltivazione dei mangimi, il trasporto, l'allevamento, e un "risarcimento danni" per l'impatto causato all'ambiente. Li paghi al supermercato coi suoi soldi, non è più ammissibile che invece paghi pochissimo questi prodotti e le spese siano sostenute coi soldi di tutti, anche di chi questi prodotti non li vuole consumare o ne consuma pochissimi.
Non serve nemmeno essere vegetariani per essere d'accordo nel firmare la petizione: a nessuno dovrebbe piacere pagare due volte per quel che consuma, una volta in negozio e una volta con le proprie tasse, anche questo bisogna far capire al pubblico, nello spiegare l'iniziativa.
Come partecipare
L'iniziativa principale è quella di organizzare un sit-in informativo con distribuzione di volantini appositi e raccolta di firme sulla petizione "Stop sussidi ad allevatori e pescatori" nelle date indicate.
Chi non riesce a organizzare un sit-in, può raccogliere firme tra conoscenti e parenti. E' anche disponibile la petizione on-line da pubblicizzare via email, alla pagina:
http://www.nutritionecology.org/it/news/petition_cap.html
Un'altra attività è quella di distribuzione in buca del volantino dell'iniziativa: sul volantino c'è una mini-petizione, chi vorrà potrà firmarla e raccogliere qualche altre firma e poi spedire il volantino. Non serve alcun permesso per questo tipo di attività, basta che ci richiediate i volantini e li distribuiate in buca delle lettere nel vostro quartiere.
Istruzioni per sit-in con volantinaggio e raccolta firme
E' importante organizzare dei sit-in informativi in piazza, anche di poche persone (5-6), piuttosto che un volantinaggio singolo. Con un sit-in potete esporre cartelloni e striscioni, potete sistemare un piccolo banchetto per la raccola firme, e distribuire volantini ai passanti. Se avete un megafono, potete spiegare al pubblico la situazione degli allevamenti, invitarli a fermarsi a firmare. Se avete un video, potete mostrare i filmati sui macelli (vedi oltre).
Si può inoltre mandare ai giornali locali un comunicato stampa, per dare maggior enfasi e diffusione all'iniziativa. Se non avete video e megafono, non importa, bastano i cartelloni! Se siete solo in due, vedrete che poi altre persone si uniranno! Trovate una bozza di comunicato stampa in fondo alla pagina.
Per un sit-in informativo va fatta la notifica in Questura, ma NON serve alcun permesso del Comune, quindi, non rivolgetevi al Comune. Occorre mandare la notifica alla Questura via fax usando il fac-simile che potete scaricare qui:
comunicazione_presidio_pac_facsimile.rtf
Dovete completarlo coi vostri dati anagrafici, il luogo, la citta', la data, l'orario e gli altri dettagli dell'evento che siano diversi da quelli del fac-simile.
In molti casi è sufficiente questo fax, in altri casi dopo l'invio del fax vi ricontatteranno loro e dovrete andare lì di persona per confermare la richiesta. Ciascuno ha la sua prassi. Il fax va inviato almeno 3 giorni prima, ma vi conviene inviarlo per tempo, almeno 15 giorni prima, in modo da essere sicuri che non ci siano problemi dell'ultimo momento e poter così pubblicizzare tranquillamente l'evento. Conviene, dopo 3-4 giorni dall'invio, telefonare per accertarsi che sia stato ricevuto e sia tutto ok.
Fate solo attenzione nel caso in cui oltre alle persone e ai cartelloni il sit-in comprenda anche un tavolino, per le petizioni o per appoggiarci un video: in molto casi, il permesso di usare il tavolino e' compreso nel "permesso" di tenere il sit-in e nessuno crea problemi, ma in qualche Comune potrebbe esserci la polizia muncipale che fa storie e che pretende il permesso di uso del suolo pubblico. Da un punto di vista logico, non ha molto senso, perche' che il suolo sia occupato da una persona con in mano i moduli delle petizioni, o da un mini-tavolino con le petizioni appoggiate, non fa differenza, ma da un punto di vista formale potrebbero crearvi problemi. Consigliamo in quasti casi di "parlamentare" coi rappresentanti della Questura di modo che i vigili non creino ostacoli al sit-in, e se questi non vogliono sentir ragioni, smontare il tavolino, raccogliere firme stando in piedi e facendo appoggiare chi firma su una cartellina rigida che tenete in mano voi, e regolarsi per le volte successive.
Città aderenti ai sit-in e recapiti
Aggiornamento al 25-9-2008
Scriveteci per darci notizie dell'organizzazione di un sit-in, indicando il vostro recapito per farvi contattare da altri attivisti nella vostra città!
Chi vuole unirsi a un evento in corso di organizzazione, contatti i recapiti sotto elencati!
Torino
Sabato 4 ottobre, ore 15.30 - 20.00, piazza Castello ang. via Garibaldi
Contatto: piemonte@agireora.org
Milano
Sabato 4 ottobre, ore 15.30 - 20.00, piazza San Babila
Contatto: Mattia - mollik74@yahoo.it
Firenze
Sabato 4 e domenica 5 ottobre, dalle 10 alle 19.30; sabato: Piazza S. Croce; domenica: Piazza della Repubblica
Contatto: Elvino - e.gasparotti@animalitalia.it
Napoli
Sabato 4 ottobre, dalle 16 alle 20, piazza del Gesu' Nuovo (lato Liceo Genovesi - chiesa del Gesu' Nuovo)
Contatto: napoli@agireora.org
Alessandria
Sabato 4 ottobre, dalle 15 alle 22, sotto i portici di corso Roma angolo piazza Garibaldi
Contatto: alessandria@agireora.org
Roma
Sabato 4 ottobre, 16.00 - 18.30, Piazza di Porta San Giovanni (statua di san Francesco)
Contatto: Monica - monicalugini@yahoo.it
Ancona
Domenica 5 ottobre, 15.30 - 20.00, Piazza delle 13 cannelle
Contatto: Daniele - danymals@hotmail.it
Carpi (Modena)
Sabato 4 ottobre, 8.30-13.30, all'ingresso dell'IperCOOP "Il Borgogioioso" di Carpi
Contatto: Daniela - animali.info@gmail.com
Arezzo
Sabato e domenica 4 e 5 ottobre, ore 8-19.30, piazza S. Jacopo (davanti alla banca)
Contatto: Ilaria - ilaria.isacchi@libero.it
Siena
Domenica 5 ottobre, dalle 10 alle 20, Piazza Madonna delle Nevi
Contatto: Elena - antispecistisiena@gmail.com
BASTA PELLICCE NEI NEGOZI DIESEL!AIP lancia una nuova campagna internazionaleDopo i successi nazionali e internazionali delle campagne contro le pellicce, che hanno convinto marchi di moda e grandi magazzini a non vendere o produrre più capi con inserti di vero pelo, è il momento di lanciare una nuova campagna su di un marchio italiano diffuso in tutto il mondo.
Questa campagna, come tutte le altre lanciate finora da AIP o da network internazionali contro le pellicce, si basa sulla pressione, sull'informazione e sul boicottaggio dell'azienda, e non avrà termine fino a che non ci sarà un impegno aziendale verso una politica senza pellicce.
La campagna partirà ufficialmente con una giornata di mobilitazione internazionale l'11 e 12 ottobre. In quei giorni si terranno proteste davanti ai negozi Diesel di quasi tutta Italia, ma anche in Inghilterra, Germania, Svezia, Danimarca, Belgio, Olanda, Usa, Svizzera, dove gruppi di attivisti hanno già aderito all'appello di AIP.
Per maggiori informazioni sulla campagna e come sostenerla vai alla pagina CAMPAGNE IN CORSO
APPUNTAMENTI:GIOVEDI 2 OTTOBRE - ore 8.30Presidio davanti al quartier generale di Diesel.Via dell'Industria 7, Molvena (Vicenza)SABATO 11 OTTOBRE - GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO DIESEL
Proteste a Milano, Bologna, Torino, Roma, Firenze, Treviso, Verona, Genova.
CONTATTA DIESEL:
Fai sapere all'azienda che hai deciso di aderire al boicottaggio. Puoi mandare loro una lettera, una e-mail, un fax, fare una telefonata. Ognuna di queste comunicazioni per loro è un possibile cliente perso.
Non sottovalutarne l'importanza.
DIESEL SPA
Via dell'Industria 7
36060 Molvena (VI)
Tel. 0424477555
Fax. 0424411154
Responsabile Comunicazione:
Antonella Viero - antonella_viero@diesel.com
Responsabile Marketing:
Gianfranco Fina - gianfranco_fina@diesel.com
Alice Sozzi - alice_sozzi@diesel.com
Ufficio Stampa:
Cristina Andresano - cristina_andresano@diesel.com
Simona Carchia - simona_carchia@diesel.com
Giacomo Nicolodi - giacomo_nicolodi@diesel.com
Tutte le mail in blocco "Copia e incolla":
antonella_viero@diesel.com, gianfranco_fina@diesel.com, alice_sozzi@diesel.com, cristina_andresano@diesel.com, simona_carchia@diesel.com, giacomo_nicolodi@diesel.com
Lettera Tipo:
Spett.le Diesel Spa,
Con questo messaggio voglio esprimere il mio sostegno alla campagna di protesta nei confronti della presenza di capi contenenti inserti di vera pelliccia nelle collezioni dei alcuni dei vostri marchi.
Vi ricordo che ogni anno decine di milioni di animali vengono allevati in condizioni orribili e uccisi brutalmente per potergli strappare il manto e trasformarlo in inserti, cappucci o giacche come quelle prodotte da Diesel.
Molte aziende hanno fortunatamente cessato di produrre e vendere inserti di vera pelliccia, tra cui tutti i grandi magazzini italiani e decine di marchi e stilisti a livello internazionale. Ritengo che la stessa scelta etica sia un passo che anche Voi dovreste fare, proponendo abbigliamento che sia privo di questa brutale crudeltà.
Fino al momento in cui non sarà resa pubblica una simile decisione mi impegno a partecipare alla campagna di protesta nei confronti dei Vostri negozi e a diffonderla il più possibile tra tutte le persone di mia conoscenza.

Articolo de L'Arena di Verona, 1 ottobre 2008, tratto da http://www.finoallafine.info
A San Martino Buon Albergo l’Animal Liberation Front recide le reti di recinzione. Centinaia di visoni «evasi» dalle gabbie. I «guastatori» hanno creato un grosso varco per fare fuggire gli animali destinati a diventare pellicce
Nella notte tra lunedì e martedì gli animalisti hanno svuotato di nuovo l’allevamento di visoni a Campalto di San Martino Buon Albergo. È il secondo assalto in una settimana ai danni della ditta Anipel. Stavolta, il commando, che gli inquirenti ipotizzano sia sempre composto da almeno sei, sette persone per la rapidità dell'azione e per la quantità dei danni inferti, non ha rivendicato il gesto scrivendo la sigla della propria associazione sui muri all’interno dell’azienda o telefonando al centralino del giornale L’Arena.
«Tuttavia, la Digos e i carabinieri di San Martino Buon Albergo sono convinti si tratti ancora dell’Animal liberation front, autore delle precedenti intrusioni, quattro in due anni, inclusa l’ultima, e un incendio che devastò un nostro fabbricato usato per preparare il pastone destinato ai visoni e i camion parcheggiati in cortile», spiega Luca Begnini figlio del titolare della società. Il blitz è stato portato a termine prima dell’alba. Alle 4,30, una telefonata dei vicini a Campalto è giunta nell’ abitazione dei Begnini a San Martino Buon Albergo che da 40 anni allevano visoni.
«Sette giorni fa avevamo tremila animali. Oggi ne sono rimasti meno di un migliaio. Il resto delle bestiole sono morte o disperse», continua Luca Begnini. «Ma, ripeto, nate e cresciute in gabbia, non hanno alcuna possibilità di sopravvivere se abbandonate in mezzo alla campagna». Se fossero rimaste nell’ allevamento, sarebbero rimaste in vita, ma giusto fino al momento di essere macellate per ricavarne la pelliccia.«Abbiamo perso tutto», dice Luca Begnini. «Vedremo se riprendere o meno l’attività. Oggi siamo la ditta maggiormente preso di mira in Italia». La famiglia del giovane gestisce l’unico allevamento di visioni a Verona. La tattica seguita dal gruppo di animalisti è stata la stessa di una settimana fa: hanno raggiunto l’allevamento passando dai viottoli sterrati della Coetta. Messi i veicoli al riparo dai curiosi, hanno percorso l’ ultimo tratto a piedi, attraversando i terreni attorno all’azienda dove hanno lasciato molte impronte. Stando alle forze dell’ordine, sono dei professionisti bene organizzati.
L’Animal liberation front svolge azioni contro lo sfruttamento e l’abuso degli animali nel mondo. In Italia, ha cominciato dagli anni Novanta. Arrivato all’allevamento, il commando ha tagliato la recinzione per una lunghezza di 40 metri. La breccia era talmente larga da permettere facilmente alle bestiole di fuggire dall’allevamento per un raggio di un chilometro, poco più. Tenute in stato di cattività, basta poco a disorientarle. Una volta libere, perciò non si allontanano mai troppo. «La Digos e i carabinieri hanno effettuato un lungo sopralluogo nell’azienda alla ricerca del minimo indizio», aggiunge Luca Begnini. «Mi hanno detto di avere aumentato i controlli nel circondario dopo l’incursione della settimana scorsa. Hanno anche promesso di intensificare nei prossimi giorni i pattugliamenti notturni. A noi, invece, rimangono i danni».
BILANCIO A UN ANNO DAL SEQUESTROE’ trascorso quasi un anno dal sequestro dei canili di Giuliano di Roma e di Sgurgola, già gestiti entrambi dalla Cooperativa Percorso Sicuro, effettuato ad opera del NIRDA - Nucleo Investigativo del Corpo Forestale dello Stato – anche grazie all’iniziativa della LAV e al materiale documentale raccolto negli anni dall’Associazione Canili Lazio Onlus, poi incaricata dalla Procura di Frosinone di occuparsi delle adozioni dei cani posti sotto tutela giudiziaria. Il bilancio di questo periodo di sequestro è positivo: sono stati bloccati immediatamente gli ingressi in quanto i canili erano estremamente sovraffollati e il Custode Giudiziario, dott.ssa Luciana Perfetti, Sindaco di Sgurgola, ha incaricato della gestione delle strutture una cooperativa che ha usato grande attenzione nelle assunzioni selezionando personale competente all’interno delle principali associazioni animaliste locali, comprese Legambiente ed ENPA - sezione di Frosinone. Sebbene all’inizio vi fossero problemi di fondi in quanto i Comuni convenzionati non pagavano, grazie alla mobilitazione nazionale creatasi subito dopo il sequestro, si sono alternati quotidianamente e del tutto gratuitamente anche volontari di Associazioni nazionali quali la
Fondazione Vallevegan, i Volontari Canile di Porta Portese e ovviamente ACL. Solo così, anche in assenza di risorse economiche adeguate, si è potuto garantire l’accudimento dei cani custoditi e sono stati tolti dai due canili a spese delle associazioni moltissimi animali bisognosi di cure urgenti (15 tuttora in carico all’Associazione Canili Lazio, nessuno dei quali deceduto, fra i molti prelevati). Il tutto in un quadro in cui il benessere dei cani, il loro diritto alla vita, alla salute e all’adozione è stato messo al primo posto. I risultati? 17 cani deceduti in entrambe le strutture e 3 cani malati che risultano deceduti dopo l’affido ad altre associazioni, per un totale di 20 cani morti in tutti e due i canili in 11 mesi.
Cifre ben diverse da quelle che si registravano prima del sequestro e che vale la pena ricordare: oltre 5.000 cani morti in meno di dieci anni, 854 nel solo 2003.Questi dati, le 160 adozioni realizzate e ancor più l’evidente benessere dei cani, irriconoscibili perché ingrassati e tranquillizzati, dovrebbero fare riflettere le istituzioni competenti (v. foto del cane sopra prima del sequestro e nel settembre 2008).
La nota spiacevole è stata l’assoluta mancanza di disponibilità del Dirigente della Asl di Frosinone, dott. Zotti, ad incontrare la nostra Associazione per cominciare a percorrere insieme la strada del “dopo sequestro” evitando che quando inevitabilmente le strutture verranno riconsegnate al proprietario, si torni ai vertiginosi indici di mortalità che avevano fatto di Giuliano di Roma il canile con il record delle morti in Italia, come riportava il settimanale Panorama nell’ articolo del 18 marzo 2005 sui canili lager. La “colpa” dell’ACL - lo ricordiamo a tutti coloro che ci conoscono solo da poco tempo - è stata quella di avere segnalato per anni formalmente tutte le irregolarità della gestione del canile di Giuliano di Roma, compresa quella sanitaria, facendo espressamente riferimento a gravi comportamenti di alcuni veterinari della Asl.
Per questo motivo l’ACL chiede ai propri sostenitori di firmare una petizione invitando l’ASL di Frosinone ad impegnarsi esigendo dal proprietario la ristrutturazione delle strutture non a norma nel canile di Giuliano di Roma, a non oltrepassare il limite di due cani per recinto e a mantenere l’attuale livello di benessere degli animali garantendo la collaborazione con ACL e le altre associazioni animaliste sia per l’ingresso di volontari che possano aiutare nell’accudimento e socializzazione dei cani, sia per le adozioni.
Questo è il testo originale: http://www.associazionecanililazio.it/diario/bilancio-a-un-anno-dal-sequestro-giuliano-di-roma-e-sgurgola-non-si-muore-piu


Tra le "associazioni amiche" sarà presente anche ValleVegan con uno stand informativo su veganismo e antispecismo.

Anche in Italia, dalla Campania, le scarpe etiche, una produzione che rispetta i lavoratori, gli animali, l'ambiente.
COSA SONOSono le SCARPE NO LOGO prodotte in Portogallo e vendute in tutto il mondo che hanno una sola missione: PRENDERE A CALCI LA NIKE e tutte le multinazionali sportive che sfruttano i lavoratori ed inquinano l'ambiente. Invece che optare per il boicottaggio e le denunce contro lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche asiatiche contro la NIKE, Kalle Lasn (il fondatore di AdBusters.org) ha deciso di produrre in modo corretto. Etico.
LA FABBRICANiente sfruttamento degli operai, niente delocalizzazioni selvagge. Una guerra ad armi più o meno pari, perchè Lasn rinuncia al profitto. La fabbrica si trova in una zona agricola del Portogallo, in cui si producono scarpe da 400 anni. Appartiene alla stessa famiglia da 3 generazioni ed è considerata un'azienda modello: macchinari nuovi e costantemente aggiornati, spazi ampi ed adeguatamente illuminati ed areati, un medico presente in azienda 2 volte a settimana al quale i dipendenti possono rivolgersi gratuitamente. Le condizioni di lavoro sono eque e gli stipendi arrivano a superare del 35% il minimo salariale previsto per legge; lo straordinario non è obbligatorio ed è ben retribuito. Gli operai sono tutti del posto, e la pausa pranzo è di un'ora e mezzo. Inoltre secondo il sindacato aziendale - e gli stessi lavoratori - nessuno è mai stato licenziato ingiustamente.
PERCHÉ ACQUISTARLEAcquistare le Blackspot significa contribuire a creare una cooperativa di consumo mondiale il cui scopo è rivoluzionare il mercato della scarpa da ginnastica promuovendo una produzione etica, nei confronti sia dei lavoratori sia dell'ambiente. L'obiettivo dichiarato è quello di rosicchiare un 1% di quota di mercato della NIKE, per dimostrare che è possibile produrre eticamente creando imprese valide.
I MATERIALILe Blackspot V1 e V2 sono fatte di canapa naturale al 100%, lavorata con metodi come la macerazione ad acqua, che consentono di non utilizzare sostanze chimiche. La suola in gomma e le parti in VERA FINTA PELLE sono biodegradabili al 70%. La suola del nuovo modello V2 è costituita da copertoni riciclati. Il non-logo è disegnato a mano.
DOVELe Blackspot V1 e V2 sono disponibili (meglio se su prenotazione) presso
NATAPUTECA Bottega del Mondo
Associazione di Promozione Sociale ALTRONAUTI
via Gambardella 16 - Torre Annunziata (NA)
tel: 333.6784378 - email:
altronauti@yahoo.itPer maggiori informazioni, foto e quant'altro visita il sito
www.blackspotsneaker.org

Giovedì 23 ottobre alle ore 15.30 l'Associazione Volontari Canile di Porta Portese ha promosso una manifestazione a Piazza San Marco, il giardino che è proprio sotto la scalinata del Campidoglio nella parte alta di piazza Venezia. La manifestazione, di sostegno alle associazioni animaliste romane che da tanti anni si occupano dei cani e dei gatti vaganti, feriti, sequestrati per maltrattamenti presenti sul territorio del Comune di Roma (animali dei quali è proprio il Sindaco - secondo la normativa vigente - il diretto responsabile) ha un titolo esplicativo: "I canili e i gattili romani non possono diventare un business".
Obiettivo dell'iniziativa il contrastare l'intenzione dell'amministrazione comunale di indire gare europee aperte alle società commerciali per la gestione dei canili e dei gattili pubblici. La normativa nazionale di riferimento infatti esplicitamente dichiara che prioritariamente la gestione delle strutture comunali devono essere affidata ad associazioni animaliste no profit, le uniche che possono garantire, senza fini di lucro, benessere animale e servizi al cittadino.
Le associazioni che hanno aderito alla manifestazione indetta da AVCPP aumentano ogni giorno: LAV, ENPA, Lega Ambiente, Associazione Canili Lazio, Associazione Torre Argentina, Associazione ARCA, Associazione Panda, Associazione Pet Village, Associazione Mente Naturale, Associazione La Casetta dei gatti, Associazione Gli Amici di Carlotta e Pesciolino, Associazione Azalea. L'AVCPP ha chiesto al Sindaco Alemanno di ricevere una delegazione di associazioni, vista la sensibilità alle tematiche animaliste mostrata dal Sindaco nel corso della sua campagna elettorale.
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PROGETTOVIVEREVEGAN
.MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LE PELLICCEper chiedere la chiusura degli allevamenti di animali da pellicciaSABATO 8 NOVEMBRE 2008Ritrovo alle 14.30 in Piazza della Repubblica - ROMA
Il corteo attraverserà il centro della città e terminerà in P.zza Venezia
dove da un palco prenderanno la parola i rappresentati
delle associazioni animaliste
Se acquisti una pelliccia o un capo contenente bordi in pelliccia, purtroppo diventato una moda anche tra i più giovani, sei silenziosamente colpevole del massacro di milioni di animali allevati negli allevamenti intensivi, veri e propri lager che non considerano minimamente le esigenze naturali di un essere vivente. Gli animali sono sottoposti per tutta la loro vita a continuo stress, a causa della vita in gabbie ridottissime in cui vengono costretti a subire correnti d’aria e freddo per rinfoltire il pelo e le femmine divengono spesso “macchine” forzate alla riproduzione. Infine questa sorta di “vita” conduce ad una morte certa altrettanto dolorosa perché ottenuta con soffocamento, annegamento, bastonate ed elettroshock.
Nei giorni successivi alla manifestazione consegneremo al Parlamento le decine di migliaia di firme raccolte per chiedere la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia, così come accaduto in molti paesi Europei, dove è proibito l’allevamento di qualsiasi specie di animali da pelliccia.
Uniamoci contro le pellicce! Affinché, anche in un paese civile come l’Italia venga approvata una legge per il divieto degli allevamenti di animali da pelliccia.
FONTE:
OIPA

L'
Oasi di recupero Locatelli a Mazzano Romano ospita quasi 100 cani, di cui solo pochi sostenuti da adozione a distanza: la maggioranza si trovano nel rifugio dai tempi del suo sequestro, altri sono stati tolti da situazioni gravissime e il loro mantenimento grava completamente sull'
Associazione Canili Lazio Onlus, che non gode di alcun contributo pubblico per il sostenimento del rifugio né per le sue attività. La trasformazione dei cani ospitati, il miglioramento delle loro condizioni fisiche e psicologiche, sono visibili a chiunque frequenti l'Oasi o informandosi sul sito (www.associazionecanililazio.it).

Per poter continuare la sua attività, però, l'ACL ha bisogno di sostegno economico. Per questo abbiamo organizzato due iniziative che chiediamo a tutti di divulgare partecipando il più possibile: un
buffet vegetariano in centro a Roma e l'offerta di magliette e felpe di denuncia della situazione di abbandono e detenzione nei canili a cui i ns. amici sono soggetti.

Giovedì 6 novembre, ore 21, Piazza Santi Apostoli 52 a Roma, cena di beneficienza con menu vegetariano per aiutare i cani abbandonati del Lazio. Per info e prenotazioni Giuliana 333 3355868 giulimonte@gmail.com . Durante la cena e sul ns. sito vengono offerte le felpe e le magliette ACL, disponibili in due modelli e nelle taglie S, M, L, XL. Per una donazione pari al costo che noi sosteniamo di solito per un vaccino o un test sulla leishmania avrete un indumento adatto a chi veste casual e ama gli animali, con un messaggio forte dedicato… “a chi vuole dimenticarli, a chi gli ha voltato le spalle, a chi si è arricchito con le loro sofferenze, a chi pensa… sono solo bestie“. Sostieni la nostra denuncia e aiuta i nostri amici animali!
Per informazioni: Giuliana 333 3355868 o Monica 340 7835777 giulimonte@gmail.com
Provincia di Pordenone e Regione Friuli Venezia Giulia riaprono l’uccellagione per poter distribuire uccelli selvatici alle sagre e fiere venatorie
Una vera e propria condanna alla pena dell'ergastolo per centinaia di uccelli della Provincia di Pordenone per l'egoistico, assurdo oltre che crudele scopo di sentirli cantare all'interno di piccole gabbie e sulla base di un provvedimento che se ne infischia delle norme statali e comunitarie in materia di tutela della fauna e che addirittura dichiara di fregarsene del parere negativo espresso dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organo che deve essere consultato, oltre che adeguatamente ascoltato, in quanto l'unico competente ad esprimere un parere scientifico in siffatte circostanze.
E' questo il contenuto dell'autorizzazione regionale datata 24.10.2008, con la quale in attuazione della legge regionale 14/2007 è stato rilasciato il provvedimento di deroga alla Direttiva Comunitaria Uccelli selvatici 79/409.
Dal 1977 in tutta Italia l’uccellagione è un reato, attualmente punito con l’arresto fino ad un anno.
Il provvedimento per la cattura degli uccelli è stato richiesto dalla Provincia di Pordenone con lo scopo di destinare gli uccelli stessi, catturati in natura e poi ingabbiati a vita, agli espositori nelle sagre e nelle fiere venatorie, nello specifico alla “associazione ornitologica friulana sagre e fiere venatorie”. Ma la fauna selvatica è definita dalla Legge “patrimonio indisponibile dello Stato tutelato nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale”. Regione e Provincia di Pordenone stanno dunque programmando di sottrarre alla comunità una parte di quel patrimonio ambientale pubblico in cambio di qualche potenziale voto da parte degli aderenti ad una associazione privata.
La richiesta di cattura sarebbe motivata dal fatto che gli uccelli cresciuti in allevamento non cantano come quelli in natura. L'Istituto preposto, che ora si chiama ISPRA, già INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) ha chiaramente detto alla Regione che è assolutamente contrario ad un provvedimento di tal fatta, poiché “è possibile insegnare il canto ai soggetti nati in cattività ricorrendo a registrazioni facilmente reperibili sul mercato o selezionare esemplari prodotti dagli allevamenti”.
Insomma il messaggio è chiaro: non c'è nessuna necessità di catturar degli uccelli, peraltro protetti, per il gusto di sentirli cantare e/o esporre.
Ma nel giustificare la cattura di merli, cesene, tordi, allodole, e specie quali fringuelli, peppole, cardellini, e lucherini, la Regione Friuli Venezia Giulia ha raggiunto veramente l'inconcepibile. Una delle ragioni poste a fondamento dell'atto, si legge, è determinata dal fatto che autorizzare la cattura degli uccelli, vietata e sanzionata penalmente, “riduce il rischio del verificarsi di catture illecite”(sic!).
E' come dire che è data facoltà al correntista di rapinare la propria banca almeno una volta l'anno, onde prevenire il ben più pericoloso fenomeno delle rapine non autorizzate!!
L'evidente illogicità dell’atto amministrativo, oltre che la sua palese illegittimità, non possono essere tollerate dalle scriventi associazioni che stanno già predisponendo una diffida da inoltrare a Regione e Provincia perchè, esercitando l’autotutela amministrativa, ritirino immediatamente gli atti emessi.
Diversamente, siamo pronti a rivolgerci alla magistratura sia amministrativa che penale, oltre a recarci negli impianti di cattura per documentare pubblicamente questa anacronistica, illegale e delirante pratica.
Intanto, chiediamo pubblicamente al Presidente della Regione Tondo di dire chiaramente cosa intende fare in favore della legalità e della Fauna e di adoperarsi per lasciare a centinaia di uccelli la libertà di continuare a volare nel cielo anziché essere reclusi in gabbie per allietare le orecchie di qualche collezionista di animali.
Le associazioni firmatarie
Per la Lega per l' Abolizione della Caccia
Sezione del Friuli Venezia Giulia
Alessandro Sperotto
Per la LIPU Friuli Venezia Giulia
Ilario Zuppani
Per il WWF
FRIULI VENEZIA GIULIA
Per la LAV
Stefania Ivanovic
In memoria di Barry Horne (17 Marzo, 1952 – 5 Novembre, 2001) 7 anni fa moriva uno dei più noti attivisti per la liberazione animale britannici, dopo il terzo sciopero della fame durato 68 giorni. Era stato condannato a 18 anni di prigione, per danni e incendi dolosi, principalmente contro aziende coivolte nella vivisezione.
Barry si stava lasciando morire di fame per protestare contro il supporto del governo britannico alla vivisezione e al mancato mantenimento delle promesse pre-elettorali riguardo gli esperimenti animali.
Le sue attività, pubblicizzate a livello mondiale, hanno portato ad un notevole incremento di azioni di liberazione animale, che tuttora durano.
Nonostante il governo britannico mantenga il pugno duro contro i cosidetti"ecoterroristi", inasprendo le pene, gli attivisti per la liberazione animale non si fermano, e Barry rimane per molti un eroe e un ispiratore.
Until the end, animal liberation
San Cesareo, Roma. 2 novembre 2008Sono anni che Tonino Sbardella distrugge la vita di migliaia di visoni rinchiusi in 15 logori capannoni situati nel suo lager in via dei visoni a San Cesareo (Roma).
All'interno cumuli di gabbie pressate e non più a norma, al loro posto gabbie con qualche centimetro in più, centimetri che non ci interessano...
Non vogliamo vedere nessun essere vivente rinchiuso in gabbie più grandi. Stanotte migliaia di visoni avranno l'opportunità

di assaporare la vera libertà fatta di terreno morbido sotto le zampe e di corsi d'acqua dove gettarsi. Qualcuno dirà che molti finiranno investiti da qualche auto, vi chiediamo: c'è così tanta differenza rispetto ad una vita passata in gabbia in attesa di una sentenza di morte già decretata? Noi sappiamo la risposta e stanotte abbiamo agito per loro abbattendo le recinzioni e aprendo tutte le gabbie.
Questo, per coloro che condividono il nostro pensiero, è un invito a prendere parte a questa lotta, agendo in tale direzione e superando le proprie paure e incertezze.
Come vergato sulle mura del lager stanotte...
'La libertà non si chiede, si prende' "
Fonte: La Nemesi, www.finoallafine.infoLe informazioni qui riportate sono a solo scopo informativo e possono essere incomplete, non si intende incitare ne' azioni ne' comportamenti illegali.
da www.mentecritica.net
Metà novembre 2008, campagna intorno a Pecs (Ungheria). Notte.
Fa freddo, nel vecchio capannone di fianco alla cascina. Fa tanto freddo, ma quello che colpisce è l’odore. Dentro uno degli scatoloni di cartone, allineati sul pavimento sporco, una giovane mamma si lamenta piano. E’ sfinita, non solo per il recente, ennesimo parto, ma soprattutto perché ha avuto poco da mangiare. Non ha quasi più latte, e cerca di calmare leccandoli i tre piccoli che cercano disperatamente calore e nutrimento. Gli altri quattro hanno smesso di muoversi già da un po’, e stanno diventando rigidi. Tutto intorno, sotto il tetto di lamiera, si sente uggiolare sommessamente nel buio. La giovane mamma non è da sola, ce ne sono molte altre come lei.
Metà dicembre 2008, soggiorno di un appartamento signorile nel centro di una grande città del nord Italia. Pomeriggio.
La bambina saltella e ride felice, non sta più nella pelle. Conterà i giorni, da adesso. Il padre la guarda sorridendo, e la gioia per quello che vede gli fa dimenticare i dubbi e le preoccupazioni. Certo, sarà un impegno che coinvolgerà tutta la famiglia, pensa. E gli sembra già di sentire le lamentele della moglie, per il pelo sui tappeti, per qualche cosa di rosicchiato. Ma piacerà a tutti, ne è sicuro, e comunque basta guardare il modo in cui brillano gli occhi della piccola, per capire che ne vale la pena. Tra l’altro, ha concluso un ottimo affare: a quel bel negozio di animali sotto casa, quello dove tanti bambini spiaccicano il naso sulle vetrine per vedere meglio, arriveranno i cuccioli giusto per Natale. Quella razza così carina, non gli viene in mente il nome, quei batuffoli che si vedono anche nella pubblicità. Ne ha prenotato uno a quasi metà prezzo rispetto a quello dell’allevamento dove aveva telefonato prima, e che oltre che caro era pure scomodo da raggiungere perché ci voleva un’ora e mezza di macchina. Meglio di così.
22 dicembre 2008, zona dell’ex confine Italo-Sloveno, sull’altipiano del Carso, sopra Trieste. Prime luci dell’alba.
L’autostrada è semideserta, e l’autotreno corre veloce. L’uomo al volante, che quel viaggio lo ha fatto molte volte, pensa che è incredibile essere già in Italia. Poche ore ancora, e farà la consegna. Passare per Maribor e Ljubljana, in modo da evitare la Croazia, allunga un po’ il giro, in effetti. Ma la ricompensa per il tempo perso è l’assenza di frontiere, e di controlli doganali. Visto il carico che trasporta, è decisamente meglio così. Certo, le carte sanitarie e i documenti, a prima vista, potrebbero passare per buoni, ma una verifica approfondita farebbe venire fuori problemi seri. Soprattutto perché, durante l’ultima sosta, ha dato un’occhiata dentro il cassone, e si è reso conto che i guaiti e i lamenti sono molto calati di intensità. I tranquillanti hanno fatto effetto, sicuramente, però tra i mucchi pulsanti di esserini pelosi, ammassati in gabbie che riempiono fino al soffitto il gelido vano merci, tanti sono troppo immobili per essere semplicemente addormentati. Spiegare il motivo per cui sta trasportando decine di piccoli cadaveri sarebbe difficile. Scuotendo la testa, spera solamente che non siano più della metà come l’ultima volta. La sua percentuale calerebbe parecchio.
Vigilia di Natale, magazzino sul retro di un pet-shop, centro di una grande città del nord Italia. Mattina.
I due uomini sorridono soddisfatti. Uno indossa un camice, e ha appena finito di fare numerose iniezioni. Dosi massicce di gammaglobuline e cortisone, per lo più. E’ un veterinario, e procurarsi i farmaci per lui non è un problema. Guarda l’altro, che sta sistemando i cuccioli in vetrina. Ha fatto un buon lavoro, sono vispi e saltellano giocando tra loro. Saranno irresistibili, e per qualche giorno reggeranno tranquillamente. Peccato per quello, già pagato al trasportatore, che ha avuto la crisi di convulsioni e diarrea emorragica proprio l’ultima notte. D’altronde, a poco più di trenta giorni di vita, il sistema immunitario è quello che è. Ma pazienza, erano poche decine di euro, e comunque meglio che sia morto nella sua gabbietta sul retro. Fosse stato male mentre era in vetrina, avrebbe spruzzato sangue dappertutto. Con quelli che verranno venduti sarà comunque realizzato un guadagno esponenzialmente maggiore della spesa. Si congeda dall’altro uomo, che ha molto da fare. Oggi ne consegnerà parecchi, e incasserà tanto denaro. Tra gli altri, nel pomeriggio, ha appuntamento con un signore molto simpatico che ha una meravigliosa bambina bionda, e che vive lì vicino.
Fine dicembre 2008, una cameretta colorata di un appartamento signorile nel centro di una grande città del nord Italia. Sera.
La bambina sta gridando. Grida con tutte le sue forze, uno strillo lacerante interrotto solo a tratti dai singhiozzi. E’ sporca di sangue, come gran parte del pavimento vicino alla cuccia. I genitori cercano di calmarla, abbracciandola, ma sono molto scossi anche loro. Il cucciolo ha smesso da poco di contorcersi dal dolore, e di guaire forte. Adesso è fermo, e non respira più. Le violente scariche di vomito, e l’emorragia, almeno sono finite. Nei giorni precedenti, quando aveva cominciato a stare male, il veterinario del negozio di animali era irreperibile, così come il gestore. Chiuso per ferie. Nella clinica dove si erano precipitati erano stati effettuati esami, e somministrati farmaci. Stavano per portarcelo nuovamente la mattina dopo, per tentare un’ultima disperata terapia, ma ormai è troppo tardi. Sotto choc, la bambina passa lo sguardo, gli occhi sbarrati e spenti, dal corpicino ai suoi piedi alle luci intermittenti dell’albero di Natale nella stanza accanto. Il suo pianto si fa più debole, senza smettere, e assomiglia sempre di più al tenue lamento di una cagnolina sfinita, magra e tremante che sta in una scatola di cartone, mille chilometri più a est. Dove fa freddo. Tanto freddo.
Oggi.
Che cosa è l’orrore? Difficile dare una risposta. In un tempo come quello che stiamo attraversando, probabilmente ce n’è troppo, intorno a noi, perché sia possibile attribuirgli dei connotati definiti. L’orrore ha mille facce, mille volti spesso rassicuranti dietro i quali nasconde bassezze e abiezioni inimmaginabili. Per quello che può valere, cercheremo di svelarne almeno uno, di renderlo il più evidente possibile, nella speranza che la consapevolezza possa divenire uno strumento di difesa per coloro che potrebbero rischiare di incontrarlo.
Non si vede come sia possibile definire senza utilizzare termini come “orrore” e “crudeltà” un traffico di esseri viventi, nati da pochissimo, indifesi e deboli, la cui convenienza viene freddamente e vigliaccamente calcolata sui sentimenti e sulle emozioni della gente. Traffico che in gran parte dei casi vede come conclusione malattie terribili e morti atroci, di cuccioli troppo piccoli, e traumi psicologici pesanti, spesso subiti da bambini.
Storie spaventose, come quella che abbiamo raccontato, sono già successe, succedono, e succederanno, tante volte. Proviamo almeno a informare, a spiegare, a far conoscere. Se grazie a questo se ne potrà evitare anche una sola, ne sarà valsa la pena.
http://www.mentecritica.net/lorrore-e-in-vetrina-e-minuscolo-e-scodinzola-prima-parte/informazione/settantasette/7361/
Non sono ancora state accertate le cause della caduta di Birillo, il cavallo di una botticella che questa mattina è stato colto da un malore, nei pressi del Colosseo. I simpatici vetturini hanno dichiarato che un camion gli è passato molto vicino a tutta velocità e che il cavallo, per lo spavento, abbia poggiato male le zampe sui sampietrini per poi accasciarsi a terra. Il veterinario accorso sul posto ha deciso l'abbattimento dell'animale tramite un'iniezione letale, dopo aver constatato diverse fratture, tra cui quella della tibia.
Queste sono le parole del sottosegretario alla salute Francesca Martini: «Sono costernata dalla gravità dell'accaduto e confermo la mia grande preoccupazione per una situazione che, sotto gli occhi di tutti e quotidianamente, evidenzia un inaccettabile fattore di rischio per i cavalli che trainano le botticelle in un traffico caotico e convulso come quello di Roma. Questo episodio è un'ulteriore testimonianza di incompatibilità tra norme di tutela della salute e dell'incolumità dei cavalli e il traffico urbano del centro di Roma. Convocherò immediatamente il Tavolo ministeriale sul tema già istituito concordemente con il competente Assessore del Comune», ha concluso il sottosegretario.
Questa è invece la dichiarazione del sindaco: «È stato un incidente. È stato necessario abbattere l'animale. Purtroppo una normale procedura veterinaria. Mi auguro che non si speculi su un doloroso incidente. Non è il sottosegretario che decide che cosa succede a Roma. Le botticelle sono in regola».
«È stata una tragica fatalità. Una grave perdita. Spero che non ci sia speculazione sul caso», ha aggiunto l'assessore all'ambiente Fabio De Lillo. Il cavallo «stava agonizzando. Quando è stato constatato che sarebbe morto ugualmente, è stato prima addormentato e poi abbattuto».
Birillo (sembra quasi che il nome abbia segnato il suo destino) non è la prima vittima di questa tradizione romana, e credo che non sarà nemmeno l'ultima. Siamo sempre dell'idea che nessun animale debba subire alcuna imposizione da parte dell'uomo, tantomeno se l'unico guadagno di cui esso possa beneficiare è la morte, la fine cioè di ogni sofferenza, tortura, stress e frustrazione.
Che maledizione invece per il vetturino, ora senza cavallo e senza lavoro! Speriamo solo che con questo sporco mestiere non abbia guadagnato abbastanza soldi da poterne comprare un altro. Ma ci sono sempre le file di collocamento...
E' uscito nelle librerie il primo libro che documenta e svela gli orrori che si celano dietro gli spettacoli circensi e venatori finanziati con soldi pubblici nonché le loro implicazioni sui minori che vi assistono.(DIS)Educazione alla violenzaUn saggio su "La violenza a scopo ludico: il circo con animali e le fiere ornitologico-venatorie" che documenta e svela gli orrori che si celano dietro gli spettacoli circensi e venatori finanziati con soldi pubblici nonché le loro implicazioni sui minori che vi assistono.
Da molti anni, la ricerca psicologica ha dimostrato che la violenza perpetrata dai bambini e dagli adolescenti nei confronti degli animali è spesso associata a disturbi psicologici ed in particolare ad atteggiamenti e comportamenti aggressivi nei confronti delle persone. La crudeltà verso gli animali può essere, nell'infanzia e nell'adolescenza, un indicatore potenziale di una situazione esistenziale patogena; per esempio, di una situazione famigliare ed ambientale particolarmente problematica, caratterizzata, a seconda dei casi, da violenza fisica, psicologica o abuso sessuale.
Come dimostrano le ricerche scientifiche nell'ambito della psicologia e criminologia, può anche e soprattutto essere un indicatore potenziale dello sviluppo di successivi comportamenti antisociali e/o criminali in età adulta.
L''assistere ripetutamente ad atti di violenza può inoltre produrre nei bambini una diminuzione dell'empatia, della capacità, cioè di immedesimarsi negli altri; una delle qualità umane più efficaci per prevenire, diminuire e/o eliminare la violenza nei rapporti tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e gli animali.
Ancora peggiori sono i comportamenti violenti presentati ai minori sotto forma di attività ludiche, dove si ride della sofferenza altrui e si cerca il divertimento tramite l'applicazione continua, voluta e legalizzata, di atti di sopraffazione.
A cura di Monica Bertini, Francesca Sorcinelli, Massimo Tettamanti, con il supporto del "Gruppo di Studio sulle Tradizioni Violente".lo potete ordinare anche su: www.agireoraedizioni.org www.edizionicosmopolis.it
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SI CERCA COLLABORAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI LOCALI E NAZIONALI PER LE ADOZIONI.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa del recente sequestro del canile di Fondi (LT), avvenuto probabilmente il 22 novembre scorso (v. articolo). La nostra Associazione si era di recente impegnata per ottenere la possibilità d'ingresso al pubblico (prima limitata a due giorni a settimana dalle ore 07.00 alle ore 09.00 di mattina) e aveva avviato una consultazione con la competente locale Asl per concordare procedure di adozione e adeguamento della struttura alle normative vigenti, ma è stata immediatamente strumentalizzata da alcuni quotidiani locali che avevano pubblicato dichiarazioni del nostro Presidente mai rese. Nella struttura non avevamo potuto fare a meno di notare un grave stato di confusione ambientale in quanto
in soli 13 recinti "La Mimosa” di Fondi accoglieva circa 750 cani, con una media di 70 cani a spazio (dati del giugno 2008). Nel primo box si superava il numero di cento unità.
.Solo nel mese di luglio iniziavano le sterilizzazioni. In questo quadro avevamo segnalato come fosse estremamente complicato effettuare le adozioni, scopo principale della nostra Associazione, per la materiale difficoltà nel seguire e conoscere il singolo animale e poterne descrivere le caratteristiche. Estremamente pericoloso era entrare nei recinti, visto che la presenza di estranei poteva scatenare facilmente episodi di aggressività nel branco, anche in presenza di volontari esperti. La locale Asl aveva effettuato prescrizioni a cui ci risulta che il gestore stesse cominciando ad adeguarsi. Nel frattempo sembra abbia presentato ricorso al Tribunale del riesame (v. articolo).
Alle Amministrazioni e Autorità coinvolte lasciamo il compito di valutare la regolarità della struttura. Intanto cerchiamo urgentemente la collaborazione di associazioni nazionali e locali che possano aiutarci nel difficilissimo compito di decifrare la situazione e organizzare le adozioni.
.Contattare: info@associazionicanililazio.it e presidente@associazionecanililazio.it
.
Maggiori informazioni sono sul sito dell'ACL.
Gli ultimi aggiornamenti attraverso la rete degli amici su FaceBook:
L'alluvione ha causato l'allagamento dei box e 15 cani sono morti.I superstiti verranno portati all'hotel cani e gatti, per il resto pare non abbiano bisogno di nulla perché ci pensa il comune di Roma, essendo un rifugio convenzionato.
Il Rifugio delle Code Felici è raggiungibile via internet al sito
www.codefelici.org
SYDNEY (Reuters) - Uno scienziato australiano sta somministrando cocaina alle api per studiare come il loro cervello reagisca alla droga e possibilmente trovare un modo per bloccare l'effetto assuefazione sugli esseri umani. La ricerca ha trovato analogie tra api e uomini, visto che entrambi sono guidati da un effetto incentivo dalla ricompensa ed entrambi subiscono un'alterazione nelle capacità di giudizio dalla cocaina.
"Questa è la prima volta in cui si scopre che la cocaina ha un effetto di ricompensa su un insetto", ha detto a Reuters Andrew Barron, coautore del rapporto pubblicato questo mese sul Journal of Experimental Biology.
Nell'ambito di un progetto tra Macquarie University, Australian National University e University of Illinois, Barren ha somministrato piccole dosi di cocaina alle api prima di farle uscire in cerca di cibo.
In genere quando le api tornano dalla raccolta di polline eseguono una danza per comunicare che hanno trovato cibo ed è buono. Le api che hanno assunto cocaina eseguono questa danza in modo più euforico delle altre e sembrano godere degli stessi piaceri che danno assuefazione rispetto agli esseri umani, dice lo studio.
Barron sostiene che la cocaina sembra alterare la valutazione delle api su quanto sia stato fruttuoso il loro viaggio. E spera di identificare quale sia il processo che la cocaina segue nelle api, per identificare meglio i meccanismi della dipendenza negli esseri umani da una droga che ha effetti devastanti sia personali che sociali.
http://it.notizie.yahoo.com /4/20081229/tso-oitlr -api-cocaina-89ec962.html
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